Appunti sulle ipotesi di complotto riguardanti gli attentati dell'11 settembre 2001

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Indagine iniziale: 30/9/2002. Ultimo aggiornamento: 8/11/2006.

Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito

Questi appunti sono in corso di trasferimento e arricchimento nella sezione 11 settembre del mio sito. Consultatela se non trovate qui quello che state cercando.

Le copie cianografiche riguardanti il WTC sono state segretate

Falso. Le cianografiche del WTC sono di dominio pubblico. Sono state anche liberamente presentate in due trasmissioni televisive che analizzano l'attentato e le manchevolezze architettoniche del WTC. Le trasmissioni sono andate in onda alla televisione inglese e io le ho viste e registrate.

Inoltre la planimetria e la struttura del World Trade Center, non soltanto delle torri gemelle ma degli altri edifici del complesso, è mostrata e discussa in dettaglio nel documento World Trade Center Building Performance Study, liberamente scaricabile da Internet.

In realtà c'è una mole enorme di materiale informativo riguardanti la struttura del WTC, raccolto dalle compagnie assicuratrici. Ne parlo in dettaglio più avanti a proposito della presunta mancata analisi del metallo.

La US Air Force è sempre in allerta; come mai allora non si è degnata di darsi da fare?

L'aviazione USA era in allerta contro attacchi dall'esterno, non contro dirottamenti interni pensati per concludersi con lo schianto del velivolo.

Con la fine della guerra fredda, il pattugliamento dei cieli statunitensi era stato ridimensionato drasticamente, e il numero di aerei pronti (e soprattutto autorizzati) al decollo per intercettare velivoli fuori rotta o di aspetto ostile era ridottissimo.

Leggete il rapporto della commissione d'inchiesta: mostra in modo imbarazzante come le forze militari USA non avessero l'organizzazione e i protocolli per gestire una crisi di questo genere, perché i protocolli esistenti erano concepiti per gestire i dirottamenti "normali", ossia quelli in cui il dirottatore vuole ottenere qualcosa in cambio e non vuole morire.

Inoltre, come risulta sempre dal rapporto della commissione, non è che in caso di aerei civili fuori rotta si manda il primo aereo disponibile dalla base militare più vicina: c'è una precisa assegnazione territoriale e gerarchica delle competenze, e non tutte le basi hanno aerei pronti al decollo in cinque minuti. La semplice vicinanza geografica di una base era quindi irrilevante.

Come ha mai potuto il presidente USA vedere in televisione il primo aereo che colpiva il WTC, se si trovava nell'atrio di una scuola elementare e quelle immagini non avevano ancora solcato l'etere in quel momento, né era presente o in trasmissione diretta alcuna televisione nelle vicinanze dello schianto?

Questa affermazione gravissima viene fatta, a quanto mi risulta, esclusivamente sulla base di una dichiarazione di Bush secondo la quale avrebbe visto (dice lui) il primo aereo in televisione.

Sappiamo che Bush ha qualche problema nel parlare in modo coerente: del resto sono notissimi i suoi bushisms o strafalcioni, documentati altrove nel Servizio Antibufala. Potrebbe, molto semplicemente, aver detto una delle sue tante stupidaggini.

Del resto, l'alternativa non ha senso: immaginate che l'attacco fosse stato organizzato dal governo Bush, come sostengono i complottisti. A che pro portare in una scuola elementare, in un punto di passaggio, un televisore che trasmette le immagini top secret del primo impatto, quelle che nessuno doveva vedere, col rischio altissimo di farsi scoprire? A che pro lasciare che il presidente affermi ripetutamente di aver visto il primo impatto in TV quella mattina?

Non ha senso: presuppone che il complotto governativo sia stato organizzato da imbecilli. Se proprio Bush voleva assistere al primo impatto, poteva farsi mandare le immagini in tutta riservatezza nella sua attrezzatissima auto presidenziale, non vi pare?

In ogni caso, queste sono le esatte parole di Bush secondo CNN, pronunciate il 4 dicembre 2001 in Florida, durante una sessione di domande e risposte con il pubblico trascritta appunto da CNN:

Well, Jordan (ph), you're not going to believe what state I was in when I heard about the terrorist attack. I was in Florida. And my chief of staff, Andy Card -- actually I was in a classroom talking about a reading program that works. And I was sitting outside the classroom waiting to go in, and I saw an airplane hit the tower -- the TV was obviously on, and I use to fly myself, and I said, "There's one terrible pilot." And I said, "It must have been a horrible accident. "But I was whisked off there -- I didn't have much time to think about it, and I was sitting in the classroom, and Andy Card, my chief who was sitting over here walked in and said, "A second plane has hit the tower. America's under attack."

