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Ultimo aggiornamento: 29 dicembre 2006.
Indice dell'analisi critica - Indice della sezione 11/9 - Pagina base di Attivissimo.net
Il film inizia questo capitolo con una bugia facilmente dimostrabile.
Titolo:
LE 3 TORRI CADUTE
IL WORLD TRADE CENTER PLAZA
Larry Silverstein, l'uomo delle Torri
NARRATORE: Il World Trade Center Plaza era un insieme di sette edifici, destinati ad uso commerciale, collocato nella punta sud dell'isola di Manhattan. Oltre alle torri gemelle 1 e 2, comprendeva anche gli edifici chiamati World Trade Center 3, 4, 5, 6 e 7. Quest'ultimo era l'unico ad essere fuori dal perimetro della Plaza vera e propria, ed era entrato a far parte del complesso solo nell'agosto del 2001, quando il suo proprietario, Larry Silverstein, era riuscito a coronare il sogno della sua vita, acquistando dalla città di New York le torri più famose del mondo.
NARRATORE: Ma solo un mese dopo l'intero complesso andava distrutto dagli attacchi terroristici. E mentre nessuno degli edifici circostanti subiva danni sostanziali, alcune ore dopo le torri, crollava anche inspiegabilmente proprio l'edificio numero 7.
Questo è semplicemente falso. La chiesa ortodossa di San Nicola è andata completamente distrutta. Il Winter Garden è stato sfondato in modo devastante dalle macerie. Il Bankers Trust/Deutsche Bank Building è stato talmente danneggiato da richiedere la demolizione.
La chiesa greco-ortodossa di San Nicola non esiste più. Questa è una foto risalente a prima degli attentati. L'edificio sottile, a sinistra della chiesa, è (era) il WTC3 o Marriott Hotel. |
I danni critici al Winter Garden e agli edifici adiacenti (World Financial Center) sono evidenti. |
La facciata del Bankers Trust/Deutsche Bank Building è talmente squarciata che l'edificio dovrà essere demolito. |
NARRATORE: Non è facile per nessuno accettare l'idea che le torri non siano crollate da sole ma che siano state demolite volontariamente, pur sapendo quante persone si trovavano al loro interno in quel momento. Ma nell'arco di questi anni sono emersi svariati indizi che puntano chiaramente il dito in quella direzione, mentre rendono sempre più difficile spiegare i crolli come semplice conseguenza degli impatti e degli incendi.
Qui il montaggio audio lascia un po' a desiderare: ci sono dei pezzetti di musica sfumati che non c'entrano nulla col resto.
NARRATORE: Il primo elemento a mettere in dubbio la versione ufficiale è che le torri stesse erano state progettate per reggere con ampio margine all'eventuale impatto di un grosso aereo di linea con conseguente incendio. I calcoli erano stati fatti su un Boeing 707, l'aereo più grande che ci fosse in circolazione in quegli anni. Il suo peso, le dimensioni e il carico di carburante erano molto simili a quelli dei Boeing 767 che hanno colpito le torri l'11 di settembre.
Gli incendi prodotti dal carburante non erano stati presi in considerazione. Il Boeing 767 è il 10% più grande di un 707. Ma soprattutto la struttura del WTC era calcolata per reggere all'impatto di un aereo a velocità di atterraggio (circa 200 km/h), non alla massima velocità (gli aerei hanno colpito le torri a velocità comprese fra 700 e 950 km/h).
NARRATORE: Leslie Robertson era il progettista responsabile della robustezza strutturale delle torri.
[Viene mostrato uno spezzone di intervista sottotitolata a Leslie E. Robertson, definito "Structural Engineer" nel servizio originale]
ROBERTSON: L'aereo che avevamo in mente era l'aereo più grosso dell'epoca. Abbiamo progettato gli edifici per reggere all'impatto di un Boeing 707, che avesse colpito le Torri in un punto qualunque.
NARRATORE: La loro innovativa struttura prevedeva quarantasette piloni di acciaio centrali, talmente robusti e lunghi che era stato necessario costruire un cantiere apposito in Giappone per poterli assemblare. Questa struttura centrale era a sua volta contenuta da una gigantesca maglia in acciaio, fatta di segmenti prefabbricati che venivano saldati e assemblati direttamente sul luogo.
NARRATORE: Paul Goldberger è un giornalista del The New Yorker, esperto di architettura.
[Viene presentato dai sottotitoli del servizio originale come "Architectural critic - The New Yorker".]
Sottotitoli aggiunti da Mazzucco:
GOLDBERGER: Il World Trade Center era diverso. Era quello che gli ingegneri chiamano "struttura tubolare". Era una maglia d'acciaio molto, molto robusta, che lo avvolgeva all'esterno.
NARRATORE: L'aggiunta di semplici pannelli prefabbricati costituiva i pavimenti dei vari piani, che venivano letteralmente agganciati fra il corpo centrale, dove si trovavano gli ascensori e tutti gli altri servizi, e la maglia esterna di contenimento. Questa maglia esterna, estremamente robusta ed elastica, era concepita in modo da poter redistribuire in pochi secondi l'intero carico della torre su tutta la sua superficie, nel caso che un aereo l'avesse colpita in qualunque punto e a qualunque livello.
NARRATORE: Lo conferma Frank De Martini, manager del progetto di costruzione delle torri, in un'intervista del gennaio 2001.
De Martini viene presentato, nei sottotitoli del programma originale dal quale Mazzucco ha prelevato lo spezzone, come Frank A. De Martini - Manager, WTC Construction & Project Management. I sottotitoli originali specificano inoltre che lo spezzone fu registrato il 25 gennaio 2001 e che De Martini è morto l'11 settembre.
DEMARTINI: L'edificio fu progettato per sostenere l'impatto di un Boeing 707 a pieno carico, che era l'aereo più pesante in circolazione a quel tempo. Io sono convinto che l'edificio possa sostenere probabilmente più di un impatto di aerei di linea, perchè la sua struttura è come quella della rete antizanzare sulla porta di casa. E' un specie di rete densissima, e l'aereo è solo una matita che buca quella rete. In realtà non le fa assolutamente nulla.
NARRATORE: E infatti dopo essere state colpite le torri hanno ondeggiato e scricchiolato per qualche minuto, prima di fermarsi, con il carico redistribuito, sulla struttura restante. Come previsto.
