Internet per Tutti - Newsletter gratuita

Raccolta degli articoli di agosto 2003

(C) 2003 Paolo Attivissimo. Distribuzione libera alle condizioni indicate presso http://www.attivissimo.net/nl/norme_distribuzione.htm.

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#2003-058 (4/8/2003). Antibufala: Nosms, Hunting for Bambi, Blair e Word, 709

Come promesso, ecco un paio di indagini antibufala fresche fresche per contrastare il caldo opprimente di questi giorni (qui a York, per fortuna, c'è un clima primaverile).

Gli SMS che vi dicono che avete vinto un premio senza aver fatto nulla, o che qualcuno vi ha mandato un "messaggio d'amore" e basta una telefonata a un numero col prefisso 899 per saperne di più, sono una truffa, caso mai non l'aveste già intuito. Il sito Nosms.com dice di affidargli il vostro numero di cellulare se non volete più ricevere SMS pubblicitari, ma fossi in voi non gli affiderei neppure un euro bucato. Tutti i dettagli sono qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/nosms/nosms.htm

La storia della "caccia alla donna nuda" di Hunting for Bambi, un'agenzia statunitense che offrirebbe "safari" in cui si sparerebbe a donne nude (con pallottole di vernice), è una burla, anzi una trovata pubblicitaria, come già sospettato a suo tempo. Questo non ha impedito ai soliti giornalisti di pubblicare i soliti scoop. L'indagine antibufala è qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/bambi/bambi.htm

Ricordate le vulnerabilità di Word che rivelavano dati personali nascosti nei documenti scritti con il programma Microsoft? Ne avevo parlato qualche tempo fa (l'articoletto è ancora disponibile qui: http://www.attivissimo.net/security/word_documents/word_documents.htm). Ora tocca a Tony Blair essere scottato da Word. Se volete giocare anche voi a scoprire i dati nascosti nei documenti Word disponibili in Rete, il kit completo è descritto in questo mio articolo su Apogeonline:

http://www.apogeonline.com/webzine/2003/07/30/01/200307300101

__Numeri 709, disabilitazione (quasi) automatica__

Ricevo da un lettore (mauriz.tan****) una segnalazione interessante a proposito dei famigerati prefissi 709, quelli usati dai programmini succhiasoldi noti anche come "dialer". Come già accennato di recente, si può chiedere la disabilitazione automatica e gratuita di questo prefisso telefonando al 187; la disabilitazione viene poi confermata da una dicitura in bolletta.

La cosa interessante è che, come nota il lettore, se avete già chiesto in passato la disabilitazione degli altri prefissi mangiaeuro (899, 166, 144), Telecom Italia vi disabilita automaticamente anche il prefisso 709, risparmiandovi la tribolazione di chiamare il 187.

Ciao da Paolo.


#2003-059 (11/8/2003). Antibufala: spinaci e raccolte di tappi

-- Antibufala: gli spinaci contengono tanto ferro. O no?

-- Antibufala: quelle raccolte di tappi per beneficenza

-- La fine arte dell'ironia, parte seconda

-- Come ti zittisco il sito

-- Chioccioline

Antibufala: gli spinaci contengono tanto ferro. O no?

Premetto che non posso essere imparziale in questa indagine: odio gli spinaci. Non li ho mai potuti soffrire, e il fatto che da bambino tutti mi ripetessero in coro "mangia gli spinaci, che contengono tanto ferro" non mi ha fatto cambiare idea. So di essere in buona compagnia, per cui confido di risparmiare infinite sofferenze alle future generazioni segnalando che la storia del "tanto ferro negli spinaci" è, sorprendentemente, una bufala, e pure scientifica.

Lo so, lo so, questa storia non circola su Internet, quindi il Servizio Antibufala non se ne dovrebbe occupare. Ma come posso resistere alla tentazione di gongolare pubblicamente nella consapevolezza che ho fatto bene a rifiutarmi di trangugiare gli spinaci? Anche perché so che la maggior parte di voi farà altrettanto...

L'intera faccenda è spiegata qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/spinaci/spinaci.htm

Antibufala: quelle raccolte di tappi per beneficenza

Mi ripromettevo da tempo di aggiornare l'indagine antibufala sulle raccolte di tappi, scontrini, stagnola di sigarette e altri oggetti strani che servirebbero ad aiutare invalidi e/o bisognosi d'ogni sorta. Finalmente l'ho fatto, ed era ora, anche perché i risultati dell'aggiornamento smentiscono quello che avevo scritto inizialmente. Alcune di queste raccolte sono infatti autentiche e documentate. Trovate tutta la storia qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/tappi/raccolte_tappi.htm

La fine arte dell'ironia, parte seconda

Ricordate la segnalazione di qualche tempo fa sulla sorpresa che si aveva digitando in Google "weapons of mass destruction" ("armi di distruzione di massa")? Molti mi hanno chiesto come sia possibile "prendere il controllo" di Google e generare un falso messaggio "impossibile trovare le armi di distruzione di massa" dal contenuto satirico. è molto semplice: non si tratta affatto di prendere il controllo di Google. Google mette al primo posto dei risultati delle sue ricerche il sito che risulta più cliccato dai suoi visitatori (visitatori di Google, intendo) per quelle specifiche parole chiave.

La pagina Web delle "armi introvabili" è semplicemente una pagina qualsiasi di Internet (http://www.coxar.pwp.blueyonder.co.uk), creata da un buontempone nonché fine umorista, per il diletto dei suoi amici. I suoi amici l'hanno segnalata ai loro amici, e così via, finché è diventata la pagina più cliccata del mondo in risposta alla ricerca delle parole "weapons of mass destruction". Quindi giustamente Google l'ha messa al primo posto dei suoi risultati. Tutto qui.

A dimostrazione di quanto sia facile ottenere risultati di questo tipo, provate a cercare in Google la frase "trombare la gnocca" e cliccare su "Mi sento fortunato": arriverete su http://www.viagrarecords.com/varie/error.asp. Va be', non è molto fine, ma il principio è lo stesso. Ringrazio collettivamente il fantastilione di lettori che mi hanno segnalato questa variante molto mediterranea della burla.