Traduzione mia:

Be', Jordan, non crederai allo stato in cui ero quando ho sentito dell'attacco terrorista. Ero in Florida. E il mio capo di gabinetto, Andy Card -- per la precisione ero in un'aula scolastica e parlavo di un programma di lettura che funziona. Ed ero seduto fuori dall'aula che aspettavo di entrare, e ho visto [un aereo colpire | che un aereo aveva colpito] la torre -- la TV era ovviamente accesa, e un tempo pilotavo aerei anch'io, e ho detto "Quello è un pessimo pilota." E ho detto "deve essere stato un incidente orribile". Ma mi hanno portato via di corsa da lì -- non ho avuto molto tempo per pensarci, ed ero seduto nell'aula, e Andy Card, il mio capo che era seduto qua è entrato e ha detto "Un secondo aereo ha colpito la torre. L'America è sotto attacco".

Nel tradurre ho mantenuto la sintassi sconnessa dell'originale: Bush è noto per la sua difficoltà nell'assemblare frasi coerenti. Addirittura ne inizia una ("E il mio capo di gabinetto...") e non la chiude. Dice che era simultaneamente dentro l'aula e fuori dall'aula. Considerata la persona, non è molto prudente prendere le sue parole alla lettera.

Tutta l'ipotesi di complotto ruota intorno alla frase "I saw an airplane hit the tower". I complottisti la traducono con "Ho visto un aereo colpire la torre": questo indicherebbe che Bush avrebbe visto un filmato o una diretta del primo impatto, cosa apparentemente impossibile salvo (appunto) cospirazione. Ma esiste una seconda traduzione, perfettamente ammissibile secondo la grammatica inglese (e in particolar modo secondo quella dell'inglese americano, e ancora più ammissibile nell'inglese americano di Bush), che suona "ho visto che un aereo aveva colpito la torre":

Se Bush ha detto "ho visto che un aereo aveva colpito la torre", afferma una cosa perfettamente plausibile: tutti noi, quel giorno, abbiamo acceso la televisione e visto che un aereo aveva colpito il World Trade Center. Non l'abbiamo visto impattare, ma era chiaro che l'impatto era avvenuto.

Ma Bush è tornato sull'argomento in un'altra dichiarazione il 5 dicembre 2002 che non lascia spazio ad interpretazioni alternative. L'originale è reperibile sul sito della Casa Bianca:

Anyway, I was sitting there, and my Chief of Staff -- well, first of all, when we walked into the classroom, I had seen this plane fly into the first building. There was a TV set on. And you know, I thought it was pilot error and I was amazed that anybody could make such a terrible mistake. And something was wrong with the plane, or -- anyway, I'm sitting there, listening to the briefing, and Andy Card came and said, "America is under attack."

Traduzione mia:

Comunque ero seduto lì e il mio capo di gabinetto -- be', prima di tutto, quando siamo entrati nell'aula, avevo visto questo aereo volare dentro il primo edificio. C'era una TV accesa. E sapete, ho pensato che era un errore del pilota ed ero stupito che chiunque potesse fare un errore così terribile. E c'era qualcosa che non andava con l'aereo, o -- comunque, sono seduto lì, ad ascoltare il resoconto, e Andy Card venne e mi disse "L'America è sotto attacco".

In questo secondo caso l'ambiguità grammaticale non è invocabile. Può darsi, tuttavia, che Bush stesse semplicemente descrivendo la causa avendo visto l'effetto, cosa comune nel linguaggio parlato, o che ricordando gli eventi a distanza di tempo si sia confuso su quando aveva visto per la prima volta il ben noto filmato del primo impatto.

Lascio a voi la scelta fra ritenere che Bush sia semplicemente sconnesso nel parlare e non possa essere preso alla lettera (e di questo ci sono conferme abbondanti), e ritenere che Bush sia un genio del male a capo di un terribile complotto top secret, del quale però va in giro a spifferare i dettagli più incriminanti, e che questa frase che lo implica sia pubblicata dal sito ufficiale della Casa Bianca.

Come mai il presidente USA continua a leggere coi bambini per mezz'ora dopo essere stato informato che il primo aereo aveva colpito?

C'è chi interpreta la flemma con la quale Bush continua a leggere insieme ai bambini nella scuola in cui si trovava al momento degli attentati come un chiaro segno che Bush sapeva di non correre alcun pericolo e quindi era al corrente dei piani dell'attentato.

