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A seguito della segnalazione dell'ADUC, l'AGCM ha confermato che il consumatore può richiedere il rimborso di Windows preinstallato. Tutti i dettagli sono in questo articolo.
Presso Linuxsi.com trovate un elenco aggiornato di rivenditori italiani che offrono computer fissi e laptop senza Windows ed eventualmente con Linux preinstallato. Il sito permette anche di segnalare rivenditori non presenti nell'elenco.
Un lettore mi segnala che CDC offre laptop senza sistema operativo fra i notebook delle gamme Columbus e Next. Più avanti trovate un elenco con alcuni nomi di marche che offrono in Italia computer senza Windows preinstallato.
Un lettore mi ha segnalato il suo successo nel farsi rimborsare (o meglio, scontare) 120 euro da Dell. Potete leggere la sua storia e il mio articolo.
Microsoft ha cambiato infinite volte le sue licenze e ne ha create versioni diverse non solo per ciascun prodotto software, ma per ciascuna marca di PC. Molte delle clausole che consentivano il rimborso sono state modificate o ingarbugliate, rendendole difficili da interpretare, o sono state addirittura eliminate del tutto.
Non riesco a tenere testa a questi continui cambiamenti, anche perché ora vivo all'estero (in Svizzera, se ci tenete a saperlo). Pertanto è assolutamente indispensabile, se volete tentare il rimborso, che verifichiate le esatte parole del contratto di licenza del computer che state pensando di acquistare, e che lo facciate prima di acquistarlo. Non è necessario disimballare il computer: basta esaminare l'esemplare identico solitamente disponibile in esposizione in negozio. Se il negoziante si rifiuta, come è capitato spesso a me, cambiate negozio.
Ma per favore non contate di poter ottenere il rimborso dopo aver comperato il computer confidando nella fortuna e soltanto perché avete letto che a me e a qualcun altro è andata bene.
Rimango dell'avviso, come descritto qui sotto, che chiedere il rimborso non è il modo migliore per ottenere un computer senza Windows. Il modo migliore è comperarlo da chi lo vende senza sistema operativo (non sono in molti a farlo, ma ci sono) oppure comperare un Mac. La via del rimborso è sempre e comunque un calvario, a dimostrazione di quanto sia poco tutelato il consumatore.
Detto questo, buona lettura!
Nota: parte del materiale che leggerete qui deriva da due miei articoli scritti per Apogeonline: uno dedicato a Windows 98 (10 settembre 1999) e uno dedicato a Windows ME (13 marzo 2001). Entrambi sono disponibili nell'archivio degli articoli di Apogeonline, a cui vi porteranno i link delle rispettive date.
Si può davvero farsi rimborsare un Windows non utilizzato? La risposta è sì, anche in Italia si può, ma con molta fatica: io l'ho fatto, e a quanto pare sono stato il primo in Italia a riuscirci. Poi vi racconto la mia storia personale, ma prima ci vuole lo spiegone generale.
Molti contratti di licenza di Windows prevedono esplicitamente una clausola, poco pubblicizzata e poco conosciuta, che consente di farsi rimborsare il costo di Windows preinstallato (che non è gratuito), a patto di decidere subito di non voler usare quel Windows. La clausola, presente un tempo in tutti i contratti del software preinstallato Microsoft, è però in via di estinzione per motivi che lascio a voi intuire.
La clausola di rimborso, se presente, ha consentito ad alcuni utenti che l'hanno fatta valere di risparmiare fino a mezzo milione di lire (circa 260 euro).
Tuttavia è estremamente difficile ottenere questo rimborso. Se volete acquistare un computer sul quale non intendete usare Windows, vi conviene di gran lunga:
Se state considerando la seconda ipotesi, tenete
presente che a causa del controllo sostanzialmente monopolistico del
mercato esercitato da Microsoft è molto difficile
acquistare un PC senza Windows.
Questo è un danno non soltanto per chi desidera usare sistemi operativi
alternativi (Linux, BeOS, OS/2), ma anche per chi usa Windows, se
già ne possiede una licenza trasferibile (attenzione: non tutte le licenze di Windows sono trasferibili).
Si è insomma obbligati a pagare un prodotto anche se non lo si usa e non lo si vuole, e persino se lo si possiede già. E' per questo che molti usano il termine "tassa Microsoft" per definire quest'obbligo.
Di primo acchito potreste pensare che non ci sia niente di male nel vendere tutti i PC con Windows preinstallato. Dopotutto, è quello che vuole la stragrande maggioranza degli acquirenti.
Ma immaginate
di voler comperare un rasoio a mano e che il negoziante vi dica
"Tutti i nostri rasoi sono venduti insieme alla schiuma
Gillette; è quella che usano quasi tutti i clienti". Ma a voi la schiuma Gillette non serve, grazie;
ne avete già a casa, oppure usate una marca diversa. Magari la
schiuma Gillette vi causa irritazioni e non la potete proprio usare.
"Prendere o lasciare" ribatte il negoziante, "se
vuole un rasoio, deve comperare anche la schiuma Gillette".
E praticamente tutti i negozianti
adottano la stessa prassi.
E questo sarebbe un libero mercato?
Molti lettori di questa mia (dis)avventura pongono subito
un'obiezione di base: che senso ha chiedere il rimborso di Windows? Non
è un componente del computer come tutti gli altri? E se si pretende di farsi rimborsare Windows, perché non si pretende di farsi rimborsare anche, per esempio, il disco rigido se non si vuole quello preinstallato?
La risposta è molto semplice: per gli altri componenti non viene chiesto di firmare una licenza d'uso separata, anzi non c'è alcuna licenza d'uso; per Windows, invece, c'è una licenza d'uso, la EULA, distinta dal resto del computer, che comporta vincoli legali molto precisi e e limita l'utilizzo del prodotto. Il computer è vostro e potete farne quello che volete: Windows no, vi viene soltanto concesso in licenza.
La differenza pratica che ne risulta è che posso per esempio togliere tranquillamente un disco rigido da un computer e metterlo in un altro, cosa che invece non posso fare con Windows OEM.
Un'altra differenza è che per gli altri componenti non è prevista una clausola di rimborso; per Windows sì. Pertanto è sbagliato parlare di pretendere un rimborso di Windows: chiederlo è un mio diritto, concessomi direttamente da Microsoft.
Certo, e i regali sotto l'albero li mette Babbo Natale.
Non illudiamoci: le copie di Windows fornite in "omaggio" insieme ai PC in realtà si pagano come parte del prezzo finale del computer. I fabbricanti di computer pagano a Microsoft un tot per ogni copia di Windows che preinstallano sui propri PC e questo costo viene ricaricato sull'acquirente finale (voi, insomma).
In Italia, secondo le dichiarazioni di vari rivenditori e produttori, questo tot variabile può ammontare a circa centomila lire (circa 51,65 euro) per Windows 95/98/ME e qualcosa in più per Windows NT/2000. Per Windows XP Home Edition, alcune fonti indicano circa 75 dollari, pari a circa 160.000 lire (circa 83 euro) al momento in cui scrivo (fine 2002).
Il ricarico
pagato da un normale acquirente per un identico computer fornito con
e senza Windows XP è molto maggiore: si arriva a oltre
300.000 lire (circa 155 euro). Per Windows 2000 Professional si
arriva a 470.000 lire (circa 243 euro), e per Windows NT si parla
di 499.000 lire (circa 258 euro). Questi sono i risultati di un'indagine che ho condotto presso i siti Web dei rivenditori italiani a fine 2002.
Per esempio, questi sono i costi di Windows XP Home e Pro preinstallati su PC fissi presso Elettrodata, ad aprile 2005 (in rosso il prezzo non scontato, in nero quello effettivo IVA inclusa): quasi 90 euro per XP Home e 150 euro per XP Pro.
Altro che gratis.
Incuriositi? Qui sotto trovate tutti i dettagli.
Molti acquirenti sono talmente assuefatti a trovare Windows preinstallato sui computer che vedono in vendita che hanno l'impressione che il binomio sia inscindibile e che questo sia l'ordine naturale delle cose. Non è così.
