Indagine iniziale: 15 febbraio 2002. Ultimo aggiornamento: 18 febbraio 2002.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
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Intorno al 15 febbraio 2002, la Rete è stata inondata di un curioso messaggio che non è una vera e propria catena di sant'Antonio, perché non chiede di essere ritrasmessa, ma è comunque una bufala.
Ne esistono almeno due versioni, il cui testo è grosso modo questo:
From: Pasquale <pasqualepas@supereva.it> Ciao amico, (superscript: 1 )O Eterno, ascolta la mia preghiera, porgi
l'orecchio alle Grazie, Scusami se hai ricevuto questo messaggio senza averlo
chiesto. |
E' un falso appello alla vostra pietà: "Pasquale" e' in realtà uno spammer (un professionista della pubblicità indesiderata via Internet) che sta collaudando il proprio software. Vuole sapere fin dove arriva il suo messaggio.
Naturalmente l'indirizzo pasqualepas@supereva.it è fasullo.
C'è un'ottima analisi del fenomeno su Punto Informatico (http://punto-informatico.com/p.asp?i=39101) che riassumo qui: il vero mittente è un cliente ADSL di Tin, trovato tramite l'analisi presente sul newsgroup it.news.net-abuse. La "preghiera" è stata mandata a un numero enorme di indirizzi di posta, raccolti su tutta la Rete con programmi automatici, allo scopo di saggiare quali indirizzi sono ancora attivi e quali no: una tecnica molto diffusa fra gli spammer per tenere aggiornato il proprio elenco di indirizzi a cui mandare in seguito messaggi pubblicitari.
Secondo i membri del newsgroup it.news.net-abuse, si tratta di una "verifica di indirizzi da parte di internich.net di Catanzaro, uno degli spammer più grossi in operazione su Interbusiness in questo momento... Lo spammer guarda attentamente le segnalazioni ricevute o archiviate e elimina gli indirizzi che hanno protestato. A quel punto ha un database meno "problematico" per far partire gli spam dei suoi clienti". Il newsgroup nota che "il tentativo di nascondersi dietro il sentimento religioso" è una tecnica "del tutto standard, già vista molte volte. Alle volte il messaggio di prova è camuffato da errore, ossia fa finta di essere una mail diretta ad un altro."
Di casi come questi ce ne sono in continuazione: gli spammer hanno bisogno di indirizzi a cui spedire i loro assurdi messaggi pubblicitari e non si fermano di fronte a nulla pur di procurarseli. Di conseguenza, se vedete appelli di questo genere, date per scontato fino a prova contraria che si tratta di una bufala.