Esiste però una spiegazione più banale: gli USA non erano realmente pronti a un'eventualità del genere (c'erano state alcune simulazioni, ma facevano parte dei tanti scenari ipotetici più o meno probabili che ogni governo esamina). Non lo era nessuno; è facile affermare il contrario col senno di poi. Inizialmente non si era pensato a un attentato ma a un incidente anomalo. Se rivedete le trasmissioni televisive di quel giorno, ve ne accorgerete. L'ipotesi dell'attentato ha preso corpo dopo il secondo impatto.

Bush e il suo staff si sono fatti prendere dal panico e dall'indecisione; invece di allontanarsi rapidamente e organizzare la reazione da un luogo sicuro, Bush è rimasto impietrito nell'aula. Questa sembra essere la conclusione impietosa del rapporto ufficiale sugli eventi di quel giorno.

La spiegazione è conforme all'espressione di totale smarrimento (tutt'altro che flemmatica) di Bush dopo che gli viene sussurrato nell'orecchio che c'è stato un secondo impatto: il suo atteggiamento è chiaramente visibile nel filmato della scena nella scuola elementare, facilmente reperibile in Rete e incluso nel film Fahrenheit 9/11 di Michael Moore. Si vede chiaramente che non sta continuando a leggere con indifferenza, ma che sta facendo finta di seguire la lettura mentre i suoi pensieri sono altrove.

Inoltre il tempo di "mezz'ora" è senza conferme: i resoconti ufficiali della cronologia degli spostamenti di Bush quella mattina hanno notevoli margini di incertezza. Sulla base del filmato ripreso nella scuola, è indubbio che Bush si sia soffermato a leggere -- o far finta di leggere -- per almeno sette minuti, ma il filmato non mostra il momento in cui si alza per andarsene.

Perché la polizia ha rifiutato di permettere lo scatto di fotografie di qualsiasi posto e cosa attorno al sito della tragedia? Che cosa stavano tentando di nascondere le autorità?

Niente. Infatti non c'è stato alcun divieto o ostacolo alle riprese.

Il documentario "9/11" dei fratelli Naudet, trasmesso da quasi tutte le TV europee e statunitensi, mostra fior di dettagli e persino frammenti di aereo: parti di motori e carrelli.

La Rete è inoltre piena di fotografie delle zone circostanti gli attentati, scattate anche a distanza ravvicinata. Non c'è traccia di questi "rifiuti" da parte delle autorità.

Basta guardare la dovizia di foto della tragedia presenti in tutti i giornali del mondo. Fra queste foto, vi sono anche immagini di frammenti degli aerei sia al World Trade Center, sia al Pentagono.

rottami di motore al Pentagono
Un frammento di motore d'aereo al Pentagono.

carrello trovato al WTC
Un carrello d'aereo trovato nelle vicinanze del World Trade Center, all'angolo fra West Street e Rector Street. Foto tratta dal capitolo 2 del WTC Building Performance Study.

motore trovato al WTC
Un frammento di motore d'aereo trovato a una certa distanza dal World Trade Center, all'angolo fra Murray Street e Church Street.

frammento di fusoliera
Una parte di fusoliera del volo UA175 caduta sul tetto dell'edificio 5 del World Trade Center.

Il governo federale ha speso oltre 50 milioni di dollari per esaminare ogni frammento del Volo 800, invece l'infrastruttura in acciaio delle Twin Towers venne immediatamente inviata lontano per essere riciclata in tutta fretta, senza alcun esame? Perché?

Falso. L'acciaio è stato sì esaminato. Basta vedere il documentario How the Twin Towers Collapsed, trasmesso dalla televisione inglese Channel 4 a proposito del crollo delle torri gemelle, per sentire le parole di uno degli esperti in metallurgia e fatica dei metalli che hanno analizzato i rottami.

L'analisi metallurgica dell'acciaio e le sue caratteristiche prima e dopo l'attentato sono discusse in estremo dettaglio nel World Trade Center Building Performance Study, liberamente scaricabile da Internet e contenente numerosissime foto degli elementi metallici della struttura e discussioni sulla natura e maniera del suo cedimento.

