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Indagine iniziale: 20/9/2004. Ultimo aggiornamento: 31/12/2005.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito
A quote from an Italian history textbook used in schools is being circulated on the Internet amid much controversy, because it allegedly insults left-wing parties and extols the virtues of right-wing ones. The quote is correct, but taken out of context.
The Italian Left and Right parties referenced in the textbook are the historical parties as they were at the end of the 1800s, and as such have very little resemblance to the current left-wing and right-wing parties.
Moreover, the lines that come just after the selectively abstracted quote criticize the historical Right as well. Links with further information (mostly in Italian) are provided below.
Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il senso è grosso modo questo:
Questo
è un brano tratto da "I nuovi sentieri della Storia. Il
Novecento", Istituto Geografico De Agostini, Novara, 2003, Bellesini
Federica, manuale di Storia di IIIa media, capitolo 2, paragrafo 1,
pag.34:
"Gli uomini della Destra erano aristocratici e grandi proprietari
terrieri. Essi facevano politica al solo scopo di servire lo Stato e
non per elevarsi socialmente o arricchirsi.
Inoltre amministravano le finanze statali con la stessa attenzione e parsimonia con cui curavano i propri patrimoni.
Gli uomini della Sinistra, invece, sono professionisti, imprenditori e
avvocati disposti a fare carriera in qualunque modo, talvolta
sacrificando persino il bene della nazione ai propri interessi.
La grande differenza tra i governi della Destra e quelli della Sinistra
consiste soprattutto nella diversità del loro atteggiamento
morale e politico".
Il paragrafo citato sembra insomma insultare volutamente e
palesemente una fazione politica e lodarne un'altra, con chiare
allusioni alla situazione politica corrente, cosa indubbiamente fuori
luogo in un testo scolastico che dovrebbe ambire all'obiettività.
Prima che proseguiate la lettura mi tocca fare una precisazione, nella speranza di evitare il diluvio di insulti che arriva ogni volta che il Servizio Antibufala tocca argomenti politici: la politica italiana non mi interessa, per il semplice fatto che non abito più in Italia. Il
mio atteggiamento verso la politica italiana è quel misto di
curiosità e orripilazione che si prova quando si passa accanto a
un incidente stradale. Non ho una missione politica da compiere o
schieramenti da difendere. Sono insomma molto al di sotto di eventuali
beghe politiche fra destra e sinistra.
Il paragrafo incriminato esiste e la fonte citata è esatta. Tuttavia la frase acquisisce la forte connotazione di insulto politico a senso unico soltanto se viene estratta dal suo contesto.
La pagina del libro di testo citato, infatti, è tutta scritta
usando il presente storico: è sufficiente leggerla per intero
per capire che il paragrafo si sta riferendo esclusivamente al periodo
storico descritto (la fine del 1800) e a due forze politiche, la Destra storica e la Sinistra storica, che a parte il nome non hanno alcuna affinità con le forze politiche attuali. L'unica frase che usa il passato lo fa per ragioni grammaticali: riferisce cose avvenute prima del momento descritto con il presente storico, e quindi non potrebbe usare un tempo diverso.
Inoltre se si legge l'intera pagina che ospita il passaggio incriminato, si può notare che contiene critiche anche per la Destra storica, accusata di essere avulsa dalla realtà, coi suoi "roboanti discorsi". E poi c'è da considerare che il testo stesso dell'appello dice che i disonesti sono (erano) "professionisti, imprenditori e avvocati". Accusare queste categorie di disonestà e di "roboanti discorsi" non sembra un modo particolarmente efficace di ingraziarsi l'attuale destra come ipotizza l'appello.
Al di là delle presunte critiche a una parte politica o all'altra, è indubbio che lo stile adottato dal testo scolastico (destinato alle scuole medie) è comunque molto semplicistico e fa generalizzazioni poco opportune.
Il libro esiste ed è stato scovato da alcuni lettori del Servizio Antibufala, che me ne hanno mandato delle scansioni. Secondo le ricerche in biblioteca di un lettore (frasca57), la versione originale del libro risale al 1996. Sembra quindi improbabili che si tratti di "perle morattiane" come affermato da alcune versioni dell'appello.
