Dario Fo e Franca Rame voglio creare un canale televisivo, volete contribuire?
Indagine iniziale: 22 marzo 2003. Ultimo aggiornamento: 26 marzo 2003.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
Il testo dell'appello
Signore e signori, buona sera.
Siamo qui per annunciarvi che giovedi' 27 marzo 2003, alle ore 21
saremo in onda con una trasmissione comica su almeno 20 televisioni
locali e via satellite. Cioe' dovremmo riuscire a raggiungere tutta
Italia con due ore di spettacolo. Si parlera' della guerra in Iraq,
della situazione in Italia e di alcuni avvenimenti che le televisioni
ufficiali tacciono. Diciamo subito che non siamo in grado di produrre
una televisione stabile.
Si tratta solo di un esperimento per dimostrare che e' possibile farlo.
E in ogni caso ci sembrava doveroso cercare di raggiungere, almeno una
volta, un grande pubblico con un discorso non omologato. Siamo
sull'orlo di una tragedia di portata immensa e non ci sentiamo di
lasciare nulla di intentato.
La situazione anomala della tv in Italia ha reso possibile qualche cosa
di incredibile: ci sono 6 televisioni in mano a un uomo solo e
centinaia di tv locali strangolate da un monopolio pubblicitario quasi
assoluto.
E un altro uomo (Murdock) che controlla Stream e Tele+. Ma le nuove
tecnologie hanno reso molto piu' economico fare e trasmettere tv.
Oggi pensare a una televisione indipendente non e' una follia. Questa
nostra televisione e' per ora in grado di esistere per una notte sola
come Cenerentola. E' un atto dovuto, per la situazione drammatica che
il pianeta sta attraversando. Vogliamo far conoscere al pubblico
televisivo le grandi menzogne che le televisioni nazionali stanno
spacciando.
Ma lo scopo di questa trasmissione sara' anche un altro, vogliamo
vedere quante persone, in Italia e in tutta Europa via satellite,
riusciremo a raggiungere. Crediamo che oggi ci siano parecchi milioni
di persone che sono stanche di questo regime del Pensiero Unico. E
crediamo che ci siano tutte le premesse per creare una vera televisione
libera e stabile.
Abbiamo fatto due conti, sarebbero sufficienti 500 mila euro (un
miliardo di lire) per garantire una tv tutti i giorni via satellite e
via internet, con un telegiornale quotidiano e l'accesso a tutti quelli
che in Italia e all'estero avranno materiali autoprodotti da proporre.
Parliamo di televisione povera, molto povera, una telecamera, una
persona che racconta e basta: una televisione il cui valore sta in
quello che dice e per il linguaggio che sa usare.
Una televisione dove il pubblico vota e puo' determinare veramente i
palinsesti esprimendo il proprio giudizio. Potenzialmente si potrebbero
raggiungere almeno 5 milioni di case ed episodicamente si potrebbero
organizzare grandi eventi e ottenere un passaggio sulla rete delle tv
locali. Una televisione che si muove fuori dai circuiti normali a costo
di fare l'autostop.
E pensiamo che una televisione che possa offrire un accesso al grande
pubblico e creare uno straordinario movimento di filmaker, con gruppi
che ovunque iniziano ad autoprodurre materiali visivi. Perche' la tv
monopolista non e' negativa solo per i suoi contenuti ma anche perche'
non e' in grado di stimolare nuovi talenti, e' chiusa in un sistema di
caste che non lasciano spazio a proposte originali e nuove.
Una televisione che sia veramente aperta potrebbe scatenare il desiderio di inventare programmi oltre che guardarli.
E forse ne potrebbero uscire molte opere piu' interessanti e divertenti del Grande Fratello.
C'e' quindi da chiedersi se ci siano i mezzi per finanziare una tale televisione.
Potenzialmente si'.
Pensiamo che un movimento che e' capace di portare in piazza milioni di
persone dovrebbe essere in grado di raccogliere 500 mila euro. E
pensiamo anche che ci siano imprenditori in Italia che avrebbero tutto
l'interesse a comprare 500 mila euro di pubblicita' su una televisione
che parli al movimento.
Da anni lavoriamo al discorso della consociazione degli acquisti
(risparmiare denaro e, contemporaneamente, ottenere servizi migliori e
finanziare attivita' etiche).
Basterebbe che 50 mila persone facessero il contratto di telefonia
etica (www.commercioetico.it/telefonia/index.htm) per mettere insieme
questi 500 mila euro (risparmi il 20% sulle tariffe di Tele2 e
contemporaneamente il tuo contratto frutta mediamente 20 euro all'anno
che il fornitore di telefonia versa come provvigione).
Oppure basterebbero 25 mila persone che stipulassero sia il contratto
di telefonia etica che quello con l'assicurazione etica. Oppure....
Le possibilita' sarebbero decine, centinaia... Crediamo che quando il
movimento sceglie la via della creativita' possa inventare soluzioni
straordinarie...
Ma intanto quello che bisogna riuscire a fare e': informare che ci sara' questa trasmissione.
Non e' la prima volta che il movimento riesce ad avere accesso alla tv.
Lo hanno fatto Emergency, MicroMega, MegaChip, le dirette sulle
manifestazioni e sul Social Forum di Firenze. La trasmissione via
satellite e tramite le televisioni locali e' un percorso gia'
sperimentato.
Ma e' la prima volta che si prova a trasmettere una serata incentrata su un tema tragico svolto con serenita' e sarcasmo.
