La petizione di AF Digitale contro la tassa SIAE sui supporti vergini

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Indagine iniziale: 9/8/2002. Ultimo aggiornamento: 11/8/2005.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:

Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito

English abstract (il resto è in italiano)

In July-August 2002, an Italian magazine, AF Digitale, circulated a petition to oppose what it claimed to be a levy soon to be applied to all computer media as "compensation" for music and video piracy.

Many readers thought it was a hoax, but the story is true. As the magazine had warned, a new law was passed in Italy in April 2003, imposing a substantial "tax" on blank CDs, digital camera memories, and other media. The "tax" actually already existed, but had gone unnoticed because it was extremely low. The new law increased the levy to the point of more than doubling the retail price of blank CDs.

Il testo dell'appello

In questo caso non c'era un vero e proprio appello in circolazione, ma c'era una fonte estremamente precisa e identificata una petizione pubblicata sul sito della rivista AF Digitale online contro un imminente "super tributo alla SIAE".

La petizione annunciava uno schema di decreto legislativo che, se approvato nella forma presentata da AF Digitale, avrebbe aumentato massicciamente i tributi già presenti sui supporti vergini, compresi quelli per uso informatico. Uno dei punti più controversi del decreto prevedeva infatti che persino quando si usa un CD vergine per fare il backup dei propri dati personali (dati propri, non musica o film altrui), si dovesse pagare un tributo di 0,84 euro (circa 1600 lire), incluso nel prezzo del CD. Prezzo che quindi sarebbe più che raddoppiato; e la cosa interessante è che questo tributo sarebbe andato alla SIAE.

Di primo acchito il tono sembrava proprio quello tradizionale delle bufale. Cito infatti dal sito di AF Digitale:

Sta per essere approvato dal consgilio [sic] dei ministri un decreto di recepimento di una direttiva europea che, tra le altre cose, dà luogo a un aumento indiscriminato (fino all'8000%) dei tributi dovuti alla SIAE sui supporti analogici e digitali audio, video e dati. Fra poche settimane un CD-R potrebbe costare minimo 1,50 euro, una videocassetta 3,5 euro e potrebbe essere inserito un tributo del 3% su tutti gli apparecchi di registrazione, hard disk compresi. Attenzione: non importa assolutamente se i CD-R, per esempio, vengono usati per la registrazione di dati informatici o delle proprie foto digitali: il tributo alla SIAE, prelevato alla fonte, ovviamente, è comunque dovuto.

Lo stile dei classici appelli-bufala era suggerito anche da questa frase (notate l'invito rituale "manda questo appello a tutti quelli che conosci"):

Questo provvedimento va fermato al più presto, possibilmente prima che venga approvato dal Consiglio dei Ministri. Per fare questo ti chiediamo di partecipare alla petizione anti-decreto sul sito www.afdigitale.it e di mandare queste informazioni a tutte le persone che conosci. Aiutaci a salvare il tuo diritto alla copia personale.

Perché non è una bufala

Molti lettori del Servizio Antibufala sospettavano che si trattasse di uno scherzo o di una bufala, oppure di una forma di pubblicità per la rivista. La petizione era invece autentica. Infatti alcuni mesi dopo, ad aprile 2003, è entrato in vigore un decreto legislativo che sostanzialmente rispecchiava il contenuto della petizione.

Viene da chiedersi cosa c'entri la SIAE con i nostri backup, ma lasciamo stare: è un quesito da affrontare in altra sede. Qui mi limito a riepilogare le tappe dell'indagine antibufala; le altre considerazioni le lascio a voi.

L'indagine

Inizialmente esprimo un certo scetticismo. Da un lato mi sembra strano che una rivista si prenda la briga di inventarsi un testo di decreto, usando fra l'altro i riferimenti giusti alle direttive europee, ma dall'altro non riesco a credere che qualcuno proponga un decreto così demenziale.

