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Indagine iniziale: 1/2002. Ultimo aggiornamento: 23/7/2007.
Indagini antibufala consultate dal 7/11/2003:
Elenco delle indagini - Pagina iniziale del sito
An outraged e-mail campaign has been circulating since at least December 2000 against the Website www.bonsaikitten.com and other similar sites, which claim to sell cats tortured by growing them inside glass bottles.
The website is a hoax, designed originally as a rather tasteless joke to test the reactions of animal lovers worldwide, and shows no actual harm being done to animals.
No cats grown in bottles are actually for sale and the website uses digitally retouched or staged photographs to create this illusion and support the hoax.
Links with further information (mostly in Italian) are provided below.
Con le solite varianti tipiche delle catene di sant'Antonio, il testo è grosso modo questo (ho evidenziato i concetti salienti in grassetto):
Oggetto: Re:Non ci sono parole...
Spero che firmerete alla fine del foglio, se la cosa vi interessa....
Il messaggio in questione serve a raccogliere firme per bloccare l'affare di un CRETINO di un giapponese che vende GATTI IMBOTTIGLIATI VIVI e assolutamente coscienti e la cosa peggiore è che LA STA FACENDO DIVENTARE UNA MODA in USA.
Questo giapponese mette il cucciolo del gattino in una bottiglia di vetro con una sonda che penetrandolo dall'ano, tiene un'uscita fuori per liberarsi all'urina e le feci. Tutto questo per fare prendere al gatto la forma di una bottiglia.
Il micio viene alimentato con sostanze chimiche che lo renderanno sterile, rendendo inutili i suoi testicoli. Quindi il gatto vive così la sua vita, una vita di torture e sopravvivenza, non può muoversi nè camminare, ne pulirsi.. è una vera tortura per questo povero animale.
Nel sito viene chiamata,con mio raccapriccio,ARTE DEI GATTI BONSAI. Penso seriamente che una persona che chiami questa faccenda 'arte'' abbia seri problemi psicologici e soffrà di infermità mentale grave.
Vi prego di aiutarci firmando perchè è una moda che prende sempre più spazio in Usa, Cina, Indonesia e Nuova Zelanda!
L'animale viene visto come un soprammobile... Se volete maggiori informazioni....andate a visitare il sito,se non ci credete, e scrivete pure al webmaster, per dirgliene quattro !!!!!!!!!
GUARDATE QUA'
www.bonsaikitten.com
L'appello è spesso seguito da un lungo elenco di "firmatari".
Esistono numerosissime varianti dell'appello, tutte però accomunate dalla segnalazione di un orrendo sito Internet, www.bonsaikitten.com, nel quale sarebbero mostrati e venduti gatti allevati in bottiglia.
Le prime segnalazioni di questo caso sono giunte al Servizio Antibufala a dicembre 2002, ma gli appelli circolano in Rete almeno da dicembre 2000.
Il sito www.bonsaikitten.com esiste, ma è una burla che risale almeno al 18 dicembre 2000 (Google Groups trova vari messaggi nei newsgroup americani a partire da questa data). Al momento in cui scrivo, il sito non è disponibile in quanto tale, ma ne esiste una copia d'archivio presso Archive.org.
Qui sotto, a imperituro ricordo, ne trovate alcune schermate.
Lo dico e lo ripeto chiaro e tondo, nella speranza che aiuti a fermare questa pazzia collettiva: Bonsai Kitten è uno scherzo. Di dubbio gusto, per carità, ma è uno scherzo. Basterebbe leggere il testo del sito ed esaminarne le foto con un briciolo di spirito critico per capire che è un tentativo di fare umorismo nero. Nessun gatto è stato maltrattato, né tanto meno ridotto a dodecaedro come proclama il sito: infatti viene mostrata soltanto l'immagine di un micetto che s'intrufola per metà, di testa o di coda, in un vasetto di vetro, cosa che i gatti adorano fare. Lo so bene, sono un gattofilo.
Ripeto: è uno scherzo. Non ci sono dubbi: basterebbe riflettere un momento per capirlo. Ma chissà perché, soprattutto quando c'è di mezzo Internet e un sito fa astutamente leva sull'emotività, nessuno si sofferma a pensare prima di aprir bocca. Così nasce la falsa notizia che fa subito il giro della Rete.