NARRATORE: Ma poi, inspiegabilmente, quando gli incendi si erano già consumati da un pezzo, sono improvvisamente crollate, una dopo l'altra...
Non è affatto vero che le torri sono crollate "quando gli incendi si erano consumati da un pezzo". Le foto e i filmati pubblicamente disponibili mostrano chiaramente fiamme ampie e persistenti prima e durante i crolli, ma il film sceglie di non mostrarci i crolli, che sono aspetti cruciali del disastro, sostituendoli con foto delle espressioni delle persone che assistono all'evento.
Anzi, sarà proprio Inganno globale, a 00:56:00 circa, a mostrare il crollo di una torre del World Trade Center mentre il rogo è ancora vivissimo ed esteso su più piani. Mazzucco si contraddice da solo.
NARRATORE: ... trasformandosi in una nuvola di polvere finissima che ha ricoperto come neve tutta la punta sud di Manhattan.
NARRATORE: La tesi ufficiale vuole che... il calore degli incendi abbia indebolito le strutture di supporto fino a farle crollare su se stesse. Ma l'acciaio fonde a 1500 gradi e deve essere esposto a una temperatura di almeno 800 gradi per lunghissime ore, prima di iniziare anche solo ad ammorbidirsi.
Viene da chiedersi allora come fanno gli operai che tagliano l'acciaio o i soccorritori che liberano le persone intrappolate nelle auto o negli edifici dopo gli incidenti e le calamità: stanno lì per lunghissime ore?
NARRATORE: A Madrid un edificio simile ha bruciato per due giorni interi, a temperature ben più alte di quelle delle torri gemelle, senza che l'acciaio mostrasse, in seguito, il minimo segno di indebolimento.
NARRATORE: Non si spiegherebbe altrimenti perché sia necessaria la fiamma ossidrica per saldarlo se bastasse poi del semplice kerosene per scioglierlo.
Le immagini mostrano operai che tagliano, non "saldano".
NARRATORE: Jonathan Barnett è un ingegnere specializzato nella protezione degli edifici dal fuoco.
I sottotitoli originali del programma dal quale Mazzucco ha tratto lo spezzone d'intervista dicono Professor Jonathan Barnett - Worcester Polytechnic Institute. Le parole di Barnett sono tradotte dai sottotitoli:
BARNETT: I normali incendi non sono caldi abbastanza per fondere l'acciaio. Anche usando un combustibile poco comune, come il kerosene, non si possono raggiungere le temperature necessarie a fondere l'acciaio. In oltre 20 anni non avevo mai visto una struttura in acciaio protetto crollare per un incendio.
E' interessante notare che mentre parla Barnett, il film mostra un edificio in fiamme, durante un esperimento, le cui travi sono imbarcate per il calore.
NARRATORE: Lo conferma Steven Jones, uno dei tanti accademici americani ad aver contestato pubblicamente la tesi dei cedimenti strutturali.
I sottotitoli del programma originale dal quale Mazzucco ha tratto le dichiarazioni di Jones indicano Professor Steven E. Jones - BYU Department of Physics.
I sottotitoli traducono le parole di Jones:
JONES: Dovrebbero esserci altri esempi, se è vero che è stato il fuoco a far crollare questi edifici. Ma non c'erano altri esempi. Le probabilità che uno di questi edifici crollasse a causa del fuoco, visto le centinaia di altri edifici che nel passato non sono invece crollati per il fuoco, possono essere forse una su 400 o 500. Ma tre edifici in un giorno solo? Dal semplice punto di vista statistico diventa 400 per 400 per 400, che è già un numero davvero molto piccolo di probabilità. Che poi siano anche crollati simmetricamente... Sarebbe molto più logico che fossero caduti inclinandosi sul lato, ma quante sono le probabilità che tutti e tre cadano invece in perfetta verticale?
Inganno Globale presenta un brano tratto dal video "102 Minutes - Inside the Towers" disponibile qui sul sito del New York Times.
I sottotitoli traducono le parole di Eric Lipton, del New York Times.
LIPTON: Sono Eric Lipton, per il New York Times. La Fuji Bank aveva uffici dal 78° all'82° piano nella Torre Sud. Molti dei suoi dirigenti avevano osservato la Torre Nord venire colpita da un aereo, e avevano già lasciato gli uffici, ma una volta all'uscita, gli agenti di sicurezza gli avevano detto che non c'erano pericoli, e che potevano tornare al lavoro. Uno di questi, Stanley Priamnath era alla sua scrivania che guardava la Statua della Libertà, mentre era al telefono con un collega di Chicago. A un certo punto ha visto qualcosa venire verso di lui. Era l'aereo della United. Poteva vedere la sagoma grigia, poteva leggere le scritte sui lati, e man mano che si avvicinava ha capito che non era soltanto un aereo che volava basso, ma un'altro [sic] aereo dirottato, che veniva dritto verso di lui. Ha gridato e si è lanciato sotto la scrivania, proprio nel momento in cui l'aereo colpiva l'edificio all'81° piano, dove lui si trovava, ma a qualche decina di metri di distanza. Il suo piano è andato distrutto, e molti sono morti all'istante, ma in qualche modo Stanley è riuscito a sopravvivere. Gridava con tutto il fiato che aveva nei polmoni "Aiuto! Aiuto! Sono rimasto bloccato, non lasciatemi qui!" Fra quelli che stavano scendendo le scale di emergenza, lì vicino c'era Brian Clark, un dipendente della Euro Brokers, all'84° piano, che lo ha sentito, e si è staccato dal gruppo, con una torcia in mano. I due hanno cominciato a farsi strada uno verso l'altro, finché sono rimasti divisi solo da un muro crollato. Brian e Stanley sono riusciti a ritrovarsi, e hanno ripreso insieme la discesa lungo le scale. Sono fra i pochi dipendenti delle due società ad essere sopravvissuti.
NARRATORE: La scala A era quindi rimasta praticabile ed è proprio attraverso quella che molte altre persone, rimaste intrappolate ai piani superiori, sono riuscite a salvarsi dopo Clark e Priamnath. Ma se delle persone hanno potuto transitare vive a quel livello, vicino al centro della struttura, vuol dire che la temperatura lì non ha mai raggiunto gli 800 gradi necessari anche solo ad ammorbidire i poderosi piloni d'acciaio delle torri.