Inoltre, complice forse la pausa lavorativa di agosto, in Rete non c'è alcuna altra traccia di questo schema di decreto, e questa strana circostanza rende sospetto l'appello ai miei occhi di detective antibufala, che ne hanno viste un po' di tutti i colori.

Così lancio l'indagine, classificando nel frattempo l'appello come "sotto indagine" e probabilmente autentico.

La richiesta al Ministero dei Beni Culturali e ad AF Digitale

Stando all'intestazione dello schema di decreto pubblicato da AF Digitale, la futura legge risulta redatta dal "Segretariato Generale - Servizio XI - Diritto d'Autore e Vigilanza sulla SIAE". Una ricerca in Rete mi rivela che questo "Servizio XI" eccetera appartiene appunto all'organigramma del Ministero dei Beni Culturali ed ha come direttore Elio Vito Silvestro (e-mail evsilvestro@beniculturali.it, tel. 06-77701.203.208, fax 06-77701.244).

Il 9/8/2002 contatto via e-mail la rivista AF Digitale e il Ministero dei Beni Culturali, con la preghiera di avere chiarimenti. Ma da nessuno dei due mi arriva risposta (e dal Ministero non arriverà mai).

Così il 20 agosto 2002 pubblico un articolo per ZeusNews che fa il punto della situazione, nella speranza che qualche lettore meglio informato di me possa gettare luce sul caso.

La conferma di AF Digitale

L'articolo ottiene immediatamente il risultato sperato: il giorno stesso della sua pubblicazione (20/8/2002) ricevo un e-mail da Gianfranco Giardina, che a nome della redazione di AF Digitale mi ribadisce che "ogni sospetto [che sia una bufala o uno scherzo è] del tutto destituito da ogni fondamento" e anzi mi chiede di aggiornare quanto ho scritto in una versione precedente di questo dossier antibufala e nell'articolo. Pubblico un nuovo articolo su Zeus News il 22/8/2002.

L'e-mail di Giardina (citato qui con il suo permesso) conferma che si tratta di

... uno schema di decreto legislativo che non va in discussione in Parlamento ma va direttamente in Consiglio dei Ministri dove può essere approvato in unica seduta e senza parere precedente né di opposizione né di chicchessia. Il Governo ha delega per il recepimento della norma in questione e ha presentato (solo per quieto vivere e non perché obbligato) alle associazioni di categoria il testo il giorno 10 luglio scorso, evitando però di coinvolgere una qualsiasi associazione di consumatori.

Giardina nota inoltre che

gli altri mezzi di stampa, presi in contropiede dalle vacanze estive (che noi evidentemente stiamo facendo un po' meno) e probabilmente più allineati agli interessi della SIAE, stanno tenendo tutto sotto silenzio. [...] avevamo già parlato della questione in tempi non sospetti, quando avevamo saputo dell'inizio della stesura del testo del decreto (ma non si conoscevano ancora le cifre). Per fortuna la carta stampata fa "storia" e quindi invito tutti a dare un'occhiata all'editoriale di AF Digitale del dicembre 2001.

L'editoriale di AF Digitale è reperibile online.

La conferma di Dirittodautore.it

Lo stesso giorno mi arriva anche un e-mail da Giovanni D'Ammassa, presidente di Dirittodautore.it, che mi conferma che le idee esposte da AF Digitale sono davvero oggetto di un decreto di imminente approvazione e mi fornisce questa spiegazione (che riassumo e integro qui con il permesso dell'interessato) dell'origine di questo schema di decreto.

Tutto inizia nel 2001, quando viene emanata una Direttiva della Comunità Europea sull'armonizzazione del diritto di autore nella società dell'informazione, il cui titolo esatto è "Direttiva 2001/29/CE sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione". Il suo testo è reperibile online in sunto e come testo integrale (PDF). Ne fornisce copia anche Interlex.it.

Questa direttiva deve essere recepita entro la fine del 2002, e così il governo italiano ha emanato la legge 1 marzo 2002, n. 39, intitolata "Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee. Legge comunitaria 2001", il cui articolo 30 riguarda l'attuazione della Direttiva 2001/29/CE. Il testo di questa legge è reperibile online. Ringrazio un lettore, root(), per averla trovata.