Come segnalato dall'autorevole rivista Wired nel 2001, Bonsaikitten.com è uno scherzo inventato da studenti burloni dell'MIT: chi altro potrebbe parlare di "rectilinear kittens", ossia "gatti rettilinei", con l'intento di provocare i gattofili?
Il sito contiene ampi indizi della propria natura ironica (sia ben chiaro che non condivido assolutamente questo tipo di umorismo, ma difendo il diritto di espressione). Infatti offre gattini delle forme più disparate, scelte dai clienti, ma non riporta un listino prezzi, né un indirizzo da contattare, né un'opzione di pagamento con carta di credito.
Le istruzioni di "preparazione", inoltre, sono scritte in un linguaggio che scimmiotta quello medico e gli attrezzi proposti sono totalmente implausibili.
Inoltre, esaminando le foto con attenzione, si nota che nessun gatto è in realtà legato o costretto in alcun modo. Anche nella foto con il gatto "soggetto a torsione", le pseudo-morse che paiono trattenere il gatto sono soltanto appoggiate sulle sue zampe e non le circondano. Il gatto ha in effetti più che altro l'aria di essersi stiracchiato sulla moquette e di essere stato messo in posa con l'improbabile "attrezzo di torsione".
Fra l'altro, Cruel.com riporta una foto che dimostra come gli stessi effetti visivi e digitali possano essere usati per simulare un "uomo bonsai" cresciuto in bottiglia:
Altre fonti confermano che si tratta di una burla di cattivo gusto:
Il caso Bonsaikitten.com è stato schiaffato con orrore in prima pagina dai giornali (il Messaggero, ad esempio) e ha scatenato la furia cieca del popolo della Rete, partorendo persino un esposto a una Procura italiana per far chiudere il sito e un'indagine dell'FBI.
Il giornale Il Messaggero ha pubblicato due articoli su Bonsaikitten.com che lo spacciano come assolutamente autentico: "I mostri esistono e mettono i mici in bottiglia" (15 gennaio 2001) e "Il "mostro dei gattini" batte in ritirata dal Web" (18 gennaio 2001). Gli articoli non sono più reperibili nell'archivio del Messaggero (se ne vergognano?), ma li ho ripescati tramite Google (immettendo maffeo kitten site:www.ilmessaggero.it e usando la cache di Google).
E' interessante notare come nel primo il giornalista usi la parola bufala, ma non per indicare che ha capito l'inganno: proprio il contrario.
Da Il Messaggero di lunedì 15 Gennaio 2001 (prima versione)
I mostri esistono e mettono i mici in bottiglia
di JOSTO MAFFEO
MADRID - In questo mondo cane, c'è pure il dottor Mengele dei gatti. E non opera in un mondo virtuale, nonostante "risieda" nella galassia cibernetica di Internet. Questo sinistro personaggio, purtroppo, esiste ed è il promotore di un'orrenda organizzazione che incita alla tortura dei felini, alla forzatura della natura a beneficio di chissà quali considerazioni estetiche. Pensate: gattini appena nati imbottigliati - sì, messi in bottiglia - per farli crescere deformando loro il musetto e modellandone il corpo a piacimento del proprietario-aguzzino. Il quale, non c'è dubbio, è tutt'altro che un amico dei gatti. Ne è l'aguzzino, spietato torturatore il cui inaccettabile alibi porta l'etichetta del trendy, di una tendenza o moda che in realtà è aberrazione. Pura e semplice.
L'abbiamo scoperto navigando in quella Web che è fotocopia del nostro mondo di tutti i giorni, con le sue realtà e immagini esaltanti e con gli abissi del peggio della condizione umana. In un quartiere malfamato di Internet - non poteva essere altrimenti - c'è una sinistra organizzazione che risponde al nome di Bonsai Kitten, etichetta che è tutto un programma di orrori. All'inizio, per lo sprovveduto visitatore del sito tutto appare poetico, esotico ed idilliaco. La «delicata bellezza prodotta da artisti orientali», «l'arte della miniatura», la «grazia espressiva dei bonsai giapponesi».
Una terribile "bufala", la "sola" iniziale per farcire di arte e cultura un'operazione crudele, demenziale: miniaturizzare e deformare gattini appena nati, modellandoli a piacimento. Perché, messi in bottiglia, i poveri felini «assumono la forma del vaso che li costringe».