Non è detto che se comperate un computer vogliate per forza usare Windows. Ad esempio, potreste voler usare un altro sistema operativo, come Linux, OS/2, BeOS, QNX, eccetera. Gli utenti dei computer Mac vivono felici senza usare Windows. Io sono uno di loro.
Se il modello di computer che vi interessa è disponibile soltanto in abbinamento con Windows, e se il contratto di licenza prevede la clausola di rimborso, avete il diritto legale di rimuovere Windows e chiederne il rimborso.
Per esempio, se possedete già una licenza full di Windows e sostituite il vostro computer con un modello nuovo (rottamando quello vecchio), la licenza full vi consente di installarvi il Windows che avete già (e i driver per le periferiche sono comunque scaricabili da Internet). Pertanto il Windows preinstallato sul nuovo computer non vi serve e potete quindi chiederne il rimborso (se la clausola è presente nel contratto di licenza).
Nota:
di norma le licenze dei Windows preinstallati non sono legalmente
trasferibili ad altri computer (tuttavia vi consiglio di leggere questo mio articolo
che analizza la faccenda e spiega come in realtà è possibile trasferire anche
queste licenze preinstallate).
Se comperate un computer con Windows
preinstallato, di solito la licenza vi consente di usare quel Windows soltanto su quel computer. Per avere il diritto
legale di installare Windows su un computer qualsiasi (uno solo per
volta), Microsoft dice che occorre aver acquistato la versione "full" di
Windows, che in genere si compera a parte e costa molto di più
di quella preinstallata, oppure avere una licenza multiutente (tipo
quelle adottate spesso dalle aziende).
Scusate se continuo a dire
"di solito" e "in genere", ma le licenze
Microsoft sono estremamente variabili.
Sappiamo tutti che ogni successiva versione di Windows richiede più potenza di calcolo, più memoria, e così via. Ad esempio, se provate Windows XP e Windows 98 sullo stesso computer, troverete che rispetto a XP, Windows 98 si schianta molto più spesso ma risponde molto più velocemente ai comandi, occupa meno spazio su disco e in memoria e quindi vi consente di lavorare più velocemente.
Infatti è prassi abbastanza comune rimuovere il Windows preinstallato e sostituirlo con un Windows meno recente per ottenere prestazioni migliori. Vi trovate quindi ad avere ancora una volta una copia di Windows preinstallata che non vi serve ma avete pagato, per cui vale la pena di chiederne il rimborso.
Nel passaggio da una versione all'altra di Windows ci sono sempre tante cose nuove da imparare. Ogni successiva evoluzione di Windows usa metodi diversi per la configurazione e l'amministrazione dei vari servizi, icone diverse, menu disposti diversamente, e così via.
Soprattutto nel passaggio da Windows 95/98/ME a XP, che hanno interfacce radicalmente contrastanti, le differenze sono talmente grandi da poter diventare una vera difficoltà, comportando l'esigenza di dedicare un bel po' di tempo all'apprendimento prima di poter cominciare a lavorare con il nuovo Windows. Soprattutto, nel caso di Windows XP c'è il problema che alcune applicazioni che funzionano sotto Windows 98 non funzionano sotto Windows XP e non ne esiste una versione aggiornata.
In casi come questi, la soluzione più frequente è (ancora una volta) la disinstallazione del Windows preinstallato e la sua sostituzione con il "vecchio" Windows, con il quale si ha familiarità. Insomma, vi trovate di nuovo con un Windows che non vi serve ma avete pagato.
Certo che è più semplice. Se non vi dà fastidio subire un sopruso e se vi fa schifo risparmiare 300.000 lire (154,9 euro) o più per ogni computer che acquistate, accomodatevi.
Immaginate quanto viene a costare questa "soluzione" a una scuola o a un'azienda che compera decine o centinaia di PC. Stiamo parlando di migliaia di euro buttati via in licenze assolutamente inutili.
Certamente: bisogna però riuscire a trovarlo. Infatti grazie alla politica commerciale di Microsoft è molto difficile comperare un PC senza Windows. Sono poche le marche che offrono questa possibilità.
Una soluzione possibile consiste nell'acquistare i cosiddetti "assemblati": computer privi di marca, realizzati su misura per l'acquirente da un rivenditore o da un tecnico componendo parti di vari fabbricanti (che è poi quello che fanno comunque le grandi marche). In questo caso è facile chiedere che vi venga fornito il computer senza sistema operativo. Meglio ancora, se siete esperti potete fabbricarvi da soli il computer acquistando i singoli pezzi e assemblandovelo in casa: nessuno vi obbligherà ad acquistare Windows.
Purtroppo la soluzione degli assemblati vale principalmente per i computer fissi (desktop). Per i portatili è indispensabile rivolgersi a marche che li forniscano direttamente senza Windows, ma questo limita molto la libertà di scelta. Mettiamo per esempio che io voglia un laptop Vaio della Sony e ci voglia mettere su il mio Windows 2000 (che ho già pagato): è praticamente impossibile ottenerlo senza dover pagare Windows una seconda volta, perché è preinstallato (magari in una versione che non ci piace).
Anche acquistare un PC usato è un modo per evitare di pagare la "tassa Microsoft". Certo, l'acquirente originale l'ha già pagata, ma dato che spesso il software Microsoft non è cedibile (leggete bene la licenza), non può farla pagare a voi. Inoltre, con l'acquisto di un PC usato non acquistate una nuova licenza di Windows e quindi non date soldi a Microsoft una seconda volta.
Naturalmente esiste anche un altro modo per acquistare un PC senza Windows: comperare un computer Apple. Che è esattamente quello che ho iniziato a fare, anche perché ero stufo delle falle e dell'inaffidabilità di Windows. Ma questa è un'altra storia.
La clausola di rimborso è prevista, o è stata prevista (con modalità diverse, descritte tra un attimo), dai normali contratti di licenza per le seguenti versioni italiane di Windows:
Non so se è prevista anche da altre versioni di Windows: non ho avuto modo di procurarmi una copia del relativo contratto di licenza. Se qualcuno ne ha una, si faccia avanti!
Fra l'altro, non è detto che il rimborso si debba limitare a Windows: è possibile che altri prodotti software, non necessariamente di Microsoft, siano forniti preinstallati "in omaggio" insieme al computer e che quindi il rimborso si possa estendere anche a questi prodotti. Leggete le condizioni dei rispettivi contratti di licenza.
A costo di essere ripetitivo, i contratti Microsoft cambiano in continuazione e sono diversi da marca a marca. Verificate sempre che la clausola di rimborso sia presente nello specifico contratto di licenza del computer che vorreste acquistare.
La possibilità di rimborso è prevista esplicitamente da una clausola del contratto di licenza (EULA) che compare sullo schermo durante l'installazione e il primo avvio di queste versioni di Windows.
Inoltre la validità di questa clausola in Italia mi è stata confermata a chiare parole a novembre 2001 dal Servizio Clienti telefonico di Microsoft Italia (02/70.398.398); in seguito possono esserci state - come dire - correzioni di rotta.
Nella versione italiana, la clausola recita di solito così:
Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo.
Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente Contratto, non dovrà installare o utilizzare il PRODOTTO SOFTWARE, e POTRA' RESTITUIRE PRONTAMENTE AL RIVENDITORE IL CONTRATTO STESSO E IL PRODOTTO SOFTWARE CON I RELATIVI DOCUMENTI E MATERIALI. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del PRODOTTO SOFTWARE con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo.
QUALORA L'UTENTE NON ACCETTI I TERMINI E LE CONDIZIONI DEL PRESENTE CONTRATTO, ALLORA NON POTRÀ INSTALLARE, COPIARE O UTILIZZARE IL PRODOTTO E DOVRÀ RESTITUIRLO PRONTAMENTE AL RIVENDITORE.
