Indagine iniziale: marzo 2002. Ultimo aggiornamento: 6 aprile 2002.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
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La prima versione di questa indagine antibufala conteneva diversi errori causati dalla mia disattenzione. In particolare, diceva che il messaggio BR si riferiva al delitto Biagi, ma in realtà si riferisce a un altro assassinio rivendicato dalle Brigate Rosse, quello di Massimo D'Antona, di circa tre anni prima. Questo, comunque, non invalida i risultati dell'indagine antibufala.
Se posso invocare un'attenuante per il mio errore, dico solo che l'analisi ha preso a circolare in Rete subito dopo il delitto Biagi e quindi sembrava riferirsi a quest'ultimo. E' triste constatare che i delitti politici, in Italia, sono talmente tanti che è facile confondere l'uno con l'altro.
Qui trovate la versione corretta. Ringrazio in proposito Giatru, il lettore che mi ha avvisato dei miei sbagli, e chiedo scusa per il pasticcio.
Non volevo parlarne, ma dopo aver ricevuto la centododicesima copia di questa 'notizia', mi sono reso conto che non potevo più starmene zitto.
Sto parlando dell'"analisi" che circola in Rete, secondo la quale un documento delle Brigate Rosse conterrebbe chiare "prove" del fatto che è stato redatto da uno straniero, presumibilmente un americano.
L'analisi completa è leggibile ad esempio presso http://italy.indymedia.org/front.php3?article_id=43204&group=webcast, e circola in Rete in varie guise, a mo' di catena di sant'Antonio. La fonte originale dell'analisi è il sito di Oikos (http://www.oikos.org/Politica/comunicatobr.htm).
Ho tentato di discuterne in quella sede, ma mi si pianta il browser e quindi provo a farlo qui, così magari arriva a destinazione lo stesso.
Penso di poter aprir bocca in proposito non soltanto per la mia esperienza di "cacciatore di bufale" per la quale alcuni mi avranno sentito nominare (spero senza ingiurie di accompagnamento), ma soprattutto perché sono di professione traduttore madrelingua inglese e faccio questo mestiere da vent'anni. Di conseguenza, ho l'arrogante pretesa di avere qualche credenziale per parlare con cognizione di causa, perché sono ben avvezzo a riconoscere le lingue in cui un documento viene "pensato".
Riporto e commento le frasi salienti dell'"analisi". Il motivo per cui alcune parole sono evidenziate in giallo diverrà chiaro alla fine.
VIENE DALL'AMERICA IL COMUNICATO BR?
[...] 1-Una parte consistente dello stesso sembra essere un'improbabile versione italiana di un testo redatto in lingua straniera. La sua trascuratezza linguistica è in contrasto con le altri parti del documento che appaiono invece redatte con una certa aderenza al linguaggio comunemente usato dalla sinistra estremista.
2- La lingua straniera originale dalla quale è stata fatta la traduzione è, probabilmente, l'Inglese.
Il mio commento: l'ipotesi che il titolo tenta di insinuare è "il documento è stato redatto da un inglese, ergo da un americano, ergo dietro le BR c'è un complotto americano." Piccola obiezione a questa catena logica, peraltro tipica delle ipotesi di complotto dal "non siamo mai andati sulla Luna" e "gli americani hanno un alieno prigioniero nell'area 51" (e "contro il Pentagono non si è schiantato un aereo") in giù: ammettiamo, giusto per ipotesi, che il testo sia stato scritto da un inglese. Perché deve essere per forza un americano? Perché non un inglese, un sudafricano, uno scozzese, un indiano, o un giamaicano? Siamo seri e obiettivi. L'analisi dichiara che "Si tratta, naturalmente di ipotesi aperte al confronto di tutti e che non sottendono nessuna tesi precostituita", ma mi pare che invece la tesi precostituita ci sia, dato che nell'"analisi" non c'è nulla che indichi che l'inglese a cui si accenna è per forza inglese americano.
[...] 2.1. Il testo è composto da proposizioni lunghissime, con un uso palesemente erroneo della punteggiatura. Una delle cose più difficili da apprendere, per chi traduce, in entrambe le direzioni, tra Italiano e Inglese, sono proprio queste regole.
Il mio commento: ma questo smentisce la teoria proposta! Le proposizioni lunghissime sono tipiche dell'italiano. Infatti una delle prime cose che si insegna ai traduttori dall'italiano verso l'inglese è proprio "spezza, spezza, spezza" (le frasi). Se c'è un modo per riconoscere un italiano che scrive in inglese, è la caratteristica lunghezza delle sue proposizioni. Per contro, nessun inglese, tranne forse Joyce, si sognerebbe di creare mostruosità linguistiche chilometriche come quelle presentate in questa analisi, e di cui offro qui un assaggino: "la funzione politico-operativa svolta da Massimo D'Antona sulle principali contraddizioni su cui l'avanzamento e capillarizzazione dell'assetto neo-corporativo va ad impattare, e cioè regole della contrattazione, della rappresentanza e dello sciopero, tutti piani inclinati su cui può scivolare la prevenzione del conflitto che a sua volta è linea di affrontamento dello scontro ai fini di garantire la governabilità; e perciò aspetti di riferimento per condurre l'opera di revisione legislativa".