L'acciaio delle torri gemelle non è stato inviato immediatamente lontano per essere riciclato. Addirittura a settembre 2003, a distanza di ben due anni dagli attentati, alcune travi della struttura, per un totale di circa 24 tonnellate, sono state fuse per farne la prua di una nave militare, la USS New York. Gran parte dei rottami del WTC è rimasta a lungo in una discarica a New York. Questi dati sono riportati da News.com.au del 9 settembre 2003:

"About 24 tons of steel from the ruins of the World Trade Centre is being melted down to form part of a US Navy ship that will be named the USS New York... 'Symbolically, the World Trade Centre steel will be the first part of the ship slicing through the water,' Ed Winter, a spokesman for Northrop Grumman's shipbuilding division, said. The steel, primarily from a section of beam about 6m long, was salvaged in December from a New York landfill that received much of the debris from the twin towers."

La mole di informazioni sulla struttura del WTC è inoltre documentata da un articolo del New York Times del 30 settembre 2002, intitolato "Vast Detail on Towers' Collapse May Be Sealed", di James Glanz e Eric Lipton. Gran parte delle informazioni, tuttavia, è per il momento segretata a motivo delle cause legali in corso fra i proprietari del WTC e le compagnie che assicuravano le torri gemelle.

Qui sotto riporto il testo integrale dell'articolo. Non ho tempo di tradurlo, così ho evidenziato in grassetto i passaggi salienti.

What is almost certainly the most sophisticated and complete understanding of exactly how and why the twin towers of the World Trade Center fell has been compiled as part of a largely secret proceeding in federal court in Lower Manhattan.

Amassed during the initial stages of a complicated insurance lawsuit involving the trade center, the confidential material contains data and expert analysis developed by some of the nation's most respected engineering minds. It includes computer calculations that have produced a series of three-dimensional images of the crumpled insides of the towers after the planes hit, helping to identify the sequence of failures that led to the collapses.

An immense body of documentary evidence, like maps of the debris piles, rare photos and videos, has also been accumulated in a collection that far outstrips what government analysts have been able to put together as they struggle to answer the scientifically complex and emotionally charged questions surrounding the deadly failures of the buildings.

But everyone from structural engineers to relatives of victims fear that the closely held information, which includes the analysis and the possible answers that families and engineers around the world have craved, may remain buried in sealed files, or even destroyed.

Bound by confidentiality agreements with their clients, the experts cannot disclose their findings publicly as they wait for the case to play out. Such restrictions are typical during the discovery phase of litigation. And as it now stands, the judge in the case -- who has agreed that certain material can remain secret for the time being -- has approved standard legal arrangements that, should the lawsuit be settled before trial, could cause crucial material generated by the competing sides to be withheld.

"We're obviously in favor of releasing the information, but we can't until we're told what to do," said Matthys Levy, an engineer and founding partner at Weidlinger Associates, who is a consultant in the case and the author of "Why Buildings Fall Down: How Structures Fail" (Norton, 2nd edition, 2002).

"Let's just say we understand the mechanics of the whole process" of the collapse, Mr. Levy said.

Monica Gabrielle, who lost her husband, Richard, when the south tower fell and who is a member of the Skyscraper Safety Campaign, said the information should be disclosed. "If they have answers and are not going to share them, I would be devastated," Mrs. Gabrielle said. "They have a moral obligation."

The lawsuit that has generated the information involves Larry A. Silverstein, whose companies own a lease on the trade center property, and a consortium of insurance companies. Mr. Silverstein maintains that each jetliner that hit the towers constituted a separate terrorist attack, entitling him to some $7 billion, rather than half that amount, as the insurance companies say.

As both sides have prepared their arguments, they have spent hundreds of thousands of dollars acquiring expert opinion about exactly what happened to the towers.

Dean Davison, a spokesman for Industrial Risk Insurers of Hartford, one of the insurance companies in the suit, said of the findings, "There are some confidentiality agreements that are keeping those out of the public domain today." He conceded that differing opinions among the more than 20 insurers on his side of the case could complicate any release of the material.

As for his own company, whose consultants alone have produced more than 1,700 pages of analysis and thousands of diagrams and photographs, Mr. Davison said every attempt would be made to give the material eventually to "public authorities and investigative teams."

Still, some of that analysis relies on information like blueprints and building records from other sources, like the Port Authority of New York and New Jersey, which built and owned the trade center and supports Mr. Silverstein in the suit. Mr. Davison said he was uncertain how the differing origins of the material would influence his company's ability to release information.

In a statement, the Port Authority said access to documents would be "decided on a case-by-case basis consistent with applicable law and policy," adding that it would cooperate with "federal investigations."