La lettura del testo integrale della pagina incriminata consente di valutare meglio la situazione: è interamente scritta usando il presente storico, cosa comunissima, e soltanto la frase riferita alla Destra è (giustamente, secondo grammatica) al passato, perché si riferisce a una situazione precedente agli eventi descritti. Quindi non c'è alcun tentativo di "attualizzare" delle frasi.
Ecco la mia trascrizione dell'intera pagina: ho evidenziato in verde il paragrafo citato nell'appello. L'errore di grammatica segnato in rosso e le evidenziazioni in grassetto sono presenti nell'originale.
La Sinistra storica al potere
Quando la Sinistra storica sostituisce la Destra cavouriana nella gestione del Paese, l'Italia non è ancora la patria di tutti gli italiani e si inaugura un'epoca di nuovi problemi.
L'Italia è fatta, bisogna fare gli italiani
Anche il Regno d'Italia, al pari delle altre nazioni occidentali, attraversa l'ultimo quarto del secolo XIX e si inoltra nel XX tra stridenti contrasti. Il più acuto di tutti è condensato nelle parole di Massimo D'Azeglio: "L'Italia è fatta, bisogna fare gli Italiani". Infatti lo stato, ossia l'unità politica voluta e fatta da una esigua minoranza, non è ancora la patria, ossia l'unità culturale e sociale voluta, creata e sentita da tutti come la propria casa. Per questo non esistono ancora gli Italiani, ma solo degli individui che appartengono a tradizioni locali e regionali molto diverse tra loro.
Paese reale e Paese legale: due Italie?
Giustamente gli storici affermano che il paese legale non corrisponde a quello reale. Essi intendono dire che l'Italia dei roboanti discorsi della classe liberal-borghese al potere, in cui si esaltano il regime parlamentare, il progresso economico e il ruolo di potenza occidentale, non è l'Italia della quasi totalità degli italiani. Questa, infatti, è l'Italietta, come la chiama il poeta Giosué Carducci, dell'economia arretrata, della miseria, della fame, dell'emigrazione, dell'analfabetismo, del diritto di voto riservato a pochissimi e, infine, della questione meridionale.
Destra e Sinistra a confronto
Nel 1876 i liberali cavouriani, che formano la Destra storica, sono sconfitti dalla Sinistra storica, ossia dagli ex mazziniani che, ormai da tempo, da repubblicani sono divenuti monarchici.
Gli uomini della Destra erano aristocratici e grandi proprietari terrieri. Essi facevano politica al solo scopo di servire lo Stato, e non per elevarsi socialmente o arricchirsi. Inoltre amministravano le finanze statali con la stessa attenzione e parsimonia con cui curavano i propri patrimoni.
Gli uomini della Sinistra, invece, sono professionisti, imprenditori e avvocati disposti a fare carriera in qualunque modo, talvolta sacrificando persino il bene della nazione ai propri interessi.
La grande differenza tra i governi della Destra e quelli della Sinistra consiste soprattutto nella diversità del loro atteggiamento morale e politico. I nuovi governi, infatti, non abbandonano il regime oligarchico, dominato da piccoli gruppi di uomini politici per abbracciare una vera democrazia, ma inaugurano un'epoca di mal governo.
Trasformismo e clientelismo
Con la caduta della Destra storica si compie una vera e propria rivoluzione parlamentare. Infatti il Parlamento cessa di essere il luogo di dibattiti politici e ideali e diventa una "grande palude": non vi è più una maggioranza che governa e una minoranza che sta all'opposizione, ma il governo crea e distrugge le maggioranze a seconda delle convenienze, ottenendo o addirittura comperando l'appoggio di gruppi o di singoli deputati. E' l'età del trasformismo, perché il ruolo della maggioranza e dell'opposizione si confondono [sic], e del clientelismo, perché i deputati procurano ai loro elettori, in cambio dell'elezione, impieghi pubblici, appalti e favoritismi d'ogni genere.
Ecco una scansione della pagina "incriminata", gentilmente fornita da un lettore (mbuon2000). Cliccate sull'immagine se volete vederne la versione ad alta risoluzione (1,4 MB).
Non entro nel merito delle affermazioni fatte dal libro sui meriti e demeriti della sinistra e della destra italiane di fine Ottocento: a questo pensino gli storici, come riportato per esempio dalla risposta di DeAgostini citata più sotto. Resta il fatto che l'appello ingigantisce erroneamente l'importanza e il senso di un solo paragrafo, dimenticando di notare che il medesimo testo -- anzi la stessa pagina -- contiene critiche anche alla Destra storica, che però l'appello omette.
