Gli spinaci contengono tanto ferro!

Indagine iniziale: 10 agosto 2002. Ultimo aggiornamento: 18 agosto 2003.

Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:


Premessa

Non posso essere imparziale in questa indagine: odio gli spinaci. Non li ho mai potuti soffrire, e il fatto che da bambino, fra un conato e l'altro, tutti mi ripetessero in coro "mangia gli spinaci, che contengono tanto ferro" non mi ha fatto cambiare idea -- però ha aumentato il mio senso di colpa. Che sollievo, dunque, scoprire che non è vero che gli spinaci contengono tanto ferro.

Lo so, lo so, questa storia non circola su Internet, quindi il Servizio Antibufala non se ne dovrebbe occupare. Ma come posso resistere alla tentazione di gongolare pubblicamente nella consapevolezza che ho fatto bene a rifiutarmi di trangugiare gli spinaci? Anche perché so che la maggior parte di voi farà altrettanto.... e poi lo considero un dovere civico, onde risparmiare infinite sofferenze alle future generazioni segnalando che la storia del "tanto ferro negli spinaci" che continua a circolare fra le mamme ansiose è una bufala, e pure scientifica.

L'indagine

Purtroppo non sono ancora riuscito a trovare i dati esatti della genesi di questa bufala, ma il concetto fondamentale è questo: molti decenni fa, un ricercatore pubblicò una tabella del contenuto di ferro nei vari alimenti, inserendovi un errore tipografico riguardante gli spinaci, che ne decuplicava il valore. La tabella fu presa per buona da intere generazioni di nutrizionisti e genitori, e il mito continua tuttora, anche se da tempo l'errore è stato scoperto e rettificato dalla comunità scientifica.

Il fatto che gli spinaci abbiano un sapore che molti trovano disgustoso ha contribuito a perpetuare la bufala, in ossequio all'inevitabile "ragionamento" psicologico che se tutte le cose che fanno bene hanno un sapore orrendo, ergo se un cibo fa schifo vuol dire che sicuramente fa bene. E poi quel contenuto straordinario di ferro era un "fatto scientifico", che diamine.

Insomma, sul fatto che si tratti di un errore di stampa e che l'errore abbia decuplicato il vero contenuto di ferro degli spinaci sembra non esserci dubbio. Il mistero si infittisce quando si va a cercare chi è il colpevole di questa atrocità.

Ma di preciso quanto ferro contengono davvero questi spinaci?

Insomma, non ci si può fidare neppure degli scienziati, perché hanno l'abitudine di fidarsi l'un dell'altro, proprio come noi facciamo con gli appelli che ci mandano i nostri amici e colleghi. Fortunatamente la comunità scientifica non si basa sul dogma, ma sulla verifica, e quindi l'errore è stato corretto. Purtroppo la correzione non è stata diffusa adeguatamente nella consapevolezza del consumatore medio.

L'unica cosa buona che è scaturita da tutto questo pasticcio, insomma, è il personaggio di Braccio di Ferro, così insolito e originale. Ma tutto sommato poteva andare molto peggio. Non oso immaginare, infatti, come sarebbe potuto essere un personaggio dei fumetti scientificamente corretto, basato sul consumo di ingenti quantità di fagioli borlotti.

Aggiornamento (18/8/2003): traditi dallo spinacio secco

Ricevo da un lettore, Markus S****er, una segnalazione secondo la quale il signor Wolfe non c'entra nulla. "Essendo di madrelingua tedesca" mi dice Markus, "il cognome 'Wolfe' del presunto scienzato mi ha incuriosito non poco. Wolfe infatti suona più inglese che non tedesco. Ed in effetti non ho trovato neanche una singola pagina Web tedesca che parla di questo Wolfe."

Indagando tramite Google, Markus ha scoperto questa spiegazione:

"Bei einer Messung ermittelte der Schweizer Physiologe Gustav von Bunge Ende des 19. Jahrhunderts einen Eisengehalt von 35 Milligramm pro 100 Gramm Spinat. Ernährungsforscher erkoren daraufhin Spinat zum Eisenlieferanten Nummer eins. Sie ignorierten den Fakt, dass von Bunge mit getrocknetem Spinat arbeitete. Das Grünzeug besteht im Urzustand allerdings zu 90 Prozent aus Wasser. Tatsächlich beträgt der Eisengehalt einer 100-Gramm-Portion nur 3,5 Milligramm."
(http://www.umweltfibel.de/lexikon/e/lex_e_essen.htm)

In altre parole, un fisiologo svizzero di nome Gustav von Bunge, verso la fine del diciannovesimo secolo, misurò il contenuto di ferro degli spinaci, che risultò essere di 35 mg per 100 g. Ma quello che altri ricercatori poi hanno ignorato è che von Bunge non aveva usato spinaci freschi ma spinaci secchi. La verdura fresca, però, contiene al 90% acqua.  Ecco perché il valore sembra 10 volte più alto. Non si tratta quindi di un errore di calcolo, o di battitura della virgola spostato di un decimale. Markus mi segnala inoltre un link per saperne di più su von Bunge: http://www.snl.ch/dhs/externe/protect/textes/D14312.html.