Il referendum di Micromega

Indagine iniziale: 20 marzo 2002. Ultimo aggiornamento: 21 marzo 2002.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Datazione

Le prime versioni dell'appello hanno iniziato a circolare nel newsgroup it.politica.internazionale il 21 ottobre 2001. Il testo riportato qui sotto, ben diverso dall'originale che si guardava bene dall'usare l'espressione "raccogliendo le firme", risale almeno al 23 dicembre 2001 (newsgroup it.cultura.libri). Presso http://www.pieroruzzante.it/primopiano/291001.htm c'è una pagina Web che parla dell'appello ed è datata 29 ottobre 2001.

L'origine dell'appello è I Quaderni di Micromega, supplemento al n. 4/2001 della rivista bimestrale Micromega.

Il testo della catena di sant'Antonio

Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il senso è grosso modo questo:

Micromega sta raccogliendo le firme per proporre un Referendum abrogativo riguardo alle due leggi recentemente approvate del nostro Governo; quella sul falso in bilancio, vale a dire la legge del 5 Ottobre 2001 n. 0366 sulle riforme del diritto societario e quella del 5 Ottobre 2001 n. 0367 sulle rogatorie.

Per aderire bisogna scrivere a micromegaforum@katamail.com e mettere come oggetto "Referendum per la legalità", fornire i propri dati anagrafici e il numero di un documento di identità e scrivere quanto segue:

"Il/la sottoscritto/a XY (dati anagrafici e documento con Numero, data di rilascio e Ente che lo ha rilasciato) aderisce al Referendum per la legalità finalizzato all'abrogazione delle leggi 5 Ottobre 2001 n. 0366 sulle riforme del diritto societario e 5 Ottobre 2001 n. 0367 sulle Rogatorie."

Ringraziamenti

Devo prima di tutto ringraziare i tanti lettori che mi hanno aiutato in questa piccola indagine, facendomi risparmiare tanto tempo prezioso: fdm2, richter, gtgtg, epambieri, roberto, fdossena, thegynius, jerez.1997, spato, fbelli, e così tanti altri che non posso nominarli tutti.

Premesse politiche

L'argomento è politicamente caldissimo, e non intendo assolutamente entrare nel merito degli aspetti politici della vicenda. Del resto, se me ne sono andato ad abitare in Inghilterra, potete immaginare qual è la mia fiducia nel sistema politico italiano (di destra, di sinistra, di sotto e di sopra). Sono qui come detective antibufala, e quindi in questa sede mi interessa soltanto sapere se l'appello referendario è autentico o meno, ossia se davvero la rivista Micromega ha indetto questa "raccolta di firme".

Perché non è una bufala, ma quasi

Micromega sta davvero promuovendo un referendum: l'iniziativa è stata presentata ne I Quaderni di Micromega, supplemento al n. 4/2001 della rivista bimestrale Micromega. Ma non sta raccogliendo firme e non chiede documenti di identità come invece sostiene l'appello.

Come spiegato dal sito Web della rivista Il Ponte, che collabora con Micromega a questa iniziativa, si tratta di una semplice raccolta di adesioni all'idea di costituire "un comitato promotore del referendum". Un concetto ben diverso da quello espresso dall'appello. Un'"adesione" vuol dire tutto e niente e non comporta alcuna conseguenza concreta; una firma ha un significato giuridico ben preciso e delle conseguenze estremamente concrete.

Qui sotto c'è una scansione della pagina della rivista che presenta l'iniziativa.

immagine pagina referendum

Ecco il testo per chi avesse difficoltà a leggere l'immagine:

"La legge sulle rogatorie, anziché ratificare un trattato con la Confederazione Elvetica, teso a rendere più rapida, efficace, semplice, la collaborazione giudiziaria tra i due Stati nella lotta contro il crimine, soprattutto dei "colletti bianchi", vanifica di fatto l'acquisizione di prove che riguardano migliaia di processi (per corruzione, riciclaggio, traffico d'armi, mafia, pedofilia, terrorismo...) e per il futuro rende al limite dell'impraticabile le indagini per rogatoria.
Un regalo alla delinquenza, un rifiuto a globalizzare la lotta contro il crimine, che spinge l'Italia ai margini del mondo occidentale.
Questa legge indegna, e oltretutto "pasticciata", ha l'unico vantaggio di garantire nuove prescrizioni, e ulteriore impunità, agli amici di Berlusconi e a Berlusconi medesimo.
Un referendum è dunque necessario per abrogare tanta inciviltà giuridica. Un referendum che veda protagonista la società civile e non si riduca perciò a un mero scontro fra schieramenti di partito.
Come cittadini, questo è il minimo che possiamo fare.

