di Paolo Attivissimo
© 1999-2006 Paolo Attivissimo (http://www.attivissimo.net). Questo documento è liberamente distribuibile purché intatto.
È inutile che vi sciroppiate il resto del libro se Internet è un ambiente troppo caro da frequentare. Pertanto lascio in disparte per ora le questioni tecniche e vengo alla questione fondamentale: in che misura bisogna mettere mano al portafogli?
La spesa per collegarsi a Internet dipende in gran parte da come, con chi e con che cosa volete entrare nella Rete. Vi occorrono fondamentalmente tre ingredienti:
Tenete presente che molti dei prezzi che cito qui scendono di diversi punti percentuali al mese e che tutto il settore è in continua, frenetica trasformazione. Al momento in cui leggete queste righe gli importi potrebbero essere già calati di molto e la situazione potrebbe essersi capovolta.
Cominciamo dal primo ingrediente. Ci vuole un ponte fra voi e tutti gli altri utenti di Internet sparsi per il mondo. Nella stragrande maggioranza dei casi, questo ponte è costituito dal normale filo del telefono.
Se il computer che intendete usare è collegato a una rete aziendale, è possibile che sia già collegato a Internet. In tal caso la linea telefonica non vi serve e potete saltare tutta questa sezione e passare direttamente alla sezione I programmi per Internet.
La linea telefonica che avete già in casa o in ufficio va più che bene per accedere a Internet. Mi raccomando, non fidatevi delle insistenze dei tecnici Telecom o di chiunque vi dica che ci vuole una linea telefonica "speciale". Le linee speciali servono solo per i collegamenti ISDN, che sono un altro paio di maniche (di cui mi occuperò tra un istante).
L'unica spesa che potreste trovarvi ad affrontare è quella per un adattatore. Se avete la presa telefonica classica SIP a tre fori e il filo che esce dal vostro apparecchio ha uno spinottino rettangolare trasparente (come mostrato nelle immagini del Capitolo 4), andate in un qualsiasi negozio che venda prodotti di telefonia e procuratevi l'apposito adattatore, che è uno scatolotto con una presa piccola per lo spinottino trasparente da un lato e una spina tripolare SIP dall'altro lato.
Non occorre avvisare Telecom o chiunque altro della vostra intenzione di attaccare alla presa un aggeggio per collegarvi a Internet. È un vostro diritto, purché quello che attaccate alla presa sia un apparecchio omologato.
Tenete presente che durante le vostre peregrinazioni telematiche il vostro telefono è occupato. Sembra banale, ma molti se ne dimenticano (o se ne ricordano soltanto quando gli altri componenti della famiglia o dell'ufficio sbraitano). Se non volete tenere occupato a lungo il vostro telefono, fatevi installare una seconda linea.
Esiste anche una linea telefonica potenziata che si chiama ISDN. In pratica, senza sostituire fisicamente il filo viene aumentata la sua capacità di traffico, per cui potete fare due telefonate contemporaneamente, collegarvi a Internet ad alta velocità oppure telefonare intanto che siete collegati a Internet a velocità media.
Conviene? Dipende. Come canone, la linea ISDN costa leggermente meno di due linee telefoniche normali, per cui se state pensando di far installare una seconda linea vale la pena di valutare se convertire a ISDN quella esistente. Come costi di traffico, ISDN è uguale alla linea telefonica normale (salvo che andiate ad alta velocità, nel qual caso costa il doppio). Lo scambio di informazioni fra voi e Internet è più rapido che sulla linea normale, ma non di molto: spesso la "superlinea" finisce per essere sottoutilizzata perché il resto di Internet non riesce a sfruttarla appieno.
Un altro limite di ISDN è che sfruttarne le potenzialità richiede telefoni e apparecchiature speciali che per ora sono poco diffusi e quindi molto cari.
Anche se è facile non accorgersene, quando usate la linea telefonica per collegarvi a Internet fate una telefonata, esattamente come se foste al telefono a parlare con qualcuno, e quindi spendete di conseguenza.
Il traffico telefonico per i collegamenti è una delle voci più importanti della spesa per Internet. Molti utenti rimangono scioccati dalla loro prima bolletta e disdicono l'account a causa del consumo elevatissimo. Eppure non è indispensabile che Internet sia un salasso: anzi, se la usate con accortezza, è una delle forme di comunicazione più economiche in assoluto.
C'è infatti un mito da demolire subito: quello secondo il quale Internet è cara a causa delle telefonate. Di solito la telefonata per collegarsi a Internet è in rete urbana, per cui in realtà si spende una cifra modesta: con Telecom Italia, per esempio, circa 2.600 lire l'ora nelle fasce orarie più care, la metà nelle altre (*). Il fatto è che un'ora su Internet passa in fretta ed è quindi facile accumulare ore e ore di collegamento, con bollette dolorose, se non sapete tenervi a freno.
(*) [2000] Come dettagliato nelle note al Capitolo 1, dai primi mesi del 2000 la tariffa urbana Telecom è stata ulteriormente ridotta.
Le cose cambiano drasticamente se vi collegate a Internet facendo una telefonata interurbana: in questo caso il salasso è garantito. Con Telecom Italia, già telefonando a poco più di 15 chilometri di distanza si passa da 2.600 a 7.500 lire l'ora nella fascia più cara. Evitate come la peste un account che vi richieda di fare telefonate interurbane.
Il problema è capire quando una telefonata è a tariffa urbana. Sgombriamo subito il campo da una delle credenze più diffuse, secondo la quale se voi e il vostro fornitore d'accesso avete lo stesso prefisso, la telefonata è a tariffa urbana e negli altri casi è a tariffa interurbana. Non è vero. Suvvia, la vita non può mica essere così semplice e sensata!
Qualche saputello vi potrebbe aver detto "Ah, la so benissimo questa storia delle chiamate 'finte urbane'. Basta guardare la prima cifra dei numeri dopo il prefisso: se è 9, non si paga tariffa urbana". Non è vero neanche questo.