Meno male che questi sadici ammettono tutto e non ci sono dubbi. Si tratta di autentica, gratuita crudeltà. Le illustrazioni a corredo dell'iniziativa, commerciale, sono più che eloquenti: micini con il musetto spiaccicato contro il vetro, introdotti con il calzascarpe (sì, con il calzascarpe) all'interno di vasi di cristallo dov'è loro impossibile muoversi e dove - ancora orrore! - cresceranno assumendo la forma del contenitore.
Alla Bonsai Kitten, che vende «gattini già pronti» e commercializza gli opportuni strumenti di tortura per il "fai da te", non sembrano proprio nutrire scrupoli etici. Se non si trattasse di animali, il dettaglio delle operazioni di miniaturizzazione farebbe ricordare gli orrori perpetrati nel corso della storia da grandi e piccoli torturatori. Ai micini, è spiegato, si iniettano sedativi affinché subiscano la tortura senza molestare; si applica un «diverticolo rettale» per evacuare orine e feci all'esterno, sennò, oltre «a condurli a sicura malattia e morte» potremmo subire «l'inevitabile aspetto e odore».
C'è di più, molto di più, in questa vetrina degli orrori felini ad uso e consumo di un'organizzazione che ci specula e che promuove quella che vende come «opera d'arte» di moda. Potremmo occultare l'ubicazione del sito, ma forse è meglio indicare ai cibernauti, che in questi casi sanno reagire opportunamente con l'indignazione a colpi di clic e bit, dov'è l'antro in questione: www.bonsaikitten.com. Un indirizzo Internet e un numero di telefono di New York che potrebbero e dovrebbero interessare anche le procure della Repubblica italiane, visto che recentemente la Cassazione ha stabilito che i reati sulla rete sono perseguibili a prescindere da dove parta il messaggio criminale. Un luogo - quel sito - dove si spiega con dovizia di dettagli la mollezza e plasticità delle ossa dei gattini appena nati, la «reazione di gonfiore iniziale» che il cliente può osservare dopo una settimana di tortura, sintomo di un processo di «modellazione» che procede regolarmente.
Non ci stupiremo del passaggio seguente, in questa sinistra operazione di plasmazione del muso felino a piacimento del cliente: la vendita di contenitori con un vetro riproducente i lineamenti del volto del cliente, così si avrebbe un gatto con il perfido muso del padrone. Ci staranno già pensando i promotori dell'affare, i quali, com'è consueto, raccomandano precauzioni e precisione nelle fasi di miniaturizzazione; se qualcosa va storto - povero gatto! - loro non assumono responsabilità. Come non ne assumono se qualcuno intende "saggiare" la duttilità dei micini appena nati. Alla prima settimana di vita, avvertono, il gatto è molle ed elastico: «Se lo si getta sul pavimento, rimbalzerà». Attenzione, però, «può finire sotto i mobili ed è difficile recuperarlo».
Orrendi questi "riduttori" di micini. Dobbiamo registrare che pensano proprio a tutto. Tra i suggerimenti tecnici per una felice operazione, uno colpisce in particolar modo: bisogna praticare un foro nella bottiglia per far respirare ed alimentare il micio. Altrimenti, morirebbe. E bisognerebbe ricominciare daccapo, con un altro gatto. Mondo cane. Fateli sparire.
Sempre da Il Messaggero di lunedì 15 Gennaio 2001 (seconda versione)
ORRORE SU INTERNET -
Moda-choc, deformare i gattini
Un sito vende la tortura sui
mici: messi in un vaso, cambiano forma
di JOSTO MAFFEO
Bonsai Kitten, etichetta che è tutto un programma di orrori. All'inizio, per lo sprovveduto visitatore del sito tutto appare poetico, esotico ed idilliaco. La «delicata bellezza prodotta da artisti orientali», «l'arte della miniatura», la «grazia espressiva dei bonsai giapponesi».
Una terribile "bufala", la "sola" iniziale per farcire di arte e cultura un'operazione crudele, demenziale: miniaturizzare e deformare gattini appena nati, modellandoli a piacimento. Perché, messi in bottiglia, i poveri felini «assumono la forma del vaso che li costringe».
Meno male che questi sadici ammettono tutto e non ci sono dubbi. Si tratta di autentica, gratuita crudeltà. Le illustrazioni a corredo dell'iniziativa, commerciale, sono più che eloquenti: micini con il musetto spiaccicato contro il vetro, introdotti con il calzascarpe (sì, con il calzascarpe) all'interno di vasi di cristallo dov'è loro impossibile muoversi e dove - ancora orrore! - cresceranno assumendo la forma del contenitore.