Il problema centrale a questo punto e': riusciremo a far sapere che siamo in onda?
Vuoi dare una possibilita' alla nascita di una tv indipendente? Aiutaci
a far sapere che giovedi' 27, alle ore 21 saremo in onda. Per una sera
soltanto e forse mai piu'.
(Nei prossimi giorni comunicheremo la lista esatta delle frequenze sulle quali sara' visibile questa trasmissione.)
Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo
Fonte: www.francarame.it
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Perché non è una bufala
Semplice: l'appello è pubblicato sul sito di Franca Rame (http://www.francarame.it), per l'esattezza nell'archivio del sito, situato presso http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1712. Fine dell'indagine!
Telefonica "etica", che roba è?
Alcuni lettori mi hanno chiesto di chiarire cosa c'entra la "telefonia etica", temendo che l'appello sia un modo per pubblicizzare la società che offre il servizio telefonico. Ecco cosa ho trovato a proposito della parte "telefonia": la "TLC Consult" citata nella pagina Web che spiega il servizio (http://www.commercioetico.it/telefonia/index.htm) non è la società erogatrice finale. Scaricando infatti il contratto risulta il nome della Clicktel S.p.A. (http://www.clicktel.it),
società con sede a Milano (gli estremi esatti sono disponibili sul sito
della società medesima), che offre servizi di telefonia, al pari di
varie altre società del settore.
Le tariffe praticate da Clicktel sono più basse se si sottoscrive il servizio tramite l'iniziativa Fo-Rame. Il listino Fo-Rame (http://www.commercioetico.it/telefonia/Listino.pdf) infatti indica prezzi inferiori al listino residenziale di Clicktel valido dall'8 gennaio 2003 (http://www.clicktel.it/it/prezzi/dbfiles/912003105355.282742912.pdf).
Può lasciare perplessi l'uso del termine "etico" da parte della famiglia Fo, dato che a prima vista non è chiaro il senso in cui aderire al contratto di
Clicktel sia da considerare "telefonia etica": solitamente questo
termine viene usato per indicare una società che opera secondo
specifiche linee-guida morali (per esempio, una banca etica non concede
prestiti a società che producono armi, e così via). Ma Clicktel
non fa cenno all'esistenza di linee-guida di questo genere nel suo
sito, né viene spiegato se e come l'adesione al servizio di Clicktel
contribuisce all'iniziativa di Dario Fo e Franca Rame.
Il termine "etico" sembra
essere quindi una definizione scelta dalla famiglia Fo, non da Clicktel.
Il 22/3/2003 ho pertanto mandato un e-mail all'helpdesk di Clicktel e a
quello di Alcatraz.it (che gestisce l'iniziativa), chiedendo
chiarimenti.
Il 24/3/2003 ho ricevuto risposta da Gabriella, di
Alcatraz/Commercioetico.it, che conferma la validità dell'appello. Cito
qui con il suo permesso: "Il 27,
come sai, andrà un onda, in una serie di televisioni private uno
spettacolo della famiglia Fo sulla guerra e la situazione del paese...
Tutto questo ha un costo non irrilevante tanto che siamo stati
costretti in maggio dell'anno
scorso ad aprire una sottoscrizione per sostenere news letter e siti
che ha dato discreti risultati che però non bastano a pagare personale
(solo un redattore), banda e gestione dei siti. Allora abbiamo pensato
che potevamo fare in un altro modo: cercare dei servizi da offrire ai
nostri lettori e sostenitori che permettessero di far risparmiare soldi
e contemporaneamente ci finanziassero le nostre iniziative, cioè
cercare tecnologie come i riduttori di flusso per il risparmio idrico,
i filtri per declorare l'acqua, la controinformazione, la nascita di
una televisione libera e indipendente.... e tutto quello che ti puoi
immaginare."
Gabriella spiega il ruolo delle due società citate nell'appello: "Per
maggiore chiarezza ti dirò che abbiamo una convenzione con Cliktel che
offre un ottimo servizio, in più Tlc Consult, un'azienda milanese, si
occupa del controllo su Clicktel e poi c'è Alcatraz che veglia su
entrambe...".
Dunque l'operazione di "telefonia etica" è "etica"
nel senso che sottoscrivendo un abbonamento al servizio telefonico di
Clicktel tramite il modulo di adesione presente sul sito Fo-Rame, parte della bolletta che pagate viene girata alle iniziative della famiglia Fo: "Abbiamo una provvigione sul complessivo traffico telefonico che serve a finanaziare
le nostre iniziative come hai ben detto. Tutto quanto detto è
pubblicato anche nei nostri siti (www.alcatraz.it,
www.commercioetico.it/telefonia) per maggiore trasparenza."
E con questo l'indagine è finita sul serio.
O quasi. Mi resta un'ultima pignoleria: l'uomo "che controlla Stream e Tele+" citato nell'appello non si chiama Murdock, ma Murdoch, per l'esattezza Rupert Murdoch. Murdock, con la K, era un personaggio del telefilm A-Team, interpretato da Dwight Schultz (http://members.aol.com/immurdoc/a-team/schultz/photos.htm).
Datazione
Secondo una segnalazione di un lettore, dal curioso nom de plume
di "ponteidrogeno", l'invito di Alcatraz.it a sottoscrivere il contratto
di "telefonica etica" è presente presso il sito Alcatraz.it almeno da metà dicembre 2002.