La TV digitale terrestre è una "grande truffa"!

Indagine iniziale: 1 marzo 2004. Ultimo aggiornamento: 7 marzo 2004.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Cosa dice l'appello

Si tratta di una segnalazione, circolante sotto forma di presentazione PowerPoint o documento Acrobat, secondo la quale la televisione digitale terrestre sarebbe una "grande truffa" perché non viene detto che si può ricevere un solo canale per volta. Le evidenziazioni sono mie.

Il ministro Gasparri presenta...

L'ultima truffa Italiana:
IL DIGITALE TERRESTRE

Ma che cos’è il Digitale Terrestre?
Detto in semplici termini, il digitale terrestre è una modalità con cui il governo cerca di risolvere la diatriba sorta sulla questione delle frequenze radiotelevisive...

…con il digitale terrestre non verrà più occupata una frequenza da ogni emittente ma tutti trasmetteranno sulla stessa. Esempio:
Se ora i 7 canali nazionali impegnano 7 frequenze differenti, con il digitale terrestre ne impegneranno solo una, liberando così lo spazio per altri canali (anche se questo non sembrerebbe essere il progetto).

Il segnale unico che arriverà così nelle nostre case verrà decodificato da un apposito Decoder che, in base al canale da noi prescelto, decodificherà solo la parte della frequenza che ci interessa, il tutto SENZA MODIFICARE L’IMPIANTO ESISTENTE.

Il Decoder sarà pure interattivo: ciò significa che si potrà sfruttare questa tecnologia per il televoto (sarà sicuro?) e per giocare da casa a quiz e giochini televisivi, semplicemente collegando il decoder ad una presa telefonica…

per far questo lo stato da un contributo di 135€, ossia rimborsa l’intero importo del decoder…

Ma allora? Dove sta il problema?

Fino a qua problemi non ce ne sono, ma iniziano a sorgere se andiamo un po’ più in là di quanto ci hanno detto:

Da una piccola ricerca in internet, chiunque di voi potrà scoprire che esistono 3 tipi di Decoder:
- il primo si aggira intorno ai 135€ (quelli del contributo, ricordate?): permette solo di decodificare il segnale e non offre servizi interattivi;
- il secondo si aggira intorno ai 250€ e sembrerebbe essere completo di tutti i servizi;
- il top della gamma, infine, si raggiunge con 400€

Una volta fatto l’acquisto si arriva a casa, si collega il tutto e si scopre che qualcosa non funziona. Si scopre così che bisogna chiamare il tecnico per modificare l’impianto…

Una volta fatto tutto, vi godete in tutta tranquillità dal salotto di casa vostra gli stessi canali che vedevate anche prima…

… ma durante la partita di calcio sorgerà un altro problema: vostra moglie vorrà andare in camera da letto a guardarsi la sua soap preferita, e scoprirà amaramente che non potrà farlo perché il decoder decodifica una frequenza alla volta e tutti gli abitanti della casa saranno costretti a vedere ciò che viene decodificato in quel momento: la partita!

L’unica soluzione sarà quella di acquistare un decoder per ogni televisore di cui disporrete, ed il tutto…

Per vedere le stesse cose che vedevo anche prima!!!

Grazie Gasparri!

Il tutto per far risparmiare soldi alle emittenti!

ORA STA A VOI COSA FARE!

Perché non è una bufala (o quasi)

Il concetto fondamentale dell'appello, ossia che un decoder per la televisione digitale terrestre consente di ricevere un solo canale per volta, è esatto. Tuttavia l'appello contiene numerose altre inesattezze e ha alcune omissioni importanti.

Truffa?

Non è corretto chiamare "truffa" il modo di funzionare del decoder; non è stato forse chiarito a sufficienza dalla relativa campagna informativa, ma se il funzionamento del decoder per il digitale terrestre è una "truffa", lo è anche quello di qualsiasi ricevitore satellitare. Anche i ricevitori satellitari, infatti, consentono di ricevere un solo canale per volta. L'unica eccezione è data dagli impianti satellitari condominiali, che però in genere consentono la visione simultanea di un numero limitato di canali e sono molto più costosi e complessi dei ricevitori individuali (sono in pratica tanti decoder messi insieme, uno per ogni canale da ricevere, il cui segnale viene distribuito a tutti gli inquilini).