Alla Bonsai Kitten, che vende «gattini già pronti» e commercializza gli opportuni strumenti di tortura per il "fai da te", non sembrano proprio nutrire scrupoli etici. Se non si trattasse di animali, il dettaglio delle operazioni di miniaturizzazione farebbe ricordare gli orrori perpetrati nel corso della storia da grandi e piccoli torturatori. Ai micini, è spiegato, si iniettano sedativi affinché subiscano la tortura senza molestare; si applica un «diverticolo rettale» per evacuare orine e feci all'esterno, sennò, oltre «a condurli a sicura malattia e morte» potremmo subire «l'inevitabile aspetto e odore».
C'è di più, molto di più, in questa vetrina degli orrori felini ad uso e consumo di un'organizzazione che ci specula e che promuove quella che vende come «opera d'arte» di moda. Potremmo occultare l'ubicazione del sito, ma forse è meglio indicare ai cibernauti, che in questi casi sanno reagire opportunamente con l'indignazione a colpi di clic e bit, dov'è l'antro in questione: www.bonsaikitten.com. Un indirizzo Internet e un numero di telefono di New York che potrebbero e dovrebbero interessare anche le procure della Repubblica italiane, visto che recentemente la Cassazione ha stabilito che i reati sulla rete sono perseguibili a prescindere da dove parta il messaggio criminale. Un luogo - quel sito - dove si spiega con dovizia di dettagli la mollezza e plasticità delle ossa dei gattini appena nati, la «reazione di gonfiore iniziale» che il cliente può osservare dopo una settimana di tortura, sintomo di un processo di «modellazione» che procede regolarmente.
Non ci stupiremo del passaggio seguente, in questa sinistra operazione di plasmazione del muso felino a piacimento del cliente: la vendita di contenitori con un vetro riproducente i lineamenti del volto del cliente, così si avrebbe un gatto con il perfido muso del padrone. Ci staranno già pensando i promotori dell'affare, i quali, com'è consueto, raccomandano precauzioni e precisione nelle fasi di miniaturizzazione; se qualcosa va storto - povero gatto! - loro non assumono responsabilità. Come non ne assumono se qualcuno intende "saggiare" la duttilità dei micini appena nati. Alla prima settimana di vita, avvertono, il gatto è molle ed elastico: «Se lo si getta sul pavimento, rimbalzerà». Attenzione, però, «può finire sotto i mobili ed è difficile recuperarlo».
Orrendi questi "riduttori" di micini. Dobbiamo registrare che pensano proprio a tutto. Tra i suggerimenti tecnici per una felice operazione, uno colpisce in particolar modo: bisogna praticare un foro nella bottiglia per far respirare ed alimentare il micio. Altrimenti, morirebbe. E bisognerebbe ricominciare daccapo, con un altro gatto. Mondo cane. Fateli sparire.
Tuttavia la trasmissione Golem della Rai ha smascherato la burla subito dopo l'uscita degli articoli del Messaggero. Maffeo ha allora pubblicato una smentita? Macché: secondo lui "sono ipotesi non provate a fondo", e si compiace del fatto che "quelli di Bonsai Kitten se la sono battuta in ritirata" e che il sito è stato oscurato (non è vero), come descritto qui sotto.
Il Messaggero segnala che la parlamentare Annamaria Procacci ha presentato un esposto alla Procura per far oscurare il sito (che, si noti, risiede al di fuori della giurisdizione italiana, ma questo è un dettaglio che alla Procacci non fa alcuna differenza).
Da Il Messaggero di giovedì 18 Gennaio 2001
Scomparsa la pagina degli orrori - Il "mostro dei gattini" batte in ritirata dal Web
dal nostro corrispondente JOSTO MAFFEO
MADRID - L'agenzia Ansa diffondeva ieri sera una notizia che faceva riferimento al nostro servizio sulle sevizie ai "gatti bonsai", pubblicato il 15 gennaio scorso. Il dispaccio dell'agenzia prendeva le mosse da un commento di Gianluca Nicoletti, conduttore del programma Golem, che nel sito Internet della trasmissione Rai ha ieri citato la denuncia del nostro giornale, affermando poi che all'origine di tutto c'era uno scherzo anche se «uno scherzo di cattivo gusto».