In realtà soltanto le telefonate fra due numeri della stessa area locale si pagano a tariffa urbana a prescindere dalla distanza. Le telefonate fra aree locali differenti, invece, si pagano in base alla distanza. Le aree locali sono state introdotte dalla Telecom a dicembre del 1997 in sostituzione dei "settori", con l'intenzione di portare semplicità e trasparenza nelle tariffe, ma la solfa non cambia: non esiste una regola chiara e semplice per sapere quali chiamate sono a tariffa urbana e quali no. Posso suggerirvi solo due strade.
Se il vostro fornitore per le telefonate locali è Telecom Italia, chiamate il 187 o (meglio ancora) il 188 e indicate il vostro numero di telefono, il numero che volete chiamare (per esempio, quello del vostro fornitore d'accesso Internet). Poi chiedete, esattamente con queste parole, "se questi due numeri appartengono alla stessa area locale".
Fategli capire che sapete di cosa state parlando: molti operatori Telecom hanno il brutto vizio di rispondervi con la prima cosa che viene loro in mente o di prendervi per deficienti (o entrambe le cose).
Assicuratevi che l'operatore si prenda la briga di consultare la sua documentazione: non è possibile che sappia al volo quali numeri sono nella stessa area locale e quali no. Se vi risponde istantaneamente, non fidatevi e insistete per un controllo oppure chiamate un altro operatore e ricominciate daccapo.
Se avete un fax, potete avere chiarimenti chiamando il 187 e chiedendo le mappe delle aree locali da ricevere via fax. L'operatore vi dirà qual è il numero della vostra zona (a Torino per esempio è lo 011.26.88.111). Chiamate questo numero da un fax: risponderà una voce sintetizzata che vi guiderà attraverso una serie di menu, tramite i quali vi verrà mandata via fax la spiegazione delle aree locali e la loro distribuzione nella zona che vi interessa.
Il fax include anche una cartina della regione, per la verità non molto dettagliata, che traccia i confini delle aree a tariffa urbana.
Molte di queste mappe sono disponibili su Internet. Potete anche rivolgervi per chiarimenti all'Anuit, Associazione Nazionale Utenti Italiani di Telecomunicazioni (http://www.anuit.it). Le loro pagine informative, accessibili su Internet, riportano tutte le tariffe telefoniche aggiornate.
La situazione cambia in continuazione, per cui non prendete per oro colato quello che ho scritto qui. L'ultima parola, come sempre, spetta alla Telecom, che comunque è consultabile, con tutti i dettagli su tariffe, formule e sconti presso http://www.telecomitalia.it.
Telecom Italia offre circa il 50% di sconto sulle telefonate per accedere a Internet in cambio di un piccolo canone. Troverete le informazioni ufficiali, compresi i moduli per richiedere il servizio, presso http://www.telecomitalia.it/perte/forint.it.shtml, ma ve le riassumo qui.
Tenendo conto del canone, il risparmio c'è soltanto se usate la Rete con una certa assiduità (diciamo almeno cinque-sei ore ogni mese) e se fate collegamenti lunghi (più di dieci minuti circa ciascuno). Se invece fate solo collegamenti brevi, per esempio per spedire e ricevere la posta elettronica, vi conviene fare bene i conti prima di chiedere l'attivazione dello sconto.
Se a conti fatti volete approfittare di questi sconti, procedete come segue. Prima di tutto, controllate che il vostro telefono sia gestito da una centrale telefonica digitale: chiamando il 1717 ottenete la lettura del contatore? Siete a cavallo.
Una mappa Telecom delle aree locali della Lombardia.
Poi verificate di avere un contratto "categoria B o C singolo": lo trovate scritto sulla vostra bolletta. I telefoni con contratto "categoria A" (quelli degli uffici) e quelli con il "contratto a basso traffico" non possono beneficiare di questi sconti (a meno che siano a nome di istituti scolastici).
Se tutto è in ordine, chiamate il 188 e chiedete l'indirizzo del vostro centro Telecom di zona. Mandategli una lettera o un fax di richiesta del servizio che fa al caso vostro, indicando il vostro codice fiscale, il numero di telefono dal quale vi collegate e il numero di telefono che componete per accedere al vostro fornitore d'accesso Internet. La vostra bolletta si alleggerirà dal mese successivo.
Se usate un operatore telefonico diverso da Telecom Italia, chiamate il relativo servizio clienti e chiedete le stesse delucidazioni; tuttavia, siccome ogni operatore telefonico usa terminologie diverse, non parlate di aree locali: chiedete semplicemente quanto costa telefonare dal vostro numero al numero di telefono del vostro fornitore d'accesso Internet.
Con l'attuale giungla di tariffe, è anche possibile che un fornitore d'accesso sia conveniente per voi anche se il suo numero è di un'altra città.
Fra l'altro, molti operatori propongono offerte combinate "telefono più Internet", con sconti speciali per chi accede a Internet: fatevi mandare il dépliant o il CD informativo con le condizioni tariffarie. Spesso è conveniente avere lo stesso fornitore per le telefonate normali e per l'accesso a Internet e si ha una bolletta in meno da gestire e ricordarsi di pagare.
Potrebbe balenarvi l'idea di usare il telefonino per collegarvi a Internet, in modo da lasciare libero il telefono di casa o d'ufficio e non gravare sulla bolletta altrui. Scordatevelo!
Tanto per cominciare, la velocità di collegamento offerta dai normali telefonini GSM è quasi sei volte minore di quella possibile con una normale linea telefonica (per gli amanti delle cifre, 9.600 bit per secondo contro 56.000 nelle migliori condizioni di entrambi). Questo significa che scambiare la stessa quantità di dati col telefonino richiederà un tempo circa sei volte maggiore. Lascio a voi fare i conti sui costi.
A queste velocità di trasmissione, anche le migliori offerte degli operatori cellulari (100 lire al minuto e anche meno) sono insostenibili. L'unico caso in cui il telefonino è utile è quando non c'è altra scelta: siete in viaggio o in un posto dove non c'è una linea telefonica utilizzabile. Se come me viaggiate molto in Europa, dove ogni paese ha prese telefoniche diverse, fateci un pensierino.
Non ho finito. Trasmettere dati tramite il cellulare richiede di solito un supplemento di canone e un accessorio apposito, fatto su misura per ciascun modello di telefonino, che costa svariati centoni. Alcuni modelli più sofisticati hanno l'accessorio integrato direttamente nel telefonino, ma purtroppo anche il prezzo dell'accessorio è integrato in quello del cellulare. Alla fine l'esborso non cambia.