Come ti zittisco il sito

E' molto facile far sparire un sito che dice cose sgradite o scomode: basta fargli causa, anche senza un motivo valido. Il sito, soprattutto se gestito da appassionati, sarà costretto a chiudere, a prescindere dal fatto che abbia torto o meno, ma perché non può sostenere i costi di una causa legale, mentre la parte "offesa" (un'azienda di cui il sito rivela magagne, per esempio) può farlo tranquillamente. Con i tempi biblici della giustizia italiana, il giochetto può durare anni, con buona pace della cosiddetta libertà di espressione.

E' una spada di Damocle che pende sulle teste di chiunque pubblichi un sito Web che contenga materiale anche solo vagamente controverso, compreso il sottoscritto. Stavolta la spada è caduta su Peacelink.it, sito noto da tempo per la sua attività politica pacifista e (molto secondariamente) perché mi consente di appoggiarmi alle sue risorse per distribuire questa newsletter.

Del caso Peacelink ha parlato Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.asp?i=45014) di recente e anche a dicembre 2002, quando è scoppiato inizialmente il pasticcio (http://punto-informatico.it/p.asp?i=42603), ma il sugo è questo: Peacelink, a febbraio 2000, ha pubblicato (citandone la fonte originale) un "Manifesto" di un forum ambientalista tenutosi al Palazzo della Provincia di Roma nel 2000. Fra i nomi dei firmatari del "Manifesto" compariva anche quello di un consulente NATO.

Il consulente ha fatto subito causa a Peacelink chiedendo 50.000 euro di danni, sostenendo che il suo nome è stato usato nel "Manifesto" senza il suo consenso e che questa pubblicazione ha fortemente pregiudicato la sua professionalità, la sua immagine e la sua carriera perché il "Manifesto" conteneva "gravi e reiterate considerazioni nei confronti di alcune associazioni internazionali, tra cui in particolare la Nato e irragionevoli attacchi contro gli Stati Uniti".

Quali siano in realtà queste "gravi e reiterate considerazioni" sfasciacarriere val la pena di leggerlo, come si può fare usando la preziosissima Wayback Machine di Archive.org, che archivia periodicamente il contenuto di quasi tutta Internet, per leggere il "Manifesto" così com'era pubblicato, a dicembre 2002, non presso Peacelink (che da tempo ha rimosso il documento [Nota: c'è una correzione in proposito in una newsletter successiva]) ma nel sito di Rifondazione Comunista, per la precisione all'indirizzo http://www.rifondazione.it/ambiente/pdf/man_forum.PDF.

Ora il "Manifesto" è stato rimosso anche dal sito di Rifondazione, ma è appunto ancora disponibile (a riprova del fatto che il sito di Rifondazione l'aveva pubblicato) digitandone l'indirizzo nella casella delle ricerche in http://web.archive.org. Archive.org ne riporta ben tre copie tratte dal sito di Rifondazione: una del 17 luglio 2001, una del 30 dicembre 2001 e una del 15 febbraio 2002.

In altre parole, il "Manifesto" da cinquantamila euro è rimasto sul sito di Rifondazione Comunista per almeno due anni (da febbraio 2000 a febbraio 2002). Eppure il consulente Nato non ha fatto causa a Rifondazione, per quel che mi risulta; l'ha fatta a Peacelink, colpevole semplicemente di aver riportato un documento pubblicato da altri.

Il consulente NATO, fra l'altro, è andato subito per vie legali: non ha neppure pensato di contattare Peacelink e di chiedere una rettifica. Sarebbe bastato così poco. Insomma, a prescindere dal fatto che il consulente sia stato citato dal "Manifesto" a torto o a ragione, resta evidente il suo comportamento scorretto.

Ora il pasticcio è ulteriormente complicato dal giornale Libero, che il 3 agosto 2003 ha pubblicato un articolo ("Arruolato dai pacifisti, ma lui non lo sapeva") di Enrico Novi, il cui occhiello dice "Il presidente di un'associazione ambientalista trova la sua firma sotto un manifesto di Peacelink". Ma il manifesto non è "di Peacelink", e questo sarebbe evidente anche al più orbo dei giornalisti. Colpa dell'autore dell'occhiello? Improbabile, dato che l'articolo di Novi contiene anche altri strafalcioni. Peacelink ha chiesto a Libero di pubblicare una rettifica, dato che l'articolo lede la sua reputazione. Staremo a vedere.

A riprova dei tempi biblici di queste cause cui accennavo in apertura, la prossima udienza è fissata per... marzo del 2004. Nel frattempo, Peacelink.it rimane con questa minaccia da cento milioni di lire sulla testa. Più le spese legali. Che meraviglia. Viene da chiedersi cosa sia più lesivo per la carriera del consulente, il suo coinvolgimento nel "Manifesto" o la sua figuraccia di forte contro i deboli con Peacelink.

Non condivido tutte le opinioni espresse da Peacelink, e so che molti aderenti a Peacelink non condividono le mie, eppure ospitano lo stesso la mia newsletter, perché è così che si fa nel vivere civile. Segnalo le sue peripezie non perché è Peacelink, ma perché quello che le sta capitando potrebbe capitare a chiunque ed è importante che si sappia come vanno queste cose.

Che fare? Ci sono molti modi per aiutare Peacelink, sia economicamente, sia con il sostegno pratico e morale. Trovate tutti i dettagli presso http://italy.peacelink.org/emergenza/.

Chioccioline

Nuovo appello-bufala/spam: il "PayPay Residual Program". Si tratta di un e-mail che vi propone di usare il vostro conto PayPal per dare cinque dollari a uno sconosciuto ed entrare così al primo livello di una piramide di beneficiari. Stando al messaggio, bastano quei cinque dollari per farvi "inondare" di soldi da altri utenti PayPal che vogliono entrare nella piramide. La "garanzia" starebbe nel fatto che l'uso di PayPal permetterebbe di verificare che i partecipanti hanno davvero inviato e ricevuto denaro. Ovviamente non è altro che una originale variante della piramide di denaro o multilevel marketing, già descritto nell'indagine antibufala apposita (presso http://www.attivissimo.net/antibufala/mlm/mlm.htm). Grazie a Riccardo Ga***se per la segnalazione.

