(C) 2003 Paolo Attivissimo. Distribuzione libera alle condizioni indicate presso http://www.attivissimo.net/nl/norme_distribuzione.htm.
La newsletter Internet per tutti è inviata gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta e non contiene pubblicità. Se volete sostenerla, sono sempre ben accette le donazioni tramite PayPal o più semplicemente tramite una eurobanconota in una busta indirizzata a: Paolo Attivissimo – 250 Stockton Lane – York YO31 1JQ – Regno Unito (GB). Ebbene sì, abito in Inghilterra. Dettagli e istruzioni sono presso http://www.attivissimo.net/donazioni/donazioni.htm.
Nota: I link non vengono aggiornati o verificati dopo la
pubblicazione dell'articolo, per cui è probabile che siano
obsoleti e/o non funzionanti.
Mi sono arrivate numerosissime segnalazioni di un e-mail
spammatorio inviato da una sedicente testata "Inforete News" e
intitolato "Speciale: finisce l'era di internet via alla nuova rete".
Il testo del messaggio sembra un articolo che parla di una "nuova
Internet" e include l'invito a "leggere l'articolo" cliccando su un
link.
In realtà, cliccando sul link si viene portati al sito
http://members.yodahosting.com/inforete
che come accennato dalla newsletter SalvaPC n. 74 di venerdì 28/11/2003
"in alcune sue parti e' platealmente copiato dalla home page di Punto Informatico. Naturalmente Punto Informatico non ha nulla a che vedere con quel sito e con lo spam ne' tantomeno con questo o con qualsiasi altro dialer e si riserva quindi di procedere legalmente contro gli autori del plagio."
Il plagio perpetrato ai danni di Punto Informatico è evidentissimo: ci sono persino link (falsi) intitolati "forum PI". Il sito contiene un dialer multinazionale, che viene attivato (se usate Internet Explorer) cliccando sul link "Prova subito una dimostrazione in anteprima di OWN™" o su qualsiasi altro link presente nella pagina-civetta.
Per accedere al dialer usando browser che non supportano gli "avvisi
di protezione" ormai usati sempre più spesso dai dialer per invogliare
gli utenti occorre invece accedere a un link nascosto, rilevabile
soltanto esaminando manualmente l'HTML della pagina Web:
http://members.yodahosting.com/inforete/login.exe
a conferma del principio generale che usare un browser diverso da Internet Explorer è una Buona Cosa nella lotta ai dialer.
I dati contenuti nel dialer fanno riferimento alla "Metalnov Construct SRL, Galati, RO". Galati è una località
rumena:
http://www.romaniatourism.com/galati.html
per cui RO è
forse un'abbreviazione di "Romania". Tuttavia in Google non
c'è traccia di una società rumena di questo nome, salvo
in un dialer precedente già discusso dalla mia newsletter:
http://www.attivissimo.net/nl/nl2003/nl_internet_per_tutti_archivio200310.htm
Accettando l'avviso di protezione che porta al dialer e leggendone le condizioni, come ho fatto sul mio computer sacrificale (Linux con Windows 98 eseguito in una finestra di VMware), si scopre che "il costo della chiamata internazionale è satellitare 00881xxxxxx ed ha un costo di euro 2,45 al minuto compresa IVA +31,50 centesimi di euro scatto alla risposta compresa iva durata massima della connessione 20 minuti."
Le istruzioni italiane del dialer sono molto ambigue sui contenuti: dicono soltanto che si tratta di un
"servizio destinato ad un pubblico adulto" e affermano che "il programma può
impostare come home page un sito di advertising. Il programma è
facilmente rimovibile ed ha il nome di 'Connector' andando
su 'Pannello di Controllo' 'Installazione
Applicazioni'". Ortografia e sintassi lasciano un po' a desiderare: le sto riportando pari pari.
Le istruzioni inglesi spiegano più chiaramente che si
tratta di "visual images, verbal descriptions and audio sounds
of a sexually oriented, frankly erotic nature, which may include
graphic visual depictions and descriptions of nudity and sexual
activity" ossia
"immagini visive, descrizioni verbali e suoni audio [perché, esistono
suoni di altro tipo?] di natura francamente erotica e ad orientamento
sessuale, che possono includere rappresentazioni visive grafiche e
descrizioni di nudità e attività sessuale". Un lungo giro di parole,
insomma, per dire che è un sito porno. Pane al pane, vino al vino, e
sparadialer allo sparadialer.
Le istruzioni per Australia, Giappone, Grecia, Hong Kong, Norvegia e Svezia sono tutte uguali, tutte in inglese e parlano soltanto di accesso tramite una numerazione 906 che fa riferimento al Regno Unito: danno insomma l'impressione di essere false.
Le istruzioni per Spagna e Svizzera, invece, sono più specifiche: per la Spagna, parlano di 0,90 euro + IVA a inizio chiamata più 0,85 euro/minuto più IVA oppure 0,91 euro/minuto più IVA a seconda degli orari, e indicano una "tarificacion especial 906 nivel 3".
Le istruzioni svizzere chiariscono che si tratta di un sito
all'interno del quale "si trovano materiali quali foto, video,
audio, testi e connessioni a web camera dal vivo e/o registrate a
carattere esplicitamente sessuale e che comprendono situazioni di
argomento etero, omo e transessuale. Tali materiali non sono
sottoposti a nessuna forma di censura" e specificano che il
"programma si connette al Web mediante un codice telefonico
Emsat" (Emsat è un circuito di telefonia satellitare) e che "il costo della chiamata è di CHF 4.23
al minuto IVA inclusa."
I numeri composti dal dialer (stando perlomeno a quanto indicato dal
dialer -- non ho verificato con i toni del modem) sono i seguenti: per
la Spagna, 906-032445; per laSvizzera, 0906-0345088; per l'Italia 00881-839171067.
E qui viene il bello. Notate infatti l'assenza di numerazione 899
per l'Italia: questo è un dialer che punta esclusivamente a un numero
internazionale, per cui non è illegale: perlomeno non viola le leggi
che regolamentano i numeri 899 e che vietano servizi erotici, osceni o
pornografici, come spiegato qui:
http://www.attivissimo.net/security/dialer/dialer.htm
Oltretutto il dialer è molto esplicito nell'indicare i costi di
connessione, è disinstallabile come dichiarato ed effettivamente non
nasconde i numeri composti. Pertanto da questo punto di vista non gli
si può neppure contestare l'inganno o la mancanza di trasparenza,
caratteristiche di tanti altri dialer.
Tutto in regola, quindi? Un dialer inattaccabile perché fuori dalla giurisdizione italiana e onesto perché dice quanto costa?
Niente affatto. Restano infatti i reati tutt'altro che trascurabili
di plagio (nei confronti di Punto Informatico) e di pubblicità
ingannevole: l'e-mail spammatorio non indica affatto di essere una
pubblicità di un sito porno a pagamento, e oltretutto fa sembrare
inizialmente che si tratti di una prova della "nuova Internet" citata
dall'articolo presente nella pagina iniziale del sito, quando in realtà
non è così.
La cosa si fa interessante quando si va a visitare il provider che
ospita il sito, ossia yodahosting.com: è una pagina sgrammaticatissima
che usa marchi e immagini della Lucasfilm (Guerre Stellari) senza
autorizzazione per pubblicizzare il proprio servizio e dichiara di
essere intestata a "SW Pro Hosting Inc. 9370 Wilshire Blvd. Beverly Hills, CA 90212".