Tutto questo però potrebbe cambiare radicalmente a breve. A ottobre del 1999, l'operatore telefonico GSM Orange ha lanciato in Inghilterra il servizio High-Speed Circuit-Switched Data (HSCSD), che consente la trasmissione dati da appositi telefonini a 28.000 bit per secondo. Questo salto di qualità non indifferente porta i cellulari vicini alla competizione con la linea telefonica fissa.
Nel frattempo si avvicina l'introduzione del livello successivo, il GPRS (GSM Packet Radio System), che promette 171.200 bit per secondo: si parla del 2000 per il lancio commerciale e si prevede che entro tre anni saranno in vendita cellulari in grado di raggiungere circa 2 milioni di bit per secondo. Tutto dipende da quali tariffe verranno applicate, ma è possibile che diventi più conveniente collegarsi a Internet dal telefonino che dalla rete fissa.
Il mio consiglio, se state per comperare un cellulare, è di non lasciarvi sedurre dalla possibilità di usarlo per Internet (con o senza la tanto sbandierata funzione WAP descritta in seguito): è un optional che pagate e che continuerete a pagare se avrete la sventura di usarlo. Aspettate l'uscita dei cellulari abilitati al servizio GPRS e che gli operatori telefonici attivino il servizio.
L'unica eccezione che mi sento di poter proporre è l'uso del cellulare per scambiare e-mail, a patto di accettare limiti di lunghezza dei messaggi e costi che possono salire molto rapidamente. Ma di questo parlo tra un attimo a proposito dell'account.
Riassumendo:
Passiamo al secondo ingrediente: l'account. Perdonatemi se uso questo termine inglese, ma non esiste una parola italiana che renda concisamente e con precisione lo stesso concetto. L'account è in sostanza un contratto fra voi e un fornitore di accesso a Internet, in base al quale vi viene dato un codice di accesso ai computer del fornitore (che sono permanentemente collegati a Internet) per usarli come punto di accesso alla Rete e come deposito per le informazioni che volete pubblicare. L'account vi fornisce anche di un indirizzo di e-mail. In cambio dovete attenervi a una serie di regole di comportamento e (quasi sempre) pagare un canone.
Quanto costa un account? In generale, c'è una differenza di costo notevole fra account per uso privato e per uso professionale. Questi ultimi costano di più e in teoria dovrebbero offrire un'assistenza migliore, anche se non sempre è così. Se siete studenti, è possibile che alcuni fornitori d'accesso vi offrano uno sconto particolare.
Il canone, se c'è, è fisso e forfetario, cioè indipendente dal consumo, ed ammonta a venti-trentamila lire al mese. Se l'accesso avviene tramite linee veloci (per esempio ISDN), costa qualcosa in più. Alcuni account più a buon mercato prevedono un limite di tempo giornaliero per evitare che intasiate le linee di accesso del fornitore, oppure hanno una tariffa oraria in aggiunta al canone mensile.
Se usate un operatore alternativo a Telecom per le normali telefonate, può darsi che offra qualche formula per includere anche un account Internet nel servizio senza costi aggiuntivi.
Anche alcuni operatori cellulari offrono account gratuiti o quasi insieme all'attivazione del telefonino. In genere questi account non funzionano sulla rete telefonica fissa ma soltanto su quella cellulare e quindi ci si deve collegare usando il telefonino. Di conseguenza, come dicevo, i costi di trasmissione sono alti e ne vale la pena soltanto se siete disperati.
L'unico caso che merita un certo interesse è quello dei cosiddetti SMS gateway (si pronuncia "es em es gheit-uei"), offerti per esempio da TIM (maggiori informazioni su Internet all'indirizzo http://www.servizi.tim.it). Senza alcuna spesa di canone o di attivazione potete scambiare messaggi (e-mail) con qualsiasi utente di Internet direttamente dal telefonino GSM, senza aver bisogno del computer e senza costosi accessori: basta che il vostro telefonino sia in grado di mandare i messaggi brevi di testo, chiamati anche SMS o short message (pronunciato "sciòrt méssag" con la G di giostra).
Non dico che sia facile comporre un messaggio di testo usando la tastiera di un normale telefonino, ma poter ricevere la posta di Internet sul cellulare, dovunque siete e senza troppe complicazioni, è senz'altro utile. C'è il neo dei costi, che sono intorno alle trecento lire a messaggio mandato o ricevuto, ma sono accettabili per un uso occasionale: in fin dei conti, ventimila lire al mese di canone Internet risparmiate equivalgono a una sessantina di messaggi.
Ci sono anche fornitori d'accesso che offrono account completamente gratuiti senza abbinarli a servizi di telefonia o altro: con loro si paga esclusivamente la telefonata per raggiungere i loro computer. Sono rimbecilliti a regalare il loro unico prodotto? No, tutt'altro: il loro guadagno sta nella telefonata. Una parte della normale tariffa che pagate al vostro operatore telefonico viene infatti girata al fornitore d'accesso. Di questo fenomeno emergente parlerò in dettaglio fra un istante.
Comunque mi raccomando: non fatene soltanto una questione di prezzo. In genere basso costo significa scarsa qualità globale del servizio, e vale la pena spendere qualcosina in più per viaggiare meglio. Cosa più importante, scegliete un fornitore d'accesso magari più caro ma che abbia un numero d'accesso (chiamato anche POP) nella vostra stessa località: il risparmio sulla bolletta telefonica è notevolissimo e può compensare ampiamente un canone più alto.
Se scegliete un piccolo fornitore d'accesso locale, avrete sicuramente un servizio più personalizzato ma probabilmente più "rustico": le piccole aziende non hanno le risorse economiche di quelle grandi, e spesso si sente, anche se la situazione sta migliorando.
Scegliendo un fornitore d'accesso a livello nazionale, per contro, avrete in genere navigazioni più veloci, ma vi scontrerete giocoforza con un'assistenza impersonale che renderà più difficile risolvere i vostri inevitabili problemi di collegamento. In altre parole, la soluzione ideale non c'è.
È probabilissimo che siate un po' titubanti all'idea di scucire qualche biglietto da centomila per abbonarvi a un servizio che non avete ancora provato. E se poi Internet fosse una pizza?