The fate of the research is particularly critical to resolve unanswered questions about why the towers fell, given the dissatisfaction with the first major inquiry into the buildings' collapse. That investigation, led by the Federal Emergency Management Agency, was plagued by few resources, a lack of access to crucial information like building plans, and infighting among experts and officials. A new federal investigation intended to remedy those failings has just begun at the National Institute of Standards and Technology, or NIST, an agency that has studied many building disasters.

Officials with NIST have said it could take years to make final determinations and recommendations for other buildings, a process they now acknowledge might be speeded up with access to the analysis done by the consultants on the lawsuit.

Gerald McKelvey, a spokesman for Mr. Silverstein, said of the real estate executive's own heavily financed investigative work, "We decline to comment other than to say that Silverstein is cooperating fully with the NIST investigation." A spokesman for the agency confirmed it was in discussions with Mr. Silverstein on the material, but said no transfer had taken place.

With no shortage of money or expertise, investigations by both sides in the legal case have produced a startling body of science and theory, some of it relevant not only to the trade center disaster but to other skyscrapers as well.

"The work should be available to other investigators," said Ramon Gilsanz, a structural engineer and managing partner at Gilsanz Murray Steficek, who was a member of the earlier inquiry. "It could be used to build better buildings in the future."

Legal experts say confidentiality arrangements like the one governing the material can lead to a variety of outcomes, from full or partial disclosure to destruction of such information. In some cases, litigants who paid for the reports may make them public themselves. Or they may ask to have them sealed forever.

"It is not unusual for one party or another to try to keep some of those documents secret for one reason or another, some legitimate, some not," said Lee Levine, a First Amendment lawyer at Levine Sullivan & Koch in Washington.

Mr. Levine said that because of the presumed value of the information, the court might look favorably on requests to make it public. But the uncertainty over the fate of the material is unnerving to many people, especially experts who believe that only a complete review of the evidence -- not piecemeal disclosures by litigants eager to protect their own interests -- could lead to an advance in the federal investigation of the trade center.

"It's important for this to get presented and published and subjected to some scrutiny," said Dr. John Osteraas, director of civil engineering practice at Exponent Failure Analysis in Menlo Park, Calif., and a consultant on the case, "because then the general engineering community can sort it out."

The scope of the investigation behind the scenes is vast by any measure. Mr. Levy and his colleagues at Weidlinger Associates, hired by Silverstein Properties, have called upon powerful computer programs, originally developed with the Pentagon for classified research, to create a model of the Sept. 11 attack from beginning to end.

The result is a compilation of three-dimensional images of the severed exterior columns, smashed floor and damaged core of the towers, beginning with the impacts and proceeding up to the moments of collapse. Those images -- which Mr. Levy is not allowed to release -- have helped pinpoint the structural failures.

The FEMA investigators did not have access to such computer modeling. Nor did the FEMA team have unfettered access to the trade center site, with all its evidence, in the weeks immediately after the attacks. But no such constraints hampered engineers at LZA/Thornton-Tomasetti, brought to the site for emergency work beginning on the afternoon of Sept. 11. Daniel A. Cuoco, the company president and a consultant to Silverstein Properties on the case, said he had assembled detailed maps of the blazing debris at ground zero in models that perhaps contain further clues about how the towers fell.

Though the FEMA team could not determine "where things actually fell," Mr. Cuoco said, "we've indicated the specific locations."

Mr. Cuoco said he could not reveal any additional details of the findings. Nor would Mr. Osteraas discuss the details of computer calculations his company has done on the spread of fires in large buildings like the twin towers. Mr. Osteraas has also compiled an extensive archive of photographs and videos of the towers that day, some of which he believes have not been available to other investigators.

And the investigation has not limited itself to computers and documentary evidence. For months, experiments in wind tunnels in the United States and Canada have been examining the aerodynamics that fed the flames that day and stressed the weakening structures.

Jack Cermak, president of Cermak Peterka Peterson in Fort Collins, Colo., was retained by the insurance companies but had previously performed wind-tunnel studies for the original design of the twin towers nearly 40 years ago. For the legal case, Dr. Cermak said, "we've done probably more detailed measurements than in the original design."

"The data that have been acquired are very valuable in themselves for understanding how wind and buildings interact," Dr. Cermak said. "Some of the information may be valuable for the litigation," he said, adding, "I think I've told you all I can."