Cliccando su "Contact Us" si trova un indirizzo di e-mail al quale segnalare abusi (abuse@yodahosting.com). Il servizio Whois rivela che Yodahosting.com è registrato a nome della SW Pro Hosting e ne fornisce anche un numero di telefono (+1.8005150447). Ma non è il caso di contattare questi signori; vista la disinvoltura con cui plagiano i contenuti della Lucasfilm, non è da escludere che siano in combutta con i signori di Inforete.
Meglio andare, come sempre, a monte e trovare il vero hosting provider. VisualRoute (http://www.visualroute.it/vr.asp) fornisce l'indirizzo IP di yodahosting.com: 66.250.87.36, che è un indirizzo gestito da Cogent Communications, 1015 31st Street, NW, Washington DC (cogentco.com), il cui indirizzo di Abuse è abuse@cogentco.com.
Le norme d'uso di Cogent Communications, pubblicate presso
http://cogentco.com/policy.html
proibiscono specificamente attività in violazione delle leggi
statunitensi e di altri paesi, compresa la violazione del copyright.
Così il 29/11/2003 ho mandato il seguente messaggio a Cogent Communications:
Sirs,
The domain yodahosting.com, which I
understand is hosted by you, contains a dialer program. This program
alters the dialup settings of Internet users and reroutes them to a
premium-rate telephone number. Moreover, it contains images trademarked
by Lucasfilm, Ltd. and therefore is committing a blatant copyright
violation.
The dialer is a violation of Italian laws on plagiarism and advertising, since the page
http://members.yodahosting.com/inforete
is plagiarized from a leading Italian
Webzine (Punto Informatico, http://www.punto-informatico.it/) and
purports to be a "magazine" offering a "trial of the new Internet".
Instead it contains only links to the dialer program, which is stored
here:
http://members.yodahosting.com/inforete/login.exe
This plagiarism, false advertising and copyright violation is entirely incompatible with your AUP, which states:
"violation of any local, state, federal, or non-United States law or regulation (including rights protected by copyright, trade secret, patent or other intellectual property or similar laws or regulations)"
I urge you to proceed accordingly, as many Italian users are reporting this scam and incurring illegal telephone charges.
Should you need any further details, please do not hesitate to contact me by e-mail or by phone on [mio numero di telefono].
Sincerely,
Paolo Attivissimo
Internet Journalist
Riassumendo, li ho avvisati che il loro cliente yodahosting.com ospita uno sparadialer e sta violando le leggi sul copyright a danno della Lucasfilm e a danno di Punto Informatico mediante plagio, tutte cose incompatibili con il loro regolamento.
Ora non resta che attendere. Se non succede nulla entro lunedì,
credo sia un'occasione interessante per vedere che effetto fa la
protesta civile della Net.Posse.
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "blumentini", "wal.ter52", "juliem", "alberto_na**le".
Quanto dev'essere grande una net.posse per essere efficace? A volte
basta un solo partecipante. Mi è bastato infatti un unico e-mail di
segnalazione al provider, confezionato opportunamente con chiari
richiami alle leggi per far capire che non si stava scherzando, per
chiudere un sito sparadialer.
Il sito 81street.it era strutturato in modo particolarmente
ingannevole: se visitato con Interner Explorer, l'"avviso di
protezione" usato spesso dai siti sparadialer per confondere l'utente e
indurlo a scaricare il dialer sembrava parte integrante della pagina
Web anziché una finestra di dialogo locale. Inoltre il dialer, una
volta installato, non visualizzava il numero di telefono composto,
nascondendo il fatto che si trattava di un 899.
81street.it era un sito pornografico, e i siti porno su numerazione 899 sono vietati,
per cui il provider (Kpnqwest.it) non aveva molta scelta: una volta
ricevuto il mio e-mail di segnalazione, doveva procedere alla chiusura
del sito. E così ha fatto, oltretutto in tempi ragionevolissimi: la mia
segnalazione è partita sabato 22/11, e alle 10 di lunedi 24/11
81street.it era stato chiuso e non disseminava più truffe a base di
dialer.
Questo successo dimostra che combattere i dialer si può, e talvolta
non occorre neppure radunare un gruppo di arrabbiati per far pressione
sul provider. Il provider non ha alcun interesse economico nei dialer:
per lui sono una scocciatura e basta, e quindi è ben lieto di staccare
la spina.
Insomma, tutto quello che serve per diventare vigili antidialer è un
uso attento di Internet Explorer e di un browser sicuro (per esempio
Opera), degli strumenti della Rete (whois e VisualRoute.it) per
risalire al provider che ospita il sito sparadialer, e di un e-mail che
non lasci dubbi al provider medesimo. La pioggia di e-mail della
Net.posse va tenuta soltanto per i casi più recalcitranti.
Trovate tutta la storia del caso, con schermate e spiegazioni delle tecniche usate, presso questa pagina:
http://www.attivissimo.net/security/dialer/net_posse_test_81street_it.htm
Altri dettagli su come si indaga sui dialer senza farsi male sono qui:
http://www.attivissimo.net/security/dialer/dialer_come_investigare.htm
Fatene buon uso, e poi raccontatemi!
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "greener93", "mc7754" e "hopauradellaspam".
Ricordate la mia proposta della Net.Posse per combattere i dialer?
Be', non e' finita nel dimenticatoio. In questi giorni mi sono
attrezzato di un computer "sacrificale": un PC Linux nel quale ho
installato VMware, in modo da creare una "macchina virtuale" protetta
in cui gira un Windows 98 infettabile e sterilizzabile in modo facile e
sicuro.
Su questa macchina sacrificale ho installato e studiato vari dialer,
scoprendo parecchie cose interessanti che vi racconterò prossimamente.
La cosa più importante è che è possibile applicare il modello della
"diffida antispam" anche ai dialer. In pratica, si tratta di un e-mail
di protesta, dotato dell'autorevolezza che si ottiene soltanto citando
le leggi in perfetto "avvocatese", destinato al provider che ospita il
dialer e/o la sua pubblicità e, se del caso, alla Polizia delle
Telecomunicazioni.
L'e-mail avvisa il provider che un suo ospite sta violando la legge, e che lui è corresponsabile. E giusto per chiarire il concetto, l'e-mail viene inviato al provider qualche migliaio di volte: una per ogni partecipante alla Net.Posse, che esercita il diritto inattaccabile alla protesta. Un provider può ignorare un singolo e-mail di protesta: cinque o seimila no.
Il bello della Net.Posse è che la segnalazione documentata della
Net.Posse al provider fa scattare la responsabilità civile del
provider, se italiano, e quindi agevola il rimborso ai truffati.
Infatti se un provider situato in Italia ospita un dialer, non ne è
responsabile civilmente finché non viene avvisato del fatto. Comodo. Ma
una volta messo a conoscenza della truffa (e cinque-seimila avvisi
aiutano in questa presa di coscienza), il provider ha l'obbligo di
legge di agire (art. 17 c. 3 d. lgs. 70/2003) e diventa civilmente responsabile.