La ricostruzione presentata da Inganno Globale è molto confusa, ma sembra di capire che la vicenda si sia svolta al di sotto della zona d'impatto dell'aereo (Priamnath era al piano d'impatto ed è presumibilmente sceso prima di incontrare Clark). Inoltre non è chiaro quanto tempo dopo l'impatto sia avvenuta la vicenda: nei minuti immediatamente successivi all'impatto, gli incendi innescati dal carburante non avevano ancora avuto modo di diffondersi. Infine, l'impatto dell'aereo contro la Torre Sud non è stato centrale, ma spostato verso uno spigolo. I danni e gli incendi hanno quindi interessato una zona decentrata dell'edificio.
Inganno Globale presenta a questo punto una presunta prova delle basse temperature degli incendi.
NARRATORE: Una conferma ci arriva da questa immagine termografica [mostrata qui accanto], scattata mentre la torre sud era in fiamme da una professionista del settore. Dopo l'impatto dell'aereo, avvenuto alle 9:02, la maggior parte del carburante era fuoriuscita prima di esplodere, creando la palla di fuoco che tutti ricordiamo. La foto è scattata alle 9:18; è quindi passato un solo quarto d'ora dall'impatto e già si vede come non ci sia una sola zona della torre che superi i 100 gradi di temperatura.
NARRATORE: Siamo distanti anni luce dalle temperature che sarebbero necessarie ad ammorbidire le strutture portanti delle torri.
Grazie all'analisi di Inganno Globale preparata da John di Undicisettembre, si sa esattamente la fonte di questa termografia: un articolo di Carol Ciemiengo, della Jersey Infrared Consultants. L'immagine termografica è citata anche nel rapporto NIST NCSTAR 1-5A, WTC Investigation, capitolo 9, appendice 9, pagina 320.
Il rapporto NIST pubblica nella medesima pagina anche un'altra immagine, che Mazzucco non mostra: un confronto fra un fotogramma video in luce naturale e la termografia del WTC (in bianco e nero), presi dalla medesima posizione, che rivela il trucco del regista. La termografia sta misurando la temperatura del fumo, non del fuoco. E ovviamente il fumo è molto meno caldo del fuoco che lo genera.
Altrettanto ovviamente, le fiamme dell'incendio sono in gran parte all'interno dell'edificio e quindi non sono visibili né a occhio nudo, né alla ripresa termografica.
Viene mostrato un brano di quella che sembra essere una conferenza. I titoli originali del video dal quale Mazzucco preleva uno spezzone riportano questi dati: James H. Fetzer, Ph.D. - Professor of Philosophy at the University of Minnesota, Duluth.
E' interessante notare come Mazzucco modifichi questi titoli nel tradurli, facendo scomparire la precisazione che Fetzer è un professore di filosofia, materia ben poco attinente all'argomento trattato:
Sottotitoli: James H. Fetzer - Professore universitario, autore, ex-ufficiale dei Marines.
Come mai Mazzucco sceglie di mostrarci i discorsi di un professore di filosofia, invece di quelli di qualcuno più qualificato a parlare di crolli e resistenza dei metalli, come per esempio un ingegnere strutturista o un esperto di metallurgia? E come mai altera i titoli per non far sapere che sta mostrando un filosofo che discetta di strutture e metalli?
I sottotitoli traducono quello che Fetzer sta dicendo:
FETZER: Riguardo all'11 settembre, la cosa più importante da capire è il concetto di "legge di natura". Una legge di natura non può essere violata. Una legge di natura non può essere cambiata. Una legge di natura non ha bisogno di essere attivata. Il fatto è che l'acciaio fonde a circa 1600°C. L'acciaio usato in questi edifici era stato certificato dalla Underwriters Laboratories per resistere a oltre 1000°C per almeno 6 ore.
Questo è falso. Nella prassi statunitense, l'acciaio in sé non viene certificato affatto; sono semmai gli assemblaggi strutturali (acciaio più altri componenti) che vengono collaudati complessivamente per la loro classificazione (rating) di resistenza agli incendi, secondo una procedura standard come per esempio l'ASTM E 119. Questo fatto è chiaramente indicato nella documentazione del NIST, che dice a chiare lettere: "E' semplicemente falso che l'acciaio fosse 'certificato per sei ore a 2000°F [1100°C]'".
FETZER: La temperatura massima che può sviluppare un incendio da kerosene, in condizioni ottimali, è di 900°C. Ma la stessa Underwriters Laboratories ha calcolato che a causa dell'isolamento, e di altri fattori, l'acciaio non abbia mai superato i 260°C. Il che è decisamente troppo poco per permettere all'acciaio di fondere.
Ancora una volta si finge che la versione ufficiale parli di fusione: in realtà parla di ammorbidimento. Secondo i dati NIST citati sopra, intorno ai 1000°C, l'acciaio riduce la propria resistenza a circa un decimo del normale.
A proposito delle temperature raggiunte nel World Trade Center, vale la pena di considerare la foto mostrata qui accanto, nella quale si nota chiaramente una colata di materiale incandescente in prossimità di uno spigolo della Torre Sud.
Di questa colata esistono anche vari filmati (per esempio questo) che ne mostrano oltre ogni dubbio natura, durata ed estensione: si trova nell'angolo della facciata opposta a quella d'impatto, alla stessa altezza della breccia prodotta dall'aereo, ossia dove presumibilmente i resti dell'aereo hanno terminato la propria corsa di penetrazione, come suggerito dagli elementi della facciata ripiegati verso l'esterno.
Come è possibile che la temperatura dell'acciaio non abbia mai superato i 260°C, come sostiene Fetzer, se c'è questa fontana di materiale incandescente?
NARRATORE: Ambedue gli incendi, in realtà, si sono consumati molto rapidamente, come è testimoniato anche dal fumo che era già diventato nero molto prima che le torri crollassero.