L'infrastruttura in acciaio, se esaminata adeguatamente, avrebbe rivelato che cariche esplosive erano state disposte tutt'attorno nell'edificio come in una demolizione pianificata

Quest'affermazione non sta in piedi per una lunga serie di ragioni:

Gli sbuffi possono essere dovuti, molto più semplicemente, a un "effetto stantuffo". Gli sbuffi al WTC si manifestano durante il crollo dell'edificio, non prima. E durante il crollo, la struttura cava del grattacielo forma un immenso tubo piuttosto ben sigillato. Il crollo dei piani soprastanti causa un aumento della pressione all'interno, esattamente come quando si spinge lo stantuffo di una pompa di bicicletta, e la pressione cerca uno sfiato: gli sbuffi, appunto.

E' interessante notare che gli sbuffi si trovano in corrispondenza di una variazione nella struttura degli edifici (le due bande orizzontali ben visibili).

foto del crollo con sbuffi

In quest'altra foto, tratta da Pernondimenticare.it, si afferma che il "fungo" nell'angolo in alto a destra è chiaramente prodotto da un'esplosione.

foto del crollo con pseudo-fungo

Una nuvola di polvere di quelle enormi dimensioni inevitabilmente assume una miriade di forme irregolari, fra le quali può esserci il fungo (addirittura alcuni ci hanno visto anche il demonio). In secondo luogo, le normali esplosioni non formano un fungo. Men che meno se avvengono, come si ipotizza, all'interno di un edificio.

Infine, se si trattasse di una "demolizione controllata", come giustificare l'angolazione estrema della sommità di una delle torri mentre crolla, come si vede in questa foto? Nelle demolizioni vere, l'edificio viene minato in modo da cadere verticalmente, senza inclinazioni laterali.

[il crollo e' tutt'altro che regolare e "controllato"]

Come mai fu immediatamente chiamata sulla scena una compagnia per la rimozione di residui da demolizione di palazzi, per rimuovere subito i detriti? E perché fu chiamata la stessa che si occupò del crollo dell'edificio federale ad Oklahoma City in seguito a un attentato esplosivo?

Che cosa avrebbero dovuto fare, lasciarli lì in eterno? E' prassi normale, quando c'è un crollo (per esempio dopo un terremoto), rimuovere i detriti appena possibile, per il semplice motivo che si spera di recuperare qualche persona ancora in vita.

Sull'affermazione (in attesa di conferme) che la compagnia che rimosse i resti del WTC sarebbe la stessa compagnia chiamata sulla scena immediatamente dopo il crollo dell'edificio federale ad Oklahoma City, è forse troppo scontato pensare che magari lavora bene e per questo l'hanno chiamata ancora?

A parte il fatto che di questa affermazione non viene fornita alcuna prova: nomi, documenti, ritagli di giornale... niente.

Gli attentati sono stati troppo perfetti, quindi non potevano essere realizzati da persone esterne all'apparato militare USA

E' una tesi sostenuta per esempio da un articolo di Tom Bosco su Nexus Italia, che solleva alcuni dubbi perfettamente leciti a proposito dell'aereo caduto in Pennsylania, ma altrove incespica gravemente.

Per la caduta dell'aereo in Pennsylvania, Bosco nota che

"Tutti i resoconti che parlavano di un'esplosione a bordo e pezzi di rottami trovati a 6 o 8 miglia di distanza dal grosso del relitto dove sono finiti?"

Questi resoconti ci sono tuttora, facilmente reperibili tramite Google, e l'esistenza di rottami a miglia di distanza dalla zona di impatto non è stata affatto smentita.

Purtroppo l'ipotesi di Tom Bosco contiene anche questa affermazione totalmente non documentata e arbitraria:

"...un gruppo di piloti veterani, civili e militari, tra cui piloti di caccia da combattimento e comandanti di linee aeree civili, abbiano appena terminato una maratona di 72 ore di briefing e discussioni non-stop, relative alla crisi attuale che si è determinata dall'uso di aerei commerciali come missili contro il WTC e il Pentagono, l'11 settembre. Le conclusioni di questo gruppo di persone sono che il cosiddetto attacco terroristico di fatto è stato un'operazione militare contro gli Stati Uniti eseguita in modo superbo, che richiedeva elevatissima professionalità militare di comando, comunicazioni e controllo. In altre parole, i responsabili sarebbero degli infiltrati nelle più alte posizioni politiche a livello federale, e detengono l'assoluto controllo di tutto l'apparato militare del paese."

Non è chiaro il nesso logico "sono stati professionali, quindi erano infiltrati federali". Perché, le forze armate degli altri paesi sono popolate da deficienti? Fuori dagli USA non esiste nessuno in grado di addestrare gruppi paramilitari? E' davvero così difficile andare a lezioni di volo, portare a bordo dei coltelli e manovrare un aereo di linea quanto basta per scaraventarlo contro edifici molto grandi e ben visibili in una radiosa giornata di sole? O basta essere totalmente privi di rispetto per la vita degli altri?