Questo dovrebbe essere sufficiente: si tratta di un'operazione
assolutamente legale, senza le remore sollevate da alcuni esperti nel
caso dell'uso di wget per interdire il sito sparadialer, ed è
estremamente semplice: consiste semplicemente nell'inviare un e-mail
(il cui testo vi fornirò di volta in volta) una sola volta al giorno
finché non viene rimosso il sito sparadialer.
Se per caso non basta, la legge offre un paio di spunti
interessanti, che naturalmente la Net.Posse non mancherà di far notare
al provider "resistente" per ispirarlo ad adottare comportamenti meno
pericolosi.
Il primo è che la legge impone l'obbligo di indicazione dei costi
dei dialer anche nei loro banner pubblicitari. Se trovate un banner
pubblicitario che conduce a un dialer e il banner non contiene
quest'indicazione, lo si può segnalare come pubblicità ingannevole
all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sulla base del
provvedimento n. 12276 del 24/07/2003:
http://www.agcm.it/agcm_ita/DSAP/DSAP_PI.NSF/0/3b3c43bb256699aec1256d7f0051b844?OpenDocument
Già questa omessa indicazione, insomma, è sufficiente a rendere illegale un sito sparadialer.
Il secondo spunto riguarda specificamente i dialer porno. I dialer
che danno accesso a servizi pornografici tramite linee nazionali 899
(audiotex) sono vietati dal decreto legge 23 ottobre 1996, n.545,
convertito dalla legge 23 dicembre 1996, che ha appunto vietato "i servizi audiotex dal contenuto erotico, osceno o pornografico" (http://www.poliziadistato.it/pds/primapagina/899/899.htm).
In questo caso non c'è giustificazione che tenga: quand'anche il dialer
indicasse costi e quant'altro, il servizio sarebbe comunque illegale.
E' sufficiente un e-mail di segnalazione all'apposito indirizzo della
Polizia delle Telecomunicazioni (polizia.comunicazioni@mininterno.it).
Mettetevi nei panni di un provider che riceve questa diffida
circostanziata, che parla di segnalazioni alla polizia e di violazioni
della legge sulla concorrenza, soltanto perché ospita un sito
sparadialer (sul quale non guadagna). E la riceve cinquemila volte al
giorno, da cinquemila utenti diversi, finché non lo rimuove. Dite che
basterà a indurlo a darsi da fare?
Trovate maggiori dettagli sulla questione dei dialer e alcuni trucchi e consigli di difesa nell'articolo che ho pubblicato qui:
http://www.attivissimo.net/security/dialer/dialer.htm
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "ormazad" e "luca.r**si".
Ho scritto un paio di articoli che forse vi possono interessare. Se
vi state chiedendo come mai tutti parlano di Linux ma all'atto pratico
lo si vede ancora poco in giro (sui desktop, non sui server), avrei
qualche spiegazione poco ortodossa, che ha fatto arrabbiare un po' di
gente e annuire di sconsolato assenso molta altra. Eccola qui:
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/11/13/01/200311130101
Una precisazione: nell'articolo c'è un link nelle parole "si strappano i capelli" che porta a un documento del Progetto Linguistico Italiano OpenOffice.org (PLIO). E' un mio errore: li ho dipinti come strappacapelli per futili motivi, citando un loro comunicato (http://it.openoffice.org/avvenimenti/avvenimenti.html). In realtà gli strappacapelli sono altri: invece il PLIO accenna sì con rammarico alla comparsa del logo Sun nella suite open source, ma si tratta solo un aspetto marginale di un problema ben più serio. Ho già chiesto ad Apogeonline di pubblicare la rettifica.
Ricordate il Tablet PC lanciato con tanta foga da zio Bill proprio
un anno fa? Be', le vendite sono scarsissime, rasoterra l'interesse
degli sviluppatori di software. Eppure l'oggetto in sè è geniale. Come
mai non decolla? Perché qualcuno lo soffoca. Indovinate chi.
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/11/19/01/200311190101
Ciao da Paolo.
Siccome mi sono reso conto che tendevo a ripetere gli stessi
consigli di sicurezza a chi mi scrive afflitto dall'ennesima magagna
informatica, ho pensato di raccoglierli in un documento leggero leggero
facile facile, di quelli che si possono stampare e appendere al muro
come promemoria, usabile anche dall'utente alle prime armi, che è poi
quello che più ne ha bisogno.
L'ho boriosamente chiamato "Dodecalogo di sicurezza", e fa parte di
un progetto più ampio (un libro) che spero veda la luce entro qualche
mese. Sarei lieto se gli deste un'occhiata per vedere se ho dimenticato
qualcosa, se ci sono punti poco chiari o imprecisi, sempre nei limiti
di concisione e di essenzialità di una miniguida-poster.
Non è ancora segnalato al pubblico nell'indice del mio sito: per ora è "solo per i vostri occhi". Lo trovate qui:
http://www.attivissimo.net/security/dodecalogo/dodecalogo.htm
Ditemi cosa ne pensate scrivendomi presso topone@pobox.com: garantisco che leggerò tutti i vostri commenti, ma non garantisco di poter rispondere a ogni messaggio.
Ciao da Paolo.
Vi va di fare quattro chiacchiere faccia a faccia, magari intorno a una tavola imbandita? Sarò a Roma il 4-5-6 dicembre 2003 al Convegno internazionale "Sulle tracce del futuro: arte, comunicazione e cultura nella civiltà digitale"
che si terrà all'Es Hotel, via Filippo Turati 171. Ci saranno fra gli
altri il ministro Gasparri, Nicholas Negroponte, Derrick de Kerckove e
Marco Strano, oltre a vari giornalisti di TG5 e TG1, Marina Bellini
(organizzatrice del convegno e della mostra annessa) e Salvatore
Romagnolo di Apogeonline.
Io terrò una relazione sui pericoli dei formati digitali
proprietari, che rischiano davvero di lasciare ai posteri il nulla al
posto della cultura del nostro secolo; ho alcuni dati e aneddoti
piuttosto impressionanti in proposito.
Conto anche di avere un po' di tempo in questa "tre giorni" per fare
un giro per Roma e se possibile cenare con voi. Se conoscete qualche
buon locale dove si può chiacchierare senza essere rintronati,
scrivetemi e organizziamo un bel raduno.
Il programma del convegno è disponibile presso http://www.futuristi.it/convegno.htm. L'ingresso è libero, ma la prenotazione (gratuita) è obbligatoria e va fatta presso http://www.futuristi.it/conv-pren.htm.
Ciao da Paolo.
Mi stanno già arrivando le prime segnalazioni, alcune molto
divertenti, di società italiane alle quali è stata inviata da alcuni
lettori la diffida antispam a seguito di un loro invio di e-mail
commerciale non richiesta. Sembra che la diffida raggiunga il suo
scopo, ossia educare senza spargimento di sangue le tante aziende
nazionali che pensano di poter fare i propri porci comodi con le nostre
caselle di posta.
Nel frattempo, d'intesa con MaxKava (beneficiario del primo rimborso
antispam della storia italiana), ho apportato alcune leggere modifiche
al testo della diffida. Non cambia la sostanza, ma è formalmente più
corretta (eventuali errori residui sono miei e non di Max).
Trovate la diffida antispam aggiornata, e le relative istruzioni, presso
http://www.attivissimo.net/antispam/diffida_antispam.htm
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "new office" e "cla-clamat".