Questa è una bugia che dimostra non solo l'incompetenza scientifica di Fetzer, ma anche la sua totale mancanza di spirito d'osservazione. Il fumo nero non è affatto un'indicazione della temperatura o dello stato di un incendio. Non lo è mai stato. Basta pensare agli incendi dei pozzi petroliferi durante la prima Guerra del Golfo, o a quello più recente di un deposito di carburanti a Buncefield, in Inghilterra, l'11/12/2005, per notare che il fumo si leva nero, anche per settimane, mentre il fuoco è ancora ben vivo.
Inganno globale mostra a questo punto la breccia d'impatto su una delle torri ed evidenzia una persona che fa cenni con le braccia dall'interno dello squarcio. I complottisti ritengono che la presenza di questa persona confermi le basse temperature da loro teorizzate. In realtà queste immagini indicano semplicemente che la zona dello squarcio non è stata interessata significativamente dagli incendi, cosa del resto compatibile con la direzione dell'impatto, che avrebbe portato la maggior parte del carburante e dei rottami lontano dal punto d'ingresso.
NARRATORE: Quasi tutte le vittime infatti sono morte soffocate dal fumo o per i traumi riportati. Tutti quelli che erano invece riusciti a sopravvivere, al di sopra degli incendi, sono poi morti nel successivo crollo delle torri, mentre erano in attesa di soccorso.
Il film mostra le torri in fiamme e fa sentire l'audio di telefonate fatte da alcune vittime ai servizi d'emergenza.
EMERG.: Da che numero chiama, perfavore [sic]?
VITTIMA: Sono all'83° piano. Sono all'83° piano! Pensa che qualcuno riuscirà ad arrivare fin qui sopra?
EMERG.: Certo Signora [sic]. Stiamo venendo a prendervi.
VITTIMA: Beh, qui non c'è ancora nessuno, e il piano è tutto pieno di fumo. Siamo sul pavimento, non riusciamo a respirare. E c'è molto, molto caldo.
EMERG.: Da che numero sta chiamando?
VITTIMA: Non riesco a vedere! 4-1-1---26-23. Siamo in due in questo ufficio. Non siamo pronti a morire, ma la cosa si sta facendo brutta.
EMERG.: Vi capisco. Stiamo cercando di farvi arrivare i soccorsi.
VITTIMA: Vi prego, sbrigatevi...
VITTIMA: Penso che ci sia un incendio, perché fa moltissimo caldo. E' molto caldo, dappertutto sul pavimento.
VITTIMA: Non riuscite a mandarli su? Il fumo è diventato terribile...
EMERG.: Stiamo facendo tutto il possibile.
VITTIMA: A che piano siete adesso?
EMERG.: Stiamo arrivando, stiamo arrivando.
VITTIMA: Non mi sembra proprio, ragazzi. Io ho dei figli piccoli...
VITTIMA: Fa molto caldo. Non vedo più aria, ormai. Vedo soltanto del fumo... Sto per morire, vero?
EMERG.: No, no, no, signora, deve restare positiva...
VITTIMA: Sto per morire, lo so...
VITTIMA: Sono vicino alla finestra. Respiro a malapena. Non riesco più a vedere.
VITTIMA: Fa un caldo... mi sto bruciando. Hey!!! Aiutooo!!!
EMERG.: Pronto, Signora? Pronto?
VITTIMA: Aiutoooo!!!
VITTIMA: Ma cosa diavolo è successo?
VITTIMA: Oh, Dio! Ohh...
Lasciando da parte la discutibile scelta di strumentalizzare le sofferenze altrui presentando questa sequenza di chiamate drammatiche, va fatta una considerazione: molte delle vittime riferiscono un calore insopportabile, spesso proveniente dal pavimento. Non parlano di incendi nelle loro vicinanze, ma soltanto di fumo: come se l'incendio fosse situato ai piani sottostanti.
Come sono conciliabili queste testimonianze con la teoria complottista che l'incendio non ha mai raggiunto temperature superiori ai 120 gradi (o 260, secondo Fetzer)? Un incendio che arde per circa un'ora a 120 gradi al piano sottostante è in grado di rendere rovente il pavimento?
A questo punto (00:55:28), il film mostra il crollo di una torre (la Torre Nord, WTC1). Si nota chiaramente che gli incendi non sono affatto spenti al momento del crollo, come invece è stato affermato in precedenza. In altre parole, Mazzucco contraddice se stesso. O se preferite, ha mentito.
NARRATORE: Un altro fatto inspiegabile rimane, per tutte e tre le torri, la completa polverizzazione* dell'intero edificio.
(*) Questa frase è palesemente errata. La struttura metallica dell'edificio non si è affatto polverizzata (altrimenti non vi sarebbero state macerie da rimuovere). Si è sbriciolata la soletta di calcestruzzo, alta circa 10 cm, che rivestiva ciascun solaio metallico. Si trattava di calcestruzzo non armato, per cui non aveva alcun rinforzo interno che la potesse tenere unita.
NARRATORE: Nei normali crolli il cemento si spezza in svariati blocchi, che però rimangono interi e ben riconoscibili l'uno dall'altro.
Le foto mostrate dal film si riferiscono a edifici in cemento armato, ossia cemento nel quale sono annegate barre di ferro che legano il cemento. Per questo il cemento rimane a blocchi. Al WTC, invece, non c'era cemento armato: c'era calcestruzzo colato sopra i solai in acciaio. Venendo a mancare i solai durante il crollo, il cemento non aveva più nulla che lo tenesse unito e ha fatto quello che fa normalmente il cemento non armato in queste circostanze: si sbriciola e, se è colpito da impatti violenti e cade da grande altezza, si polverizza.
Il film mostra uno spezzone di un servizio della CNN. I sottotitoli originali identificano una delle persone come George Pataki - Governor of New York.
Sottotitoli:
PATAKI: Qui c'era la Torre Sud. Erano 104, 106 piani... Questo è quanto rimane. Là c'era la Torre Nord. E ti guardi in giro, e ti accorgi che non c'è più cemento, c'è pochissimo cemento.
REPORTER: Cosa è successo al cemento?
PATAKI: Il cemento si è polverizzato. Ero qui martedì [11 settembre]... E sembrava di essere su un altro pianeta. Tutta la parte Sud di Manhattan, non solo qui sul posto... ma da una parte all'altra del fiume, c'era questo strato di polvere, spesso 8-10 centimetri. Il cemento era semplicemente... polverizzato.