In realtà gli attentati, se li vogliamo esaminare molto ma molto cinicamente, sono stati lontani dall'essere "perfetti":

immagini del secondo impatto al WTC

Come mai neppure i radar militari della vicine basi sono riusciti ad individuare il Boeing in avvicinamento al Pentagono?

A parte il fatto che questa affermazione andrebbe dimostrata, il Pentagono sorge in mezzo alla città, ed è vicinissimo alle normali traiettorie di atterraggio degli aerei di linea.

Il Boeing suicida sarebbe apparso, sui radar militari, come un qualsiasi altro aereo fino all'ultimo istante. E soprattutto, resta il problema di cosa fare una volta individuato: abbatterlo sopra la città quanti morti in più avrebbe provocato?

Pilotando un aereo che vola a 400 km/h, il pilota vede dapprima in lontananza il Pentagono come un puntino e alcuni secondi dopo se lo trova di fronte. Quindi la manovra era impossibile

Chi fa questo ragionamento non ha esperienza di pilotaggio. Ne ho discusso con un pilota di linea, che mi ha spiegato con una punta di amarezza che i moderni aerei di linea "volano praticamente da soli": basta puntarli nella direzione e nell'assetto desiderato e il computer di bordo fa il resto. Il pilota è a bordo per gestire le fasi cruciali del decollo e dell'atterraggio (decollo che i dirottatori hanno accuratamente evitato, facendole compiere appunto all'equipaggio) e le eventuali emergenze, ma il normale volo di crociera è altamente automatizzato. Per non parlare del fatto che i dirottatori avevano esperienza di volo nei simulatori ed alcuni erano piloti commerciali certificati negli USA, come indicato anche dal documentario complottista Loose Change.

Cosa ancora più importante, basta considerare che ogni giorno migliaia di aerei di linea "centrano il bersaglio", ossia individuano e "colpiscono" con estrema precisione il loro obiettivo: la pista di atterraggio, che è piatta e quindi secondo il ragionamento di chi fa quest'ipotesi è ancora meno individuabile a distanza rispetto al Pentagono. Che fra l'altro è notevolmente più largo di una pista d'atterraggio.

Avvicinandosi in volo a 400 km/h a un oggetto grande come il Pentagono lo si vede molto, molto tempo prima. Se non ci credete, la prossima volta che prendete un aereo di linea guardate fuori dal finestrino durante il decollo e l'atterraggio. Quando siete sopra una città vedete gli edifici? A che distanza li vedete? Quanto tempo ci vuole per raggiungerli?

Resta poi la solita, semplice domanda: ma le migliaia di testimoni oculari, quel giorno davanti al Pentagono in mezzo alla città, erano tutti ubriachi? Al soldo della CIA?

Durante la seconda guerra mondiale i kamikaze si lanciavano contro le portaerei, lunghe quanto una facciata del Pentagono e alte altrettanto, nonostante dovessero essere piloti addestrati e disponessero di piccoli e maneggevoli aerei, avevano una percentuale di successo molto bassa

Il paragone non è molto calzante. Gli americani a bordo delle portaerei non se ne stavano certo lì fermi a farsi centrare: usavano le armi contraeree, per cui è presumibile che molti kamikaze non centrassero l'obiettivo in quanto colpiti, mentre il Pentagono e men che meno il World Trade Center non potevano rispondere al fuoco.

Inoltre i kamikaze usavano aerei monoposto di metallo, legno e tela imbottiti di esplosivo; i terroristi dell'11 settembre hanno usato aerei di linea interamente metallici e pesanti oltre un centinaio di tonnellate ciascuno (il peso massimo di un Boeing 767 è 179 tonnellate), che avrebbero comunque prodotto un danno considerevole per pura forza cinetica.

Va inoltre notato che al World Trade Center il secondo aereo ha quasi mancato la torre, colpendola di spigolo.

Supponiamo che il formidabile pilota riesca davvero a portare l'aereo in collisione contro una facciata del Pentagono, come riesce a scansare tutti i pali dell'illuminazione stradale e non fare nemmeno un graffio al prato antistante, nonostante il carrello di atterraggio esca automaticamente a bassa quota?