Nota per i maniaci dell'archiviazione di questa newsletter: il
formato del titolo cambia leggermente per tenere conto delle esigenze
di un gruppo di lettori non vedenti, ai quali il formato precedente
dava non poco fastidio durante l'uso dello screen reader.
Il 14 novembre 2003, presso Alcatraz.it, nella rubrica "Dario Fo e Franca Rame News", è comparso un articolo
(http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1914
firmato "La redazione" ma il cui tono (e l'uso della prima persona
singolare) sembra renderlo attribuibile a Jacopo Fo. Analogo articolo è
stato pubblicato dalla newsletter della medesima rubrica.
In quest'articolo viene smentita l'accusa fatta da Fo in un articolo
precedente e trasformatasi in un appello circolante in Rete:
"Ho preso un granchio pazzesco? Domenica scorsa davo la notizia che
l'Italia era sul punto di comprare armi radioattive, chimiche e
batteriologiche e esprimevo tutto il mio sconcerto e la mia rabbia per
questa scelta che, a quel che ne sapevo, era passata sotto silenzio. La
notizia era riportata da molti siti Internet, dall'Unita' e da D di
Repubblica e supportata da un'interpellanza parlamentare di Pier Paolo
Cento, deputato dei Verdi. Sono arrivate molte lettere che mi tirano le
orecchie (violentemente) perche' la notizia e' falsa. Sicuramente devo
fare autocritica perche' sono caduto in una trappola. Sicuramente in
buona compagnia ma questa non e' una scusa. Comunque il fatto che il
mio articolo sia sbagliato (il che e' indiscutibile) e che il governo
italiano sia meno cattivo di quel che mi era sembrato non chiude la
questione."
Fo esprime nel resto dell'articolo alcuni dubbi residui sull'ipotesi
che il governo italiano voglia procurarsi le suddette armi chimiche.
Questa è una sua ipotesi personale non basata su alcun documento o
fatto. Di certo, per sua stessa ammissione, non si basa sull'elenco
citato nell'appello.
L'appello è, insomma, totalmente falso.
Il dossier antibufala completo e aggiornato è a vostra disposizione presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/italia_armi_chimiche/lista_della_spesa.htm
Ciao da Paolo.
Qualche giorno fa mi ero offerto di pubblicare il testo standard
della diffida antispam che uso quando mi imbatto in uno spammer
italiano, spesso con risultati esilaranti. Eccolo qui. Trovate
ulteriori dettagli sullo spam e sulla diffida in queste due pagine del
mio sito:
Guida antispam:
http://www.attivissimo.net/antispam/antispam.htm
Diffida:
http://www.attivissimo.net/antispam/diffida_antispam.htm
Ciao da Paolo.
===================================================================
Alla cortese attenzione del
Responsabile trattamento dati
Spettabile Ditta,
ho ricevuto da voi in data [data di ricezione] il messaggio commerciale non richiesto che trovate in fondo a questo e-mail.
Ai sensi dell'articolo 13, comma 1, della legge 675/96, chiedo a voi:
-- gli estremi dell'eventuale autorizzazione con la quale il Garante
della privacy vi consente il trattamento dei miei dati personali;
-- il nome, cognome e indirizzo del responsabile legale del trattamento;
-- se siete per caso in possesso di una mia dichiarazione -a firma
autografa- con la quale vi autorizzo al trattamento dei miei dati
personali;
-- l'origine dei miei dati personali in vostro possesso;
-- nel caso i dati fossero stati acquisiti da terzi, se questa terza
parte è anche in possesso (oltre alle liberatorie precedenti) di una
mia dichiarazione -sempre a firma autografa- con la quale la autorizzo
alla diffusione dei dati.
Con la presente faccio inoltre formale ISTANZA DI OPPOSIZIONE
all'ulteriore trattamento dei miei dati personali svolto per fini di
informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario e
richiedo l'immediata cancellazione di tali dati.
Ricordo inoltre che:
-- l'11 Gennaio 2001, il dott. Rodotà, Garante per la protezione dei
dati personali, ha stabilito ufficialmente che, in mancanza di
esplicito e preventivo consenso, è ILLEGITTIMO utilizzare e-mail
prelevate da newsgroup, forum, pagine web, mailing-list in quanto gli
stessi NON sono soggetti ad alcun regime giuridico di piena
conoscibilità da parte di chiunque (ovvero NON fanno parte dei
cosiddetti elenchi pubblici);
- vi sono sanzioni amministrative e penali (arresto sino a tre anni) previste per chi viola la legge 675/96;
- in base all'Articolo 10 del Decreto Legislativo 22 Maggio 1999, Nr.
185 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale nr. 143 del 21
Giugno 1999), l'invio di messaggi di posta elettronica non sollecitati
contenenti materiale commerciale (Unsolicited Commercial E-mail - UCE)
costituisce una violazione punibile con sanzione amministrativa
pecuniaria da lire un milione a lire dieci milioni.
Una eventuale risposta con frasi prive di significato legale, come
"i suoi dati sono stati presi da elenchi pubblici o forum o siti o
mailing list o newsgroup", senza rispondere, a termine di legge, a
quanto sopra richiesto, non sara' soddisfacente.
Valga la presente anche come DIFFIDA a continuare ad usare i miei
dati personali in vostro possesso, con riserva di ogni azione e ragione
anche per il risarcimento dei danni.
In caso di mancato o inidoneo riscontro alla presente istanza entro 5 giorni, il sottoscritto si riserva, ai sensi dell'art. 29, comma 2, della legge n. 675 di rivolgersi all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Distinti saluti
[vostro nome e cognome]
[copia dell'e-mail spammatorio ricevuto]
==============================================================================
Scusate, ho dimenticato di dirvi dove trovare l'indagine antibufala completa:
http://www.attivissimo.net/antibufala/italia_armi_chimiche/lista_della_spesa.htm
Inoltre una sottospecie di rettifica c'è: l'ha pubblicata oggi Jacopo Fo presso
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1912
Secondo Fo, "Alcuni sostengono che ci sia stato un grave errore in
quanto la gazzetta ufficiale citata non si riferirebbe a un acquisto di
armi, ma a un elenco di armi che sono sotto monitoraggio. Su questo
argomento abbiamo interpellato il deputato dei Verdi Pier Paolo Cento
il quale ha ribadito che si tratterebbe di un tentativo di arrivare
all'acquisto di queste armi. Ad esempio il lacrimogeno CS, citato
nell'elenco, è già in dotazione alle forze dell'ordine, e sarebbe stato
usato al G8 di Genova. La questione non ci sembra per niente chiara e
andremo avanti a indagare."
Si spera che lo faccia con più rigore del passato.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di wvdb, silvana.migl****.
E' triste vedere che al sacrificio degli italiani in missione di pace morti questa mattina nell'attentato di Nassiriya, in Iraq,
fa da contrasto l'incoscienza irresponsabile di chi diffonde dai
giornali accuse demenziali come quella che l'Italia starebbe
acquistando armi chimiche.
Infatto è proprio questo che si dice nel lungo appello che circola in
Rete: l'Italia avrebbe approvato l'acquisto di un lungo elenco di
"agenti biologici e sostanze radioattive" da usare a scopo bellico. Le
fonti citate dall'appello sono un articolo di Jacopo Fo e uno di G.
Lannes di Repubblica.