Roberto Benigni, Andrea Camilleri, Paolo Flores d'Arcais, Dario Fo, Alessandro Galante Garrone, Rita Levi Montalcini, Dacia Maraini, Federico Orlando, Alessandro Pizzorusso, Franca Rame, Pietro Scoppola, Paolo Sylos Labini, Antonio Tabucchi

Già nel paio di giorni in cui questo testo ha circolato ufficiosamente, a Paolo Sylos Labini -- insostituibile anima dell'iniziativa -- sono giunte numerosissime adesioni. Ne daremo notizia al più presto. Chi intende aderire può farlo tramite l'e-mail di MicroMega (micromegaforum@katamail.com) o delle riviste Il Ponte, diretta da Marcello Rossi, e Critica Liberale, diretta da Enzo Marzo: ilponteed@iol.it md1736@mclink.it

L'indagine

Le ricerche condotte dai lettori hanno rivelato l'indirizzo del sito Web di Micromega (http://www.micromega.manipulite.it/) e l'indirizzo e il numero di telefono della redazione (via Goito 58A, 00185 Roma, tel. 06/49.40.439-4959242 - fax 06/4940403). Alcuni lettori mi hanno mandato immagini della pagina della rivista che presenta l'iniziativa, e questa mi sembra già documentazione più che sufficiente. Sì, Micromega sta organizzando una raccolta di adesioni (non di firme) per promuovere dei referendum.

Ho telefonato alla redazione il 21/3/2002 e ho parlato con Cristina Maroncelli, della redazione di Micromega, che mi ha confermato che:

Raccolte di "firme" via Internet, che panzana

Il caso di Micromega può servire da spunto per mettere in guardia contro ogni appello che dichiara di star facendo "raccolte di firme". Un e-mail contenente il proprio nome e cognome non costituisce una firma legalmente valida. I motivi sono abbastanza evidenti: chiunque può mandare un e-mail spacciandosi per voi. Non c'è modo di verificarne l'autenticità. Anche l'ipotesi di aggiungere gli estremi di un documento di identità non offre alcuna garanzia e non certifica in alcun modo che la firma è autentica.

Semmai, le raccolte di firme hanno dei seri pericoli. Un utente ostile o un truffatore, armato degli estremi di un vostro documento di identità, può fare sfracelli in Rete spacciandosi per voi. Non date mai queste informazioni a nessuno tramite Internet.

Nel caso dei referendum, le firme da raccogliere per la proposizione del referendum devono essere raccolte, come mi segnala un lettore che è esperto di settore in quanto notaio, "secondo precise modalità previste da un'apposita legge: devono essere apposte davanti a pubblico ufficiale, altrimenti sarebbe troppo facile mettere 1.000.000 di firme false o di nomi di fantasia. I promotori devono fare istanza di proposizione del quesito referendario alla Corte di Cassazione la quale opera un primo controllo di legalità. Quindi la notizia che la rivista voglia raccogliere la firme per un referendum abrogativo può anche essere vera; è certamente falsa la notizia che le stia (o possa) raccogliendo nel modo descritto. O comunque assolutamente inutile al fine proposto."

La firma digitale vera, quella che ha valore legale, è tutt'altra cosa. Se volete saperne di più, consultate Interlex.it: presso http://www.interlex.it/testi/dlg02_10.htm trovate il testo del Decreto legislativo 23 gennaio 2002, n. 10 (Attuazione della direttiva 1999/93/CE relativa ad un quadro comunitario per le firme elettroniche) e un intero dossier dedicato alla firma digitale (http://www.interlex.it/docdigit/indice.htm).

Al momento in cui scrivo, la situazione è questa, secondo Interlex (http://www.interlex.it/docdigit/intro/intro12.htm): "I certificatori [delle firme digitali] sono nella fase di test, l'AIPA sta attivando il registro. Le chiavi pubbliche e private possono già aversi (con procedure differenti a seconda dei certificatori), ma non il certificato di firma, che ciascun certificatore potrà validamente rilasciare solo al raggiungimento della piena operatività."