Un grazie particolare va ad Andrea D. di Roma, che mi ha mandato una bella "fetta di pizza" firmandosi a matita ma senza dare un indirizzo di e-mail dove contattarlo per ringraziarlo privatamente. Spero che legga questa newsletter, così saprà che il suo aiuto è arrivato.

Chi lucra sullo spam? Dietro le offerte-spam di mutui improbabili che intasano le nostre caselle di posta ci sono nomi apparentemente insospettabili di aziende di tutto rispetto. I dettagli (in inglese) sono presso http://www.msnbc.com/news/940490.asp?0dm=B214T.

Sempre a proposito di spam, la rivista Wired riferisce (http://www.wired.com/news/business/0,1367,59907-2,00.html) che un errore di un sito che vende prodotti allungapiselli pubblicizzati tramite spam ha esposto al pubblico ludibrio la lista dei clienti. Ora sappiamo che di deficienti che comprano le porcherie reclamizzate dagli spammer ce ne sono, e sono anche tanti. Lo spam funziona, insomma, a causa della stupidità della gente. In quattro settimane, la Amazing Internet ha racimolato ben seimila ordini, al prezzo di cinquanta dollari al flacone. Fra i clienti ci sono professionisti, veterinari e anche donne. Che tristezza.

A proposito di mini-sistemi operativi, ecco a voi Contiki (http://dunkels.com/adam/contiki). Include un browser, un client telnet e un server Web, e gira in 50 kilobyte di RAM. Sì, avete letto bene. Gira anche su un Commodore 64, e ne esiste anche una versione per PC.

Tempo addietro avevo fatto una facile profezia (http://www.apogeonline.com/webzine/2003/02/18/01/200302180101): il tablet PC, presentato da zio Bill come la cosa più rivoluzionaria dopo la gomma da masticare che non si attacca al lavoro del vostro dentista, venderà poco. Non perché sia un'idea stupida, ma perché si appoggia sul sistema operativo sbagliato (Windows), con tempi di avvio e restrizioni di licenza troppo penalizzanti. Adesso arriva la conferma (http://www.theinquirer.net/?article=10749): in totale, fra Europa, Medio Oriente e Africa, ne sono stati venduti meno di centomila dal lancio avvenuto nel novembre scorso.

Ciao da Paolo.


#2003-060 (12/8/2003). Difendersi dal virus (worm) MsBlast/Blaster/Lovsan

Se il vostro Windows ha improvvisamente iniziato a spegnersi da solo e riavviarsi ogni 60 secondi, con un bel conto alla rovescia sullo schermo, siete vittima del virus (più propriamente worm) Blaster, detto anche Lovsan o MsBlast. A quanto pare, la diffusione di questo nuovo "virus" sta avvenendo massicciamente in queste ore e i computer colpiti sono già oltre 60.000 secondo Symantec (http://news.bbc.co.uk/1/hi/technology/3143625.stm).

L'avviso ufficiale del CERT è disponibile presso http://www.cert.org/advisories/CA-2003-20.html.

Blaster/Lovsan/MsBlast colpisce soltanto i computer con i più recenti sistemi operativi Microsoft Windows. Secondo il bollettino Microsoft (http://microsoft.com/technet/security/bulletin/MS03-026.asp), sono vulnerabili Windows NT 4.0, Windows NT 4.0 Terminal Services Edition, Windows 2000, Windows XP,Windows Server 2003. Il bollettino Microsoft dichiara esplicitamente che Windows ME è immune a questa vulnerabilità. Non fa menzione di Windows 98, probabilmente perché Microsoft ha da poco smesso di offrire supporto tecnico per questa versione di Windows. Comunque sia, dalle segnalazioni in circolazione sembra che anche Windows 98 sia immune (meraviglie del progresso). Gli altri sistemi operativi, come Linux e Mac, ne sono immuni.

Va chiarito che, a differenza di quasi tutti i virus più comuni, Blaster/Lovsan/MsBlast non si propaga tramite e-mail: le macchine infette tentano direttamente e a casaccio di infettare le altre macchine che trovano su Internet.

La vulnerabilità che consente a Blaster/Lovsan/MsBlast di agire è descritta da Microsoft presso http://support.microsoft.com/?kbid=823980, dove trovate anche le patch di correzione, disponibili da parecchio tempo, per Windows XP (Home e Pro), Windows Server 2003, Windows NT 4.0 e Windows 2000.

Un altro sintomo dell'infezione di Blaster/Lovsan/MsBlast è la presenza di un file di nome "msblast.exe" nella directory "system32" di Windows. Le soluzioni per rimuoverlo in caso di infezione sono descritte da Trend Micro presso

http://www.trendmicro.com/vinfo/virusencyclo/default5.asp?VName=WORM_MSBLAST.A

Un altro strumento di rimozione è disponibile presso Symantec:

http://securityresponse.symantec.com/avcenter/venc/data/w32.blaster.worm.html

L'analisi di McAfee è disponibile presso:

http://us.mcafee.com/virusInfo/default.asp?id=description&virus_k=100547

Blaster/Lovsan/MsBlast è degno di nota per varie ragioni. La prima è che il suo scopo non è danneggiare le macchine infette (a parte paralizzarle con continui riavvii), ma rendere inaccessibile il sito windowsupdate.com di Microsoft, utilizzato dagli utenti Windows per scaricare i continui aggiornamenti del loro sistema operativo. L'attacco a windowsupdate.com viene realizzato coordinando le macchine infette in modo che tentino tutte di inviare dati appunto a Windowsupdate.com, intasando pertanto il sito.

Il primo attacco coordinato è previsto, stando alle istruzioni contenute nel worm, per il 16 di questo mese, e si ripeterà nei mesi successivi. Pertanto, se gli utenti Windows non ripuliscono le proprie macchine, zio Bill si troverà nelle peste.