A parte qualche prova che potete scroccare ad un vostro amico o collega, potreste vedere se dalle vostre parti c'è un Internet café, cioè un locale (un bar o simili) che mette a disposizione dei clienti uno o più computer collegati alla Rete. Di solito con dieci-dodicimila lire potete fare un'ora di navigazione e cominciare a "prenderci la mano".
Niente amici disponibili e niente Internet café dalle vostre parti? Allora tentate con un account gratuito: potrete provare Internet senza impegno da parte vostra.
Anche in Italia, sulle orme del successo in Inghilterra, stanno prendendo piede i fornitori d'accesso a canone zero, come Tiscalinet (http://www.tiscalinet.it) e Libero (http://www.libero.it). A prima vista sembrerebbe stupido pagare per quello che si può avere gratis, per cui in teoria i fornitori che chiedono un canone dovrebbero subire una fuga in massa dei loro clienti. Ma questo non succede. Come mai?
Il problema sta nel modello commerciale dei fornitori a canone zero, che è contrario agli interessi dell'utente. Sì, avete letto bene: contrario. Ma come può essere contro il vostro interesse ricevere un servizio senza pagare un canone?
Pensateci un momento. Questi fornitori guadagnano sulla telefonata che fate per collegarvi a Internet. In altre parole, è nel loro interesse tenervi al telefono il più a lungo possibile. Non hanno nessun incentivo a fornirvi un servizio veloce, cosa che invece hanno i fornitori che si sostengono con il canone. Questi ultimi ci tengono a servirvi il più in fretta possibile, così vi scollegherete presto e lascerete posto per un altro utente.
Non sto malignando: guardo all'esperienza di chi queste cose le ha già fatte. Freeserve, il primo servizio inglese a canone zero, è il primo fornitore d'accesso del Regno Unito e ha il più alto tasso di crescita, ma gli utenti si lamentano sempre più del fatto che dopo il periodo iniziale, quando gli utenti erano ancora pochi, le velocità di accesso sono diventate modeste e nelle ore di punta è del tutto impossibile collegarsi a causa del sovraffollamento.
Non è finita: se sfogliate attentamente i contratti dei fornitori d'accesso "gratuiti", noterete che ci sono clausole al limite del vessatorio. Spesso dovete accettare di ricevere posta pubblicitaria, e fin lì pazienza; a volte però siete obbligati a visitare i "siti consigliati" almeno una volta ogni mese o giù di lì, pena l'annullamento dell'account, e dovete accettare che il fornitore analizzi le vostre abitudini di navigazione (insomma, prenda nota di tutto quello che guardate sulla Rete) e le usi per compilare statistiche da rivendere alle aziende.
In più spesso il CD omaggio che vi viene inviato e che contiene i programmi per usare il servizio Internet a canone zero vi obbliga a installare programmi specifici che possono fare a pugni con il vostro computer. Dal punto di vista della sicurezza informatica, questo obbligo apre una falla formato Titanic.
A me tutto questo dà l'impressione della fregatura, ma non tutti sono della mia opinione. Se avere qualcuno che vi spia in continuazione e vi bombarda di pubblicità non vi dà fastidio e siete disposti a farlo pur di risparmiare ventimila lire al mese, accomodatevi. Io per il momento me ne sto con il mio fornitore "tradizionale", che mi chiederà pure un canone, ma perlomeno non rompe l'anima.
Ma non tutto il male vien per nuocere. Un account gratuito è un ottimo account di riserva, da usare quando il vostro fornitore abituale va in sovraccarico o non funziona del tutto: capita, capita. Per cui il mio consiglio è di attivarne uno, quello meno vessatorio (da scoprire leggendo bene ciascun contratto), e tenerlo di scorta per i momenti di crisi. Se poi non lo usate, la cosa peggiore che vi può capitare è che venga disattivato; nel qual caso ne riattivate un altro. Nessun contratto lo vieta, per cui perché non dovremmo batterli al loro gioco?
Molti fornitori allettano i potenziali clienti con degli extra rispetto all'accesso a Internet nudo e crudo. Spesso è possibile attivare più di una casella postale elettronica con un solo account: in questo modo ciascun membro della famiglia, per esempio, può avere un proprio indirizzo di e-mail personale e gestirsi privatamente la propria posta elettronica.
Un altro servizio molto interessante è la disponibilità di spazio Web, ossia di pagine in cui scrivere o pubblicare quello che volete, in modo che sia visibile da tutta Internet ventiquattr'ore su ventiquattro.
Nessuno di questi optional è vitale, ma può capitare di averne bisogno. A parità di costi, è meglio averli di riserva piuttosto che non averli, ma non è il caso di cambiare fornitore solo perché non li offre: su Internet ci sono molte alternative gratuite che vedremo nei prossimi capitoli.
Fra i vari ingredienti necessari, i componenti elettronici, chiamati collettivamente hardware (si pronuncia "hàrd-uér"), sono senz'altro quelli più costosi. La cifra esatta da spendere dipende da cosa volete usare per collegarvi a Internet.
Come dicevo nel Capitolo 1, il personal computer rimane tuttora lo strumento principe per accedere a Internet, anche se non detiene più il monopolio: ci sono già sul mercato alcuni apparecchi alternativi e all'orizzonte se ne stanno affacciando molti altri.
In altre parole bisogna smentire un luogo comune: ormai collegarsi a Internet non richiede più obbligatoriamente un computer. Se il computer non l'avete ancora, non è indispensabile comperarlo se l'unico scopo del vostro acquisto è usare la Rete. Anzi, se siete digiuni d'informatica, vi troverete senz'altro meglio con uno degli apparecchi alternativi che descriverò nelle prossime pagine.
Qualunque sia l'apparecchio che userete per collegarvi a Internet, assicuratevi che non vi obblighi a leggere e scrivere i messaggi mentre siete collegati telefonicamente, altrimenti spenderete una cifra assurda di telefono. Un buon apparecchio deve permettervi di preparare prima i messaggi e poi collegarvi a Internet soltanto per il tempo necessario a spedirli in rapida successione.
Se comunque dovete acquistare un computer per altri motivi, tanto vale che lo usiate anche per Internet. Andate tranquilli: nessuno dei computer oggi in vendita è incompatibile con la Rete, e non è necessario comperare il modello più potente. Anche il modello più scalcinato del catalogo è sovradimensionato per questo tipo di utilizzo.