In realtà, se vogliamo usare il criterio della lunghezza delle proposizioni, quelle lunghissime e contorte sono tipiche del tedesco, non dell'inglese. Quindi avrebbe più senso (si fa per dire) sostenere il testo delle BR è stato scritto da un tedesco, non da un americano.
[...] 1.9. "Un approfondimento che è il portato dell'internazionalizzazione" (pag. 6) [...] Si dovrebbe dire "la conseguenza". L'errore è ripetuto più volte e non è, quindi, casuale.
1.10. " che è il portato della dialettica politica tra una linea di continuità-critica-sviluppo del patrimonio comunista in specifico dell'esperienza prodotta dalle Br nel nostro paese e peculiarmente del ricentramento operato dalle B.R.-P.C.C. nella Ritirata Strategica, e il concetto percorso di riaggregazione delle avanguardie rivoluzionarie, in funzione della ricostruzione delle forze rivoluzionarie" (pag. 18)
[...] 2.11."il portato" Il verbo "brought" in Inglese significa "portato" ma anche "conseguenza" , "risultato".
Il mio commento: Questo è semplicemente falso. Il verbo inglese (che è "to bring", di cui "brought" è il participio irregolare) non viene assolutamente usato come sostantivo.
Cosa ancora più importante, che si argomenta più volte che questo uso di "il portato" sarebbe una prova del fatto che il testo è stato redatto da un non italiano. Se c'è invece una cosa che semmai conferma l'italianissima origine del testo, è proprio quell'"il portato" tanto criticato, che è un malvezzo diffusissimo e very, very Italian, come "viene a essere" e "quelle che sono", fra coloro che non capiscono una beata mazza di niente ma vogliono darsi delle arie di sapienza.
[...] 2.13. "concetto percorso" può venire da "conceived", che significa "concepito" o "stabilito". Probabilmente poi "concepito" si è "trasformato nella sua forma arcaica "concetto" che, tra l'altro, è un nome molto diffuso tra gli Italo-Americani, soprattutto nella forma femminile.
Commento: Questa osservazione è talmente sconnessa che fa ridere. Il fantomatico sovversivo americano stava pensando a sua moglie Concetta mentre preparava il testo? Allora se leggo un articolo sul giornale in cui si parla di "neoassunti", devo sospettare che l'autore ha una moglie di origini meridionali con una chiazza rotondeggiante sulla cute?
Se proprio vogliamo dare corda a questo 'ragionamento', allora questo indizio "prova" che l'autore del documento BR è un meridionale, poiché il nome "Concetta" è assai diffuso nel Sud dell'Italia. Notate ancora il ragionamento guidato: viene evidenziato che il nome è diffuso fra gli italoamericani, invece di indicare più plausibilmente che è un nome in voga nel Sud dell'Italia.
Ci sono altre "prove" molto divertenti:
1.7. "sostanziando lo Stato imperialista"( pag. 5)
Il commento degli "analisti" è "non significa nulla". Non significa nulla, ergo è prova di origini straniere. Sarà, ma io non vedo il nesso logico. Allora i temi degli scolaretti, e i discorsi dei politici italiani (di destra e di sinistra), pieni di frasi che "non significano nulla", sono in realtà redatti subliminalmente da sovversivi statunitensi? Oppure siamo tutti americani senza saperlo?
Un'ultima considerazione: avete notato le parole evidenziate in giallo? Sono le tracce evidenti (se vogliamo usare il metro di questi 'analisti') del fatto che è chi ha scritto questa analisi ad essere un inglese, quindi un americano, quindi dietro i delitti BR c'è una mano straniera. Mi riferisco all'uso ricorrente della parola "Inglese", scritta con la I maiuscola. Orbene, sappiamo tutti che in italiano i nomi delle lingue si scrivono in minuscolo. Nessun italiano farebbe mai un errore di questo genere, non vi pare? E sapete invece in quale idioma i nomi delle lingue si scrivono con l'iniziale maiuscola? Indovinato: proprio l'inglese.
Quindi, usando i 'ragionamenti' di questa 'analisi', chi ha scritto l'analisi non è un italiano ed è invece un inglese.
Come vedete, è facile usare i 'ragionamenti' presentati nell'analisi per "dimostrare" tutto e il contrario di tutto.
Vi risparmio il resto delle "prove", che sono semplicemente, a mio modesto parere, strafalcioni di un italiano che non sa usare bene la propria lingua. Tutte le cosiddette "prove" fanno parte, per esempio, del normale lessico di italianissimi professori universitari che si sono risciacquati i panni in Hudson anziché in Arno a furia di leggere pubblicazioni in inglese.
Se vogliamo ipotizzare complotti USA, facciamolo, per carità, ma perlomeno su basi un po' più solide.
Pubblico questo commento pur sapendo di attirarmi una montagna di flame, ma vi chiedo di dimostrare di amare davvero la democrazia rispettando la libertà d'opinione altrui.
E non perdete tempo a chiamarmi fascista perché smonto le tesi antiamericane. Sono ben al di sotto delle parti in queste diatribe patetiche.