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Indagine iniziale: 28 marzo 2003. Ultimo aggiornamento: 2 febbraio 2007.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito
In March 2003, a Powerpoint presentation in Italian describing the events leading to a "young pacifist, Rachel Corrie" was widely circulated on the Internet, claiming that she had been "murdered" by being crushed under an Israeli bulldozer during a peaceful protest. The presentation included photographs that claimed to prove that her death had not been an accident.
This story is not a hoax in one key aspect: the death of Rachel Corrie is a sad fact reported by most news agencies. Whether she was murdered or was the victim of an accident, however, is less certain. The photographs do not provide compelling proof of murder, as the Powerpoint presentation instead alleges. For example, there's a gap of at least one hour between the picture in which Rachel Corrie is seen standing in front of the bulldozer and the photograph in which she is shown on the ground. The description given by her friends at the scene (as quoted in English below) is open to interpretation, and mentions that she had "sat down" in the path of the bulldozer, possibly moving out of sight of the driver, and that "her head and upper torso were above the bulldozer's blade".
The aim of this analysis is not to determine whether Rachel Corrie was murdered or not, but more simply to determine whether the photographs included in the presentation allow the reader to decide whose version is accurate. My opinion, based on the facts that are not disputed by both sides, is that the photographs are too ambiguous to use as grounds for an accusation as serious as murder.
This is a tragic and classic demonstration of how photographs that are in themselves accurate and unretouched can nonetheless bias the viewer's perception of events by being arranged in a particular sequence or by not specifying their relative timing. The viewer's mind tends to "fill the gaps" between the photographs according to universal but unconscious mechanisms, and the process can be extremely misleading. It is very hard to dismiss the powerful emotional impact of a photograph.
Much more information on the circumstances of Rachel Corrie's death and the subsequent investigations can be found in the Wikipedia.
L'appello è costituito da una presentazione PowerPoint in italiano, che racconta che
"Pochi giorni fa a Gaza, ha perso la vita una giovane pacifista, Rachel Corrie di soli 23 anni." Si era recata in Israele dove "partecipava
ad azioni, per bloccare le ruspe israeliane, che cercavano di abbattere
le case dei kamikaze e dei loro parenti, nei territori palestinesi."
Secondo l'appello, che cito riassuntivamente, "Il
15 Marzo in un’azione a Rafah nella striscia di Gaza, Rachel era con i
suoi amici per cercare di opporsi alle demolizioni. 'Era seduta sulla
traiettoria del Bulldozer, il conducente l’ha vista, ha proseguito e le
è passato sopra' ha dichiarato Joseph Smith, militante pacifista
americano...'la ruspa le ha versato sopra la terra e poi si è messa a
schiacciarla' ha aggiunto Nicholas Dure, un’altro [sic] suo compagno."
La descrizione è accompagnata da alcune fotografie impressionanti che
documentano l'accaduto. "I
compagni hanno cercato in tutti i modi prima di fermare la ruspa,
e poi di prestare i soccorsi, ma non c’è stato niente da fare...Le
autorità israeliane hanno dato diverse versioni dell’accaduto tutte
smentite dalle documentazioni fotografiche e dai testimoni. La giovane
è stata uccisa a sangue freddo in modo barbaro, mentre si interponeva
in modo pacifico."
"Questa presentazione" prosegue
l'appello "vuole
essere una testimonianza per non dimenticare Rachel, una giovane
pacifista, che con il suo coraggio voleva fermare le ingiustizie che
ogni giorno si verificano in Palestina. In questi giorni e in questi
mesi si sta muovendo contro la guerra, il più grande movimento
pacifista che la storia abbia mai conosciuto, Rachel Corrie è
sicuramente un simbolo di questo movimento ed è stata uccisa dalla
logica assurda e brutale della guerra che tutti noi pacifisti cerchiamo
di fermare. Ti chiedo di far circolare questa presentazione per far
conoscere il caso di questa giovane ragazza, un po’ della sua storia e
del suo impegno."
L'appello è "firmato" nell'ultima schermata
da "Stefano Costa (Verdi Milano) - xawcos@tin.it".
La notizia della morte di Rachel Corrie è stata riportata da numerosissimi siti di informazione, come CNN, BBC e Rainews24.
Vi sono tuttavia varie versioni degli eventi, che lasciano il dubbio che il conducente della ruspa non si sia accorto della presenza della ragazza.
I compagni di Rachel ritengono che si tratti di un omicidio.
Tuttavia le foto presentate in sequenza nell'appello e presso vari siti
(compresa CNN) non confermano quest'accusa come
potrebbe sembrare inizialmente e come afferma l'appello.
Le immagini sono infatti ingannevoli: fra l'immagine in cui Rachel è
mostrata in piedi, con un megafono in mano e chiaramente visibile al
conducente, e la foto in cui la si vede riversa a terra, soccorsa dai
suoi compagni, è trascorsa almeno un'ora, come dichiarato dai suoi compagni. Pertanto le foto, da sole,
non costituiscono una documentazione affidabile degli eventi e non bastano a confermare
inequivocabilmente l'accusa gravissima di omicidio volontario.