La seconda ragione è che questa vulnerabilità è sì un sintomo dello scarso controllo di qualità del software Microsoft, ma è soprattutto un sintomo dell'incompetenza, incoscienza e impreparazione degli utenti a ogni livello, compreso quello professionale. La vulnerabilità è infatti nota dal 16 luglio 2003 e tutte le società specializzate in sicurezza e persino molti governi, compresi quello statunitense, hanno emesso bollettini appositi per avvisare dell'esistenza della falla e della assoluta necessità di chiuderla. In altre parole, si sapeva che questo attacco sarebbe arrivato, e sarebbe arrivato anche presto; l'allarme è stato pubblicizzato ai massimi livelli. Il fatto che il worm si stia diffondendo così allegramente dimostra che una bella fetta di utenti se ne è strafregata e non ha scaricato e installato gli aggiornamenti gratuiti.

La terza ragione è che questo attacco sfrutta delle porte di Windows che sono accessibili da Internet soltanto se il computer è privo di firewall. Anche se non installate gli aggiornamenti di correzione Microsoft, se avete un firewall siete immuni. Soltanto gli utenti Windows che non hanno aggiornato il proprio software e oltretutto non usano un firewall sono colpiti da Blaster/Lovsan/MsBlast.

Sono anni, per non dire decenni, che io e tanti altri ben più autorevoli di me ci sgoliamo a raccomandare di installare un firewall (ad esempio Zone Alarm, http://www.zonelabs.com) su qualsiasi PC connesso a Internet, e che esporre a Internet una macchina Windows è rischioso, ma farlo senza neppure la protezione di un firewall decente è semplicemente stupido e da incoscienti. Per farla breve: questo attacco ha successo per colpa degli utenti più che per colpa di Microsoft. Chi è infetto se l'è cercata; ora non venga a piangere da me.

Ciao da Paolo.


#2003-061 (18/8/2003). MsBlast, blackout, Echelon, rospi, pacchi e chioccioline

-- I postumi di MsBlast

-- Il blackout visto dallo spazio

-- Una visitina a Echelon

-- Antibufala: il rospo nell'insalata

-- Antibufala: il pacco in buone mani

__I postumi di MsBlast__

Allora, siete sopravvissuti all'ennesimo virus/worm di Windows? Msblast è riuscito a infettare circa 300.000 computer, secondo i dati della BBC (http://news.bbc.co.uk/1/hi/technology/3154117.stm, http://news.bbc.co.uk/1/hi/technology/3147147.stm), colpendo non solo gli utenti privati ma anche società che dovrebbero essere un pò più accorte, come la Federal Reserve Bank of Atlanta, gli uffici governativi di Hong Kong, il provider Internet svedese TeliaSonera e la BMW, pur essendo stato scritto in modo talmente dilettantesco che l'attacco contro il sito Windows Update che doveva sferrare il 16 agosto è fallito miseramente.

Tuttavia il problema (non per Microsoft, ma per gli utenti) si ripresenterà nei mesi a venire, dato che il virus continuerà a circolare per un bel pezzo. Inoltre stanno cominciando a circolarne delle varianti, come segnalato da Trend Micro (http://de.trendmicro-europe.com/enterprise/security_info/ve_detail.php?id=55745&VName=WORM_MSBLAST.D&VSect=T), che depositano file con nomi diversi dall'ormai tristemente celebre "msblast.exe".

Rimane, pertanto, la raccomandazione di sempre: se usate Windows XP o le altre versioni di Windows vulnerabili a questo attacco, usate assolutamente la funzione Windows Update per aggiornare il vostro sistema; usate un antivirus e tenetelo costantemente aggiornato; installate un firewall almeno su ogni computer che si affaccia a Internet.

Già che sono in vena di raccomandazioni, per l'amor del cielo non abboccate agli inevitabili e-mail che circoleranno nei prossimi giorni e che dicono di provenire da Microsoft, offrendo un allegato che risolve il problema di Blaster. Sono, manco a dirlo, tentativi di infettarvi ancora di più. Microsoft non invia MAI "programmi di correzione" o patch via e-mail ai propri utenti. Fate come vi dice mamma Microsoft e scaricate gli aggiornamenti esclusivamente dal sito ufficiale di Microsoft.

Per complicare ulteriormente l'allegro quadretto (con contorno di utenti Mac e Linux che se la spassano tranquilli intanto che gli altri tapini annaspano), giunge ora la segnalazione (http://vil.nai.com/vil/content/v_100559.htm) di un "virus buono", che sfrutta la stessa vulnerabilità di Windows impiegata da Blaster ma lo fa a scopo benefico, ripulendo la macchina infetta e scaricando automaticamente la patch di correzione originale di Microsoft.

Un'altra cosa. Molti di voi mi hanno chiesto assistenza tecnica per debellare questo virus. Purtroppo mi tocca ripetere la spiegazione di sempre: mi spiace, ma non posso farla. Prima di tutto perché voi siete tanti e io sono uno solo, e in secondo luogo perché per queste cose c'è gente ben più qualificata di me: l'assistenza tecnica del produttore del vostro computer e/o di Microsoft. Se usate legalmente Windows, avete il diritto di beneficiare di questa assistenza, dato che avete pagato la licenza che la include. In terzo luogo, non vedo perché io dovrei fare un favore a una società commerciale (in questo caso Microsoft, ma sarebbe lo stesso per qualsiasi altra società) facendo assistenza gratuita ai suoi utenti. Microsoft ha creato il prodotto difettoso, e i suoi clienti hanno pure pagato per averlo; spetta quindi a Microsoft tirar fuori dalle peste i propri clienti. Se vi si scassasse il televisore nuovo di zecca, andreste furibondi dal rivenditore a chiedergli di aggiustarlo in garanzia, oppure chiedereste a un amico di ripararvelo gratis? Appunto.

Dopo questa ennesima dimostrazione della tragica vulnerabilità del software Microsoft (quello nuovo, quello che doveva essere il risultato della direttiva "sicurezza innanzi tutto" data da zio Bill in persona), sarebbe forse il caso di farsi un esame di coscienza e valutare le soluzioni alternative. Linux, ad esempio. O preferite aspettare il prossimo virus?

