Il programma Omnibus Weekend di La7 dedicato all'11 settembre (10 giugno 2006)

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Ultimo aggiornamento: 23 giugno 2006.

Indice della sezione 11/9 - Pagina base di Attivissimo.net

Introduzione

La 7 ha dedicato una puntata di Omnibus weekend alle ipotesi di complotto sull'11 settembre il 10 giugno 2006; il programma dovrebbe essere pubblicato prossimamente nell'archivio di La7. Questa è una breve recensione del programma e degli spezzoni di documentari complottisti mostrati al suo interno.

Il programma è una discussione in studio, che mostra soltanto un paio di filmati (entrambi pro-complotto) ma non offre alcun altro supporto visivo o dato concreto. Vengono lanciati molti argomenti, ma non vengono approfonditi. Alla fine lo spettatore non troppo addentro alla materia se ne esce con le idee confuse forse più di prima. Ma intanto s'è fatta un'oretta di televisione e un po' di pubblicità ai libri degli ospiti.

Il programma

I tempi indicati si riferiscono all'orario riportato in sovrimpressione da La7 durante la trasmissione.

8:06:40. Viene mostrato subito, senza preamboli, un brano del documentario "Inganno globale" di Massimo Mazzucco, presentato erroneamente come "Inganno totale". In realtà, secondo quando comunicatomi privatamente dall'autore Mazzucco, il filmato mostrato non appartiene affatto a "Inganno globale", ma a un documentario precedente, "11 settembre - 4 anni dopo", anche se ha moltissimi punti in comune.

Il brano argomenta che il Boeing 757 del Pentagono è finito "non certo in questo buco di tre metri" (8:07:09). Quindi non si tratta semplicemente di un documentario che vuole porre domande, ma vengono fatte delle affermazioni categoriche: primo, il Boeing non è finito nel buco indicato; secondo, il buco misurerebbe tre metri. Questa è una misura tutta da verificare, perché anche i complottisti non concordano fra loro: Giulietto Chiesa (a Matrix del 24 maggio 2006) ha detto che è "alto cinque metri". Una differenza notevole e molto importante, visto che la fusoliera di un 757 ha un diametro di 4 metri scarsi, come indicato nella documentazione fornita nell'indice di questa sezione del sito. Inoltre viene completamente ignorata la larghissima breccia al piano terra.

La grafica digitale che accompagna le parole è di ottimo livello e mostra una ricostruzione migliore di quella di Mike Wilson fornita nel mio indice: sono infatti compresi anche gli altri oggetti (strutture di cantiere) parcheggiate accanto alla facciata del Pentagono. Ho chiesto a Mazzucco di risalire all'autore.

8:06:52. Vengono date le misure del Boeing 757 ("è lungo 46 metri, largo quasi 40, ed è alto da terra oltre 13 metri"), ma viene indicata l'altezza da terra nel caso in cui l'aereo abbia il carrello esteso (cosa che non risulta da alcuna testimonianza) e includendo l'altissima deriva: è una misura fortemente fuorviante. L'aereo, misurato dalla base dei motori alla sommità della fusoliera, è alto 5,77 metri; la larghezza della fusoliera è inferiore ai quattro metri. Questo cambia non poco i parametri della compatibilità del buco nel Pentagono con le dimensioni del velivolo.

Inoltre l'aereo viene mostrato di sbieco rispetto alla facciata: giusto, perché secondo la ricostruzione ufficiale l'aereo è appunto entrato di sbieco, ma un'inquadratura del genere falsa le dimensioni percepite. Sarebbe più corretto mostrare l'angolazione dal punto di vista in asse con la fusoliera dell'aereo.

8:07:17. Il documentario fa altre affermazioni errate, smentite dalle immagini stesse: dice che "le colonne portanti sono rimaste in piedi", ma nella foto mostrata ne mancano diverse; che "le macerie sono quasi tutte riversate all'esterno", ma nella foto mostrata non si vedono, né si vedono in altre immagini; che "le finestre hanno addirittura ancora i vetri intatti", ma ci sono finestre sfondate e intere pareti mancanti (nelle quali, ovviamente, le finestre sono andate distrutte).

8:07:53. Si afferma (non si ipotizza) che "l'aereo, quindi, non è finito sotto le macerie". Si è detto prima che "le colonne portanti sono rimaste in piedi", ma l'inquadratura successiva mostra i supporti provvisori eretti dai soccorritori per sostenere la parte di edificio ai lati della fetta crollata, non più supportata perché, appunto, mancano le colonne portanti.

8:08:36. Si passa poi all'esame, sempre nel filmato di Mazzucco, degli impatti al WTC. Si afferma che le torri sono crollate "quando gli incendi si erano consumati da un pezzo", ma i crolli non ci vengono mostrati. I filmati dei crolli, infatti, smentirebbero l'affermazione, perché mostrano che le fiamme e il fumo erano ancora vivi e attivi. Viene anche detto che le torri si sono "trasformate" in polvere finissima, facendo sembrare che non siano state generate macerie, e questo è completamente falso, come si può vedere dalle foto aeree dell'area devastata.