Se invece già disponete di un computer e lo sapete usare, adoperatelo senza esitazioni anche per Internet: la spesa per adattarlo è minima e spesso è addirittura zero, visto che i computer da qualche tempo a questa parte integrano già tutto il necessario per accedere alla Rete.
Esaminiamo per primo il caso più frequente, cioè l'uso del computer come strumento per accedere a Internet. Poi vedremo insieme quali sono le alternative.
Ecco una lista breve dei componenti indispensabili di cui il vostro computer deve essere dotato per potersi collegare a Internet:
Breve davvero, non vi pare?
Noterete che nella lista non ho citato processori ultramoderni, dischi rigidi supercapienti, RAM a badilate e tutte le altre cose che trovate come dotazione standard nei computer nuovi attualmente in vendita.
Questo infatti è uno dei segreti di Internet, che i negozianti non ci tengono a far sapere in giro: qualsiasi computer può essere collegato a Internet, purché sia collegabile a una presa telefonica.
Quindi se avete un vecchio catafalco che fa il suo dovere ma ha parecchi anni sulle spalle, non sentitevi in obbligo di buttarlo via soltanto per poter accedere a Internet. Naturalmente, più elevate sono le prestazioni del vostro computer, più ricca sarà la vostra interazione con Internet, ma se sapete accontentarvi potete sfruttare gran parte dei servizi più utili della Rete anche con un PC di quinta mano.
Certamente: ve lo posso assicurare perché è quello che faccio io quotidianamente. Le parole che leggete e le navigazioni che vi presento qui sono state create tutte su un computer portatile.
Ma cosa sarà mai questo magico aggeggio che dona nuova vita ai vecchi computer e li porta nel mondo del terzo millennio?
Per farla breve, è un apparecchio che consente di trasmettere dati attraverso una normale linea telefonica e permette quindi al vostro computer di comunicare con quelli del fornitore d'accesso e da lì con tutta Internet.
Tutti i moderni computer hanno già un modem integrato, ma se il vostro non ce l'ha lo potete senz'altro aggiungere. La spesa è modesta (mai oltre le duecentomila lire) e potete scegliere fra modem interni (da installare all'interno del computer) ed esterni (da attaccare al computer tramite un cavo apposito, chiamato cavo seriale) e fra varie categorie di prestazioni.
La prestazione più importante per un modem è la velocità con la quale manda e riceve i dati. Più è veloce e meglio è. Le velocità dei modem si misurano in bit per secondo (bps), e quella normale è di 56.000 bps. Può sembrare una velocità pazzesca, dato che significa circa seimila caratteri, cioè cinque pagine di testo, al secondo; in realtà, però, è un valore massimo teorico che difficilmente si raggiunge e che comunque è modesto per molte delle cose che si possono fare con Internet.
Non accettate modem la cui velocità massima sia inferiore a 33.600 bps: quello che risparmiate nell'acquisto lo spenderete in telefonate più lunghe per collegarvi a Internet.
Attenzione alla scelta del modem: non tutti quelli che raggiungono la velocità di 56.000 bps seguono lo standard denominato V.90, che è quello universalmente adottato dai fornitori d'accesso a Internet. Soprattutto nell'usato e presso rivenditori poco corretti è facile trovare modelli che raggiungono sì questa velocità, ma lo fanno adottando dei pseudostandard obsoleti. Pretendete solo modem conformi allo standard V.90 o che possano essere aggiornati in tal senso mediante un apposito programma gratuito.
Un modem interno, visibile sul retro di un computer.
Un modem esterno.
Se usate una linea telefonica ISDN, al posto del modem vi serve una scheda di comunicazione ISDN, che raggiunge la velocità di 64.000 o 128.000 bps: se ambite a questi gioielli, preparatevi a scucire una cifra un po' più consistente (intorno alle tre-quattrocentomila lire).
Se intendete collegarvi con un computer portatile o con un'agendina elettronica e ci tenete alla miniaturizzazione, vorrete un modem PC Card: vi toccherà aggiungere almeno un biglietto da centomila al costo di un modem esterno di pari prestazioni.
Un modem miniaturizzato PC Card.
Se infine volete collegarvi a Internet tramite un cellulare GSM, il modem viene sostituito da un accessorio che si chiama data card (dalle quattrocentomila lire in su) o da un telefonino che include le funzioni di trasmissione dati (dalle seicentomila lire in su).
Un modem per cellulari.
Un telefonino con trasmissione dati integrata che si attacca al computer come se fosse un modem per la rete fissa.
Cercate sempre un modem omologato. Detto fra noi, anche quelli non omologati funzionano egregiamente, ma dal punto di vista legale la Telecom esige che tutti gli apparecchi che collegate alla rete telefonica, modem incluso, siano omologati. Inoltre la differenza di prezzo ormai è minima, per cui è inutile rischiare magagne con la Telecom.
Se volete godervi musica, suoni e voci via Internet, comprate una scheda audio se non è già inclusa nel vostro computer (di solito lo è); in ogni caso, se volete risparmiare, potete farne benissimo a meno. Non scucite più di cinquantamila lire, a meno che siate musicisti e vogliate usare il computer per comporre musica a livelli professionali.
Paradossalmente, conviene spendere di più per gli altoparlanti che per la scheda audio; infatti, come per l'impianto stereo di casa, le casse acustiche sono l'elemento più importante della catena sonora.
I suoni e la musica disponibili su Internet sono in genere di ottima qualità (con grande disappunto dei discografici) e anche le schede audio più economiche sono in grado di offrirne una buona riproduzione, ma se usate altoparlanti di bassa resa, il suono sarà confuso e gracchiante.
Se proprio non potete permettervi una coppia di altoparlanti, cercatevi una cuffia, che ha il vantaggio di non disturbare gli altri, specialmente durante le "navigazioni" notturne, oppure installate un commutatore per collegare al computer gli altoparlanti del vostro impianto stereo.
Dodicimila lire sono troppe? è inutile spendere di più, dato che l'uso principale di questi microfoni è trasmettere la voce via Internet: infatti potreste anche collegare un microfono professionale alla vostra scheda audio, ma la differenza non si noterebbe in Rete.