__Il blackout visto dallo spazio__

Due belle foto da satellite prima e dopo il blackout statunitense ne rivelano l'impressionante effetto ed estensione:

http://www.noaanews.noaa.gov/nightlights/blackout081403-20hrsbefore-text.jpg

http://www.noaanews.noaa.gov/nightlights/blackout081503-7hrsafter-text.jpg

__Una visitina a Echelon__

Un paio di giorni fa ho fatto un saltino a visitare la stazione Echelon di Menwith Hill, che è (per pura coincidenza, giuro) a un'oretta di strada da casa mia in Inghilterra:

http://www.attivissimo.net/security/echelon/2003-08-16_menwith_hill.jpg

Se vi interessa, ecco la mappa della BBC dei siti di Echelon:

http://www.attivissimo.net/security/echelon/echelon_station_map_bbc_2001.gif

Ed ecco il rapporto dell'europarlamento sulle capacità di Echelon e in particolare di Menwith Hill:

http://www.attivissimo.net/security/echelon/echelon-europarliament-report.htm

__Antibufala: il rospo nel sacchetto di insalata__

A riprova che l'insalata confezionata è davvero fresca, il sacchetto contiene addirittura un rospo ancora vivo! L'indagine su questa probabile bufala è a vostra disposizione presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/insalata_rospo/rospo_fresco.htm

__Antibufala: "Il vostro pacco è in buone mani"__

La curiosa pubblicità di una società di trasporti, con un "pacco" di genere un pò inconsueto, è una probabile burla. L'indagine è qui:

http://www.attivissimo.net/antibufala/pacco/pacco.htm

__Chioccioline__

Per la serie "giochiamo con Google", dopo la ricerca delle armi di distruzione di massa e i problemi di tromba, tocca a una trovata simpatica segnalatami da un lettore (pedro): andate a Google.it e scrivete "come diventare plurimiliardario". Poi cliccate sul pulsante "Mi sento fortunato". "Google" comincerà a comportarsi in modo davvero strano. Se cliccate ancora sul pulsante "Mi sento fortunato", tutto diverrà ancora più strano. A voi svelare il trucco.

Per la serie "il mondo è finito a maggio ma ero troppo indaffarato per accorgermene", mi duole constatare (grazie alla solerte segnalazione di bosellim****a) che il mitico Pasquale Borriello, intrepido sostenitore della tesi catastrofica del Decimo Pianeta (descritta dal Servizio Antibufala presso http://www.attivissimo.net/antibufala/decimo_pianeta/decimo_pianeta.htm) secondo la quale appunto il mondo sarebbe finito a maggio 2003 a causa dell'arrivo improvviso di un nuovo pianeta, ha fatto le valigie in disgrazia, disertando il suo sito (http://ildecimopianeta.com) senza neppure una parola di scuse per il procurato allarme e piantandovi una solitaria bandiera della pace. Forse sarebbe stata più consona la bandiera bianca, ma lasciamo stare.

Spinaci e scienziati. Ricevo da Markus S****er un aggiornamento interessante a proposito del mito degli spinaci che conterrebbero tanto ferro (http://www.attivissimo.net/antibufala/spinaci/spinaci.htm). Pare che il signor Wolfe non c'entri nulla, ma che il vero nome del pasticcione sia Gustav von Bunge, fisiologo svizzero. Anzi, in realtà non è neppure colpa sua, ma dei maldestri che non si sono resi conto che von Bunge aveva misurato il ferro negli spinaci secchi, mentre la verdura fresca è per il 90% acqua. Nessun errore di calcolo, dunque. Trovate i dettagli nell'indagine antibufala sul mio sito.

Ancora su Amina, la nigeriana condannata alla lapidazione. L'appello che circola, e che annuncia che Amina è già stata condannata, è falso: la smentita è di Amnesty International (http://www.amnesty.it/primopiano/nigeria/nigeria.php3). L'udienza di appello è fissata per il 27 agosto 2003. Come dice Amnesty, "Amnesty International continua a ricevere quesiti che falsamente annunciano l’imminente esecuzione di Amina Lawal – prima del 27 agosto o in quella stessa data – e citano Amnesty International come fonte. Nessuna esecuzione della sentenza è in programma prima di o in quella stessa data." L'indagine antibufala aggiornata è presso http://www.attivissimo.net/antibufala/amina/amina_lawal.htm. Grazie ad antipalladium, del forum Rai "Internet per tutti", per la segnalazione.

Un "grazie" veramente speciale va a Leobaldo Casa****, dalla Germania, che ha offerto una donazione davvero generosa a sostegno di questa newsletter per mantenerla libera e gratuita. Vielen Dank!!

Ciao da Paolo.


#2003-062 (22/8/2003). Ancora virus, ancora falle da turare

-- Ancora virus, ancora falle da turare
-- Il pasticciaccio SCO sempre più patetico
-- Correzioni su Peacelink e "Come ti zittisco il sito"
-- Antibufala: il "pacco" non è una bufala
-- Antibufala quiz: quella foto sulla Luna

__Ancora virus, ancora falle da turare__

Non è ancora del tutto passata la bufera di Msblast che già arrivano altri virus: stavolta è il turno di una variante di un vecchio virus di nome Sobig.F, che ha già infettato almeno un milione di utenti e si è guadagnato la palma di virus più rapidamente diffuso della storia (http://www.theregister.co.uk/content/56/32443.html). I dettagli tecnici sono presso http://www.sophos.com/virusinfo/articles/sobigf.html. Come al solito, colpisce soltanto gli utenti Windows, e soltanto quelli fra loro che sono così incauti da aprire gli allegati senza controllarli con un antivirus aggiornato. Gli anni passano, l'incoscienza e l'impreparazione rimangono.

Nel frattempo, Microsoft ha annunciato l'ennesima falla critica in Internet Explorer (il che rende davvero tragicomica la scusa di molte banche italiane, i cui siti Internet funzionano soltanto con Internet Explorer "per motivi di sicurezza"). Il bollettino Microsoft è presso http://www.microsoft.com/technet/treeview/default.asp?url=/technet/security/bulletin/MS03-032.asp. La sostanza è che questa falla consente di devastare il PC della vittima e fargli fare quello che vuole l'aggressore semplicemente mandando alla vittima un e-mail HTML appositamente confezionato oppure inducendolo (con le solite tecniche psicologiche a base di donne nude e suonerie gratis) a visitare un sito Web.