L'articolo di Fo citato dall'appello è tuttora disponibile presso
http://www.alcatraz.it/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=1909
e afferma che "La Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003 rende noto che il governo ha approvato l'acquisto di "agenti biologici e sostanze radioattive adattati per essere utilizzati in guerra per produrre danni alle popolazioni o agli animali, per degradare materiali o danneggiare le culture o l'ambiente, ed agenti di guerra chimica."
L'articolo di Fo e l'appello citano un "articolo apparso su D di Repubblica (18 ottobre pag. 34)" a firma di G. Lannes che spiega i dettagli del caso. C'è anche un'interrogazione parlamentare in proposito promossa da Paolo Cento dei Verdi.Secondo Disinformazione.it (http://www.disinformazione.it/orange.htm), un articolo di analogo contenuto sarebbe stato pubblicato dal Manifesto del 26 luglio 2003.
E' davvero un peccato che questi signori non sappiano usare Internet e forse abbiano seri problemi con la comprensione dell'italiano. Oppure hanno letto quello che volevano leggere. Perché se si fossero presi la briga di andare in Rete per leggere e capire prima di aprir bocca, avrebbero notato che la Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003 citata dall'appello non pubblica affatto un elenco di armi chimiche e radioattive da acquistare, ma un elenco di armi da includere fra quelle soggette a restrizioni di esportazione, importazione e transito, operazioni "regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
In altre parole, non è una lista della spesa: è una lista di
restrizioni. Da nessuna parte si autorizza l'acquisto come affermato
irresponsabilmente dall'appello e dai giornalisti che l'hanno raccolto
e pubblicato, come al solito, senza controllarne minimamente
l'esattezza. Eppure bastava usare Internet per verificare come stanno
le cose.
Cominciamo con la Gazzetta Ufficiale numero 171 del 25 luglio 2003, reperibile online ad esempio presso
http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/gazzetta171.htm
La disposizione alla quale fa riferimento l'appello è il decreto 13
giugno 2003, intitolato "Approvazione del nuovo elenco dei materiali
d'armamento da comprendere nelle categorie previste dall'articolo 2,
comma 2, della legge 9 luglio 1990, n. 185", il cui testo è disponibile
presso
http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/8.htm
Questo decreto, in sostanza, aggiorna un elenco di armi e sostanze
chimiche e radioattive citato dalla legge 9/7/1990 n. 185 all'articolo
2 comma 2. L'elenco aggiornato è disponibile presso
http://gazzette.comune.jesi.an.it/2003/171/supplemento/supplemento119.zip
Ma a cosa serve quest'elenco? Non certo a specificare quali armi
acquistare. Infatti l'elenco serve alla legge 9/7/1990 n. 185,
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 14 luglio 1990, n. 163, il cui
testo è disponibile presso
http://italy.peacelink.org/disarmo/docs/28-149_185.txt
Non ho trovato fonti più istituzionali perché l'archivio online del Senato si ferma al 1996.
La legge 185 è intitolata "Nuove norme sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento". Da nessuna parte si parla di "acquisto". L'affermazione che la legge approva l'acquisto è una irresponsabile invenzione giornalistica.
La legge 185 ha, fra le sue disposizioni generali, questo comma:
"1. L'esportazione, l'importazione e il transito di materiale di armamento nonché la cessione delle relative licenze di produzione devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia. Tali operazioni vengono regolamentate dallo Stato secondo i princìpi della Costituzione repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali."
Anche il comma 7 rende chiaro il fine di questa legge e rende impossibile il supposto acquisto delle armi citate:
"7. Sono vietate la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione ed il transito di armi biologiche, chimiche e nucleari, nonché la ricerca preordinata alla loro produzione o la cessione della relativa tecnologia. Il divieto si applica anche agli strumenti e alle tecnologie specificamente progettate per la costruzione delle suddette armi nonché a quelle idonee alla manipolazione dell'uomo edella biosfera a fini militari."
L'articolo 2 comma 2 richiamato dal decreto 13 giugno 2003 è
semplicemente un elenco dei materiali d'armamento regolamentati -- non
da acquistare -- e la cui esportazione, importazione e transito appunto
"devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell'Italia" e
sono regolamentati dallo Stato "secondo i princìpi della Costituzione
repubblicana che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali."
Il decreto 13/7/2003 non fa altro che aggiornare quest'elenco, che non dispone affatto l'acquisto di alcunché.
L'appello è insomma al di là di ogni dubbio una bufala, e pertanto non va assolutamente diffuso.
A quanto mi risulta, nessuna delle testate giornalistiche o dei parlamentari coinvolti ha pubblicato una rettifica.
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "jack73member" e "diengley".
Molti di voi mi hanno scritto chiedendo come mai, dopo il successo
del primo esperimento, la Net.Posse non ha lanciato nuove iniziative
antidialer. C'è una ragione molto seria. Alcuni esperti di informatica
giuridica mi hanno scritto avanzando dubbi non trascurabili sulla piena
legalità di una delle azioni descritte:
specificamente, l'uso di wget.
Chi ha interesse a difendere i lauti profitti dei dialer potrebbe
interpretare la legge a proprio favore, presentare la parte wget della
Net.Posse come un attacco informatico anziché come un'espressione di
protesta, e accusarmi di istigazione a delinquere. Sgradevole.
In attesa di chiarire meglio la mia posizione legale e quella di chi
volesse partecipare all'iniziativa, vi chiedo pertanto di non usare
wget nella maniera descritta originariamente. La pagina della Net.Posse
è stata aggiornata massicciamente di conseguenza: datele un'occhiata.
http://www.attivissimo.net/security/dialer/net_posse_antidialer.htm
L'iniziativa antidialer non è annullata: semplicemente prende una
forma forse meno drastica ma sicuramente legale. Datemi il tempo di
attrezzare un computer sacrificabile, e si riparte.
Vi aggiornerò sugli sviluppo della questione tramite le prossime newsletter.
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "niso" e "nicco".
Sta circolando, principalmente nell'Internet svizzera di lingua
italiana ma con frequenti puntate in Italia, una variante di una delle
più classiche leggende metropolitane. L'appello dichiara come fonte "un mail della polizia cantonale di Basilea", secondo il quale "in
un cinema di Losanna... qualche settimana fa una persona in un cinema
si è seduta su un oggetto appuntito que si trovava su una delle
poltroncine. Quando questa persona si è alzata per controllare di cosa
si trattava, ha trovato un ago di siringa piantato nella poltroncina
con una nota vicina: 'Lei è appena stata infettata dall'HIV'."
Addirittura vi sarebbero "più casi simili successi recentemente in più città.Tutti gli aghi controllati erano positivi all'HIV." Un attacco in grande stile, dunque: e come se non bastasse, "sono
state trovati altri aghi negli sportelli per la moneta restituita degli
automatici pubblici (biglietti, posteggio, snack, ecc.)" (l'italiano barcollante non è mio; lo sto riportando pari pari).
A garanzia dell'autenticità dell'appello, il messaggio si conclude proclamando "Chi
non ci credesse può informarsi al seguente indirizzo: KANTONSPOLIZEI
BASEL-STADT, PolA 1 Werner Diefenbacher, Sachbearbeiter Alarmwesen /
AUD Spieglhof, Büro 330, 3. OG, Spiegelgasse 6, 4001 Basel" e indicando i numeri di telefono della Polizia Cantonale di Basilea.