NARRATORE: La versione ufficiale vuole che siano stati i piani dell'edificio, cadendo uno sull'altro, a causare il crollo delle torri. Ma in questo caso, da dove viene la forza che scaglia quintali e quintali di calcinacci a una distanza quasi doppia della larghezza della torre e addirittura verso l'alto?
La forza è la compressione prodotta dal crollo. La distanza raggiunta dai "calcinacci" (termine improprio e ingannevolmente riduttivo, visto che si tratta di travi d'acciaio alte tre piani) è di 220 metri, per esempio nella direzione del Winter Garden, ossia, ben più che "una distanza quasi doppia della larghezza della torre" (64 metri). Le macerie non sono lanciate "verso l'alto": è un effetto ottico dovuto alla mancanza di riferimenti fissi. E la torre che scende, non sono le macerie che salgono. Basta riguardare i filmati.
NARRATORE: Che cosa può essere in grado di tranciare di netto dei pezzi di struttura esterna come questo, scagliandoli a conficcarsi addirittura negli edifici antistanti?
i pezzi non sono affatto tranciati di netto: si staccano l'un dall'altro in corrispondenza delle giunzioni, come è perfettamente normale che avvenga.
NARRATORE: David Childs è un noto architetto di New York che partecipa al progetto di ricostruzione delle torri.
Inganno Globale mostra uno spezzone di intervista a David Childs tratta da un programma trasmesso dalla KQED. I sottotitoli traducono quello che dice Childs, qualificato dai titoli originali come Architect:
CHILDS: Molto sinceramente, sono rimasto stupito quando sono cadute. In realtà questo tipo si struttura si è sempre comportato a meraviglia, nel passato. Anzi, fino a questo episodio, nessun edificio era mai crollato a causa del fuoco. C'erano stati grossi incendi, in cui un paio di piani erano caduti, ma la struttura in acciaio è una struttura molto efficiente e sicura, specialmente questo tipo di struttura centrale.
Childs non specifica che le torri non sono crollate per un incendio: sono crollate per l'incendio combinato con l'impatto tranciante prodotto dagli aerei. Il WTC7 è crollato per l'impatto delle macerie del WTC1 e per gli incendi che ne sono scaturiti.
NARRATORE: E infatti, se anche i piani fossero caduti uno sull'altro, ci si aspetterebbe di vedere i piloni della struttura centrale rimanere in piedi nonostante il crollo del resto dell'edificio. Questo invece, non è accaduto. Ambedue le torri si sono dissolte in polvere e dei piloni centrali non è rimasto più nulla.
Questa teoria presuppone che i piani, come mostrato nell'animazione che accompagna le parole del narratore, cadano in modo assolutamente perfetto e verticale, come una catasta di ciambelle infilate su un perno. Ma questo non è affatto quello che è successo: i crolli sono stati tutt'altro che verticali, come mostrato ampiamente altrove in questo sito (addirittura il troncone superiore sì è inclinato vistosamente), per cui attendersi che le colonne centrali restino in piedi è una stupidaggine.
Un moncone di circa 200 metri delle colonne centrali è in realtà rimasto brevemente in piedi dopo il crollo del resto della struttura, come si nota in alcuni filmati e in questa foto:
Il film presenta la dichiarazione di un pompiere del N.Y.F.D., Joe Casaliggi, traducendola nei sottotitoli.
CASALIGGI: Ci sono due edifici con 110 piani di uffici ciascuno. Non si trova una scrivania. Non si trova una sedia. Non si trova un telefono, o un computer. Il pezzo più grosso di telefono che ho trovato era una mezza tastiera, ed era grossa così [Casaliggi indica la distanza fra pollice ed indice]. L'edificio è crollato in polvere.
Quando un edificio alto 410 metri crolla perché la sua porzione superiore (un blocco di più di dieci piani, largo 64 x 64 metri) cade sul resto della struttura come un maglio immenso, è difficile aspettarsi che rimangano interi gli arredi d'ufficio.
NARRATORE: Un altro fatto inspiegabile è la velocità impressionante di caduta dei tre edifici. Circa 10 secondi per le torri, più di 100 piani per 400 metri ciascuna, e 6 secondi per l'edificio numero 7, 40 piani per circa 150 metri di altezza. Le tre torri sono cadute praticamente nello stesso tempo che avrebbe impiegato a raggiungere il suolo una sfera d'acciaio lasciata cadere dal tetto dell'edificio al momento dell'inizio del crollo.
Questo è semplicemente falso. E' sufficiente guardare le foto per notare che le macerie cadono più velocemente di quanto progredisca il fronte del crollo.
NARRATORE: Ma questo contraddice uno dei più noti princìpi della fisica, secondo il quale, invece, i vari piani, cadendo l'uno sull'altro, avrebbero dovuto accumulare un ritardo progressivo, risultando in un tempo totale di caduta molto superiore a quello della sfera lanciata nel vuoto.
Quest'affermazione presuppone che i piani cedano uno a uno, in una specie di crollo a singhiozzo. Ma le due torri del WTC 1 e 2 sono cadute perché demolite dal blocco di piani superiore, che non si è certo fermato a ogni piano: una volta messo in moto, è sceso in modo inarrestabile.
Riprende l'intervista a James H. Fetzer, con relativi sottotitoli di traduzione.
FETZER: Ho parlato della legge della caduta dei gravi, di Galileo. Se lasciassimo cadere una palla da biliardo dalla cima della Torre, a 110 piani di altezza, ci metterebbe 8-10 secondi per arrivare a terra, senza incontrare nessun ostacolo. Ma non c'è nessuna possibilità per un edificio che cada per l'"effetto pancake" che gli permetta di cadere alla velocità di un corpo in caduta libera. Se anche volessimo ipotizzare, approssimativamente, che ogni piano ci mette 1 secondo a crollare su quello sottostante, calcolando tutti e 110 i piani ci vorrebbero 110 secondi. Ci sono 100 secondi di troppo. E anche se calcoli che la caduta è iniziata al 96° piano, ci vogliono comunque 96 secondi. Questo se si ipotizza 1 secondo per ogni piano che crolla. Un ingegnere in California ha suggerito che 1 secondo sia troppo, e che sia bastato mezzo secondo affinchè la massa superiore vincesse la resistenza dei piani inferiori, ma anche se moltiplichi 96 piani per mezzo secondo, hai 48 secondi di tempo di caduta. Invece ci hanno messo dagli 8 ai 10 secondi a crollare. Decisamente troppo in fretta.