Gli utenti Windows sono pertanto invitati a scaricare l'ennesima patch (http://www.microsoft.com/windows/ie/downloads/critical/822925/default.asp) che corregge questa falla e tutte le precedenti.

Visto il pasticciaccio, non sorprende che Microsoft stia ventilando (di nuovo) l'ipotesi di rendere obbligatori gli aggiornamenti nella prossima versione di Windows, denominata temporaneamente Longhorn (http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/articles/A11579-2003Aug18.html). E' evidente, a questo punto, che l'utente Windows medio è un pericolo non solo per se stesso, ma anche per gli altri: non conosce i fondamenti della sicurezza informatica e non li vuole conoscere; quando viene avvisato, non ascolta gli avvisi. Pretende di guidare l'auto senza fare la patente e senza neppure informarsi su come funziona la rete stradale.

Per quanto possa essere sgradevole l'idea che qualcuno decida arbitrariamente di aggiornare il nostro computer, così come stanno le cose non me la sento di criticare più di tanto la proposta. L'unico problema è che cosa succede se, come è già capitato, l'aggiornamento obbligatorio rende inservibile il computer. Chi paga? E soprattutto, chi rimette a posto i cocci?

Insomma, se non vi piace l'idea che zio Bill possa entrarvi nel PC quando gli pare, ora avete un motivo in più per abbandonare Windows.

__Il pasticciaccio SCO sempre più patetico__

Come ricorderete, SCO ha fatto notizia dichiarando che Linux contiene codice rubato dal loro Unix. Stando a Chris Sontag, Senior Vice President di SCO, ci sono "milioni di righe di codice" (http://www.eweek.com/article2/0,3959,1224877,00.asp). Una dichiarazione un pochino difficile da prendere per buona, dato che significherebbe che ben un quinto di Linux sarebbe stato copiato. Quelli di Slashdot, infatti, dicono che per esempio Linux 2.5.37 (mi riferisco soltanto al kernel, che è l'oggetto del contendere, non a tutta la suite di accessori) è costituito da 5.100.081 righe di codice.

Il vero problema è che SCO fa queste dichiarazioni incredibili, e pretende il pagamento di una licenza da centinaia di dollari a macchina (ben settecento per un server), senza alcuna dimostrazione di averne diritto. Quali siano, queste presunte righe di codice, è infatti impossibile saperlo: l'unico modo è firmare un accordo di riservatezza che è talmente soffocante che sottoscriverlo significa non poter più collaborare a un progetto Linux per il resto dei propri giorni.

Alcuni giorni fa, SCO ha presentato pubblicamente alcune minuscole porzioni del codice conteso: qualche decina di righe, molte delle quali erano di _commento_ del codice che, a loro dire, sarebbero uguali nel software SCO e in Linux (abbiamo soltanto la loro parola in merito, dato che il codice sorgente di SCO è segreto). Il grande Bruce Perens ha messo online una copia integrale della presentazione: la trovate, insieme ai suoi commenti dettagliatissimi, presso http://www.perens.com/SCO/SCOSlideShow.html. La cosa più comica è che dei due esempi di codice mostrati da SCO, uno non è neppure di SCO (è ereditato da software precedenti liberamente distribuibili) e l'altro è usato in Linux sotto regolare licenza. Se è questo il livello delle violazioni contestate, la comunità Linux può dormire sonni tranquilli.

Lasciamo perdere, poi, il sistema puerile utilizzato da SCO per mantenere segrete alcune parti del proprio codice mostrate nella presentazione: le ha protette applicando il font greco. Per cui è un gioco da ragazzi riapplicare il font normale e "decodificare" il codice così astutamente occultato.

Inoltre le versioni di kernel contestate sono soltanto la 2.4 e 2.5. Il che significa che persino per quelle teste matte di SCO, usare il kernel 2.2 di Linux è perfettamente legale. Nel frattempo sta per essere approntata la nuova versione 2.6 del kernel di Linux, dalla quale sono state rimosse molte delle righe di codice sotto accusa (http://www.eweek.com/article2/0,3959,1227128,00.asp).

Anche le righe contestate, comunque, riguardano funzioni abbastanza esoteriche del kernel, raramente utilizzate dall'utente normale. In altre parole, sapendo quali sono di preciso le righe che SCO reclama come sue, è abbastanza banale ricompilare il kernel di Linux senza quelle parti.

Riassumendo, per ora la posizione di SCO è quella di uno che si presenta alla vostra porta di casa dicendo di essere il proprietario di un pezzo della vostra abitazione, ma rifiuta di presentare qualsiasi documento che lo dimostri. Finché le cose stanno così, sbattergli la porta in faccia dopo avergli dato del buffone è il minimo. Molti nomi importanti, come IBM e Red Hat, hanno già avviato controcause nei confronti di SCO per i danni che questa campagna anti-Linux sta avendo sui loro affari.

Ci sono anche altri nomi importanti, ma di altro genere: quelli delle aziende che non intendono pagare a SCO il pizzo, pardon la licenza, per usare Linux. Fra di esse c'è anche la neozelandese Weta Digital, artefice degli strepitosi effetti visivi della trilogia del Signore degli Anelli, realizzati appunto sotto Linux. Come riferito da ComputerWorld (http://computerworld.co.nz/webhome.nsf/NL/1A32A13657341830CC256D7B0075B6B3), Weta Digital usa Linux nella propria render farm di oltre 2000 CPU. SCO le chiederebbe una licenza Linux che oscilla, a seconda di come si conteggiano i processori, fra il milione e il milione e mezzo di dollari. Scott Houston, direttore tecnico di Weta, dice flemmaticamente che l'acquisto di una licenza è "improbabile".

__Correzioni su Peacelink e "Come ti zittisco il sito"__

In una recente newsletter (2003-059 dell'11/8/2003) ho parlato del caso assurdo del consulente Nato che vuole cinquantamila euro di danni da Peacelink.it (associazione grazie alla quale ricevete gratis questa newsletter) per aver pubblicato un "Manifesto" che cita il consulente fra i propri firmatari; il consulente nega di averlo sottoscritto.

