Indagine iniziale: 28 ottobre 2004. Ultimo aggiornamento: 26 novembre 2004.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
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Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, circola un messaggio il cui contenuto è grosso modo il seguente (ho evidenziato i concetti salienti in grassetto):
I
gestori fanno tanta pubblicità al servizio di number portability
(la possibilità di passare da un gestore all'altro |
Le prime segnalazioni dell'appello al Servizio Antibufala risalgono al 7 ottobre 2004. La prima traccia di quest'appello nei newsgroup, secondo Google Groups, risale all'8 ottobre 2004.
Il concetto di base dell'appello è esatto: con
l'introduzione della possibilità di cambiare gestore senza
cambiare numero di telefonino, è scomparsa la tradizionale
corrispondenza fra prefisso e operatore ed è quindi diventato
più difficile sapere quanto si spende. Quando c'era
questa corrispondenza, infatti, bastava guardare il prefisso della
persona da chiamare per sapere (a patto di avere buona memoria) a quale
operatore apparteneva il cellulare di quella persona e capire se la
chiamata avrebbe beneficiato o meno della riduzione di costo prevista
molto spesso nel caso di telefonate fra utenti dello stesso operatore.
Ora non è più così.
Faccio un esempio. Immaginate che Aldo sia un utente Tim il cui
contratto prevede uno sconto per le chiamate fatte ad altri utenti Tim.
Ai tempi in cui i prefissi erano rigidamente assegnati agli operatori,
ad Aldo bastava guardare il prefisso del cellulare della sua spasimata
Brigitta per sapere quando gli sarebbe costato dirle quanto l'adora. Se
era per esempio 338, sapeva che Brigitta era una cliente Tim e che
quindi le parole d'amore gli sarebbero costate meno. Se era invece 347,
sapeva che Brigitta era una cliente Omnitel (ora Vodafone) e che quindi
sussurrarle frasi romantiche avrebbe comportato un salasso maggiore. Meglio dunque essere concisi e andare al sodo.
Ora che ad Aldo non basta più guardare il prefisso per sapere
se Brigitta ha il suo stesso operatore, il costo della chiamata diventa
meno trasparente. Anche se Aldo e Brigitta hanno lo stesso prefisso,
infatti, potrebbero essere clienti di operatori diversi (perché
hanno cambiato operatore mantenendo invariato il numero di telefonino,
secondo le regole della "number portability") e potrebbero quindi non beneficiare
degli sconti talvolta previsti per le chiamate fra utenti dello stesso operatore.
Questo drammatico problema si risolve in un modo molto più
semplice e universale di quanto afferma l'appello. Per sapere se un numero di cellulare ha il vostro stesso operatore telefonico (Tim, Wind, Vodafone,
3) o no, digitate il codice numerico 456 e poi componete il numero da verificare. Una voce darà informazioni sull'operatore
di appartenenza di quell'utente. Il servizio è gratuito e vale, con modalità accessorie diverse, per tutti gli operatori cellulari.
La situazione è riassunta con chiarezza da un articolo pubblicato da Prontoconsumatore.it (http://www.prontoconsumatore.it/detail.asp?IDN=2753), che specifica che oltre al numero universale 456 alcuni operatori
offrono spesso un altro numero e propongono opzioni personalizzate,
descritte nell'articolo.
Le informazioni sul servizio di trasparenza tariffaria offerto dai
singoli operatori sono attualmente disponibili nelle seguenti pagine
Web:
Dato che i siti degli operatori sono soggetti a frequentissimi
aggiornamenti, se questi link non funzionano, usate Google immettendo
le parole "trasparenza tariffaria" fra virgolette e/o "MNP" seguite da "site:" e dal nome del sito dell'operatore che vi interessa (per esempio "trasparenza tariffaria" site:www.tim.it).
In sintesi, l'appello è comunque fuorviante
perché fa sembrare le cose molto più complicate di quello
che sono. Secondo l'appello, ci sarebbero numeri diversi per i vari
operatori, ma in realtà c'è il numero unico 456; inoltre
l'appello insinua che il servizio non sia gratuito, ma in realtà
lo è.
A seguito di alcune segnalazioni di inesattezze nel testo originale
di quest'indagine, ho chiesto ai lettori di fare alcuni test componendo
il 456 per vedere esattamente cosa succede quando si interroga il
servizio di trasparenza per sapere se l'utente con il quale vogliamo
parlare ha o no il nostro stesso operatore.
Risulta che non tutti gli operatori si comportano allo stesso modo: alcuni
identificano l'operatore del numero chiamato, altri si limitano a dire
che si tratta di altro operatore; alcuni inoltrano la chiamata dopo il
messaggio informativo, altri no.
Ecco in sintesi i risultati di circa 300 test (a proposito, grazie per la collaborazione):
Se avete informazioni o correzioni da fornire a quest'indagine, scrivetemi: il mio indirizzo è topone@pobox.com.