8:09:08. Il presentatore, Enrico Vaime, dichiara che i complottisti riunitisi a Chicago si riconoscono nell'etichetta "complottisti", per cui d'ora in poi spero cessino le polemiche sull'uso di questo termine che alcuni considerano offensivo: "sono state definite, ma accettano questa definizione, complottisti" (8:09:15).

Vengono presentati gli ospiti in studio: Pino Buongiorno, vicedirettore di Panorama; Tom Bosco, direttore dell'edizione italiana di Nexus, presentato come "appassionato di aeronautica" e titolare di un brevetto commerciale di pilota USA (Vaime inizia, fra l'altro, una domanda sulla facilità di conseguimento del brevetto che sarebbe stato interessante approfondire, ma poi si ferma); Marina Montesano, ricercatrice di storia medievale e autrice di un libro, "Mistero americano: ipotesi sull'11 settembre", con introduzione di Giulietto Chiesa; e Carlo Panella, giornalista, autore di "Il libro nero dei regimi islamici".

8:13:54. Montesano afferma che la dinamica degli attentati e l'identità dei dirottatori sono ancora in dubbio. Trova sospetto che le identità dei dirottatori siano "state definite soltanto nel giro di 48 ore". In realtà non dovrebbe essere stupefacente, visto che i dirottatori si sono imbarcati su un aereo e quindi hanno presumibilmente consegnato al check-in un documento d'identità e/o dato un nome per prenotare i biglietti dei voli. Stupisce, secondo Montesano, che tutti i visti irregolari dei dirottatori siano stati emessi da un'unica sede, quella di Jedda, in Arabia Saudita. Considerato che i dirottatori erano quasi tutti sauditi e che era più efficiente corrompere un funzionario solo per più visti, la cosa diventa molto meno stupefacente.

8:15:00. Vaime discute del corso di pilotaggio frequentato dai dirottatori. Tom Bosco afferma che "non erano in grado neanche di decollare e atterrare da soli". Infatti, curiosamente, durante il dirottamento non hanno fatto alcun decollo e alcun atterraggio.

8:16:00. Interviene Panella come anticomplottista. Bosco interrompe per dichiarare che subito dopo l'11/9 c'è stata una puntata di Porta a Porta nella quale

"erano in studio ospiti tre piloti comandanti dell'Alitalia: nessuno di loro credeva alla possibilità che un allievo pilota uscito da una scuola di volo della Florida potesse sedersi ai comandi di un 757 e fare quello che ha fatto".

Sarebbe interessante verificare quest'affermazione rivedendo il Porta a Porta in questione, di cui non è stata fornita la data.

8:17:00. Riprende Panella, che però si perde in paragoni con lo sbarco in Normandia e l'attentato a Hitler. Ricorda che bin Laden ha rivendicato in un video la paternità degli attentati (ma i complottisti negano l'autenticità del video in questione). Panella poi ricorda il contesto storico pre-11/9 per rispondere alla teoria complottista del "casus belli" (ossia, autoattentato per giustificare l'invasione dell'Afghanistan): l'attentato

"sarebbe stato fatto in realtà da autorità americane... per fare l'intervento in Afghanistan. Allora, sta agli atti che l'amministrazione Bush -- leggetevi i giornali, Corriere della Sera, Unità, Repubblica, viene eletta nel 2001 per fare.. con un mandato popolare di isolazionismo. C'era addirittura allarme in Italia da parte di tutti perché Bush -- in Israele -- perché Bush non aveva nessuna intenzione di fare... applicare una presenza e un'attività nei paesi arabi. Non solo: è talmente forte questa politica isolazionista che quando Bush per esempio decide di fare l'invasione dell'Iraq, il suo partito, suo padre, fanno degli interventi dicendo 'non si deve fare'. Non c'è il contesto politico".

Tuttavia un complottista potrebbe obiettare che faceva tutto parte del piano: farsi eleggere fingendosi isolazionisti per poi fare tutt'altro, costretti, per così dire, dagli eventi.

8:21:00. Panella nota che l'intervento in Afghanistan era minacciato già in due risoluzioni dell'ONU:

"al 10 di settembre, il fatto che il governo afghano fosse fuori dalla comunità internazionale e che l'ONU stesse decidendo delle iniziative era già contenuto in due risoluzioni dell'ONU. Non c'era bisogno di automassacrare migliaia di persone".

8:22:50. Bosco riporta la discussione sui fatti e sulla dinamica degli attentati. Panella ammette che "la versione ufficiale, solo sul Pentagono, solo quella sul Pentagono, è assolutamente lacunosa." E su questo, come gli ospiti in studio, siamo tutti d'accordo, credo. Il problema è capire perché è lacunosa: per nascondere qualcosa che non si deve vedere o per innata mania del segreto militare o altro.

8:24:10. Buongiorno parla del suo contatto in Pakistan con il generale Gul (non sono sicuro della grafia), che

"era praticamente...quello che aveva creato un po' bin Laden insieme alla CIA, sostanzialmente avevano foraggiato bin Laden per tanti anni durante l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Ebbene... Gul, la prima cosa che mi disse, mi disse 'Guarda, quest'attentato l'hanno fatto i servizi segreti israeliani perché conoscevano i tempi di reazione delle torri di controllo, conoscevano i passaggi, conoscevano quando si sarebbero alzati in volo'."