La storia è in realtà falsa. Appelli assolutamente analoghi, riferiti
ai cinema delle località più disparate, sono infatti facilmente
reperibili immettendo in Google Groups le parole chiave inglese
"needles cinema HIV". Si va da Bombay a Melbourne a Montreal. Quindi i
casi sono due: o sta avvenendo una strage di appassionati del grande
schermo, oppure è una bufala. Credo che nel primo caso ce ne
accorgeremmo abbastanza in fretta.
La bufala risale addirittura al 1998, secondo Snopes.com
(http://www.snopes2.com/horrors/madmen/pinprick.htm), che presenta
un'esaurientissima raccolta di smentite e di episodi vagamente analoghi
che possono aver ispirato la leggenda metropolitana. In estrema
sintesi, non è mai successo a nessuno di pungersi accidentalmente e
contrarre l'HIV con una siringa conficcata in una poltrona del cinema.
Non è mai successo finora, potreste pensare: e se fosse successo
adesso e la Polizia Cantonale di Basilea volesse dare l'allarme? In
realtà l'appello cerca semplicemente di diventare più credibile
sfruttando l'autorevolezza della polizia svizzera. E già qui incappa in
un errore piuttosto macroscopico: come nota un lettore
(samuele.coma****i), che cosa c'entra la polizia di Basilea con un
fatto successo a Losanna?
Secondo le indagini svolte da alcuni solerti lettori (delo81, gaiardoni
e dovaj), il numero di telefono corrisponde effettivamente a un interno
della sede della polizia di Basilea, ma la persona citata nell'appello
(Werner Diefenbacher) risulta sconosciuta alla polizia della località
elvetica. Chiamando il numero telefonico indicato, a un lettore è stato
risposto che il messaggio non corrisponde al vero e che non è mai stato
inviato dalla Polizia Cantonale.
Inoltre una rapida ricerca in Google rivela l'esatto indirizzo della
Polizia Cantonale di Basilea e la sua pagina Web
(http://www.polizei.bs.ch/), che però non contiene traccia dell'appello
né del signor Werner Diefenbacher.
E' insomma chiaro che qualcuno ha inventato di sana pianta
l'attribuzione dell'appello alla Polizia Cantonale svizzera e ha
riconfezionato intenzionalmente la bufala. A che pro? Le ragioni
possono essere tante, ma la più probabile è lo scherzo di cattivo gusto.
Ci sono infatti da sempre i burloni che si divertono a diffondere
allarmi fasulli per vedere quanta gente ci casca. E ora che c'è
Internet, è facile per questi individui verificare quanta strada fa la
loro creazione: basta inserire nell'appello un nome o una parola
particolare ("Werner Diefenbacher", per esempio) e poi cercare quel
nome o parola in Google, specialmente nella sezione newsgroup. Questo
rende il gioco cretino ancora più stimolante.
Purtroppo questa gente non si rende conto del panico che semina e del
disagio che causa alle autorità citate di volta in volta nelle varie
versioni dell'appello. Sicuramente il centralino della Polizia
Cantonale sarà tempestato di inutili telefonate di richiesta di
informazioni, e la fobia degli aghi infetti si aggiungerà inutilmente
alle tante ansie quotidiane che già ci affliggono.
Soprattutto in casi come questi, è quindi assolutamente da evitare il
ragionamento "io diffondo l'appello, non si sa mai". Non mandate in
giro questo falso allarme: non fareste altro che fare il gioco di
questi burloni irresponsabili.
L'indagine antibufala completa e i suoi aggiornamenti sono a vostra disposizione presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/siringa_svizzera/ago_al_cinema.htm
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di "glacchia" e "scrivi".
L'appello è stato probabilmente reso obsoleto dagli eventi, e quindi stessa sorte toccherebbe alla relativa indagine, ma per la serie "qui non si butta via niente" ve la rifilo lo stesso, caso mai potesse servire in futuro per un altro caso analogo. Mi riferisco all'appello tuttora circolante che propone di respingere, se saranno inviate, le lettere informative distribuite a tutti i capifamiglia italiani dal governo Berlusconi.
Sia ben chiaro che non entro nel merito degli aspetti politici della
vicenda: qui mi limito a verificare la proposta espressa dall'appello.
Il governo Berlusconi ha annunciato di voler inviare una lettera a
tutti gli italiani? Sì: ne hanno parlato tutti i giornali, anche se da
un po' non se ne sente più nulla. Si può respingere al mittente una
lettera inviata dal governo? Certo che si può. In questo senso,
l'appello non è una bufala.
Respingere al mittente la comunicazione di un Presidente del Consiglio
può essere vista certamente come una forma di protesta civile (come ha
osservato qualcuno, è molto meglio che spaccar vetrine). La proposta
dell'appello, inoltre, non è particolarmente complicata da mettere in
atto. Infatti in genere, in caso di corrispondenza respinta i
portalettere o gli uffici postali non devono far altro che ritirare la
lettera e restituirla se possibile al mittente, oppure mandarla al
macero se la restituzione è impossibile per qualsiasi ragione. Non
occorre insomma una particolare trafila burocratica per restituire una
lettera.
Tuttavia l'iniziativa potrebbe essere meno efficace, in termini di
impatto, di quel che può sembrare inizialmente. Se pensate che la
lettera, respinta ritorni materialmente al mittente, creando una
spettacolare catasta di corrispondenza di fronte alla casa del
Cavaliere o a un palazzo del governo o alla sede centrale di Forza
Italia, con tutta probabilità vi sbagliate.
Infatti di norma, quando si effettua un invio di massa di questo
genere, le buste respinte non vengono restituite al mittente: vengono
classificate come "stampe" e come tali solitamente finiscono al macero.
In altre parole, respingendo la missiva dareste semplicemente un po' di
lavoro in più alle già oberate Poste, senza ottenere un effetto granché
visibile (a parte qualche arrabbiatura per le file più lunghe agli
sportelli causate da chi restituisce la missiva all'ufficio postale), e
naturalmente non fareste risparmiare nulla allo Stato.
Insomma, lasciando da parte il caso specifico, l'idea è formalmente
valida, sia pure con le limitazioni di efficacia che ho accennato. Il
vero problema è le date citate nell'appello sono ormai passate e della
lettera non v'è traccia.
In ogni caso ho dato una controllatina a dati e cifre: il numero dei
capifamiglia citato dall'appello (18 milioni) coincide solo
approssimativamente con quello ufficiale di fonte ISTAT (21.503.088),
ma la discrepanza è normale: gli archivi di indirizzi (in genere di
fonte SEAT o altro) infatti non sono mai completi come il Censimento.
Il dato Istat è disponibile presso
http://dawinci.istat.it/daWinci/jsp/prTavola.jsp?tav=030&liv=1&ua=001&sep=0&ist=0
La spesa dichiarata dall'appello è difficile da confermare. Secondo un articolo del Sole 24 Ore online, citato dal Codacons
http://www.codacons.it/articolo.asp?id=11268
l'importo sarebbe pari a "16 miliardi", presumibilmente di lire, che al cambio di 1936,27 fanno 8,263 milioni di euro. Stando invece ai dati citati da Panorama, 18.189.000 lettere a 7 centesimi l'una costerebbero 1.273.230 euro; a 40 centesimi, costerebbero 7.275.600 euro. Il margine di incertezza, insomma, è davvero notevole.