Molti computer, soprattutto quelli portatili, hanno un microfono già integrato, ma tende a captare i rumori interni del computer e quindi è comunque consigliabile sostituirlo con un modello esterno, soprattutto visto il costo irrisorio.
Un microfono per Internet.
La telecamera digitale è l'oggetto del desiderio per gli internettisti. Questo gioiello consente di riprendere immagini fisse e in movimento e di diffonderle in tempo reale in Internet.
Gli usi principali di queste telecamere sono due: creare un sito Webcam (si pronuncia "uéb-cam"), ossia un sito dove viene presentata, ad intervalli regolari, una ripresa del luogo in cui si trova la telecamera. Ci sono migliaia di siti Webcam: inquadrano spiagge, strade, uffici e, manco a dirlo, spogliarelliste, ma solo se pagate un extra.
Il secondo uso è la videoconferenza. Due o più utenti Internet, dotati di telecamera digitale, si possono parlare e vedere, come se fossero in televisione, ma con una qualità per ora modesta. Queste videoconferenze non costano di più di un normale collegamento Internet anche se gli interlocutori sono in continenti diversi: capirete quindi quanto siano interessanti per chi deve tenere contatti (di affetto e di lavoro) con persone lontane.
Una telecamera digitale.
Siete sopravvissuti all'esborso per rendere "telematico" il vostro computer? Bene, perché adesso ho delle buone notizie per voi. Una delle cose particolarmente piacevoli di Internet è che i programmi (cioè il software, pronunciato "soft-uér") per usare la Rete sono quasi sempre gratuiti o a bassissimo costo. Spesso fanno direttamente parte della dotazione standard del computer.
Non è che tutti su Internet siano cugini di Babbo Natale; in genere, chi fatica per scrivere programmi e poi li regala o svende ha fatto bene i suoi conti economici (si fa pubblicità e si crea un mercato per qualche altro servizio che invece costa caro e salato), anche se non mancano casi di altruismo genuino.
Praticamente tutti i programmi di cui parlo in questo testo sono freeware ("fri-uér"), cioè gratuiti, o al massimo seguono la formula dello shareware ("scér-uér"), vale a dire chiedono un contributo volontario.
Un programma freeware è gratuito nel senso che può essere distribuito, copiato e usato liberamente. Duplicarlo non è un atto di pirateria informatica. Tuttavia chi ha scritto il programma ne rimane il proprietario.
La formula commerciale dello shareware, invece, prevede che il programma possa essere duplicato e distribuito liberamente e provato per un periodo limitato; se siete soddisfatti, terminato il periodo di prova dovete inviare un obolo (dalle tre alle cinquantamila lire, a seconda dei casi) all'autore del programma.
A volte il programma non funziona più al termine del periodo di prova se non immettete un codice di sblocco, che vi viene dato quando pagate l'obolo; a volte invece il programma vi scoccia con dei promemoria periodici che ne impediscono l'uso agevole. Talvolta l'autore si limita a contare sulla vostra coscienza e non blocca affatto il programma anche dopo il periodo di prova.
Molti dei più bei programmi per computer reperibili su Internet seguono la filosofia dello shareware. Già vedo le espressioni truffaldine dei soliti furbi: perché dovrei pagare per qualcosa che posso avere gratis? Tanto l'autore non verrà mai a sapere che sto usando il suo programma a scrocco...
Beh, mi spiace per i furbi, ma le cose nel ciberspazio non funzionano così. Su Internet vige ancora il criterio della reciproca collaborazione; tu dai una cosa a me, io ne do una a te. Lo shareware costa pochissimo: un decimo di quello che spendereste per i programmi commerciali equivalenti.
Se tutti gli utenti di un programma lo usassero a scrocco, chi l'ha scritto non avrebbe più un ritorno economico e non scriverebbe più altri programmi né aggiornerebbe quelli che ha già distribuito. La scelta morale è comunque vostra, ma se non versate l'obolo contribuite indirettamente a rovinare la parte migliore di Internet, e grazie a voi dovremo tutti scucire un pacco di soldoni da dare alle grandi case di software.
C'è inoltre da considerare la questione legale. La pirateria informatica è una piaga di certo non soltanto italiana, anche se l'Italia ha uno dei tassi più alti in questo campo. Ci sono leggi ben precise che tutelano chi scrive programmi commerciali; essere pescati con un programma senza licenza può comportare infatti conseguenze molto serie, e lo shareware viene solitamente inquadrato nelle leggi italiane come se fosse un normale programma commerciale; di conseguenza, usarlo oltre il periodo di prova gratuita è una violazione del contratto di licenza ed è punibile legalmente.
Già che sto blaterando di cose che finiscono in ware, c'è anche il vaporware ("vépor-uér"): si usa questo termine dispregiativo (significa grosso modo "software che ha la consistenza e solidità del fumo") per indicare i programmi che le case produttrici annunciano prima ancora di averli scritti, sperando poi di riuscire a scriverli e mantenere le promesse. Windows 95 è stato uno dei casi più famosi di vaporware: sono passati mesi fra l'annuncio e l'effettiva commercializzazione.
Vale la pena di citare anche il cardware ("càrd-uér"): si tratta di programmi gratuiti, simili al freeware, con la differenza che l'autore vi chiede di mandargli una cartolina, puramente per il piacere di sapere dove va a finire il suo programma.
Ho notato che è diventato un luogo comune pensare che per accedere a Internet non solo si debba tassativamente usare un computer, ma si debba usare Windows su quel computer (Windows è quel che si chiama in gergo sistema operativo, cioè un programma che vi consente di gestire il computer e i suoi annessi e connessi). Non è assolutamente vero, anche se la Microsoft, la società che produce Windows, fa di tutto per far credere il contrario.
Il concetto fondamentale di Internet è che la Rete deve essere universale; in altre parole, deve essere possibile collegare qualsiasi apparecchio che rispetti lo standard di base di Internet, che non è certo Windows ma è una cosa chiamata TCP/IP (di cui non vi serve assolutamente sapere altro).