Va tenuto presente che, come è già avvenuto in altri paesi europei (per esempio in Inghilterra), il decoder per la televisione digitale terrestre è una soluzione-ponte per agevolare la transizione dal sistema attuale a quello digitale: è un accrocchio per adattare i televisori attuali, che sono analogici, alle trasmissioni digitali. E' quindi comprensibile che, come qualsiasi adattatore, abbia delle limitazioni d'uso, come per esempio la possibilità di sintonizzare un solo canale per volta.

Questa limitazione sparirà quando verranno commercializzati i televisori con ricevitore digitale incorporato (già qualche modello di fascia alta è dotato o dotabile dell'apposito gruppo di sintonia): a quel punto, ogni televisore digitale di casa potrà sintonizzarsi su un canale digitale terrestre differente, esattamente come avviene adesso per le teletrasmissioni attuali.

In altre parole, se ritenete che la televisione digitale terrestre sia una complicazione inutile, basta non comperare il decoder e continuare con l'attuale televisore, attendendo l'uscita dei televisori già predisposti per il digitale terrestre a prezzi decenti. Secondo i piani del Ministero delle Comunicazioni, le trasmissioni televisive non digitali continueranno comunque ancora fino al 2006 (http://www.decoder.comunicazioni.it/faqdtt.shtml).

Un decoder per ogni televisore?

In realtà non è strettamente vero che ci vuole un decoder per ogni televisore: più correttamente, ci vuole un decoder per ogni apparecchio che volete sintonizzare indipendentemente sui canali digitali. Per esempio, se avete un televisore e un videoregistratore analogici (quelli attuali, per intenderci), potete usarli separatamente con i canali digitali soltanto se avete due decoder: uno per il televisore e uno per il videoregistratore. Se installate un solo decoder, non potrete guardare un canale digitale e registrarne un altro.

Per contro, se volete vedere lo stesso canale digitale su due o più televisori oppure volete registrare il canale digitale che state guardando, potete condividere un solo decoder fra più apparecchi: è sufficiente collegarlo in modo che il suo segnale sia ricevuto da tutti i televisori e videoregistratori, tramite gli appositi cavi o mini-ripetitori reperibili nei negozi.

Nessuna modifica all'impianto?

L'appello afferma che ricevere la televisione digitale terrestre comporta modifiche all'impianto d'antenna esistente. Purtroppo questo è quasi sempre vero: molti impianti, specialmente quelli meno recenti o non eseguiti a regola d'arte, che hanno comunque una resa più che accettabile con l'attuale sistema analogico, potrebbero non funzionare affatto con i segnali digitali. Secondo un articolo della rivista Focus di febbraio 2004, "non più del 10% di tutte le antenne d'Italia" sarebbe adatto al digitale senza modifiche.

La caratteristica delle trasmissioni digitali è infatti che sono "tutto o niente": o il segnale è sufficiente, e quindi si riceve l'immagine, oppure è insufficiente, e allora l'immagine non c'è affatto. Non c'è quel graduale deterioramento della qualità che invece si ha nelle attuali trasmissioni analogiche. E' lo stesso motivo per cui i vecchi cellulari ETACS (analogici) frusciavano e avevano disturbi ma la voce si sentiva quasi sempre lo stesso, mentre gli attuali GSM (digitali) hanno conversazioni caratterizzate da veri e propri "buchi" in cui manca del tutto la comunicazione.

Per una dimostrazione pratica, provate a consultare il Televideo, che è una forma primitiva di trasmissione digitale: se ricevete qualche lettera sbagliata, è sintomo che il vostro impianto d'antenna ha probabilmente bisogno di una profonda revisione prima di essere pronto per il segnale della televisione digitale terrestre, in cui quella lettera sbagliata diventerebbe una porzione d'immagine o di audio mancante.

Contributi, diamo i numeri

L'appello dichiara inoltre che lo Stato fornisce un "contributo di 135 euro", ossia "rimborsa l’intero importo del decoder". Questo non è esatto, e per più di una ragione:

Gli stessi canali?