IN TALE IPOTESI, QUALORA AL MOMENTO DELL'ACQUISTO IL RIVENDITORE ABBIA EMESSO FATTURA, L'UTENTE POTRÀ OTTENERE IL RIMBORSO DEL PREZZO. DIVERSAMENTE L'UTENTE POTRÀ OTTENERE LA SOSTITUZIONE DEL PRODOTTO SOFTWARE CON ALTRO PRODOTTO DI PARI PREZZO O UN BUONO PER IL FUTURO ACQUISTO DI UN ALTRO PRODOTTO DI PARI PREZZO.
Installando, copiando o utilizzando in altro modo il PRODOTTO SOFTWARE, l’utente accetta di essere vincolato dalle condizioni del presente Contratto. Se l’utente non intendesse aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Corporation ("Microsoft") non sono disposti a concedere all’utente il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso l’utente è tenuto ad astenersi dall’usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per la restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati per un totale rimborso.
Non tutte le licenze sono identiche. Verificate la licenza del vostro specifico computer.
La clausola di Windows XP è scritta tutta in maiuscolo anche nell'originale, mentre il resto del contratto è in minuscolo.
Attenzione: alcuni lettori mi hanno segnalato che le loro licenze hanno diciture differenti e alcune non contemplano il rimborso:
Ringrazio Zane, Zefiro, Fbelli e altri che non desiderano essere nominati per aver fornito i testi delle licenze.
I testi integrali delle licenze di Windows XP che ho ricevuto da vari lettori sono reperibili qui in formato TXT:
Il contratto di licenza, furbamente, è all'interno del computer. Questo significa che salvo qualche acrobazia è normalmente necessario acquistare il prodotto (computer + sistema operativo) prima di poter conoscere il contenuto del contratto che lo regola. L'ingiustizia di questa situazione non richiede commenti.
Se andate in negozio, potete fare quello che ho fatto io: chiedere al negoziante di vedere il contratto di licenza del Windows presente sul computer che vi accingete a comperare. Se il negoziante obietta "ma il contratto è dentro il computer, non pretenderà mica che le apra la confezione, lo monti e lo accenda solo per farle vedere la licenza, col rischio che poi magari lei non me lo compra?", ribattete "e non pretenderà mica che io acquisti un apparecchio senza poterne leggere la licenza d'uso?".
Questo in genere produce un'espressione di vacuo smarrimento nel venditore. A questo punto potete scegliere fra:
Se scegliete la seconda strada, usate la funzione di ricerca file di Windows (di solito Start > Trova > File o Cartelle) per trovare un file che si chiama eula.txt. Attenzione, potrebbero essercene varie versioni nel computer (una per ciascun software preinstallato). Assicuratevi di aprire (con il Blocco Note) il file eula.txt che parla di Windows.
E' in questo file che dovete cercare la clausola di rimborso.
Windows è rimborsabile, a prescindere dalla versione, soltanto se non lo avete mai usato e non avete cliccato sul pulsante "Accetto" durante il primo avvio del computer (e naturalmente se è presente la clausola di rimborso citata sopra). In tal caso, il rimborso è un vostro diritto legale.
Se avete installato e/o usato Windows anche soltanto una volta su quel computer, avete accettato la licenza e quindi avete rinunciato alla possibilità di rimborso per quella licenza di Windows. Per "installato" non si intende la preinstallazione, ma la configurazione che avviene dopo aver cliccato sul pulsante "Accetto".
In altre parole, non potete usare Windows per qualche giorno o qualche settimana e poi chiederne il rimborso. O subito, o niente.
E prima che vi venga il dubbio, questo non è un metodo per piratare Windows. Sono contrario alla pirateria software e non desidero affatto incoraggiarla. Rivendico soltanto il diritto del consumatore onesto di restituire un Windows che non gli serve, se previsto dalla licenza.
Le clausole di rimborso, quando ci sono, non sono uguali in tutte le versioni di Windows; occorre quindi fare attenzione per evitare di richiedere il rimborso alla società sbagliata. Leggete bene la vostra licenza, ma la norma generale è questa:
Una pignoleria: il contratto di Windows ME e XP, a dire il vero, non specifica in modo assolutamente non ambiguo chi debba provvedere materialmente al rimborso. Tuttavia, dato che cita il Rivenditore e la sua fattura nella stessa frase in cui parla di rimborso del prezzo, è ragionevole presumere che sia il Rivenditore a dover provvedere al rimborso. Del resto, voi non avete comperato Windows da Microsoft, ma dal Rivenditore, quindi è abbastanza logico che sia quest'ultimo a doverlo rimborsare.
Pignoleria a parte, nel caso specifico di Windows XP, questa interpretazione mi è stata confermata personalmente dal Servizio Clienti di Microsoft Italia (a novembre 2001), che ha specificato non soltanto che è il rivenditore a dover rimborsare il cliente (voi), ma che il rivenditore ha poi la facoltà di rivalersi sul distributore, che a sua volta si rivarrà su Microsoft.
In altre parole, il rivenditore non ci rimette un soldo, quindi non credetegli quando vi dirà che ci rimette di tasca propria. Se vuole vendere, acconsentirà; altrimenti potete sempre andare altrove.
Attenzione a questa clausola di prepotenza: nei contratti che ho visto io, se decidete di non installare Windows 95/98/98SE o Windows XP/2000, siete legalmente obbligati a contattare rispettivamente il produttore o il rivenditore e avvisarlo. Questo è un vostro obbligo anche se non chiedete il rimborso.
In altre parole, se non usate Windows sul vostro computer, Microsoft lo vuole sapere e vi obbliga a dirglielo. Un atteggiamento che non richiede commenti.
Un'altra particolarità delle licenze di Windows ME e XP/2000 (ma non di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) è il requisito di una fattura ("qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura..."). Stando alle versioni che ho esaminato io di queste licenze, se non avete una fattura, non avete diritto al rimborso.
Ma come, uno scontrino di vendita non è sufficiente? Eppure lo scontrino è un documento fiscale a tutti gli effetti. Questa specificazione potrebbe essere illegale, e fra l'altro è presente soltanto nella versione italiana della licenza (in quella USA non c'è). Nel dubbio, tuttavia, vi conviene richiedere una fattura anziché un semplice scontrino.
Un'altra differenza importante è che nei contratti per Windows ME e XP/2000 che ho avuto modo di esaminare viene prevista esplicitamente la possibilità di sostituire Windows con altro prodotto di pari prezzo o con un buono per acquistare in seguito un altro prodotto di pari prezzo. La licenza di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation non parla di buoni, ma comunque leggete bene il vostro contratto specifico. Ad esempio, potreste farvi scontare il prezzo di Windows dalla fattura, oppure farvi dare un buono per comperare un altro programma o un accessorio per il computer.
Le versioni più recenti di Windows vengono distribuite con delle "misure antipirateria" (che in realtà non contrastano affatto la duplicazione abusiva) che comprendono l'applicazione di un adesivo al corpo del computer. L'adesivo si strappa in mille pezzetti se si cerca di rimuoverlo, reca il numero del certificato di licenza di Windows ed è dotato a sua volta di misure anticontraffazione (fili metallici, ologrammi, stampa policroma e simili).
Ne vedete un esempio nelle foto qui a destra, che mostra il "bollino" (o Certificato di Licenza) di un mio portatile Acer. Cliccatevi sopra per ingrandirle. Sì, quella in basso è una DeLorean di Ritorno al futuro. Il numero di serie del bollino è stato reso illeggibile digitalmente per motivi di sicurezza.
Spesso questo adesivo viene applicato al computer (specialmente nel caso dei portatili) direttamente in fabbrica, per cui l'acquirente non ha modo di impedirne l'applicazione.
Molti rivenditori usano questo stato di cose come scusa per non rimborsare Windows. La teoria è questa: siccome l'adesivo non è rimovibile senza rovinarlo, non è possibile riusarlo su un altro computer. Questo significherebbe, a loro dire, che la licenza di quella copia di Windows è perduta anche se l'acquirente la rifiuta. Di conseguenza, argomentano i rivenditori, rimborsare gli utenti si traduce in una perdita secca per loro o per Microsoft.