Quale che ne sia l'importo, pare che sia effettivamente a carico del
Ministero del Tesoro o più correttamente del Ministero dell'Economia,
stando perlomeno a un articolo di Repubblica
http://www.repubblica.it/2003/j/sezioni/economia/pensioni4/pensioni4/pensioni4.html
del 7 ottobre 2003, che cita anche una stima di spesa: "La spesa
stimata si attesta sui 7 milioni di euro (ironia della sorte sarà a
carico del ministero dell'Economia guidato da Tremonti)."
L'indagine antibufala completa è disponibile presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/posta_respinta/berlusconi.htm
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di absoft e magdasoleil.
Uno degli appelli maggiormente segnalati al Servizio Antibufala in
questi giorni riguarda un fantomatico numero di telefono, lo
0141-455414, che a detta del messaggio che circola sarebbe
pericolosissimo. Se ricevete un messaggio sul vostro cellulare che vi
prega di chiamare quel numero, dice l'appello, o se ricevete una
chiamata che visualizza quel numero, non rispondete e non richiamate:
alla risposta vi addebiterebbero (stando sempre all'appello) ben "50
EURO piu 2,5 euro per secondo di conversazione che non sentirete perche
il telefono sara muto ma continueranno a spendere i Vs. soldi. Se avete
una ricaricabile la prosciugano interamente alla risposta."
E non è finita. "Se vi chiamano spacciandosi per il Vs provider
omnitel tim o wind e vi chiedono di inserire un codice per utilizzare
ad esempio i programmi java oppure per ottimizzare le funzioni del Vs
cellulare non fate nulla e RIAGGANCIATE IMMEDIATAMENTE VI STANNO
CLONANDO LA SIM".
Due pericoli insieme nello stesso appello, insomma.
Più che di due pericoli, si tratta di due colossali bufale. Infatti
chiamando il numero citato, come del resto qualsiasi altro numero della
rete telefonica fissa nazionale, non viene addebitato nulla di quanto
indicato nell'appello. Cosa più importante, il numero 0141-455414
risulta inesistente.
Inoltre la storia dell'inserire un codice per clonare la SIM fa
parte di un'altra celebre bufala, quella del codice "#09" o "#90",
descritta per esempio presso
http://www.f-secure.com/hoaxes/ericell.shtml
che si è evidentemente incrociata con questa.
Del numero 0141-455414 parla ad esempio Gsmbox
http://it.gsmbox.com/news/mobile_news/all/65202.gsmbox
citando l’Unione consumatori, che nota che "il
numero, con il prefisso di Asti, è però inesistente e se anche fosse
attivo, non potrebbe tecnicamente leggere il codice del cellulare. E
tuttavia, sorge un interrogativo: c’è qualcuno interessato a far
inviare più SMS possibili?"
Anche Cellularmania riporta la stessa notizia, che è di fonte Reuters ed è datata 29 ottobre 2001:
http://www.cellularmania.kataweb.it/rassegna/archivio/ottobre2001/29_06.shtm
Probabilmente non si tratta di una burla inventata da qualche
buontempone, ma della mutazione di un'altra bufala, di origine tedesca.
Ho trovato infatti un allarme riguardante lo stesso numero (prefisso
compreso), pubblicato nel luglio del 2001 in un forum tedesco, che ne
parla come se si trattasse di un numero situato in Germania (almeno da
quel che riesco a decifrare nel mio arrugginitissimo tedesco, per il
quale accetto volentieri una mano):
http://lists.phpcenter.de/pipermail/mysql/2001-July/002303.html
Il sito antivirus F-secure classifica come burla (hoax) un appello analogo, riguardante lo stesso numero e sempre sulla rete telefonica tedesca, facendolo risalire a maggio 2000 e localizzandolo appunto in Germania. Ecco la spiegazione di F-secure in inglese (o quasi):
http://www.f-secure.com/hoaxes/phonescg.shtml
E' insomma al di sopra di ogni dubbio una bufala, e pertanto non va assolutamente diffusa.
L'indagine antibufala completa è a vostra disposizione presso
http://www.attivissimo.net/antibufala/0141-455414/numero_truffa.htm
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di zannoni e dalonzo.
Microsoft Office 2003 ha qualche piccolo problema: in alcune
circostanze perde pezzi per strada. Pezzi dei vostri documenti,
s'intende. Si tratta di circostanze estremamente rare, per cui non c'è
da fare salti sulla sedia e gridare all'ennesima gaffe di Microsoft. La
cosa simpatica è che la pagina Web di Microsoft che annuncia l'errore e
ne offre la correzione (patch) è stranamente datata... 11 novembre.
Provare per credere:
http://support.microsoft.com/?kbid=828041
Il problema di Office 2003, pare di capire, capita quando si usa un
vecchio Office per salva un documento scritto da Word/Excel/PowerPoint
2003 e poi lo si riapre con Office 2003. Se il documento contiene un
oggetto Office Art modificato e salvato in precedenza da un'altra
versione di Office, riaprendo il documento con Office 2003 può capitare
che il documento non si apra completamente, o che venga alterato o ne
manchino dei pezzi. Una situazione davvero sgradevole, se ad esempio
Microsoft Office si mangia un paio di capitoli della vostra tesi o del
vostro best-seller.
Caveat emptor.
Sia ben chiaro: anche il software libero ha le sue magagne. La nuova
Mandrake Linux 9.2, per esempio, ha avuto per qualche giorno il
disdicevole vezzo di rendere permanentemente inservibili i lettori di
CD della LG.
http://www.theregister.co.uk/content/54/33648.html
Il problema è stato corretto, ma la figuraccia rimane, anche se gli
esperti giurano che è tutta colpa di LG che non ha rispettato gli
standard. Resta anche la piccola differenza fra i due casi, costituita
dal prezzo di listino ;-)
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di paolostr***i1, carlo ri**ssa.
Alcuni di voi avranno letto il mio articolo per Apogeonline che
invitava al contrattacco contro spammer e siti sparadialer, spiegando
la semplice tecnica da usare:
http://www.apogeonline.com/webzine/2003/10/30/01/200310300101
L'articolo ha suscitato molte adesioni all'esperimento, e così si è
costituita la Net.Posse Antidialer: un gruppo di "arrabbiati ma
educati" che usano le risorse legali della Rete per interdire i siti
che disseminano truffe basate su 899 e compagnia bella.
Le istruzioni per partecipare senza correre alcun pericolo di infettarsi sono presso
http://www.attivissimo.net/security/dialer/net_posse_antidialer.htm
Proprio oggi la Net.Posse ha conseguito il suo primo piccolo successo: il sito ufafe.com, che stava distribuendo un dialer promosso tramite una campagna di spam, è stato rimosso e non costituisce più minaccia.
E' presto, però, per cantare vittoria. Nell'eliminazione della minaccia di ufafe.com è stato decisivo l'intervento tempestivo del provider che lo ospitava, con il quale sono stato in contatto in queste ore. Il provider, pur essendo specializzato in siti per adulti e quindi teoricamente poco avvezzo agli scrupoli morali, ha riconosciuto la presenza del dialer, che era in violazione delle sue regole di utilizzo. Pertanto ha rimosso il sito.