D'Ammassa riferisce che a questo punto

al Servizio per il Diritto d'Autore presso il Ministero dei Beni Culturali viene affidato il compito di scrivere il decreto legislativo per il recepimento, in collaborazione con il Ministero degli Esteri (si tratta pur sempre di un provvedimento "straniero"...).

Questo decreto legislativo è il testo citato da AF Digitale.

Non sono l'unico ad avere problemi nel trovare conferme del testo. Infatti D'Ammassa racconta che

in molti tentiamo di sapere cosa succede, e di procurarci una bozza del provvedimento: AF [Digitale] in qualche modo pare avercela fatta, non sapendo a quanti fa gola avere quel testo... tra l'altro noi l'abbiamo diffuso prima di ferragosto esclusivamente ai nostri associati...

Ecco spiegato perché non ne ho trovato traccia in Rete.

La sua valutazione del testo annunciato da AF Digitale è questa:

Non credo che il testo pubblicato da AF sia una bufala, perché è troppo complesso, è sicuramente stato scritto da chi si intende della materia, sappiamo per certo che il governo intende recepire la Direttiva nei tempi imposti dalla CE, per cui la bozza deve per forza essere pronta, se lo è (una bufala), è certamente ben fatta.

L'unico dubbio residuo espresso da D'Ammassa è sull'esattezza del testo riportato da AF Digitale, non certo per malafede, ma perché questi testi subiscono infinite modifiche prima di arrivare alla loro forma finale: "Può comunque darsi che questo non sia il testo definitivo." Anzi, l'appello di AF Digitale mira proprio a introdurre una ulteriore modifica al testo, che ridimensioni (o annulli) il tributo alla SIAE.

La conferma dell'ANDEC

La terza conferma è un eloquente articolo annidato nelle pagine del sito dell'Andec (Associazione Nazionale Distributori Elettronica Civile), che spiega i termini e i costi del decreto citato dalla petizione di AF Digitale. Questa pagina, risalente al 19 luglio 2002, non viene indicizzata dai motori di ricerca (Google, per esempio, proprio non la vede), per cui sfugge alla mia prima indagine ed emerge grazie all'e-mail mandatomi da AF Digitale.

Nell'articolo dell'Andec risalta il fatto poco conosciuto che già adesso si paga un tributo alla SIAE sui supporti vergini e anche sugli apparecchi di registrazione. Si tratta, però, di un tributo irrisorio: per esempio, su un CD vergine per dati, da 650 megabyte, si pagano circa 5 centesimi di euro (poco meno di cento lire). Ma secondo il decreto, questi cinque centesimi diventerebbero ottantaquattro (pari a milleseicento lire), facendo triplicare il prezzo di un CD vergine.

Un'altra cosa particolarmente interessante è il confronto con gli altri paesi comunitari, che in molti casi, pur essendo soggetti alla stessa direttiva non prevedono tributi a carico di enti paragonabili alla SIAE. In altre parole, gli importi previsti dal decreto preannunciato da AF Digitale sono decisi dal governo italiano, che non può quindi alzare le spalle e dire "ce lo impone l'Europa". Leggere e piangere.

Per dirla in termini più tecnici, come spiegatomi da AF Digitale, la direttiva europea parla solo del principio di "equo compenso", senza quantificarlo. Nel decreto italiano per la prima volta compare il valore in euro di questo "equo". Quindi il problema non è nella direttiva europea, che è già nota da tempo, ma nel suo stravagante recepimento italiano.

Quarta conferma: Repubblica

Sono in debito con un lettore (Alessandro.Cr******i) per aver scovato un articolo di Repubblica del 19 agosto, che a pagina 4, in fondo, dice proprio che

in questi giorni sta compiendo il proprio iter uno schema di decreto che recepisce la direttiva sul diritto d'autore e prevede un aumento sostanzioso dei diritti dovuti per le copie private, che pesano su questi supporti.