E' un'argomentazione furba, che però non sta in piedi se la si esamina attentamente. La cosa fondamentale è che se il contratto di licenza prevede il rimborso, avete diritto al rimborso. Non importa se Microsoft applica al computer bollini, adesivi, sigilli in ceralacca o ciocche di capelli col DNA di Bill Gates. Si fa quello che c'è scritto nel contratto di licenza. Se poi Microsoft ci rimette un bollino, sono, per dirla schiettamente, soltanto cavoli suoi.
In secondo luogo, se non accettate la licenza, non avete comunque il diritto legale di usare Windows anche se il bollino rimane appiccicato al computer. Quindi il fatto che il bollino rimanga o meno sul computer non vi autorizza a installare un'altra copia di Windows e non preclude assolutamente il rimborso.
Inoltre il contratto di licenza non prevede la restituzione del bollino adesivo. Per cui l'adesivo può restare al suo posto sul computer. Anzi: diffidate chiunque dal tentare di rimuoverlo, perché potrebbe danneggiare la carrozzeria del computer nel farlo (il computer non si romperà, ma il danno estetico lo deprezzerà parecchio se lo rivendete e comunque è brutto da vedere).
Da un lettore ho ricevuto inoltre questo commento molto interessante (le evidenziazioni in grassetto
sono opera mia):
"riguardo alla validità legale dell'adesivo applicato sulla carrozzeria dei computer e del certificato di licenza Microsoft. Quanto le scrivo mi è stato riferito da un docente di un corso di formazione professionale a cui ho partecipato da ottobre del 2000 a marzo del 2001. Il certificato di licenza Microsoft, ha affermato questo docente (un sistemista Windows NT/2000), ha valore per la legge americana. Per la legge italiana, il certificato è buono per farci un quadretto, e l'unica cosa che ha valore legale è la fattura, nella quale deve essere specificato il sistema operativo acquistato. Mi immagino che questo ragionamento sia valido anche per il bollino applicato sui computer. Quindi, sempre che la legge stia effettivamente così, i venditori di PC non devono lamentarsi di un eventuale danno per la perdita del bollino, che di fatto sarebbe soltanto una decorazione applicata sul computer."
Bene: ora sapete come stanno i fatti dal punto di vista legale. Ora vediamo come si trasformano questi fatti legali in risultati concreti.
Questo non è un trucco per frodare Microsoft usando a scrocco i suoi programmi; non è nemmeno una forma di protesta contro la qualità dei prodotti Microsoft o contro il suo monopolio di fatto. E' semplicemente un metodo legale per difendere i propri diritti, e vale soltanto per gli utenti onesti che effettivamente non usano il Windows che si trovano preinstallato ogni volta che comprano un computer.
Non complicatevi inutilmente la vita. Se potete, risolvete la questione acquistando direttamente il computer senza Windows. Al momento dell'acquisto, chiedete se esiste la possibilità di avere il PC senza Windows o con altri sistemi operativi. Alcuni rivenditori la prevedono, ma non la offrono se non gliela chiedete esplicitamente. Altri hanno già pronto un doppio listino prezzi (con e senza Windows), che però non vi mostreranno se non glielo chiedete insistentemente.
Se acquistate il PC in un negozio e non vi viene offerta la possibilità di acquistare il PC senza Windows, chiedete subito se il negoziante è pronto a provvedere al rimborso, qualora previsto dalla licenza, e se è disposto a farvi vedere la licenza del computer che vorreste acquistare. Se si rifiuta, andate altrove (magari dopo avergli spiegato perché).
Non abbiate timore o imbarazzo: è il negoziante che si sta comportando in modo irregolare, non voi. State semplicemente facendo valere il vostro sacrosanto diritto.
A novembre 2001 ho stilato una lista di produttori e rivenditori di computer che ho contattato per sapere se sono in grado di provvedere al rimborso di Windows (in questo caso Windows XP) o, meglio ancora, di vendere computer senza sistema operativo.
La vecchia lista ha ormai soltanto valore storico, per cui l'ho parcheggiata in una pagina a parte insieme al suo aggiornamento di aprile 2005.
La situazione attuale (dicembre 2005) è ancora difficile, ma non come allora: ora in Italia c'è almeno un rivenditore che offre anche notebook privi di sistema operativo, e siti come Linuxsi.com mantengono liste aggiornate di rivenditori "amici del rimborso".
Purtroppo non ho né il tempo né le risorse per ripetere periodicamente il sondaggio e aggiornare la mia lista, per cui inviate le vostre segnalazioni a Linuxsi.com.
Insomma, è assai probabile che vi troviate costretti ad acquistare un PC con Windows preinstallato e poi tentare l'ardua strada del rimborso. In tal caso, soprattutto se trovate preinstallato Windows ME o XP, fatevi rilasciare fattura anziché lo scontrino, in modo da essere assolutamente in regola con il contratto di licenza.
Se dunque la prevenzione è impossibile, procedete come segue.
Dovete rifiutare le condizioni di contratto alla prima accensione del computer appena acquistato, preferibilmente il giorno stesso dell'acquisto, cliccando sul pulsante Rifiuto (o Non accetto). Se cliccate sul pulsante Accetto, è formalmente troppo tardi.
Leggete attentamente le condizioni di contratto che compaiono sullo schermo e verificate che contengano la clausola di rimborso: è la chiave per ottenere il rimborso. Ogni tanto Microsoft cambia il contratto, per cui fate molta attenzione.
Dovete inoltre cancellare definitivamente dal disco rigido tutti i file richiesti dalla preinstallazione di Windows, senza farne copie. Gli unici file che in alcuni casi potete legittimamente tenere in copia sono quelli dei driver specifici per le vostre periferiche (scheda audio, lettore CD/DVD, monitor eccetera), ma soltanto se i driver sono forniti dal produttore del computer e non da Microsoft (leggete le informazioni di copyright incluse in ciascun driver).
Dato che spesso è difficilissimo distinguere quali file appartengono a Microsoft e quali no, la strategia più prudente è formattare il disco rigido. I driver sono comunque quasi sempre scaricabili gratuitamente dai siti Internet dei produttori.
Tenete presso di voi il CD di Windows fornito insieme al computer, la relativa licenza e i manuali. Se sono sigillati, non apriteli. Non restituiteli, per ora.
A questo punto potete installare sul vostro computer il sistema operativo che vi pare. Non occorre attendere la risoluzione della vicenda.
Prendete carta e penna e scrivete al produttore o al rivenditore (secondo quanto indicato nel testo della vostra licenza) del vostro computer (ebbene sì, gli scrivete anche se andate di persona in negozio; è fondamentale avere una traccia scritta). Non scrivete a Microsoft Italia. Nella letterina, esponete i fatti secondo la falsariga fornita qui sotto.
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello .., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di rifiutare le condizioni del contratto stesso.
Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo."
In ossequio a tale clausola, con la presente adempio l'obbligo di contattarVi (essendo Voi il Produttore citato nel Contratto) e richiedo informazioni su come restituire il prodotto non utilizzato e sulle modalità di rimborso. In particolare richiedo informazioni sull'ammontare del rimborso.
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello .., numero di serie .. Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso.
Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente Contratto, non dovrà installare o utilizzare il PRODOTTO SOFTWARE, e POTRA' RESTITUIRE PRONTAMENTE AL RIVENDITORE IL CONTRATTO STESSO E IL PRODOTTO SOFTWARE CON I RELATIVI DOCUMENTI E MATERIALI. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il Rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del PRODOTTO SOFTWARE con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo."
In ossequio a tale clausola, con la presente esercito la facoltà di contattarVi (essendo Voi il Rivenditore citato nel Contratto) per restituire il prodotto non utilizzato e ottenere il relativo rimborso. In particolare richiedo informazioni sulle modalità e sull'ammontare del rimborso.
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello ..., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso.
Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Qualora l'utente non accetti i termini e le condizioni del presente contratto, allora non potrà installare, copiare o utilizzare il prodotto e dovrà restituirlo prontamente al produttore. In tale ipotesi, qualora al momento dell'acquisto il rivenditore abbia emesso fattura, l'utente potrà ottenere il rimborso del prezzo. Diversamente l'utente potrà ottenere la sostituzione del prodotto software con altro prodotto di pari prezzo o un buono per il futuro acquisto di un altro prodotto di pari prezzo."
In ossequio a tale clausola, con la presente esercito la facoltà di contattarVi (essendo Voi il Rivenditore citato nel Contratto) per adempiere l'obbligo di restituire prontamente il prodotto non utilizzato e ottenere il relativo rimborso. In particolare richiedo informazioni sulle modalità e sull'ammontare del rimborso.
In data ../../.. ho acquistato un Vostro personal computer modello ..., numero di serie ... Alla prima accensione del computer ho esaminato il Vostro contratto di licenza per Windows (EULA) e ho esercitato la prevista facoltà di non accettare le condizioni del contratto stesso.
Porto alla Vostra attenzione la seguente clausola: "Se l’utente non intendesse aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Corporation ("Microsoft") non sono disposti a concedere all’utente il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso l’utente è tenuto ad astenersi dall’usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per la restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati per un totale rimborso."
In ossequio a tale clausola, con la presente adempio l'obbligo di contattarVi (essendo Voi il Produttore citato nel Contratto) e richiedo informazioni su come restituire il prodotto non utilizzato e sulle modalità di rimborso. In particolare richiedo informazioni sull'ammontare del rimborso.
Naturalmente, citate il testo esatto della vostra licenza, che potrebbe essere leggermente diverso da quello presentato qui.
Poi preparatevi alla battaglia.
E' probabile che la vostra lettera verrà ignorata. In tal caso provate a sentire telefonicamente il servizio clienti del produttore (Windows 95/98/98SE) o della catena a cui appartiene il vostro rivenditore (Windows ME/XP/2000) e fate valere i vostri diritti. Non stupitevi se gli addetti cadono dalle nuvole.
Le obiezioni più probabili che vi faranno per cercare di svicolare dal contratto sono queste, con le relative risposte:
Il vostro contratto dice esplicitamente il contrario. Le devo rileggere la clausola?
Certo che sapevo che c'era Windows preinstallato. Ho anche chiesto se si poteva avere il vostro PC senza Windows, ma mi è stato detto di no. Ma ho accettato lo stesso proprio perché sapevo della clausola di rimborso prevista dal contratto di licenza di Windows e presumevo che avreste tenuto fede ai vostri impegni scritti. Siete un'azienda seria, no?
E allora? Non mi interessa chi l'ha scritto: mi interessa chi l'ha firmato, cioè voi come Produttore (Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) o Rivenditore (Windows ME, XP, 2000). Se siete così furbi da accettare passivamente quello che impone Microsoft, il problema è vostro e non mio. Esigo il rispetto del contratto così come voi lo esigete da me.
Bene, allora è ora che vi ingegniate. La clausola è nel vostro contratto, sta a voi trovare la maniera di rispettarlo. O preferite una denuncia per violazione di contratto? E poi non è vero che sono il primo: Paolo Attivissimo l'ha già fatto anni fa, come descritto nel suo articolo su Apogeonline e sul suo sito Web http://www.attivissimo.net. Anche altri utenti lo hanno fatto, come descritto sempre sullo stesso sito.
Mi sta dicendo allora che il vostro contratto contiene una clausola illegale? Interessante. E' disposto a dichiararmelo per iscritto? E comunque, tanto per dirne una, il Paolo Attivissimo di cui sopra ha chiesto il rimborso e l'ha ottenuto dalla Acer Italia ad agosto del 1999. Se la legge italiana vale per Acer, vale anche per voi. Vuole che le mandi una copia dell'articolo di Attivissimo che spiega tutto?
Non è vero. Leggetevi bene il contratto e non cercate di confondere le acque.
Windows sarà anche un prodotto Microsoft, ma:
Davvero? E da quando una delle parti di un contratto si può permettere di decidere unilateralmente quali condizioni rispettare e quali no? Sapete che questo è un comportamento sanzionato dalla legge? E se io, per analogia, decidessi senza il vostro consenso che non mi va di rispettare la condizione contrattuale che vieta la duplicazione o il disassemblaggio, come la prendereste? Non menate il can per l'aia e non cercate di svicolare dalle vostre responsabilità.
Non è vero. Il vostro computer funziona anche senza il Windows che insistete a volermi fornire: basta installarvi un altro sistema operativo, che può essere Linux, BeOS o anche un altro Windows di cui ho già regolare licenza.
E comunque se io voglio comperare un computer e
usarlo come fermaporte sono assolutamente fatti miei.
Inoltre, a
differenza, che so, del disco rigido, il software offerto insieme al
PC è oggetto di un suo specifico contratto di licenza,
separato da quello di acquisto dell'hardware. Questo
contratto specifica l'opzione di accettare o non accettare le
condizioni; solo accettandole si può installare quel
Windows.
Insomma, mi viene data la facoltà di scegliere; e per di più, se si tratta di Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation, se scelgo di non accettare, devo "prontamente" contattare il Produttore (voi, insomma); per Windows XP e 2000, devo restituire il prodotto "prontamente".
Ebbene, io ho scelto di non accettare le condizioni del contratto. Quindi devo fare quello che c'è scritto nel contratto. Sto seguendo le vostre istruzioni in tal senso. Adesso non potete dirmi che non è vero quello che c'è scritto nel contratto. Il contratto l'avete accettato e sottoscritto voi, mica io. Io lo sto rifiutando!
Davvero? E in base a quale legge? Voglio gli estremi di questa legge, ammesso che esista, e ho forti dubbi, visto che varie aziende invece vendono i propri computer senza sistema operativo.
Davvero? A me non interessa; è un problema vostro. Ne parli con Microsoft, non con me. Io ho il diritto, sancito dal contratto di licenza, di rifiutare Windows e avere un rimborso, adesivo o non adesivo. L'esistenza di un adesivo è un dettaglio che proprio non mi riguarda. E non pensiate nemmeno di asportare l'adesivo, perché se mi danneggiate la carrozzeria del computer vi cito per danni.
Mi raccomando: fatevi sempre dare nome, cognome, qualifica e numero di telefono diretto della persona con la quale parlate. Anche se le parlate faccia a faccia.
Se non ottenete risposta, scrivete ancora, con raccomandata con ricevuta di ritorno, minacciando azione legale per palese violazione del contratto da parte del produttore del PC (per Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) o del rivenditore del PC (per Windows ME o XP), e dite loro che non comprerete mai più un loro computer e che racconterete a tutti che la loro azienda calpesta i diritti dei consumatori.
Ricordate loro che potete sempre rivolgervi a un giudice di pace, che a voi non costa nulla. Telefonate, faxate, fateli diventare matti. Stanno violando la legge e calpestando i vostri diritti, per cui non sentitevi in colpa: sono loro che hanno torto. Non commuovetevi e non desistete: contano di battervi per sfinimento.
Alla fine vedrete che capitoleranno. Difficilmente sarà necessario avviare una causa o rivolgersi al giudice di pace: di solito basta la minaccia, dato che la perdita di tempo e i costi di un'azione legale supererebbero ampiamente il valore del rimborso. Alcuni lettori, però, riferiscono di rivenditori/produttori talmente cocciuti da spendere migliaia di euro pur di non riconoscere il diritto del consumatore.
Se poi siete un cliente aziendale, la minaccia di non comperare più nulla da loro è sorprendentemente persuasiva.
Quando ottenete il vostro legittimo rimborso, rispedite al produttore (per Windows 95, 98, 98SE, NT 4 Workstation) o al rivenditore (per Windows ME, XP, 2000) i manuali, il CD di Windows e la licenza di Windows con raccomandata con ricevuta di ritorno all'indirizzo concordato con il produttore o rivenditore, rispettivamente, del vostro computer.