Parla di nuovo Steven Jones. I sottotitoli traducono quello che dice.
JONES: Sono fissati su questa unica ipotesi, è come se avessero il paraocchi. Devono esser stati per forza gli incendi e gli impatti.
Un po' come i complottisti sono fissati sull'unica ipotesi della demolizione tramite esplosivi, che impedisce loro di pensare ad altre spiegazioni meno assurde.
REPORTER: Da 20 anni Jones insegna fisica all'Università dello Utah.
JONES: ...simmetricamente, e non si inclina da un lato, come ci si dovrebbe aspettare da quella che chiamiamo la seconda legge della termodinamica. Viene giù in verticale, e questo è lo scopo delle cariche preposizionate nelle demolizioni controllate.
NARRATORE: Nelle demolizioni controllate, gli esplosivi vanno piazzati con molta cura e dopo lunghi calcoli. Bisogna fare in modo che le cariche piazzate alla base dei piloni centrali, esplodendo un istante prima delle altre, portino con sé il resto della struttura senza danneggiare gli edifici circostanti. Per garantire che questo accada, le esplosioni alla base devono essere molto potenti, e di solito generano un calore tale che nel punto in cui erano conficcati i piloni, si vengono a formare delle vere e proprie pozze di acciaio fuso, mentre le macerie tutte intorno continuano a ribollire per lungo tempo. Questo invece non dovrebbe accadere nel caso che un edificio crolli per un semplice cedimento strutturale.
Il film mostra un edificio ripreso di notte, che fa una vistosissima fiammata esplosiva e poi rimane in piedi, costellato di fiammelle; poi finalmente crolla. Questa è una demolizione decisamente atipica: non si fanno mai grandi demolizioni di edifici di notte, per ovvie ragioni, né si producono fiammate, a meno che non si voglia spettacolarizzare l'evento. Mazzucco non documenta le circostanze di questa demolizione altamente sospetta.
Inoltre il film parla di "pozze di acciaio fuso", ma le fiamme che si vedono nel filmato sono presenti anche prima del crollo e non vi è indicazione che si tratti di acciaio fuso. Potrebbero benissimo essere falò accesi in precedenza.
NARRATORE: Questa immagine termografica scattata dal satellite cinque giorni dopo i crolli delle torri ritrae la zona del World Center Plaza. I punti più caldi sono proprio alla base delle tre torri crollate.
NARRATORE: Queste immagini di New York sono state riprese dalla Shuttle due settimane dopo i crolli. In un cielo completamente terso, si vede chiaramente la lunga nuvola di fumo che, per molte settimane, ha continuato a fuoriuscire dalla macerie delle torri crollate.
Una voce americana fuori campo, forse di un servizio da un telegiornale, viene tradotta dai sottotitoli di Mazzucco.
REPORTER: Oggi è il 1° Novembre, eppure se ci pensiamo il fumo continua ad uscire dal World Trade Center.
POMPIERE: Oh, è incredibile. E ormai sono passate quasi sei settimane e più ti avvicini al centro di questa roba, più diventa caldo. Ci sono probabilmente 800° gradi [sic]. Siamo riusciti ad aprirci dei piccoli passaggi, verso quella che sembra essere la pozza. Sembra un forno dentro, è bollente, è proprio di quel colore chiaro, rosso-arancione incandescente. Vedi quella roba che sta tirando fuori?
Dobbiamo smettere di buttare acqua. Vedi quella roba? E' incandescente. Se la bagni, fa troppo vapore, e lui non vede più cosa sta facendo.
NARRATORE: Come può essere questo il risultato di un semplice crollo passivo?
NARRATORE: David Ray Griffin, noto teologo e scrittore americano, è l'autore del libro "Commissione 11 settembre - Distorsioni e omissioni", che ha letteralmente smontato la tesi ufficiale del governo americano. In questa conferenza all'università del Wisconsin, Griffin elenca i motivi principali per cui ritiene che le torri non possano essere crollate da sole ma siano invece state demolite con l'uso di esplosivi.
Ancora una volta stupisce la scelta degli esperti di parte fatta da Mazzucco: per parlare degli aspetti tecnici delle demolizioni, chi chiama? Un architetto? Uno strutturista? Un fisico? No: un teologo. Davvero non c'era disponibile nessuno di meglio qualificato?
I sottotitoli traducono le parole di Griffin.
GRIFFIN: Ad esempio: le Torri sono crollate in perfetta verticale, e praticamente alla velocità di una caduta libera come nelle demolizioni controllate. E poi le macerie hanno continuato a ribollire per mesi, dopo. In particolare, per le Torri Gemelle, molta gente ha detto di aver sentito delle esplosioni. Praticamente tutto il cemento di queste enormi costruzioni si è disintegrato in polvere finissima. Fate una prova. Prendete un pezzo di cemento e fatelo cadere da un'altezza di oltre 300 metri e vedete se si disintegra in polvere sottilissima. Non succederà mai. La maggior parte di questa polvere insieme all'acciaio e all'alluminio è stata scagliata in orizzontale, a dozzine di metri di distanza e pozze di acciaio fuso sono state trovate sotto le macerie. Questi ed altri elementi indicano la presenza di potenti esplosivi, piazzati con precisione.
GRIFFIN: In ogni caso, se si guardano tutti questi aspetti dei crolli, l'idea che siano causati dagli impatti degli aerei, e dagli incendi che sono conseguiti, è ridicola. Questo è ancora più evidente per l'edificio 7, che non è stato nemmeno colpito da un aereo ma è comunque crollato, verso le 5,30 di quel pomeriggio. Il suo crollo è talmente impossibile da spiegare, se non con una demolizione controllata che il rapporto della Commissione non ne parla nemmeno. Come se il crollo di un edificio di 47 piani non meritasse un solo commento.