L'appello è inesatto quando afferma che il decoder consente di vedere semplicemente "gli stessi canali che vedevate anche prima". Infatti per chi si attrezza di decoder sono già disponibili undici nuovi canali, come indicato presso http://www.dgtvi.net/canali_servizi.html: Rai Doc, Rai Utile, Rai Notizie 24, Rai Sport, Rai Edu, BBC World, Sole 24 Ore TV, Class New, VJ TV, Coming Soon e La Chaine Info.

Informazioni sui segnali offerti e sulla copertura del territorio sono disponibili presso http://www.dgtvi.net/copertura.html.

E l'interattività?

L'appello afferma inoltre che "Il Decoder sarà pure interattivo", ma come chiarito più avanti dall'appello stesso, non tutti i decoder sono interattivi.

I decoder più economici si limitano a ricevere il segnale televisivo digitale; i decoder "intermedi" ricevono il segnale digitale e sono anche in grado di scaricare software trasmesso dalle emittenti; soltanto alcuni decoder, i più cari sono interattivi, ossia dialogano con l'emittente, e lo fanno tramite una connessione telefonica (fissa, cellulare o ADSL).

Secondo il già citato articolo di Focus, i decoder interattivi costano circa 480 euro, ai quali si aggiunge il costo della telefonata (non ancora quantificato) che consente l'interazione.

Considerazioni "politiche"

Evito volutamente di impegolarmi negli aspetti politici della questione, che scaturiscono dalla teoria secondo la quale la migrazione al digitale sarebbe motivata dal desiderio di "salvare" Retequattro. Vale la pena di segnalare in proposito che l'adozione delle trasmissioni digitali sta avvenendo anche in altri paesi, come la già citata Inghilterra, in cui Retequattro non c'è. Fra parentesi, l'esperienza inglese con i decoder è stata molto deludente, con un limitato interesse dei consumatori (http://news.bbc.co.uk/1/hi/business/1680953.stm).

La trasmissione digitale, una volta risolti i problemi di dentizione tipici di ogni nuova tecnologia, ha indubbi benefici: consente la coesistenza nell'etere di un numero molto maggiore di canali e riduce i costi degli impianti di trasmissione. Questo, almeno in teoria, consente di fare televisione anche a chi ha risorse economiche meno imponenti delle grandi reti.

Per contro, la digitalizzazione pone alcuni problemi. Il segnale televisivo digitale può essere codificato in modo da non essere registrabile, come avviene con il broadcast flag statunitense che sarà attivato a partire dal 2006, rendendo impossibile per esempio registrarsi un film per vederlo in un secondo momento o conservare una registrazione di qualche evento storico teletrasmesso; il permesso di registrazione è controllabile a piacimento dall'emittente.

Inoltre i decoder interattivi possono comunicare con estremo dettaglio ai loro gestori le nostre abitudini di ascolto, con evidenti problemi per la privacy. Incidenti di questo genere sono già avvenuti negli USA, per esempio con gli apparecchi TiVo (videoregistratori digitali), che in occasione dello "strappo" che coinvolse Janet Jackson durante il Superbowl del 2004 rivelarono esattamente quanti suoi utenti avevano guardato e riguardato la scena in cui la cantante perse metà reggiseno (non è chiaro se per sbaglio o intenzionalmente). E da "quanti" a "quali" il passo è breve.

Infine c'è sempre il rischio che qualcuno riprogrammi questi decoder interattivi per comporre un numero a pagamento o il 113: è già accaduto, sempre negli USA, con gli apparecchi WebTV (successivamente diventata MSN TV), come descritto presso Securityfocus (http://www.securityfocus.com/news/8136).

Datazione

Le prime segnalazioni di questo appello sono arrivate al Servizio Antibufala intorno a fine febbraio 2004.

Per saperne di più...

... potete frequentare il newsgroup it-alt.media.tv.digitale-terrestre. Inoltre presso http://www.fub.it/dvb/dvbt/index.html trovate moltissima documentazione e gli estremi delle leggi che riguardano l'introduzione e l'incentivazione della televisione digitale terrestre.

Ringraziamenti

Grazie ai tantissimi che mi hanno scritto in risposta alla mia richiesta di verifiche: siete troppi perché vi possa citare uno per uno. Un cenno particolare va naturalmente ai tanti antennisti ed esperti di settore che mi hanno fornito una messe di informazioni tecniche sull'argomento.

Commenti o segnalazioni?

Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a queste indagini antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!