Non rimuovete l'adesivo del Certificato di Autenticità dal PC: se insistono che lo togliate, dite loro che non potete farlo senza danneggiare il computer. Tanto, adesivo o non adesivo, una volta rifiutato il contratto di licenza non avete comunque il diritto legale di usare quel Windows indicato dall'adesivo.
Poi fatemi un favore: scrivetemi a topone@pobox.com e raccontatemi la vostra esperienza. Raccontatela anche ai vostri amici e stimolateli a fare altrettanto. E' un po' come giocare alla lotteria: se non tentate, non vincete. Ma diversamente dalla lotteria, più siamo, più è facile vincere.
In bocca al lupo!
Una precisazione: in tutta l'avventura raccontata qui sotto non mi sono mai presentato come autore di libri o di articoli per riviste d'informatica, né ho fatto altro per distinguermi dall'utente medio. So bene che quando uno si presenta dicendo "Salve, sto scrivendo un articolo su di voi..." la musica cambia e si tira fuori il tappeto rosso. Naturalmente mi sono presentato con nome e cognome, ma si vede che non sono ancora abbastanza famoso da essere riconosciuto. Meglio così.
Altra precisazione: il mio caso riguarda Windows 98, ma vale anche (con qualche leggera variazione) per le altre versioni di Windows descritte sopra.
Dicevo, ecco com'è andata a me. E' giugno del 1999, e ho appena ritirato dal rivenditore (Vobis) il mio nuovo portatile Acer. Mi guardo bene dal dissigillare il manuale di Windows 98, che contiene il Certificate of Authenticity o Certificato di autenticità. Accendo il PC per la prima volta e mi trovo davanti la richiesta di accettare o rifiutare le condizioni di licenza. Noto che la mia copia di Windows 98 contiene il seguente paragrafo di licenza:
Qualora l'utente non intenda aderire alle condizioni del presente Contratto, il Produttore e Microsoft Licensing, Inc. ("MS") non sono disposti a concedere il PRODOTTO SOFTWARE in licenza. In tal caso, l'utente è tenuto ad astenersi dall'usare o copiare il PRODOTTO SOFTWARE e a contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni circa la restituzione del prodotto non utilizzato a fronte del relativo rimborso del prezzo.
In un altro punto, che non cito per non tediarvi con altro legalese, il contratto specifica inoltre che con "il Produttore" si intende il produttore del computer, non quello di Windows.
Una cosa che mi colpisce subito è che se non si accettano le condizioni del contratto, si deve contattare il Produttore per chiedere come restituire il prodotto a fronte del relativo rimborso. E farlo "prontamente", mi raccomando. Altrimenti si sta violando il contratto. Attenzione: non è una facoltà, è un obbligo.
Di conseguenza, se non mi interessa la copia di Windows 98 che ho avuto insieme al PC, non posso limitarmi a non installarla. Devo contattare il Produttore per il rimborso. Incredibile.
Trascrivo diligentemente il paragrafo in questione, poi clicco in modo da rifiutare: l'installazione di Windows si ferma. Pertanto riavvio il PC da un mio disco di boot, riformattando il disco rigido e installando un altro Windows regolarmente acquistato a suo tempo e del quale ho quindi tutte le opportune licenze. Così inizio a lavorare con il mio nuovo PC e intanto proseguo l'iter per il rimborso.
Cerco di chiamare il servizio clienti Acer Italia (039-6842.266), ma è impossibile prendere la linea: è perennemente occupata, anche di notte. Tento via e-mail ben due volte, senza avere risposta.
L'8 luglio 1999 riesco finalmente a parlare con Acer Italia. Non certo perché il numero del servizio clienti si era "liberato", ma soltanto perché adotto un trucchetto: chiamo il centralino (039-6842.1) e mi lamento dell'impossibilità di contattare l'interno del servizio clienti.
Parlo con il signor Carozzi (telefono 039-6842.206), che inizialmente nega che esista la possibilità di richiedere il rimborso, sostenendo che Windows 98 è parte integrante del notebook e quindi non può essere oggetto di rimborso. Gli ribatto che il notebook funziona anche con altri sistemi operativi (Linux e MS-DOS), per cui Windows 98 non può essere considerato "parte integrante" indispensabile. E poi il contratto parla chiaro: il rimborso è previsto.
Il signor Carozzi pone poi un'altra lunga serie di obiezioni, che sono quelle descritte nella prima parte di questa pagina. Di fronte alla mia cortese ma ferma insistenza e al fatto che sono ben preparato a rispondere alle sue obiezioni, citando il contratto scritto dalla sua stessa azienda, il signor Carozzi è comunque corretto e si riserva di informarsi in dettaglio e di farmi sapere qualcosa. Ci scambiamo i rispettivi nomi e numeri di telefono.
In giornata il signor Carozzi mi conferma che il contratto prevede restituzione e rimborso e che sa che questa prassi è in uso in altri paesi, solo che in Italia nessuno ha mai richiesto ad Acer di applicare questa clausola del contratto. Cerca ancora di sostenere che Acer non c'entra, che è Microsoft che scrive questi contratti, ma io ribadisco che il contratto parla chiaro: il Produttore è Acer ed è Acer che va contattato per restituzione e rimborso.
D'accordo, ribatte Carozzi, ma non è una clausola che va per forza rispettata. Come? Secondo Acer, in Italia una delle due parti può scrivere un contratto e poi disinvoltamente venir meno a una delle sue condizioni? Chiedo se per caso questo criterio si applica per analogia anche alla condizione che vieta la copia del software, ma mi dice di no. Ma guarda un po'.
Strano che Acer possa decidere quali condizioni applicare e quali no, mentre al povero utente non resta che subire. Se io vengo meno a una condizione del contratto, sono un criminale; se vengono meno loro, niente?
Vista la situazione, gli chiedo di mettermi per iscritto questa stravagante posizione della Acer. Tuttavia, benché Carozzi sia disposto a violare disinvoltamente le condizioni del contratto a voce, quando si tratta di mettere nero su bianco la cosa si burocratizza: Acer Italia mi ritelefona in giornata, chiedendo una mia richiesta scritta, da mandare via fax alla Direzione Marketing, numero di fax 039-65.22.06.
Detto fatto: citando il loro contratto e le parole del sig. Carozzi, evidenzio che stanno venendo meno alle condizioni del loro stesso contratto d'acquisto e richiedo conferma scritta di questo fatto sorprendente. Chiedo comunque, a norma di legge, il rispetto delle condizioni di contratto e pertanto domando cortesemente informazioni sulle modalità per la restituzione e il rimborso del prodotto (Windows, non il laptop).
Passano ventuno giorni di silenzio. Così il 30 luglio 1999 spedisco un secondo fax di sollecito, un po' meno pacato del primo.
Il 24 agosto 1999, finalmente, ricevo la telefonata del sig. Massimo D'Angelo, direttore commerciale del settore notebook di Acer Italia (tel. 039-6842.339), che cortesemente mi spiega l'imbarazzo di Acer di fronte a questa norma del contratto e conferma la correttezza della mia posizione. Però, mi dice, Acer non è in grado di effettuare un rimborso in senso stretto, per via di paurose complicazioni fiscali e burocratiche (sulle quali non sto a cavillare; sono peraltro abbastanza credibili, visto il marasma legislativo italiano).
Come gesto di buona volontà, comunque, mi propone uno sconto di centomila lire sul prossimo acquisto, a titolo di rimborso, pur di chiudere la questione. In cambio mi chiede una liberatoria nella quale dichiaro di desistere dal chiedere ulteriormente il rispetto della norma di rimborso del contratto.
Devo riconoscere che l'atteggiamento di Acer, soprattutto durante quest'ultima telefonata, non è mai di ostilità o di disinteresse. Anzi, l'impressione che ne ho (anche grazie alle coloritissime osservazioni del direttore generale di Acer, che sento in sottofondo nella conversazione) è che Acer si sia trovata suo malgrado in questo pasticcio e non sappia come uscirne. Sta cercando disperatamente una via d'uscita e prega che nessun altro utente si faccia avanti con la mia stessa richiesta.