Ho detto che il manifesto in questione era rimasto sul sito di Rifondazione Comunista per almeno due anni ed è ora stato rimosso. Non è esatto: è ancora disponibile presso http://www.rifondazione.it/bergamo/ambiente/ 20000304_Manifesto_forum_ambientalista.html. Lo si trova digitando in Google "Daclon" (il cognome del consulente) e limitando la ricerca al sito "rifondazione.it", con l'utilissima opzione "site:[nome del sito]". Pertanto, se Peacelink ha subito le ire del consulente per la pubblicazione del "Manifesto", stupisce che altrettanta ira non sia rivolta verso Rifondazione.it.

Seconda correzione: il "Manifesto" non è stato rimosso dal sito di Peacelink come dicevo erroneamente, ma è ancora presente ad esempio all'indirizzo http://www.peacelink.it/tematiche/animalisti/1022000.htm.

Infine avevo espresso perplessità sulla correttezza etica del comportamento del consulente, non solo perché era partito in quarta con una causa quando sarebbe bastato chiedere la rimozione del documento, ma anche perché il consulente Nato non avrebbe fatto causa a Rifondazione, altrettanto "rea" della pubblicazione, almeno per quel che ne sapevo.

Invece un lettore ha scritto a ZeusNews affermando che "c'è su diversi blog che Rifondazione è citata in giudizio per questa storia presso il Tribunale di Roma, da prima di Peacelink, prossima udienza 30 settembre". Se così fosse, le mie accuse di scorrettezza non avrebbero senso. Non ho trovato conferme, ma mi sembra opportuno riferire di questa segnalazione onde evitare malintesi. Se qualcuno ne sa di più, mi scriva al solito indirizzo (topone@pobox.com).

Resta la morale di fondo dalla quale era scaturito il mio articolo iniziale: far causa a un sito, anche senza motivi validi, è un ottimo sistema per zittirlo per dissanguamento economico. Oggi è toccato a Peacelink, e magari questo può far piacere a chi non condivide le idee espresse dal sito. Ma domani potrebbe toccare a un sito che invece vi sta a cuore. Magari il vostro sito, o il mio. Per questo, a mio parere, occorre condannare questo episodio, a prescindere da chi abbia torto o ragione in questo caso specifico.

__Antibufala: il "pacco" non è una bufala__

Ricordate la storia del "pacco in buone mani"? Ne ho parlato presso http://www.attivissimo.net/antibufala/pacco/pacco.htm, e sono arrivate subito numerosissime le segnalazioni dei miei impagabili lettori. Il cartellone è sorprendentemente autentico, o meglio lo era: da alcune settimane l'immagine del 'paccò è infatti stata rimossa dall'edificio della Monava, la società di spedizioni citata nel cartellone. Ho aggiornato di conseguenza l'intero dossier.

__Antibufala quiz: quella foto sulla Luna__

Oggi vi propongo una sfida: un'indagine antibufala da completare. La trovate presso http://www.attivissimo.net/antibufala/luna_foto_bandiera/bandiera_senza_ombra.htm, e riguarda lo strano caso delle storiche foto del primo sbarco sulla Luna, in cui si vede Aldrin accanto alla bandiera USA, ma stranamente sul suolo manca l'ombra della bandiera. E' un segno di un fotomontaggio? La bandiera è stata aggiunta dopo per creare una bella immagine propagandistica?

La mia analisi è pronta, ma per ora non la pubblico: lo farò fra un paio di settimane, ossia il 4 settembre, così avete tempo di divertirvi a indagare anche voi. Scrivetemi presso topone@pobox.com e mandatemi le vostre teorie sulle possibili spiegazioni della stranezza fotografica.

Ciao da Paolo.


#2003-063 (29/8/2003). Anti-Blaster in italiano, nuovo virus, ombre lunari

-- Istruzioni anti-Blaster in italiano

-- Nuovo virus: Dumaru

-- Luna, l'ombra della bandiera

-- Son tutte rifatte!

-- Chioccioline

__Istruzioni anti-Blaster in Italiano__

Istruzioni in italiano, direttamente dalla bocca di mamma Microsoft, su come difendersi dal virus Blaster, la cui onda di piena è passata ma si ripresenterà periodicamente nei mesi a venire finché ci saranno utenti che non aggiornano e proteggono il proprio Windows:

http://www.microsoft.com/italy/security/articles/blast.asp

__Nuovo virus: Dumaru__

Sta iniziando a circolare Dumaru, un nuovo virus distribuito tramite un e-mail che si spaccia per un bollettino di sicurezza Microsoft. Il mittente (ovviamente falso) è security@microsoft.com, e il messaggio contiene un allegato che, a detta del messaggio, sarebbe una patch per turare una falla di Internet Explorer. L'avviso di Symantec, con programma di rimozione del virus, è qui:

http://securityresponse.symantec.com/avcenter/venc/data/w32.dumaru@mm.html

Dumaru è un virus molto banale, nel senso che per infettare la vittima è necessario che la vittima stessa esegua volontariamente l'allegato. Questo naturalmente non impedirà a un'orda di utenti di abboccare come allocchi e quindi infettarsi. I primi risultati di questa alloccheria collettiva si vedono in Rete già ora.

Come al solito, il virus ha effetto soltanto sugli utenti Windows (tutte le versioni). Come al solito, chi usa Linux, Mac o altri sistemi operativi non ha nulla da temere, a parte il disagio di trovarsi la casella di posta piena di copie inutili di questo messaggio.

Microsoft ha fra l'altro pubblicato una pagina Web in italiano a proposito dei falsi bollettini di sicurezza:

http://www.microsoft.com/italy/technet/solutions/security/falsi_bolletini.asp

dove spiega come distinguere un bollettino autentico Microsoft da uno falso: quello falso "non è firmato tramite la chiave PGP del Microsoft Security Response Center. Prima di inviare i bollettini, Microsoft appone sempre una firma digitale che è possibile controllare utilizzando la chiave pubblicata all'indirizzo http://www.microsoft.com/technet/security/bulletin/notify.asp. In caso di dubbi sull'autenticità di un bollettino ricevuto per posta elettronica, è possibile confrontarlo con le versioni ufficiali dei bollettini pubblicate sul sito Web Microsoft TechNet. [...]I bollettini autentici non contengono mai un collegamento a una patch, ma rimandano alla versione completa del bollettino pubblicata sul sito Web di Microsoft, in cui è disponibile il collegamento alla patch."