La storia del mancato abbassamento automatico del carrello è stranamente una delle più ricorrenti nelle ipotesi complottiste. Ma chi ha mai detto che il carrello di atterraggio esce automaticamente a bassa quota? Chiedetelo a un pilota e guardate se riesce a non ridere. Mai sentito parlare di GPWS o GPW, Ground Proximity Warning System, il sistema di avviso in prossimità del terreno che generalmente serve per ricordare di tirare fuori il carrello?

Leggete presso Flug-revue.rotor.com questa frase (la traduco dall'inglese):

"a partire dal 1974... le autorità USA resero obbligatorio il GPWS della AlliedSignal per tutti i velivoli... Oggi il 95% degli aerei di linea di tutto il mondo è dotato di GPWS."

In altre parole, gli aerei di linea hanno di serie un sistema che avvisa il pilota di tirar giù il carrello se si avvicina troppo al terreno. Altro che "carrello a discesa automatica".

Scettici? Allora indicatemi una marca e un modello di aereo di linea che abbia il carrello a discesa automatica.

Inoltre ci sono numerose foto che mostrano chiaramente che i pali dell'illuminazione stradale sono stati colpiti eccome. La foto qui sotto è di Geoff Metcalf; la trovate sul suo sito insieme a molte altre a risoluzione maggiore:

[foto di un palo della luce divelto sulla strada]

Ed ecco altre foto di pali divelti:

palo divelto

altro palo divelto

Su tutte le foto scattate subito dopo l'impatto si vede bene che la facciata è intatta ad eccezione di un foro di circa 2,5 m di diametro. Se un aereo si fosse davvero impattato contro la facciata, avrebbe dovuto lasciare sulla facciata, una specie di "marchio" con il profilo della carlinga e delle ali

A mo' di sagoma di Vil Coyote che attraversa la roccia? Siamo seri. Un aereo composto in prevalenza di alluminio che si schianta ad alta velocità contro un edificio in cemento rinforzato in Kevlar, come lo è il Pentagono, difficilmente lascia una sagoma ben definita. Le ali si accartocciano e l'impennaggio verticale si disintegra; all'impatto sopravvivono soltanto le strutture più massiccie e robuste, come i carrelli e i motori. E' un ragionamento confermato, nel documentario The Meyssan Conspiracy, dall'esperto di Jane's (autorevolissima rivista di aeronautica).

Non bisogna fare il confronto con le immagini del World Trade Center perché i due edifici sono (erano) radicalmente diversi: il WTC era una struttura civile snella e ardita, quindi con requisiti strutturali molto meno esasperati rispetto a un vasto bunker militare quale è in sostanza il Pentagono. Ma nonostante questo, nessuno dei due aerei del WTC ha trapassato da parte a parte l'edificio (con l'eccezione, guarda caso, di alcune parti robuste come carrelli e motori)

Ci si può attendere quindi che il danno prodotto dall'impatto contro il Pentagono lasci un'impronta molto meno vistosa di quelle lasciate nel World Trade Center, e in effetti è così: questa foto di Geoff Metcalf permette di intuirne la sagoma. L'originale ad alta risoluzione è presso il sito di Metcalf.

[si intuisce la sagoma dell'impatto al Pentagono]

Stando alla testimonianza del fotografo, Metcalf appunto, la zona di entrata della fusoliera è al di sopra della testa della persona in primo piano, al centro della foto. Notate che le colonne a destra della dichiarata zona d'entrata della fusoliera sono fortemente danneggiate. Questo sarebbe compatibile con l'impatto delle ali di un aereo.

In una versione precedente di questi appunti avevo segnalato l'infiammabilità dell'alluminio, partendo da alcune fonti che però si sono rivelate non pertinenti al caso del Pentagono e hanno successivamente pubblicato una rettifica.

L'alluminio è considerato sì infiammabile, ma soltanto in condizioni piuttosto particolari. La polvere d'alluminio, per esempio, è usata come ingrediente nei due motori laterali della navetta spaziale, che bruciano una miscela solida di alluminio in polvere e perclorato di ammonio. La bomba BLU-82B dell'aviazione USA, un ordigno da sette tonnellate, contiene sei tonnellate di miscela di nitrato d'ammonio, polvere di alluminio e polistirene.

Ringrazio Luca Palazz**** per aver segnalato l'errore.

Gli aerei erano vuoti e le liste dei passeggeri e delle vittime sono inventate

Chi sostiene questa ipotesi dimentica che fra i morti dell'11 settembre 2001 ci sono anche persone molto ben conosciute, che sarebbe stato piuttosto difficile far "scomparire". Per esempio:

Le biografie di tutti i passeggeri del volo 77 sono in una pagina apposita di CNN. Tutte inventate?

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