Che fare?

Nota: questa sezione è stata resa obsoleta dall'entrata in vigore del decreto. La mantengo solo come promemoria dell'evolversi della vicenda.

Il sito di AF Digitale offre la possibilità di aderire online alla petizione, trasmettendo un e-mail a scelta a una o più di varie autorità, fra cui il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Ministro dei Beni Culturali, il Ministro per l'Innovazione e le Nuove Tecnologie, e anche a Mi manda RaiTre e Striscia la notizia.

Devo notare però che esaminando l'HTML della petizione salta fuori che gli indirizzi di e-mail a cui viene mandata la petizione sono abbastanza generici e non diretti: ad esempio, se scegliete di mandare la petizione al Presidente del Consiglio Berlusconi, la inviate a webmaster@forza-italia.it, che non è certo la casella di posta personale del Cavaliere. Idem se scegliete di inviare la petizione al Ministro dei Beni Culturali (Giuliano Urbani): va all'indirizzo mturetta@beniculturali.g-net.it, che secondo l'organigramma del Ministero dei Beni Culturali è l'indirizzo di posta del Capo Segreteria e Segretario Particolare del Ministro, Mario Turetta. Gli indirizzi di Mi manda RaiTre e Striscia la notizia, perlomeno, portano ai diretti interessati. Questo indebolisce un po' l'efficacia della campagna.

C'è però una ragione per questo stato di cose: un e-mail di AF Digitale (citato con il consenso del mittente) spiega che

Per quello che riguarda la mail dell'on. Berlsuconi, purtroppo il Presidente del Consiglio non ha una e-mail pubblica, contrariamente a tutti gli altri. Possiamo usare solo e-mail rese pubbliche, altrimenti verremmo accusati di spam. Dopo aver riempito la casella staff@forza-italia.it e lettere@forza-italia.it, siamo passati a webmaster con preghiera di forwarding. Risultato: abbiamo riempito anche quella. Da ieri inviamo allo sportello al pubblico della presidenza del consiglio dei ministri, fino a che non si riempie anche quella.

A prescindere dal caso specifico, inoltre, l'efficacia di qualsiasi petizione effettuata tramite e-mail è tutta da vedere. E' un ragionamento che ho già fatto per altre petizioni di questo genere: mille e-mail si cancellano e si ignorano facilmente, mille lettere affrancate con firma del mittente no. Fa molto più effetto un sacco pieno di lettere di cittadini piuttosto che un file da un megabyte. Per non parlare del fatto che solitamente una casella di e-mail ha una capienza limitata, per cui dopo i primi mille-duemila messaggi (e anche meno) si intasa e tutti i messaggi di petizione successivi tornano indietro al mittente respinti (come testimoniato proprio da AF Digitale). Con la posta ordinaria questo non succede.

Può darsi però che segnalare il caso via e-mail alle trasmissioni televisive funzioni, visto che Mi Manda RaiTre e Striscia la notizia sono più attente agli scoop e alle opinioni dei cittadini di quanto lo siano i burocrati.

Quindi se volete aderire a questa iniziativa, il mio consiglio è sicuramente sottoscrivere la petizione online, ma se possibile scrivere anche una lettera (o più di una).

Nel frattempo, consiglierei inoltre di fare incetta di supporti vergini!

24/12/2002: Il Sole 24 Ore segnala l'approvazione del decreto

Un lettore (sergino75) mi segnala che Il Sole 24 Ore del 24 dicembre 2002, a pagina 13, riporta questa informazione:

Il decreto legislativo sul diritto d'autore dispone l'aumento da 0,01 a 0,23 euro della quota sui CD vergini che deve essere versata dai produttori dei supporti delle case discografiche a compenso dei minori ricavi che sono provocati per le imprese dalle copie pirata.