Secondo le testimonianze dei suoi stessi compagni, in particolare quella di Joseph Smith su Electronicintifada.net, la prima foto è stata scattata fra le 14 e le 15 del 16 marzo (non 15 marzo come indicato nell'appello), ma il bulldozer ha travolto Rachel fra le 16:45 e le 17, quando "Rachel si è seduta lungo la traiettoria del bulldozer" e non aveva un megafono con il quale farsi sentire:
"16:45-17:00 One bulldozer, serial number 949623, began to work near the house of a physician who is a friend of ours, and in whose house Rachel and other activists often stayed. While we occupied the other structures directly west (the closest was less than 5 meters away and the furthest was less than 25 meters away), Rachel sat down in the pathway of the bulldozer."
Essersi seduta può averla portata fuori dal campo visivo del
conducente. Smith precisa che era seduta "almeno 15 metri più
avanti del bulldozer", per cui se la stima della distanza è esatta è
presumibile che il conducente potesse vederla, e secondo Smith a un
certo punto Rachel era addirittura sopra il mucchio di terra spinto dal
bulldozer e ben visibile ai due operatori del bulldozer:
"Still wearing her fluorescent jacket, she sat down at least 15 meters in front of the bulldozer, and began waving her arms and shouting, just as activists had successfully done dozens of times that day... The bulldozer continued driving forward headed straight for Rachel. When it got so close that it was moving the earth beneath her, she climbed onto the pile of rubble being pushed by the bulldozer. She got so high onto it that she was at eye-level with the cab of the bulldozer. Her head and upper torso were above the bulldozer's blade, and the bulldozer driver and co-operator could clearly see her."
Intenzionalmente o meno, Rachel è stata travolta dal bulldozer, che poi ha fatto retromarcia passandole sopra, ed è morta in ospedale poche ore più tardi. Questo è un fatto tragico su cui non vi sono dubbi.
Ma non è possibile basarsi soltanto sulle foto presentate per sapere con certezza come sono andate le cose. Le foto presentate non sono un'indicazione chiara di cosa è avvenuto esattamente, proprio perché fra un'immagine e l'altra c'è tutta questa sequenza di eventi non documentata. Di conseguenza, può essersi trattato di un tragico incidente in cui gli operatori della ruspa non hanno visto Rachel, oppure l'hanno vista troppo tardi e hanno commesso manovre sbagliate dettate dal panico, oppure di un omicidio volontario. Non è dalle foto che lo si può capire. Soltanto quegli operatori della ruspa lo sanno per certo. Pertanto, ogni giudizio basato esclusivamente su queste foto è altamente rischioso.
Secondo fonti israeliane, la morte di Rachel Corrie sarebbe stata un incidente. Un lettore (mauro_za**i) mi segnala che l'8 agosto 2003 Avvenire ha pubblicato una lettera inviata dall'Ufficio Stampa dell'Ambasciata d'Israele presso la Santa Sede, da cui cito qualche passaggio saliente:
"Durante un'operazione di bonifica di un'area in cui erano nascosti congegni esplosivi, che i terroristi erano intenzionati ad utilizzare contro soldati e civili israeliani, un gruppo di membri dell'Ism è entrato nella zona delle operazioni cercando di bloccarle. I soldati israeliani hanno tentato di allontanare i dimostranti e nello stesso tempo hanno spostato il luogo delle operazioni per evitare incidenti."
"I manifestanti sono riusciti a mantenersi sempre in vicinanza ai luoghi dei lavori. Si precisa che questi avvenimenti si sono svolti al confine tra Israele ed Egitto, in un'area sotto il controllo israeliano, come stabilito dall'accordo di pace firmato dai due Paesi. Verso le 17 Rachel Corrie si trovava nascosta da un mucchio di terra, formato dal lavoro delle ruspe, alla vista del conducente, che ignaro ha proseguito nello svolgimento della sua attività. La giovane è quindi stata accidentalmente investita da un oggetto contundente."
"È stato chiesto immediatamente il soccorso di un'unità medica dell'esercito che si trovava nelle vicinanze, ma quando sono arrivati gli aiuti i compagni della ragazza avevano già provveduto a trasportarla nei Territori Palestinesi. Per far luce sui fatti di quel giorno, è stata condotta un'accurata indagine dai vertici dell'esercito. Il risultato delle investigazioni è stato che Rachel Corrie non è stata investita da un veicolo, ma piuttosto è stata travolta da un oggetto molto pesante, probabilmente una lastra di cemento, caduto per un cedimento del terreno causato dai lavori. Siamo davanti, quindi, ad un incidente che non ha avuto nulla d'intenzionale."
Alla fine, insomma, ci si trova a dover scegliere a quale delle due versioni credere: le foto non confermano né smentiscono nessuna delle ricostruzioni degli eventi fatte dalle parti e quindi non sono utilizzabili per giudicare l'attendibilità di quanto viene affermato.