Fra l'altro, durante la telefonata emerge quanto paga Acer a Microsoft: sessanta dollari (circa 108.000 lire, 56 euro) per ogni copia di Windows che installa sui propri computer destinati alla vendita. Sessanta dollari che poi vengono fatti pagare a me e a voi, naturalmente.
Decido di accettare. Devo comunque acquistare una seconda batteria
per il mio portatile, per cui le centomila lire di sconto mi fanno
più che comodo. Certo non ripagano il tempo che ho speso dietro alla
faccenda, ma non l'ho fatto per i soldi: volevo provare in Italia le
analoghe esperienze coronate da successo in altri paesi, e l'ho fatto.
Fra l'altro, con la curiosa soluzione proposta da Acer, mi trovo con uno sconto di centomila lire senza dover restituire Windows. Per cui oltretutto ho una licenza in più che mi può sempre servire. Ma soprattutto ho dimostrato l'assurdità della situazione, che vede le case produttrici impreparate e ostaggi di un contratto-capestro imposto da Microsoft.
Quando ho raccontato questo episodio la prima volta in un articolo per Apogeonline, alcuni lettori hanno obiettato che questo non è un vero "rimborso", dato che non ho restituito Windows ma ho avuto uno sconto sul prodotto, e che a rimetterci non è stata Microsoft, ma Acer.
Sono d'accordo, ma soltanto fino a un certo punto.
A prescindere da queste disquisizioni, quello che conta è che in determinate circostanze anche in Italia si può ottenere un rimborso per le copie inutilizzate di Windows. Ci vuole un po' di testardaggine, della quale io sono notoriamente ben dotato, ma alla fine ci si riesce.
Forza, adesso tocca a voi!
Qui raccolgo i casi di tentati (e purtroppo in gran parte falliti) rimborsi di Windows segnalatimi dai lettori. Scrivetemi a topone@pobox.com se volete aggiungere il vostro racconto.
Ricordate che prevenire è meglio che curare: se potete, comperate direttamente PC senza Windows preinstallato. Tribolerete molto meno.
Ricordate anche che ciascuna delle aziende citate qui si sta comportando in modo scorretto e illegale. Dov'è la tanto sbandierata tutela del consumatore?
Un lettore è riuscito a farsi rimborsare (o meglio, scontare) 120 euro da Dell. Potete leggere la sua storia e il mio articolo.
A marzo 2003 sono stati rimborsati 275 euro per Windows XP. Un lettore, che mi ha chiesto di essere identificato soltanto come "Ferdinando", ha ottenuto uno sconto di ben 275 euro per aver chiesto di far valere la clausola di rimborso presente nella licenza del Windows XP preinstallato che Toshiba gli imponeva di acquistare insieme al portatile.
Il rimborso di Windows, dunque, si può fare anche con XP, e il risparmio è davvero notevole, anche se non è facile ottenerlo. Il lettore racconta:
"...mi sono recato al negozio Vobis di Crema (CR) per ordinare un notebook Toshiba Satellite 5200-801. Al momento dell'ordine ho fatto presente che alla consegna avrei chiesto il rispetto della clausola di Windows XP Home sul rimborso, poichè intendo installare sul notebook la distribuzione linux SuSE 8.1."
"Il negoziante mi ha detto che dovevo rivolgermi alla Toshiba, ma io, scusandomi perchè gli stavo incasinando la vita, gli ho fatto leggere la licenza stampata da internet. A questo punto lui ha contattato la sede (?) e mi ha detto che mi avrebbe fatto sapere, scusandosi e dicendomi che sa che 'la licenza di Windows XP prevede questo, ma che è la prima volta che capita e loro non sanno come fare'. Dopo poche ore mi ha telefonato e mi ha detto che avrei avuto un rimborso di circa 50 o 120 (!!) euro, che sarebbero stati stornati al momento della fattura. Lui però avrebbe dovuto staccare il famoso bollino dal fondo del notebook, in quanto 'la microsoft gli ha detto che è il bollino a fare testo sulla validità di una licenza o meno'."
L'agguerritissimo Ferdinando non ha tentennato.
"Io mi sono opposto, dicendo che il bollino è pensato per rimanere incollato tenacemente e al tentativo di stacco avrebbe rovinato la carrozzeria del portatile. Lui ha ribadito che è obbligato a restituire il bollino alla Microsoft per avere a sua volta il rimborso e mi ha garantito che, in caso di danni, avrebbero ulteriormente abbassato il prezzo per 'danni estetici che non pregiudicano il funzionamento', ma io avrei dovuto firmare un foglio nel quale attesto che ho ricevuto il notebook perfettamente funzionante anche se graffiato sul fondo."
Dopo un ulteriore cordiale battibecco col rivenditore sulla possibilità di farsi rimborsare anche la licenza di Works Suite 2002 (anche quello acquistato obbligatoriamente insieme al computer), il lettore ha ottenuto
"un rimborso di 50 euro per Windows XP, di 25 per Works e di altri 200 perchè il bollino ha rovinato la carrozzeria del portatile."
Ferdinando loda la correttezza e disponibilità del negoziante e di Toshiba e commenta che
"è
difficilissimo far valere i propri diritti. Io stesso, se non avessi
trovato un negoziante gentile, avrei rinunciato a combattere per
mancanza di tempo e perchè ad ogni telefonata salta fuori qualche
novità che cambia le carte in tavola."
Si tratta, soprattutto per
il negoziante, di un gradevole rispetto della legge purtroppo poco
diffuso, come testimonia il lettore:
"due giorni prima di rivolgermi alla Vobis di Crema mi ero rivolto alla Vobis di Cassano d'Adda (MI), chiedendo la stessa cosa. Lì mi avevano detto che Toshiba NON rimborsa Windows e, alla mia obiezione 'ma la licenza Microsoft non c'entra con Toshiba', mi hanno risposto che non è obbligatorio seguire tutte le clausole... Al che me ne sono andato, chiedendo se potevo non seguire la clausola che proibisce la duplicazione, comprare un gioco da loro e poi venderlo masterizzato davanti alla loro sede... Ma mi hanno risposto (pensa un po') di no."
Farsi rimborsare Windows XP, insomma, si può anche in Italia. Ora sapete dove. Non voglio fare pubblicità gratuita a marche e catene di negozi, ma è anche giusto che chi aiuta il consumatore nell'esercizio dei propri diritti (perché il rimborso di Windows preinstallato è un diritto) sia segnalato per la sua onestà, così come viene additato chi invece quei diritti li calpesta disinvoltamente.
Un lettore (nicgarga) racconta la propria disavventura:
"il 1/2/2003 acquisto a Lecco un Acer Aspire 1302xc presso Mediaworld. Ha installato Win XP Home ITA. Il contratto di licenza recita:
Il presente Contratto di Licenza con l'Utente Finale ("Contratto") è un contratto intercorrente tra l'utente (una persona fisica o giuridica) e il produttore ("Produttore") del computer o di un suo componente ("HARDWARE") con il quale si è acquistato il prodotto o i prodotti software Microsoft sopra indicati ("SOFTWARE").... Qualora l'utente non accetti le condizioni del presente Contratto, non potrà utilizzare o duplicare il SOFTWARE e dovrà contattare prontamente il Produttore per ottenere informazioni sulla restituzione del prodotto o dei prodotti non utilizzati in base alle disposizioni stabilite dal Produttore stesso.
"Per curiosità mi fingo di voler acquistare un nuovo pc, ma senza S.O. e contatto via mail la Acer. Risposta: non è previsto nessun rimborso; 'inoltre il corretto funzionamento di un pc Acer è frutto di un ideale connubio tra hardware e software, pertanto non si consiglia il cambio del sistema operativo preistallato.'"