Si può discutere sulla validità e drasticità generalizzatrice da "buoni di qua, cattivi di là" del giudizio storico espresso dall'autrice a proposito del comportamento di destra e sinistra a fine 1800: su questo argomento, forse, qualche studioso di storia potrebbe far lumi. Ma il nesso con la destra e sinistra attuali è estremamente tenue: per esempio, le categorie di appartenenza politica generalmente attribuite a professionisti e imprenditori oggi sono opposte.
La DeAgostini ha pubblicato una pagina di risposta a questo appello, dalla quale cito alcuni passaggi salienti (grazie a lozzioedo per la segnalazione):
"Come si fa a confondere oggi la Sinistra e la Destra storica dell'Italia risorgimentale e post-risorgimentale con la Sinistra e la Destra che si sono manifestate nel corso del Novecento? Inoltre nel "Thesaurus", strumento didattico fondamentale che affianca il paragrafo, si legge che "la Destra e la Sinistra dell'Italia risorgimentale e post-risorgimentale sono dette storiche per distinguerle da quelle del Novecento che, come vedremo, hanno caratteristiche molto diverse da queste". Una lettura integrale delle pagine 34, 35, 36, 37 del testo avrebbe evitato una polemica destituita di fondamento."
Le pagine 34-37 citate sono liberamente scaricabili (in formato PDF) per una verifica.
"In tutto il testo, per rendere più scorrevole la narrazione, viene utilizzato il presente storico. Quindi gli uomini della Sinistra SONO (nel momento in cui assumono il potere) e quelli della Destra ERANO…FACEVANO, perché l'imperfetto si riferisce ad eventi trascorsi, passati (quando cioè erano al governo) rispetto a quel presente."
"...il passo in questione propone ... le stesse nozioni riscontrabili in accreditate opere di storiografia contemporanea (per comodità del lettore, abbiamo riportato due brevi citazioni da opere di importanti studiosi, Massimo Salvadori e Franco Della Peruta, che non possono essere certamente accusati di simpatie verso la Destra: quella di oggi e del Novecento, beninteso)".
In tutti questi sensi, pertanto, l'appello distorce i fatti cercando
di trovarvi un intenzionale riferimento alla situazione odierna e
quindi è da considerare bufala.
E' ovvio che i confronti con la situazione attuale vengono
comunque spontanei. Ma è proprio per questo che si studia la
storia: per
capire da dove veniamo e come ci siamo arrivati alla situazione
odierna. Come si suol dire, chi non impara dalla storia è
condannato a ripeterne gli errori. Allo stesso modo, chi non impara a
valutare il contesto in cui vengono dette o scritte le cose è
condannato a trovare significati occulti anche dove non ce ne sono e a
ignorare gli indizi contrari alla propria tesi preconcetta.
C'è sicuramente chi potrebbe obiettare che le frasi incriminate sono comunque una forma di propaganda mascherata e disinformazione.
Va considerato, tuttavia, che allo stesso modo anche la loro diffusione senza
chiarirne il contesto è una forma di propaganda e
disinformazione, ma in favore dell'opposta fazione politica. Un gioco molto pericoloso e poco costruttivo in entrambi i casi.
Come segnalato da una lettrice (ucchan), una risposta ufficiale della DeAgostini a proposito di questo appello è stata pubblicata da News2000. La posizione della DeAgostini risulta la seguente:
"Proporre una breve citazione avulsa dal contesto (un passo propedeutico alla lettura e alla comprensione del successivo paragrafo intitolato "Trasformismo e clientelismo") è una pratica che, anche se fatta in buona fede, induce a gravi fraintendimenti".
Il senatore dell'Ulivo Giovanni Crema pubblica sul proprio sito il testo di una interrogazione presentata al Ministro della Pubblica Istruzione a novembre 2003 a proposito di questo paragrafo contestato. Ringrazio heather82 per la segnalazione. Grazie anche a Liuska3 per aver snidato un refuso.
Il 27 settembre 2004, il quotidiano L'Unità ha pubblicato il paragrafo citato nell'appello, attribuendolo erroneamente alla "Scuola Moratti" nella versione online del proprio sito, nel modo mostrato qui sotto (grazie a Maurizio M**** per la segnalazione e l'immagine):
Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!