Golem sostiene, inoltre, che la pagina Internet Bonsai Kitten sia opera di uno studente del Mit (Michigan Institute of Technology) e che proprio il Mit abbia ammesso la burla per poi chiudere il sito ospitato dalla sua rete universitaria. Più che certezze - diciamo noi - queste sono ipotesi non provate a fondo, soprattutto quella della burla, la quale, in ogni caso, non solo è di cattivo gusto ma anche atroce ed offensiva per la sensibilità di chiunque rispetti la vita e la dignità, compresa quella degli animali.
Già negli ultimi giorni dello scorso anno - abbiamo saputo nelle ultime ore - diversi cibernauti italiani ed americani, soprattutto quelli che partecipano ai fori animalisti di discussione, avevano avviato ricerche per appurare che cosa realmente ci fosse dietro il sito dei gatti miniaturizzati. Le opinioni sono per tutti i gusti; l'indignazione, in ogni caso, è unanime aldilà dell'ipotesi della burla.
Anche la questione della chiusura del sito è tutta da rivedere. Perchè fino a ieri l'altro, e senza dubbio il giorno precedente la pubblicazione del nostro servizio, la pagina in questione era attiva in Internet. Non più diffusa dal server del Mit bensì da un nuovo provider americano. Ieri, finalmente, in seguito ai "bombardamenti" dei cibernauti indignati ed allo scalpore suscitato per l'orrore della sola ipotesi di tortura dei gattini, quelli di Bonsai Kitten se la sono battuta in ritirata.
La vicenda sembra apparentemente conclusa con la scomparsa dei testi e delle fotografie che descrivevano lo scempio di animali indifesi. E' compito di chi di dovere, non nostro, far luce, appurare eventuali responsabilità ed agire di conseguenza. Dall'Italia, oltre alle proteste degli amici degli animali, è partita la prima azione politica: la parlamentare Annamaria Procacci ha presentato un esposto alla Procura per far oscurare il sito. Obiettivo, almeno per il momento, già raggiunto.
josto.maffeo@ilmessaggero.it
Ferruccio Sansa ha pubblicato sul quotidiano Repubblica l'articolo-denuncia mostrato qui sotto il 18 febbraio 2002, cioè oltre un anno dopo che il sito è stato rivelato come burla. Complimenti, giornalismo serio, documentato e soprattutto rapido. Grazie a un lettore, Lidoco, per la scansione dell'articolo.
Piccola considerazione segnalatami da un lettore (mabega) e mandata in copia a Repubblica.it:
"Ha ragione il signor Sansa ad indignarsi tanto: quella proposta da Bonsaikitten è una pratica crudele. Accanirsi in questo modo verso la superficialità di coloro che si fermano alle apparenze, è da cinici."
Di solito non mi intrometto nel merito morale delle bufale sulle quali indago, ma questa è particolarmente controversa. Burla o meno, c'è chi argomenta che il sito istiga comunque alla crudeltà verso gli animali.
Tuttavia non posso fare a meno di considerare che la crudeltà verso gli animali esiste da molto prima che nascesse Internet. So di attirarmi molte reazioni adirate, ma non è un po' come dire che i siti pornografici istigano allo stupro? E anche in questo caso, mi tocca notare con tristezza che lo stupro esiste da molto prima dell'invenzione della Rete, e che i diritti delle donne sono calpestati più brutalmente nei paesi in cui Internet e la pornografia manco sanno cosa sono. Per non parlare del fatto che le edicole italiane sono piene di pornografia, messa all'altezza degli occhi dei bambini, eppure nessuno organizza petizioni o denunce in Procura in proposito. Come mai?
Un'altra considerazione sollevata da questo sito-burla è il fatto che ci inalberiamo per un ipotetico gattino in bottiglia ma mangiamo disinvoltamente polli allevati in batteria (in gabbie in cui non possono nemmeno girarsi, non molto più grandi delle bottiglie di Bonsaikitten.com). Forse lo scopo del sito-burla è indurci a riflettere sulla nostra coerenza morale prima di trinciare giudizi su cosa è crudele e cosa non lo è. Ha senso commuoversi per un film come Babe maialino coraggioso e continuare a mangiare prosciutto?
Infine c'è da ponderare il concetto della tentata censura al sito: anche quando viene usata per scopi discutibilissimi, la libertà di espressione e di satira è uno dei capisaldi della nostra cultura. E' considerato un diritto fondamentale. Ha senso mandare al diavolo questo principio e stabilire un precedente pericolosissimo?
Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a quest'indagine antibufala, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!