Il caso di Rachel Corrie e le relative indagini sono disponibili in dettaglio nella Wikipedia inglese e in sintesi molto incompleta nella Wikipedia italiana.
Tramite Mirella De Paris, della Radio della Svizzera Italiana, il 27/3/2003 ho ricevuto da Stefano Costa questa conferma del suo ruolo di autore, che contiene alcune correzioni e precisazioni:
"Io ho semplicemente ricostruito in una presentazione di power point l'accaduto, volevo non passasse quasi nel silenzio un episodio così grave, che mi aveva molto scosso, mentre le mie forze erano tutte rivolte ad organizzare iniziative contro la guerra in Irak. Ho letto di quanto accaduto su internet, il 16 forse su repubblica.it o il nuovo.it."
"Le fonti di questo lavoro sono state delle agenzie stampa su internet, le foto fatte dai compagni di Rachel erano pubblicate sul sito del Corriere ma le ho riviste in questi giorni in altri siti, se vuoi trovare materiale lo trovi attraverso qualsiasi motore di ricerca scrivendo il nome di Rachel Corrie."
Stefano, il cui indirizzo di e-mail riportato nella presentazione è esatto, riferisce di aver diffuso anche una versione corretta della presentazione PowerPoint:
"la data in cui è accaduto il triste episodio è il 16 marzo e non il 15, come da me descritto, avevo letto la prima agenzia il 16 e pensavo si riferisse
al giorno prima. Poi nell'ultima dia ho tolto il riferimento al mio partito i Verdi dove sono responsabile a Milano. Perchè l'episodio non vorrei fosse letto come una strumentalizzazione politica."
Ho ricevuto moltissimi messaggi di protesta per le prime versioni di questa indagine, che ho scritto forse in termini un po' rozzi e indelicati per un tema così fortemente sentito. Vorrei chiarire una cosa che forse ad alcuni è sfuggita: non sto sposando nessuna delle due versioni dei fatti. Tutto quello che voglio dire è che molti ritengono erroneamente che le foto dimostrino inequivocabilmente la versione dell'omicidio e si precipitano a giudicare.
La domanda di fondo di quest'indagine, insomma, non è "chi ha colpa nella morte di Rachel Corrie?" ma semplicemente "le foto che circolano sono utilizzabili per ricostruire esattamente gli eventi e decidere da che parte stare?" Posso rispondere soltanto a quest'ultima domanda, e sulla base dei fatti non contestati da entrambe le parti la risposta è no.
C'è un altro aspetto estremamente controverso di questa vicenda: l'uso del termine "pacifista".
Infatti una lettrice (mella) mi ha segnalato una foto che sembra indicare che Rachel Corrie forse non era una pacifista nel senso comune del termine. Questo ovviamente non sminuisce né giustifica la tragedia della sua morte (accidentale o meno), ma è comunque un aspetto che un'indagine che mira a conoscere i fatti non può tacere. E' un dettaglio che soprattutto getta nuova luce sulle strumentalizzazioni operate dalla propaganda di tutte le parti in gioco. Questa foto potrebbe far parte di questa propaganda; ma lo stesso vale anche per le foto precedenti. Per questo giudicare esclusivamente sulla base delle immagini è sempre azzardato.
Ho esitato a lungo prima di pubblicare la foto. Dopo averla pubblicata, sono stato tentato di rimuoverla, a causa delle numerose proteste che ha suscitato e perché viene frequentemente interpretata come una mia presa di posizione filoisraeliana. Tuttavia l'idea dell'autocensura mi ripugna, e comunque le proteste non cambiano il fatto che la foto esiste; per cui ve la presento, insieme alla definizione di "pacifismo", e lascio a voi giudicare se il comportamento di Rachel Corrie mostrato nella foto è coerente o meno con questa definizione.
Secondo il dizionario, il pacifismo è una "dottrina diretta a dimostrare la possibilità, l'utilità e il dovere dell'abolizione della guerra" o un "atteggiamento, movimento ispirato da una profonda repulsione per qualsiasi soluzione non pacifica delle contese internazionali".
L'immagine è tratta da un sito che, a giudicare dal tono dell'articolo di accompagnamento alla foto, non avrebbe tornaconto dallo screditare la figura della Corrie: Islamonline.net. L'immagine è attribuita alla Associated Press, è datata 15 febbraio 2003, e la sua didascalia identifica specificamente la Corrie e il fatto che sta bruciando un facsimile di una bandiera statunitense durante una manifestazione, circa un mese prima di morire:
"Rachel Corrie, 23, from Olympia, Wash., a member of the 'International Solidarity Movement,' burns a mock U.S. flag during a rally in the
southern Gaza Strip (news - web sites) town of Rafah in this Feb. 15, 2003 file photo. Corrie was run over and crushed to death by an Israeli army bulldozer Sunday, March 16, 2003, while she was trying to stop it from tearing down a building in the Rafah refugee camp, witnesses said. (AP Photo/Khalil Hamra)".
Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!