Ecco il racconto del lettore:
"Circa un mese fa ho deciso di comprare un Notebook Acer aspire, mi sono rivolto quindi al negoziante di fiducia e lo ho ordinato, veniva fornito con XP. Nel frattempo, prima che arrivasse, da un amico ho saputo del suo articolo sul rimborso, ho quindi tentato di ottenerlo anche io in quanto avrei comunque installato linux ed eventualmente win98 che avevo già acquistato."
"Arrivato il computer mi presentai in negozio e chiesi se fosse stato possibile, menzionando il tratto di licenza, ottenere il suddetto rimborso. Il negoziante restò stupefatto (non ne sapeva niente e non sapeva come fare, e poi un mucchio di storie...) e mi disse che avrebbe telefonato alla Acer. Mi ripresentai dopo due giorni e mi disse che la Acer non attua questo tipo di promozione!!! Nonostante le mie dimostranze in quanto non è una promozione ma un contratto di licenza, decisi comunque di prendere il pc in quanto mi serviva piuttosto urgentemente."
"Arrivato a casa mi accorsi che non solo la licenza era già stata accettata ma che vi erano stati anche installati diversi programmi e alcuni shareware (ovviamente non sono rimasto sconvolto da questo e probabilmente avrei dovuto dirlo all'atto dell'ordine ma non penso che sarebbe cambiato qualcosa...)."
Un lettore ("fveglio") mi riferisce di aver acquistato a gennaio 2002 un portatile Compaq Presario 701EA, con Windows XP Home, Word 2000, Works 2000 e Symantec Norton Internet Security. La sua intenzione era di tenere Windows ma restituire Word e Works, come previsto dalla relativa licenza.
Contattando il numero dell'assistenza clienti Compaq (02-66188888), gli è stato detto che se non desiderava utilizzare il software (avendo precisato che si trattava di Word e Works, non di Windows) poteva restituire l'intero computer e sarebbe stato rimborsato. Nel contratto di licenza del lettore, Compaq ha interpretato "prodotto" come tutto il computer, mentre in realtà il preambolo della licenza specifica chiaramente che per "prodotto" si intende il software.
Dell ha rifiutato il rimborso a una società italiana, adducendo delle "giustificazioni" davvero incredibili, persino per un avvocato azzeccagarbugli. Le trovate raccontate su Freego.it. Al momento in cui scrivo, la società è tuttora in lite per ottenere il rimborso.
La vicenda ha avuto risonanza anche su Punto Informatico (http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=37981). Quanto starà costando a Dell questa figuraccia pubblica?
Sempre a proposito di Dell, un altro lettore racconta:
"Ho tentato inutilmente di ottenere il rimborso di Windows ME dalla Dell ma non c'è stato niente da fare. Loro sostengono che siccome l'ho ordinato me lo devo tenere. La cosa assurda è che pur di non concedermi il rimborso sono arrivati a pagare un loro avvocato e la relativa trasferta per venirmi a dire che non mi rimborsano la licenza.
Gli è sicuramente costato di più di quanto io ho pagato il portatile. Ho tentato di risolvere la questione prima in via informale con ripetute richieste telefoniche ed email e poi rivolgendomi al Giudice di Pace [...] Il risultato è che pur di non concedere il rimborso la Dell ha pagato un avvocato di [città omessa da me per riservatezza -- Paolo] perché venisse in trasferta a [altra città, distante centinaia di chilometri, omessa sempre per riservatezza] a dirmi di no."
Asus ha perso un cliente: un lettore mi scrive di aver tentato di acquistare un notebook Asus, trovandovi preinstallato Windows ME, che però non gli serviva perché lui usa Linux. Ha chiesto in negozio, prima dell'acquisto, se era previsto il rimborso: il negoziante è caduto dalle nuvole e ha consultato la sede centrale. Alcuni giorni dopo è arrivata la risposta: "non è possibile" (nonostante sia scritto a chiare lettere nel contratto di licenza).
Il lettore non ha mollato e ha segnalato per iscritto (via e-mail) che il loro è un comportamento illegale, citando la clausola e la conferma di Microsoft di questa prassi di rimborso, e concludendo che "non avendo né il tempo né la voglia di lottare per ciò che in realtà dovrebbe essermi garantito dalla legge, preferisco rivolgermi altrove."
Il rivenditore Asus ha risposto in questo modo, che cito testualmente perché è un autentico capolavoro di sgrammaticatura, incoerenza e incomprensibilità (le evidenziazioni in grassetto sono mie):
"In relazione alla Sua di seguito riportata Vorrei farle notare come l'interpretazione della contratto di licenza di windows, sia da interpretare, visto che è rappresentato un contratto standard inserito sia nelle versioni complete, sia nelle OEM, sia nelle bundle. Quest'ultima versione viene data a prescindere dal costo del notebook, in questo caso Asus la allega come prodotto testato per il corretto funzionamento della macchina, se qual'ora l'utente decidesse di non usufruire di tale prodotto sarà sua responsabilità passare ad altre versioni del sistema operativo, ma nè il rivenditore, nè Asus, defalcheranno il costo di una cosa che è stata data in omaggio con il notebook."
Non ho parole.
HW Sistemi di Torino è stata quasi altrettanto creativa nel rifiutare la richiesta di informazioni di un altro lettore, dicendo che la vendita di un computer (un portatile, in questo caso) senza software preinstallato sarebbe possibile soltanto se abbinata a un software alternativo (cosa invece del tutto falsa, anche se verrebbe voglia di chiedere loro "In tal caso vendetemi Linux"), e adducendo la solita scusa che il PC viene fornito già di un certificato di licenza Microsoft e quindi non si può vendere senza Windows. Risultato: il lettore non ha comperato il laptop.
Il 7/12/2001 sono stato contattato dal
titolare dell'HW sistemi, che mi ha detto che si attiverà
"prendendo contatto con i distributori, i Brand e la stessa
Microsoft per attivare al più presto la corretta procedura di
rimborso per tutti i miei clienti che lo richiedono (sperando che
questi colossi siano celeri e sopratutto disponibili a comunicarmi
le corrette informazioni)" e che mi terrà informato
sugli sviluppi della questione. Non si è più fatto vivo.
Un rivenditore (lpasnc) mi ha segnalato una ulteriore possibilità di rimborso, applicabile se Windows si rifiuta di funzionare sul computer. Secondo il suo racconto, se Windows dà problemi (cosa che capita abbastanza spesso, anche su computer dichiarati compatibili con Windows), si chiede al supporto tecnico di Microsoft di risolverli. Se dopo ripetuti tentativi il problema non è risolvibile, Microsoft getta la spugna e propone all'acquirente di effettuare un reso per ottenere il rimborso, mandandogli a casa un apposito modulo da presentare al rivenditore, dal quale si ottiene il rimborso.
Il caso segnalato riguarda Windows ME, acquistato in versione Retail (cioè separatamente dal PC). Il computer del lettore si riavviava da solo in momenti casuali e senza motivo apparente (non era un problema hardware, perché la stessa macchina funzionava correttamente sotto Windows 98SE). Dopo tre settimane di prove e discussioni con il supporto tecnico Microsoft senza che il problema si risolvesse, il supporto tecnico ha deciso di proporre al lettore di restituire il prodotto.
Il lettore ha accettato, e dopo qualche giorno gli è arrivato il modulo Microsoft per richiedere il reso. Il lettore ha compilato e rispedito il modulo a Microsoft, che gliel'ha restituito accettando (ovviamente) la motivazione del reso. A questo punto il lettore è andato dal fornitore dal quale aveva acquistato Windows ME e ha ottenuto il rimborso, non senza difficoltà perché il fornitore non era al corrente della prassi di rimborso.
Devo sottolineare che nel caso del lettore non si tratta di Windows preinstallato, ma di Windows acquistato a parte, per cui il metodo potrebbe non valere anche per le preinstallazioni. Tuttavia è interessante notare che Microsoft stessa propone il rimborso se non riesce a venire a capo del problema di funzionamento di Windows.
Se avete qualche dettaglio o correzione da contribuire a queste informazioni, scrivetemi presso topone@pobox.com. Grazie!