In effetti il 9/11 Commission Report non ne parla: o meglio, non danno risultati pertinenti le parole-chiave "WTC7" (0 occorrenze), "WTC 7" (0), "7 WTC" (5), "7 World" (0), "7WTC" (0), "building 7" (0), "collaps*" (99). Ma questo non vuol dire che il crollo del WTC7 sia completamente ignorato dai rapporti ufficiali, soprattutto da quelli tecnici:
Questo è un esempio classico dei metodi ingannevoli dei complottisti: asseriscono una cosa in sé vera (il rapporto della Commissione non parla del crollo del WTC 7), ma la calano in un contesto tale da farla sembrare una prova di complotto (in questo caso, "dimenticando" di specificare che tuttavia il crollo del WTC 7 è discusso estesamente in altri rapporti ufficiali ben più tecnici di quello della Commissione).
NARRATORE: Il crollo del World Trade Center 7, avvenuto nel pomeriggio, rappresenta l'unico caso nella storia in cui un moderno edificio in acciaio sia crollato a causa di un semplice incendio. Stupisce ancora di più, che ciò sia avvenuto, esattamente come per le Torri, con assoluta precisione, in perfetta verticale e senza apportare nessun danno consistente agli edifici circostanti. La migliore squadra di demolizioni controllate difficilmente avrebbe potuto ottenere un risultato migliore, lavorando e calcolando le cadute per intere settimane.
NARRATORE: Ma l'ostacolo più grosso di tutti, per accettare la tesi dei crolli strutturali, è una notevole quantità di testimonianze. Poliziotti, pompieri, giornalisti e comuni passanti che hanno sentito o hanno vissuto in prima persona una lunga serie di esplosioni alla base delle torri, qualche secondo prima o durante i crolli stessi.
Inganno Globale presenta un filmato in cui parlano un giornalista e una persona identificata dai titoli del filmato originale come Philip Morelli - Survivor (sopravvissuto).
MORELLI: Tutti parlano di come sarà il nuovo World Trade Center, ma quello vecchio era la cosa più bella del mondo.
GIORNALISTA: Per sette anni il 37nne [sic] Philip Morelli ha fatto il carpentiere al World Trade Center. Originario di Queens, Morelli era innamorato del suo lavoro alle Torri Gemelle. Quella mattina alle 8.30 stava scendendo al livello B4 della Torre 1, quattro piani sottoterra.
MORELLI: Vado giù, il capo mi dice di andare a portar via i contenitori e mentre passavo vicino al montacarichi principale, nel corridoio, è li che che [sic] sono stato spazzato via. L'impatto dell'esplosione, o qualunque cosa sia stato, mi ha scaraventato a terra, e poi è cominciato il finimondo.
Mi sono messo a correre verso il bagno, non sapevo che fosse il bagno, poi ho aperto la porta poi improvvisamente, un'altro [sic] botto enorme. Vengono giù i pannelli del soffitto, cascano giù le luci. Conosco gente che è rimasta uccisa nel sotterraneo, gente che si è rotta le gambe nel sotteraneo, gente che ha dovuto farsi la plastica perchè le pareti le sono esplose in faccia.
Mentre Inganno globale mostra le due torri in fiamme, i sottotitoli traducono le parole di una persona fuori campo.
VOCE FUORI CAMPO: Ci sono state due o tre esplosioni simili, fortissime, e tutto l'edificio ha letteralmente tremato. Si tremava letteralmente, nei sotterranei dell'edificio.
Il film mostra uno spezzone di Fox News e altre emittenti. I sottotitoli traducono le parole delle voci americane:
VOCE FUORI CAMPO: Poco prima di quella fortissima esplosione che tutti abbiamo sentito, e avvertito.
VOCE FUORI CAMPO: Abbiamo sentito un botto violento, un'esplosione, abbiamo guardato su, e l'edificio ha cominciato letteralmente a crollare.
POLIZIOTTO: A me è sembrata un'esplosione, poi si è sentito il rumore di un crollo, e l'edificio è venuto giù.
Mazzucco presenta uno spezzone da un servizio della MSNBC. Anche qui, i sottotitoli traducono il parlato americano.
GIORNALISTA: Alle 10.30 ho cercato di uscire, ma appena fuori ho sentito una seconda esplosione, e un altro rombo. [stacco] Macchine incendiate, macchine rovesciate dalla forza dell'esplosione.
Un altro spezzone da un'intervista televisiva a un testimone:
TESTIMONE: Stavamo cercando di scendere dall'8° piano, ma una grossa esplosione ci ha ributtato indietro, all'8° piano.
Altri brani tratti da interviste televisive a pompieri e soccorritori:
SOCCORRITORE: Stavamo cercando di tirare fuori la gente, quando c'è stata una seconda esplosione e poi il crollo.
ALTRO POMPIERE: Stavamo preparandoci con le attrezzature per salire le scale, e c'è stata un'esplosione enorme.
Un'intervista tratta dal programma America Responds:
TESTIMONE: Sembravano degli spari, bang bang bang, e poi di colpo tre grosse esplosioni
Un reporter parla in diretta alla CNN:
REPORTER: Abbiamo sentito parlare di esplosioni secondarie, dopo gli impatti degli aerei. Ci si domanda se ci fosse qualcos'altro alla base delle Torri, che in realtà le ha dato il colpo di grazia per farle crollare.
Un reporter, Rick Sanchez, parla a MSNBC:
01:11:39. Sottotitoli:
SANCHEZ: Siamo circa a un isolato e mezzo dal punto in cui c'è stata l'esplosione. Quella zona è appena stata evacuata, perchè la polizia ha trovato quello che descrive come un ordigno sospetto, e temono che sia qualcosa che possa provocare un'altra esplosione.
Questa parte è presentata sotto forma di titoli su fondo nero in inglese e in italiano.
ALLE REGISTRAZIONI RADIO DEI POMPIERI DI NEW YORK
Official: I got, uh, an eyewitness who said there was an explosion on floors 7 and 8, 7, 8.
Ho un testimone che dice che c'è stata un'esplosione al settimo e ottavo piano.
Official: Battalion 3 to dispatch, we've just had another explosion.
Battaglione 3 a Centrale, c'è appena stata un'altra esplosione.
Official: ...Warren Street, because of the secondary explosion. We've got numerous people covered with dust from the secondary explosion.
... Warren street, a causa della seconda esplosione. Ci sono molte persone ricoperte di polvere per questa seconda esplosione.