Per cui qualsiasi sistema operativo che rispetti lo standard TCP/IP è adatto per Internet. E di sistemi operativi di questo tipo oltre a Windows ce n'è una marea. Per i computer Macintosh c'è il MacOS, per gli Amiga c'è l'AmigaOS (che offrivano già anni fa, e su macchine ben più modeste, quello che oggi Windows annaspa a fare). Per i computer che normalmente sono dotati di Windows ci sono alternative validissime che costano molto meno di Windows (che non è gratuito, nemmeno quando lo trovate preinstallato sul computer, perché lo pagate nel prezzo d'acquisto): le più diffuse si chiamano Linux (o più propriamente GNU/Linux) e BeOS. Volendo, c'è anche il DOS, che era lo standard prima dell'arrivo di Windows.
Questi sistemi operativi alternativi non solo hanno il pregio di costare meno di Windows (alcuni addirittura sono gratuiti per davvero), ma sfruttano molto meglio le risorse dei computer e consentono anche a macchine dalle prestazioni modeste o anche primitive di accedere a Internet.
Parliamoci chiaro: Internet è nata per collegare computer e quindi è inevitabile che il computer sia lo strumento più adatto a collegarsi alla Rete. Un computer, per il fatto di essere modificabile e programmabile, ha doti di flessibilità e consente servizi aggiuntivi che le alternative difficilmente possono offrire.
Nonostante questo, ci sono molte situazioni in cui gli apparecchi alternativi al computer sono preferibili. La prima considerazione è il prezzo: un computer costa almeno un milione e mezzo, le alternative hanno prezzi nettamente inferiori.
Poi c'è la complessità: checché se ne dica, i computer sono macchine complicate che richiedono mesi e mesi di pratica per apprenderne il funzionamento, che segue regole assurdamente complicate: ditemi voi che senso ha, per esempio, che un computer che usa Windows si spenga tramite il pulsante... Avvio. Una Playstation, invece, si impara ad usare in un quarto d'ora, è immune ai virus informatici e non ci vuole un tecnico per installarla.
Infine ci sono gli ingombri: un personal computer è una presenza invadente, e se optate per un portatile la spesa raddoppia, mentre un telefonino o un'agendina elettronica si infilano in tasca e si possono portare ovunque.
Ecco allora una breve panoramica delle principali alternative al computer per accedere a Internet. Per ciascuna categoria ho indicato la sua compatibilità con le principali funzioni di Internet.
Molte delle agendine elettroniche attualmente in circolazione possono essere collegate a Internet, eventualmente con l'aiuto di qualche accessorio. Non aspettatevi però di poter navigare in Rete con la calcolatrice che fa solo le quattro operazioni: per la Rete ci vuole un modello di fascia alta, come gli organizer ("organ-àiser") di aziende come Psion, Casio o Palm/3Com.
Non sembra un computer ma lo è: un'agenda elettronica collegabile a Internet.
La spesa è quindi di quelle importanti: si parte dalle seicentomila lire, più il costo degli accessori (un modem apposito o un cavo per collegarsi al telefonino). Tuttavia, se avete già acquistato un organizer per altri motivi, spenderete senz'altro meno acquistandone gli accessori che comperando un computer.
Il pregio di questi apparecchi è che sono evidentemente trasportabilissimi e ideali per i viaggi; inoltre hanno quasi tutti una tastiera che consente di scrivere abbastanza agevolmente i messaggi. Per contro, lo schermo è piccolo e quasi sempre in bianco e nero, per cui è difficile leggere le pagine di Internet. Con poche eccezioni, le funzioni audio e video di Internet sono al di sopra delle loro capacità, quindi non potrete fare videoconferenze o ascoltare musica prelevata dalla Rete.
Internet con un'agenda elettronica |
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Senza alcun problema, finché si tratta di testo semplice |
Pagine Web |
Difficili da vedere su uno schermo piccolo e non a colori |
Newsgroup |
Impraticabili tranne sui modelli più costosi |
Prelievo di programmi |
Solo sui modelli più evoluti |
Musica e video da Internet |
Molti li possono prelevare, ma pochi li possono eseguire |
I normali telefonini GSM consentono un'interazione davvero minima con la Rete: possono scambiare messaggi, ma niente di più, salvo che li colleghiate a un personal computer o a un'agendina (e allora ricadiamo nella categoria precedente).
Internet con il normale telefonino |
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Sì, ma con difficoltà nel comporre messaggi, perché manca una vera tastiera alfabetica |
Pagine Web |
No |
Newsgroup |
No |
Prelievo di programmi |
No |
Musica e video da Internet |
No |
Attenzione però: non tutti i telefonini sono "normali". Alcuni, come il Nokia 9110, sono un ibrido di organizer e telefonino. Hanno uno schermo grafico e una tastiera con tutte le lettere dell'alfabeto. Più che telefonini, sono agende elettroniche con telefonino integrato. Con mostri del genere, che hanno pesi e costi davvero di tutto rispetto, si può usare la Rete in modo quasi completo, con tutti i pregi di mobilità dei telefonini.
Il Nokia 9110, un cellulare in grado di accedere a Internet quasi come un computer.
Internet con un supertelefonino |
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Senza alcun problema |
Pagine Web |
Sì, ma in bianco e nero e con uno schermo molto ristretto |
Newsgroup |
Sì, con qualche difficoltà |
Prelievo di programmi |
Sì |
Musica e video da Internet |
Sì |
A breve verranno introdotti dei telefonini dall'aria un po' più normale che, senza arrivare alle vette di tecnologia dei supercellulari, dispongono di un accesso limitato a Internet tramite il cosiddetto protocollo WAP, che consente loro di "riassumere" sul loro piccolissimo schermo le informazioni essenziali delle pagine di Internet.
Al momento in cui scrivo sono ancora sperimentali, ma le prime indiscrezioni suggeriscono calma e gesso: il sistema WAP è troppo restrittivo per essere considerato anche lontanamente alla pari con una vera navigazione di Internet. Non comperate un telefonino soltanto perché ha la funzione WAP.
Alcuni produttori hanno provato a dotare i telefoni di casa di un piccolo schermo a cristalli liquidi in modo da avere un piccolo personal computer integrato nel telefono. Non hanno le doti di mobilità dei cellulari o degli organizer, ma proprio perché sono fissi si possono permettere uno schermo più dignitoso e una tastiera completa con tasti adatti anche a dita non lillipuziane.
