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Indagine iniziale: 13/1/2005. Ultimo aggiornamento: 17/1/2005.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
A widely circulated e-mail appeal is reporting the case of a young child who
is said to be in a hospital in Phuket, Thailand, having lost his
parents in the devastating tsunami of December 26, 2005. One or more photographs
of the child (shown below) are usually attached to the appeal.
The e-mail appeal provides the telephone number and email/Website
address of a hospital in Phuket, but mentions Khao Lak as the location
of the hospital or as the place where the child was found. This appeal was originally true but is now obsolete and should not be forwarded any longer.
The child has been identified as Hannes B. (surname omitted here for
privacy reasons) and has already returned to his home country (Sweden)
with his father. Regrettably, his mother is still listed as missing. Links with further information (mostly in English) are provided below. |
Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il testo è grosso modo questo (ho evidenziato i concetti salienti in grassetto):
Versione italiana
|
All'appello è allegata solitamente la foto mostrata qui sotto, con il nome di file cimg1007.jpg, che
ho mascherato per ragioni di privacy, dato che ritrae un minore.
Talvolta l'appello è accompagnato anche da una versione
ingrandita della medesima foto, solitamente con il nome di file cimg1008.img:
Altre versioni riportano questa foto, con il nome di file img0015.jpg:
Le prime segnalazioni di questo caso sono giunte al Servizio Antibufala ai primi di gennaio 2005.
Il bambino era effettivamente
ricoverato all'ospedale di Phuket dopo lo tsunami, ma è stato
identificato e ricongiunto con il padre il 29/12/2004.
Pertanto è ora inutile diffondere ulteriormente questo appello.
La foto del bambino è presente nel sito dell'Ospedale Internazionale di Phuket (http://www.phuket-inter-hospital.co.th/siriroj.html). Secondo il sito, "la famiglia di questo bambino è già stata ritrovata".
Il numero telefonico e l'indirizzo Web dell'ospedale indicati
nell'appello sono esatti (anche se talvolta privi del prefisso
telefonico internazionale 0066).
Secondo quanto riportato da CNN (http://edition.cnn.com/2004/WORLD/asiapcf/12/29/tsunami.sweden.boy.ap/) il 29/12/2004, Il bambino si chiama Hannes B.
(il cognome è noto, ma l'ho omesso in base alle regole della
privacy italiane), ha 18 mesi, è svedese ed è stato
ricongiunto con il padre, Marko Karkkainen, il 29/12/2004. Anche il
padre era ricoverato (nel medesimo ospedale secondo alcune fonti, in un
altro ospedale secondo altre).
La diffusione della foto del bimbo via Internet ne ha consentito l'identificazione, da parte dello zio del bambino, il 28/12/2004, a due giorni dallo tsunami, secondo Snopes.com (http://www.snopes.com/inboxer/children/hannes.asp). L'identificazione non è avvenuta grazie alla circolazione della foto via e-mail,
ma grazie alla presenza dell'immagine nel sito dell'ospedale di Phuket,
ossia nel posto più logico dove cercare informazioni sui
dispersi ("Relatives saw the boy's picture on the hospital's website", http://www.cbc.ca/cp/world/050107/w010756.html).
Secondo ABC News (http://abcnews.go.com/International/wireStory?id=369673&CMP=OTC-RSSFeeds0312), il bambino è stato ritrovato, come dice l'appello, a Khao Lak.
Molti lettori hanno espresso curiosità riguardo la strana
forma delle ferite al viso riportate dal bambino. In realtà,
stando alle fonti giornalistiche che ho consultato, non si tratta di
ferite dovute allo tsunami: si tratta di punture di zanzara, che il
bambino si sarebbe grattato fino a farle sanguinare.
Secondo l'articolo di CNN, la madre, Suzanne B., risulta ancora
dispersa. Il sito d'informazione canadese CBC News (http://www.cbc.ca/cp/world/050107/w010756.html) la dà ancora
per dispersa al 7/1/2005 e afferma che padre e figlio sono ora a Goteborg, in Svezia.
Come ho detto per altre indagini analoghe, mi scuso se mi trovo ad associare un termine frivolo come "bufala" a una tragedia di proporzioni così grandi. Non vorrei che la freddezza dell'indagine desse l'impressione che il mio unico pensiero sia di fermare il piccolo fastidio di una catena di sant'Antonio. Non lo è, credetemi, ma è questo il mio mestiere.
Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!