Mazzucco traduce secondary erroneamente come seconda. E' un errore importante, perché seconda suggerisce che si tratti di un'esplosione paragonabile alla prima ed indipendente da essa, mentre secondaria rivela che si tratta di un'esplosione minore conseguente alla prima. In un contesto nel quale si vuole insinuare che ci siano state altre esplosioni intenzionali, un errore di traduzione del genere è molto ingannevole.
Official: We got another explosion on the Tower, 10-13, 10-13.
Nuova esplosione nella Torre.10-13, 10-13.
Official: Tower 2 has had a major explosion and what appears to be a complete collapse surrounding the entire area
Torre 2: c'è stata una grossa esplosione, e quello che sembra essere un crollo completo di tutta la zona circostante
Official: I was involved in the secondary, uh, explosion at Tower 1, Kay...
Mi sono ritrovato in una seconda esplosione, nella Torre 1
Mazzucco traduce di nuovo secondary erroneamente come seconda. In questo modo, crea una serie di testimonianze manipolate che avvalorano l'ipotesi di una seconda esplosione.
Pat Dawson, NBC: I spoke with the Chief of safety for the FDNY. He received word of a secondary device, that is another bomb going off ... he said that there was another explosion which took place. And then an hour after the first hit ... there was another explosion that took place. He thinks that there were actually devices that were planted in the building. We are continuing to hear explosions here downtown...
Pochi minuti fa ho parlato con il capo della sicurezza dei pompieri di New York, gli è stato detto che c'è la possibilità di un secondo ordigno, cioè un'altra bomba che potrebbe esplodere. Ma ha detto che c'è stata una seconda esplosione, e poi, un'ora dopo il primo impatto, c'è stata ancora un'esplosione. Lui pensa che ci fossero delle cariche piazzate nell'edificio. Qui a Downtown continuiamo a sentire della esplosioni...
Mazzucco traduce ancora una volta secondary erroneamente come seconda.
In questa parte, il film mette a confronto una serie di vere demolizioni controllate con i crolli al World Trade Center. E' interessante notare come nelle demolizioni controllate vere, le esplosioni comincino in basso e gli sbuffi di polvere compaiano prima del collasso dell'edificio (mentre al WTC compaiono dopo che è iniziato il crollo). Si odono anche chiaramente i botti delle detonazioni, che invece non risultano nell'audio dei crolli al World Trade Center.
La sequenza mostra anche l'ampiezza della zona colpita dai detriti delle torri: lungi dal cadere "in perfetta verticale", si nota chiaramente che le torri si sono aperte quasi a fiore, proiettando detriti in tutte le direzioni.
In ogni caso è ovvio che le somiglianze visive fra una demolizione controllata e un crollo dovuto a un cedimento strutturale saranno molte, visto che una demolizione controllata non fa altro che produrre un indebolimento della struttura che ne causa il collasso. In pratica, semplificando, una demolizione è un cedimento strutturale indotto tramite esplosivi.
Inganno globale mostra un brano tratto dal documentario dei fratelli Naudet. I sottotitoli traducono quello che si dicono i pompieri.
POMPIERE: ...un piano dopo l'altro, ha cominciato ad esplodere verso l'esterno ...
POMPIERE: ...e come se lo avessero fatto esplodere... come quando programmano
di tirare giù gli edifici...
[Mazzucco lascia intatto e non tradotto il "bum-bum-bum" esclamato dal pompiere]
...giù fino in fondo
Uno spezzone di un notiziario televisivo in cui parla Ron Insana, CNBC:
INSANA: mentre ci avvicinavamo alla Torre abbiamo visto la parte alta che iniziava ad esplodere* con un pennacchio di fumo, e abbiamo sentito il rumore tipico delle implosioni
(*) Insana non dice "esplodere", ma "rigonfiarsi" (blow out).
Mazzucco mostra le torri colpite. In sottofondo, la voce dei giornalisti televisivi americani Aaron Brown (CNN) e Dan Rather (CBS).
AARON BROWN: e come vedete sembra quasi... sembra quasi una di quelle implosioni programmate
DAN RATHER: Ricordano quelle immagini che abbiamo visto mille volte in TV... In cui un edificio è demolito intenzionalmente, con cariche di dinamite piazzate appositamente
Spezzone di intervista a Matthys Levy, identificato come "co-author Why Buildings Fall Down" dai sottotitoli originali del programma dal quale Mazzucco ha tratto il brano:
LEVY: avrete visto spesso quelle demolizioni controllate, in cui fanno implodere un edificio facendolo crollare in verticale, poichè provocano il cedimento contemporaneo di tutte le colonne di sostegno... questo è proprio quello che è sembrato, e questo è quello che è successo
ALTRA VOCE: ed era in diretta TV ...letteralmente milioni di spettatori...
La frase di Levy è isolata dal proprio contesto. Sarebbe interessante sapere da quale programma è tratta l'intervista, in modo da capire se si sta riferendo davvero al World Trade Center, ma Mazzucco non indica le fonti del suo collage.
Titoli su sfondo nero:
Nonostante il progetto originale prevedesse chiaramente che le Torri avrebbero resistito all'impatto di un grosso aereo di linea, nessuno dei progettisti o costruttori è mai stato condannato, arrestato, o anche solo incriminato per negligenza. E mentre non vi è mai stata una sola causa legale relativa alla solidità strutturale delle Torri, ... tutta la documentazione e i referti tecnici relativi ai crolli sono stati sigillati dal giudice, per accordo delle parti, e non potranno più essere visti da nessuno.
Brano di intervista a Leslie E. Robertson, identificato come structural engineer dai sottotitoli originali del programma dal quale Mazzucco ha estratto l'intervista, tradotta con i sottotitoli:
ROBERTSON: La responsabilità per garantire la massima robustezza delle Torri era la mia.
Vuole sapere se mi sento in colpa, per il fatto che siano crollate?
"Le circostanze dell'11 di settembre erano al di fuori di quello che avevamo previsto nel progetto."
- Leslie Robertson, Responsabile della solidità strutturale delle Torri Gemelle
Titoli su fondo nero:
Nessuno ha mai pensato di fargli causa.
Leslie Robertson è sempre stato, ed oggi continua ad essere, un libero cittadino.
COME MAI?