Gli unici difetti di questi apparecchi sono il prezzo (intorno al milione) e l'impossibilità di prelevare programmi dalla Rete. A parte questo, se desiderate usare Internet soltanto per scambiare messaggi e per consultare pagine informative, questi "supertelefoni" sono una soluzione accettabilissima, soprattutto considerato che utilizzando la normale rete telefonica beneficiano delle tariffe di connessione più basse oggi disponibili (le stesse che paghereste usando un computer).
Inoltre hanno l'indubbio vantaggio di fare a meno di tutte le complicazioni di manutenzione e funzionamento tipiche dei computer. Molti di questi apparecchi sono collegabili con una stampante, per cui consentono anche di tenere copia delle pagine visualizzate sullo schermo.
Un "supertelefono" per Internet collegabile alla rete telefonica fissa (http://www.smilephone.com).
Internet con un "supertelefono" fisso |
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Senza alcun problema |
Pagine Web |
Sì, ma spesso in bianco e nero |
Newsgroup |
Sì, con qualche difficoltà tramite il Web |
Prelievo di programmi |
No |
Musica e video da Internet |
Con molte limitazioni |
Ultimamente si fa un gran parlare di set top box per la TV: quella via cavo, quella via satellite, quella digitale, eccetera. Che c'entra Internet? Semplicemente, set top box significa "scatola da mettere sopra il televisore"; cosa faccia di preciso la scatola non viene specificato. Insomma, quest'espressione inglese è un termine generico per indicare un aggeggio da collegare al normale televisore per fare qualcosa. Nel nostro caso, guarda un po', questo "qualcosa" è collegarsi a Internet.
I pregi e i difetti di questi apparecchi sono praticamente gli stessi dei telefoni per rete fissa: la differenza sta nello schermo, che è quello del televisore, per cui hanno il vantaggio di offrire Internet a colori e su grande schermo. Anche i loro costi sono allineati intorno al mezzo milione.
Un set top box distribuito da Telecom Italia.
Internet con lo scatolotto per la televisione (set top box) |
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Senza alcun problema, se hanno una tastiera |
Pagine Web |
Sì, e a colori |
Newsgroup |
Sì, con qualche difficoltà |
Prelievo di programmi |
No |
Musica e video da Internet |
In quasi tutti i modelli |
Questa è probabilmente la grande novità del prossimo futuro. Quasi in ogni casa c'è una Playstation o un altro apparecchio per videogiochi, e il mercato tira, con una concorrenza agguerritissima fra le varie case produttrici. Ormai la potenza di calcolo di queste macchine è paragonabile a quella di molti personal computer: dispongono di un lettore di CD-ROM per caricare i giochi, di memorie registrabili per memorizzare le partite e di uno schermo grande e a colori (quello del televisore). In più sono facili da usare, sono enormemente più compatte di un computer e non incutono soggezione con manuali astrusi e sistemi operativi complicatissimi.
Cosa ancora più importante, costano intorno alle trecentomila lire. Basta dotarle di una tastiera e un modem e il gioco è fatto: una macchina per Internet con tutti i pregi del personal computer e nessuno dei suoi difetti (soprattutto il prezzo!).
Tutte le case produttrici sono in corsa per arrivare sul mercato con queste meraviglie: la prima a farcela è stata Sega con la sua Dreamcast, lanciata a settembre del 1999 dopo una nutrita serie di magagne tecniche. Tuttavia è previsto che anche la nuova Playstation II di Sony sia abilitata a Internet e che probabilmente anche Nintendo farà altrettanto con Dolphin e con una versione del suo famosissimo GameBoy collegabile a Internet tramite telefonino.
Se state seriamente valutando le alternative al computer, questa è a mio avviso la migliore sotto tutti i punti di vista. Se poi decidete che Internet non fa per voi, perlomeno potete usare la macchinetta per giocare!
Dreamcast di Sega, una console per videogiochi in grado di accedere a Internet.
Internet con la console per videogiochi |
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Senza alcun problema, se c'è una tastiera |
Pagine Web |
Sì, a colori e su grande schermo |
Newsgroup |
Sì, con modeste limitazioni |
Prelievo di programmi |
Sì |
Musica e video da Internet |
Sì, sia come prelievo sia come esecuzione |
La spesa per Internet non finisce certo con le voci che ho presentato nelle pagine precedenti. Ce n'è una, in particolare, che vi consiglio di affrontare anche se non ne parla mai nessuno.
Inevitabilmente, per quanto io sia un indiscusso campione della divulgazione tecnica, prima o poi le mie spiegazioni non saranno sufficienti a tirarvi fuori dai guai. Dovrete chiedere aiuto a un amico o collega che vi fornisca i programmi, vi imposti correttamente il modem e vi sistemi le altre magagne che capitano sempre quando si predispone per la prima volta una connessione Internet.
Non sentitevi umiliati; anch'io le prime volte ho dovuto ricorrere a un paio di amici per sistemare dei problemi tecnici... ma è successo molto tempo fa e quindi non lo sa nessuno. E voi non andrete certo in giro a dirlo, vero?
Mettete quindi in preventivo anche qualche lira per ripagare con una cena o un panino o un mazzo di fiori (in caso di consulenza fornita dal gentil sesso) la disponibilità di chi vi aiuterà a entrare nel ciberspazio.
Ora sapete tutto quello che vi serve per valutare se la spesa da affrontare per Internet è alla vostra portata. Se avete deciso che l'esborso è accettabile, procedete oltre. Anche in caso contrario, comunque, potete farvi una cultura della serie "impara l'arte e mettila da parte". Se anche non entrate in Internet adesso, può darsi che lo facciate in futuro o che il vostro lavoro vi imponga di farlo: in tal caso sarete pronti, soprattutto se sopravvivete al prossimo capitolo, che è una vera barba. Spiega i concetti di base del funzionamento di Internet, indispensabili per poter usare la Rete.
Un ultimo consiglio: dopo che avrete letto i capitoli dedicati ai programmi per la posta, il Web e i newsgroup, mordete il freno ancora un pochino e sorbitevi anche le parti dedicate alla privacy e alla censura prima di iniziare a collegarvi a Internet; è importante per evitare figuracce, errori e disastri che è poi difficile lasciarsi alle spalle.