E intanto che i suoi utenti combattono con l'onda di virus sempre nuovi, senza vergogna Microsoft propone un link a un documento Word intitolato "Trustworthy computing, l'informatica di cui fidarsi". Come no.

http://www.microsoft.com/italy/technet/solutions/security/Trustworthy_Computing.doc

__Luna, l'ombra della bandiera__

Grazie ai tantissimi che stanno partecipando all'antibufala-quiz sul mistero della mancanza dell'ombra della bandiera in una celebre foto dello sbarco sulla Luna:

http://www.attivissimo.net/antibufala/luna_foto_bandiera/bandiera_senza_ombra.htm

L'idea di pubblicare l'indagine antibufala sotto forma di quiz ha stuzzicato molta inventiva e curiosità, per cui è probabile che ripeterò l'esperimento, anche perché mi sono arrivate molte analisi davvero ricche e dettagliate, con spunti che a me proprio non erano venuti in mente. Le integrerò con i debiti ringraziamenti nella mia "soluzione" al quiz, che verrà pubblicata il 4 settembre.

Per i tanti che mi hanno chiesto di sapere prima del 4 settembre se hanno indovinato o no, mi dispiace, ma non posso rispondervi singolarmente, siete in troppi. Vi tocca aspettare con trepidazione: suvvia, fa parte del gioco!

__Son tutte rifatte!__

Non vi sarà sfuggita l'abbondanza di immagini di belle donne disponibili in Rete. Quello che vi sarà probabilmente sfuggito è che la maggior parte delle foto delle celebrità che trovate in Rete, nei calendari e nei giornali è totalmente artificiale. Non è soltanto una questione di silicone e collagene, di fotografi e truccatori bravi, e di luci ben piazzate: il fotoritocco digitale ha raggiunto livelli incredibili di sofisticazione. Si alterano parti del corpo, si tolgono occhiaie, rughe, asimmetrie, si scolpiscono fianchi, con risultati piuttosto scioccanti. Persino le immagini delle scarpe nelle pubblicità subiscono l'effetto del belletto digitale.

Ne ho trovato un esempio davvero eloquente e talmente sorprendente da sembrare una bufala. Invece è autentico: è il campionario online di un fotoritoccatore professionista, che mostra il "prima" (la foto originale) e il "dopo" (la versione ritoccata). Basta scorrere il mouse sopra l'immagine per far comparire il "prima", con risultati talvolta scioccanti.

Guardate questo ritratto di donna:

http://homepage.mac.com/gapodaca/digital/bikini/index.html

e la sua versione a figura intera (in bikini):

http://homepage.mac.com/gapodaca/digital/bikini/pages/bikini2.html

La galleria completa è presso

http://homepage.mac.com/gapodaca/digital/digital.html

e contiene anche esempi di scarpe ritoccate, a dimostrazione di quanto sia onnipresente il fotoritocco non dichiarato:

http://homepage.mac.com/gapodaca/digital/shoe/index.html

e una trasformazione davvero inquietante di un viso femminile:

http://homepage.mac.com/gapodaca/digital/blonde/index.html

Dite la verità: di fronte a queste buggerature, vi è passata la voglia di comperare calendari sexy, vero?

Parliamoci chiaro. Questo fotoritocco così estremo, perfetto e dilagante presenta un ideale falso e inarrivabile: portato a questi livelli è una vera e propria truffa. Sono sicuro che molte ragazze perfettamente gradevoli si sentono scorfane perché agognano le forme che vedono ovunque nei giornali, e che molti maschietti credono che le donne debbano essere come le vedono nelle pubblicità e nei servizi fotografici. Bene, è ora di aprire gli occhi, perché l'inganno è molto più vasto di quello che potreste immaginare.

__Chioccioline__

Ennesimo sviluppo sul caso Amina Lawal: un aggiornamento della CNN del 28 agosto 2003

http://edition.cnn.com/2003/WORLD/africa/08/27/nigeria.stoning.ap/index.html

riguardante l'udienza di appello del 27 agosto 2003 dice che la decisione dei giudici sulla lapidazione o meno di Amina verrà annunciata il 25 settembre 2003. Il dossier antibufala aggiornato è a vostra disposizione presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/amina/amina_lawal.htm

Quel pizzaware anonimo da Arezzo: un paio di giorni fa ho ricevuto da Arezzo una busta, spedita il 26/8, contenente una donazione anonima e una serie di domande scritte a biro sul retro di un foglio contenente le parole di una canzone ("Tutto quello che un uomo"); sulla busta c'è scritto un simpatico "Buon appetito". Purtroppo però manca l'indirizzo del mittente, per cui non ho modo di rispondere alle domande (che fra l'altro non riesco a decifrare, sembrano scritte molto di corsa). Se chi mi ha mandato la busta legge questa newsletter, grazie della donazione: se mi manda un e-mail con le domande, gli risponderò privatamente.

La galleria dei Wincrash: sto raccogliendo una compilation delle foto più buffe riguardanti crash di Windows in posti pubblici: la bozza è a vostra disposizione presso

http://www.attivissimo.net/security/wincrashes/galleria_crash.htm

Se avete altre foto del genere, preferibilmente con data e luogo, mandatemele al solito indirizzo topone@pobox.com.

Traduttori, traditori e randelli del platino: molti mi chiedono se temo la concorrenza del software di traduzione automatica (il mio mestiere diurno è appunto il traduttore tecnico) e restano perplessi di fronte alla mia tranquillità. è sufficiente però esaminare certi siti per vedere quanta strada deve fare la traduzione automatica prima di impensierire i traduttori in carne e ossa. Un lettore (a.cattelan) mi ha segnalato questo esempio esilarante:

http://www.kazaaplatinum.com/index_kazaa.php?pid=main&lang_id=ita

Già parlare di "musica roccia" (rock) non è male, ma il "randello del platino" è assolutamente impagabile. Vi sfido a non ridere.

Ciao da Paolo.


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