Buongiorno era perplesso, ma tornando dal generale

"due anni dopo sono venute fuori due notizie grosse: la prima che Gul, che io considero a tutt'oggi la mente, il cervello strategico di tutto... non a caso lui oggi è il consigliere dei partiti religiosi vicini a bin Laden in Pakistan. E gli ho detto 'Scusa ma sempre gli israeliani sono stati a colpire l'11 settembre?'. E lui dice 'no no no, io quella volta l'ho dovuto fare per depistarvi, in realtà è stato bin Laden, lo sapevamo tutti'. E io ho detto 'Ma come fate a saperlo?'. 'Bè, io quindici giorni prima dell'attentato ero a Kabul per incontrare il mullah Omar, perché era la festa nazionale dei talebani e, insomma, ce l'avevano detto'."

Argomenta che la CIA aveva notizie, ma non le metteva insieme; un mare d'informazioni, forse troppe. Ricorda che il video più recente di bin Laden (in realtà una registrazione audio) contiene l'ammissione di bin Laden di aver conosciuto personalmente i dirottatori. Resta perplesso sull'attentato al Pentagono: "probabilmente dev'essere stato un missile o qualcos'altro".

8:32:51. Dopo la pausa pubblicitaria, viene mostrato un altro spezzone, tratto dalla versione italiana di In Plane Site, relativo al crollo del WTC7. Viene citata la celebre frase di Larry Silverstein, che però viene tradotta arbitrariamente: il "pull it" diventa senza esitazioni "tirarlo giù" (riferito all'edificio), quando Silverstein stesso ha chiarito (come descritto altrove in questo sito) che "pull it" significa "ritirare il contingente dei pompieri". Il verbo "pull" ricorre in molte delle testimonianze dei pompieri con questo secondo significato, ma mai con il primo. Viene ripresentata la teoria della demolizione controllata.

8:33:38. Si mostra la dichiarazione dei pompieri secondo la quale il crollo delle torri somiglia a una demolizione controllata (stanno facendo una similitudine) la si abbina a un audio falsificato del rumore del crollo. Forse le scritte in sovrimpressione di La7 coprono un avviso di In Plane Site a proposito di questo audio simulato.

8:35:00. Panella e Buongiorno parlano del problema della mancanza delle talpe: ci vogliono tante persone per ordine un complotto di queste dimensioni, con aerei che scompaiono e grattacieli minati, eppure nessuno parla, nessuno confessa.

8:37:00. Bosco s'inalbera e chiede di tornare sui dati di fatto: afferma che "sei [dirottatori] sono ancora vivi" (8:37:23). Purtroppo l'argomento viene lasciato cadere e il discorso scivola su Al-Zarqawi e poi degenera nel battibecco.

8:39:40. Buongiorno teorizza che il danno al Pentagono sia stato causato da un missile lanciato dagli americani per fermare l'aereo. Bosco scoppia a ridere (come dargli torto?). Panella ri-devia sull'attentato a Hitler. Altro battibecco.

8:41:25. Montesano solleva la questione del Volo 93, ma non viene fatto alcun approfondimento.

8:42:00. Buongiorno nota il motivo del lucro e dell'antiamericanismo dietro il business del complottismo:

"io ho parlato con questi che fanno questi libri, soprattutto in Francia, guarda caso sono tutti quelli che odiano gli Stati Uniti che fanno questi libri e comunque si creano anche delle carriere... si crea un mito. Io ho parlato con diversi di questi personaggi. Questi personaggi hanno fatto bene a fare delle indagini, ma poi si sono innamorati del personaggio".

8:42:00. Montesano parla di Sheik Mohammed (finanziatore diretto di Atta) e si obietta che il filmato presentato dagli americani non dimostra l'arresto di Mohammed e che mancano delle testimonianze di Mohammed nel processo Moussaoui. Il discorso è confuso e non è chiaro come si leghi alla dinamica degli attentati.

8:45:00. Bosco accenna alla lista di 100 domande preparata dai parenti delle vittime, alle quali non sarebbero mai state date le risposte, ma non cita queste domande e il tema non viene approfondito.

8:46:00. Panella fa paragoni con l'Olocausto e con i Protocolli dei Savi di Zion e ricorda che nel mondo islamico è normale accusare di tutto il Mossad. Ammonisce riguardo al pericoloso effetto propagandistico che possono avere le teorie complottiste non supportate dai fatti.

8:48:20. Bosco parla di "anomalie pazzesche" nella versione ufficiale e obietta alla tesi dell'antiamericanismo dicendo che vi sono anche americani che chiedono chiarezza e chiede un "supplemento d'indagine". Battibecco sulle motivazioni del rapporto ufficiale sull'11/9. Nessuna menzione dei Performance Studies, rapporti ben più tecnici.

8:52:50. Montesano nota che il complottismo (islamico) è "alimentato dal fatto che non si è fatta chiarezza". Su questo si trovano tutti d'accordo.

8:53:00. Chiusura.