Non si può quindi essere certi che l'interdizione della Net.Posse abbia avuto effetto, anche se è ragionevole supporre che il picco di traffico causato dall'interdizione abbia senz'altro contribuito a far balzare agli occhi del provider la minaccia.
Sia come sia, un pericolo per la Rete è stato tolto. Ne arriveranno altri, ma nel frattempo, se permettete, direi comunque che una cantatina ce la meritiamo... ;-)
Ciao da Paolo.
Questa newsletter vi arriva gratuitamente grazie alle gentili donazioni di ivorso e u.grassi.
Avete ricevuto anche voi un e-mail spammatorio da
info@grafichepetrilli.it? Be', io sì, e probabilmente sono soltanto uno
di duecentotrenta milioni di spammati da questi egregi signori.
Se siete stati bersagliati anche voi da Grafichepetrilli, vi invito
a telefonare e scrivere loro dicendo (educatamente) di piantarla,
perché quello che stanno facendo non solo è fastidioso: è illegale.
Sarebbe, a mio parere, molto educativo far capire loro come si sente
uno spammato, intasandogli il telefono e la mailbox di proteste. E
questo è legale: hanno chiesto loro di essere contattati.
Vi racconto cos'è successo quando mi hanno spammato: è un esempio
luminoso dell'atteggiamento disinvolto di certe aziende di casa nostra.
Stamattina, non appena ricevuto il loro e-mail di spam, ho inviato a info@grafichepetrilli.it
un e-mail di diffida standard, che uso sistematicamente per gli spammer
italiani (con quelli non italiani è inutile in quanto fuori
giurisdizione).
La diffida, basata sull'ottimo lavoro di MaxKava (http://www.maxkava.com/spam/spam_intro.htm),
cita gli estremi della legge sulla privacy 675/96 e chiede di sapere in
base a quale mia autorizzazione (non data) loro hanno il diritto di
mandarmi comunicazioni commerciali e ricorda che "l'11 Gennaio
2001, il dott. Rodotà, Garante per la protezione dei dati
personali, ha stabilito ufficialmente che, in mancanza di esplicito e
preventivo consenso, è ILLEGITTIMO utilizzare e-mail prelevate
da newsgroup, forum, pagine web, mailing-list in quanto gli stessi
NON sono soggetti ad alcun regime giuridico di piena conoscibilità
da parte di chiunque (ovvero NON fanno parte dei cosiddetti elenchi
pubblici)" e che "vi sono sanzioni amministrative e penali (arresto
sino a tre anni) previste per chi viola la legge 675/96". Se a qualcuno interessa il testo integrale della diffida, lo posso pubblicare nella newsletter.
Indovinate cos'è successo? La mia
diffida è stata respinta da info@grafichepetrilli.it perché _io_ sarei
uno spammer. Infatti il messaggio di risposta contiene un bel "553 5.3.0 <topone@pobox.com>... 550 We don't accept mail from spammers". Noi non accettiamo e-mail dagli spammer. Però spammiamo allegramente gli altri. Che faccia tosta.
E così ho telefonato alla Grafiche
Petrilli, il cui indirizzo è International Print, Vico Forno 18, 18039
Ventimiglia (IM) e il cui numero di telefono è 0184 352483. Citare
questi dati non è violazione della legge sulla privacy in quanto questi
dati sono reperibili negli elenchi pubblici (ad esempio la guida del
telefono oppure Pronto.it), mentre il mio indirizzo di e-mail, come
probabilmente il vostro, non lo è.
Innanzi tutto, per evitare il rischio
che si trattasse di un attacco spammatorio perpetrato da terzi, ho
chiesto conferma del fatto che fossero stati davvero loro ad inviare la
comunicazione commerciale via e-mail. Una volta ricevuta la conferma,
ho chiesto alla persona che mi ha risposto se aveva l'autorizzazione a
mandarmi comunicazioni non richieste in base alla legge 675/96.
Panico. Mi ha passato un'altra persona,
alla quale ho chiesto ulteriore conferma e ho ribadito che il loro
comportamento è illegale e che desideravo parlare con il loro
responsabile del trattamento dati. Ri-panico: mi è stata passata una
terza persona, che si è qualificata come il responsabile suddetto. Mi
sono presentato e ho chiesto per la terza volta in base a quale mia
ipotetica autorizzazione mi avessero spammato.
Il rappresentante della International
Print/Grafiche Petrilli si è difeso dicendo che a suo avviso non era
necessaria alcuna autorizzazione, perché il messaggio spammatorio non
conteneva offerte commerciali ma era "informativo". Non cavilliamo, gli
ho risposto: non è il contenuto del messaggio che conta. Conta il fatto
che loro non sono stati autorizzati a mandarmi e-mail. Vogliamo
discuterne di fronte al Garante della Privacy? A me sta bene: se
perdono, pagano loro.
Gli ho ricordato educatamente che il
Garante ha già condannato altri spammer come loro, a suon di 250 euro
per utente spammato. Questo lo ha indotto a più miti consigli: si è
offerto di rimuovere il mio indirizzo dal suo elenco di indirizzi, e
mi ha detto candidamente che ha acquistato un CD pieno di 230 milioni
di indirizzi da una società italiana, la Infolabel (di cui stranamente
non vi è traccia né in Rete né negli elenchi pubblici) e che quindi
credeva di essere in regola. Ma la legge non ammette ignoranza, neppure
per gli spammer.
Gli ho dato il mio indirizzo (tanto ce l'aveva già) e gli ho detto che in via amicale ritenevo soddisfacente la sua offerta, ma che per il suo bene gli conveniva evitare ulteriori azioni di spamming come questa: altri utenti, meno concilianti di me, potrebbero presentare denuncia al Garante e far pagare a Grafiche Petrilli i famosi 250 euro a testa.
Insomma, tutto il parlare che si è fatto
di leggi sulla privacy, norme antispam e quant'altro non è servito a
nulla a questi signori. Se volete aiutarmi a chiarire loro le idee e a
diffondere la cultura dell'antispam, scrivete a
info@grafichepetrilli.it
oppure telefonate allo
0184 352483
e chiedete cortesemente di parlare con il responsabile del
trattamento dati, per invitarlo a leggersi la legge 675/96 e ad
astenersi da ulteriori comunicazioni commerciali non autorizzate.
Non occorre essere scortesi: sarà il numero delle proteste, non la loro violenza, a educare questo spammer. Poi raccontatemi com'è andata.
La speranza è che una volta ripresosi dalla reazione al suo spamming, ne parli in giro con i suoi colleghi (se e quando il suo telefono smetterà di squillare e riuscirà a vuotare la sua casella di e-mail) e diffonda anche lui il messaggio: imprenditori italiani, non spammate.
Altrimenti ci arrabbiamo.
Avete trovato utili questi articoli? Allora sostenete la newsletter Internet per tutti!La newsletter è gratuita, ma le donazioni sono sempre ben accette, sia tramite PayPal, sia tramite il collaudato sistema della banconota in una busta. Se volete dettagli e istruzioni su come procedere, sono qui. Se non vi occorre sapere altro e volete usare subito PayPal, potete cliccare sul pulsante qui sotto per fare direttamente una donazione (anche minima, tutto fa brodo). |
Grazie! |
HTML 4.01 compliant. Text and page layout © 2003 by Paolo Attivissimo. |