19/4/2003: approvato il decreto

AF Digitale annuncia l'approvazione del contestato decreto, con la seguente e-mail:

Caro amico/a,
questa mail ti viene inviata in seguito alla tua sottoscrizione della petizione anti super-tributo SIAE sui supporti vergini. Si tratta dell'ultima mail informativa che ti tiene al corrente dei risultati della petizione; non ti saranno inviate altre e-mail a questo indirizzo.

Ti scriviamo per informati, qualora non lo sapessi già, che, malgrado la tua firma e quella di tanti altri appassionati, il decreto legislativo sul diritto d'autore è stato definitivamente approvato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Entrerà in vigore come legge dello Stato il prossimo 29 aprile 2003.

Ci piacerebbe avere un tuo parere nell'area TAZEBAO del nostro sito, all'indirizzo

http://www.afdigitale.it/nntp/Ndtazebao.nsf/tazebao?openframeset

Per tua informazione ti comunichiamo i sovrapprezzi che verranno applicati da tale data ai supporti vergini, che sono stati così determinati:

a) supporti audio analogici, 0,23 euro per ogni ora di registrazione;
b) supporti audio digitali dedicati, quali minidisc, CD-R audio e CD-RW audio: 0,29 euro per ora di registrazione. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore
c) supporti digitali non dedicati, idonei alla registrazione di fonogrammi, quali CD-R dati e CD-RW dati: 0,23 euro per 650 megabyte.
d) Memorie digitali dedicate audio, fisse e trasferibili, quali flash memory e cartucce per lettori MP3 e analoghi: 0,36 euro per 64 megabyte
e) Supporti video analogici: 0,29 euro per ciascuna ora di registrazione;
f) Supporti video digitali dedicati, quali DVHS, DVD-R video e DVD-RW video: 0,29 euro per ora, pari a 0,87 euro per un supporto con capacità di
registrazione di 180 minuti. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore;
g) Supporti digitali idonei alla registrazione di fonogrammi e videogrammi, quali DVD Ram, DVD-R e DVD-RW: 0,87 euro per 4,7 GB. Il compenso è aumentato proporzionalmente per i supporti di durata superiore;
h) Apparecchi esclusivamente destinati alla registrazione analogica o digitale audio o video: 3 per cento dei relativi prezzi di listino al rivenditore.

Questi compensi sono applicati alla fonte, vanno ad accrescere il valore del prodotto e quindi, per l'utente, sono quindi da intendersi al netto di IVA. Vanno quindi, ai fini dei maggiori costi per l'utente, maggiorati di un ulteriore 20%.

Ti ringraziamo ancora per aver partecipato alla nostra battaglia.
Continua a seguirci su www.afdigitale.it e in edicola con AF Digitale e Guida DVD.

Grazie e ciao

Gianfranco Giardina
Redazione di AF Digitale

Come segnalato da un lettore (g.far**a), la legge è stata pubblicata sul supplemento 61 della GU n. 87 del 14/4/03, si tratta del decreto legislativo n. 68 del 9/4/03, "Attuazione della direttiva 2001/29/CE sull'armonizzazione di taluni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 87 del 14-4-2003, Suppl. Ordinario n.61. Presso il sito di AF Digitale trovate i punti salienti del decreto.

Il testo del decreto legislativo citato dal lettore è disponibile online come pagina HTML e anche, come segnala un altro lettore (zaffa), in formato PDF sul sito della SIAE. AF Digitale segnala anche un altro indirizzo, e c'è anche una versione solo testo.

Conclusioni

Non posso fare a meno di commentare sulla palese ingiustizia di questo decreto. Perché mai io, utente onesto che usa i CD soltanto per masterizzare i backup dei propri dati e per fare una copia dei propri CD audio da tenere in auto (in modo da non perdere gli originali in caso di danneggiamento o furto), devo pagare una tassa antipirateria? E' come se si facessero pagare le multe per eccesso di velocità spalmandole su tutti gli automobilisti e includendole nel bollo. Va a farsi benedire la presunzione di innocenza che, mi pareva, dovrebbe essere alla base del vivere civile.